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Economia

Energia, Besseghini “Prezzi non saliranno con stessa intensità 2022”

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ROMA (ITALPRESS) – “Non credo che” i prezzi dell’energia “saliranno con la stessa veemenza e con la stessa importanza con cui li abbiamo visti andare nel corso del 2022”. Lo afferma il presidente di Arera (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente), Stefano Besseghini, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy. Allora esisteva una causa diretta, precisa e puntuale, “che giocava sulla fornitura di gas e tutta l’Europa ha avuto necessità, anche un pò disperatamente, di cambiare rapidamente i flussi di fornitura; il GNL, che arriva attraverso le navi, ha guadagnato un ruolo più importante rispetto al passato ma questo percorso non è completamente terminato, perchè un assetto geopolitico dell’energia non si cambia dalla sera alla mattina.
In Italia ci siamo comportati bene e abbiamo anche avuto una certa fortuna – osserva – perchè avevamo un numero di interconnessioni già esistenti – Algeria, Libia e TAP- che ci hanno permesso di diversificare i flussi in ingresso. Oltre a questo, abbiamo implementato il terminale di Piombino e ne abbiamo uno in previsione a Ravenna. Ancora adesso ci confrontiamo con una situazione ancora tesa e complessa, ma i meccanismi di soluzione si sono avviati. Avremo tensioni e oscillazioni, ma molto meno impegnative del passato. Il prezzo del gas potrà ancora salire, ma non con quella entità”.
Besseghini ricorda come l’innalzamento sia legato non solo alla guerra Russia – Ucraina, ma alla ripresa industriale post-Covid: “a settembre 2021 si sono registrate le prime rampe di innalzamento del prezzo. Il motivo è che dopo un periodo di industrie chiuse per il lockdown si è passati ad una ripresa della produzione in tutto il mondo, con la conseguente impennata della domanda di energia. Poi dal 24 febbraio 2022 la guerra ha molto complicato sia gli aspetti di prezzo che la geografia delle forniture, introducendo la variabile dell’utilizzo dell’energia come arma, come un meccanismo di pressione”.
Il numero uno dell’Autorità spiega, inoltre, che “in questo quadro le istituzioni europee e dei Paesi membri hanno dovuto cimentarsi, con interventi veloci, con l’improvviso bisogno di flessibilità. Anche noi come Autorità abbiamo dovuto deliberare interventi per introdurre flessibilità sul mercato”.
Rispetto alle scadenze del settore energetico e in particolare sulla fine del servizio di tutela per l’elettricità, Besseghini fa notare che sulla data di gennaio 2024 “vi è molta enfasi, ma in realtà il mercato libero è aperto dal 2007 e il 70% dei consumatori è già sul mercato libero. Quello che stiamo organizzando sono delle aste che metteranno a gara a inizio dicembre di quest’anno un servizio di tutele graduali”, ha aggiunto.
Parlando degli altri settori di competenza dell’Autorità, il presidente di Arera ha descritto le caratteristiche del sistema idrico, in parte caratterizzato ancora da un gap infrastrutturale e gestionale tra nord e sud: “Si è invertita la rotta. Il settore ha conosciuto un andamento dell’indicatore di perdite medie annuali costantemente in crescita da sempre, ormai sono tre anni che questo indicatore ha invertito ed è iniziato a scendere. Bisogna però continuare a lavorare, come stiamo facendo dal 2012. La regolazione è entrata nel settore, gli investimenti sono passati dai 35-36 euro per abitante/anno ai 70 euro ad abitante di oggi, questo vuol dire che il settore investe circa 4,2 miliardi l’anno in infrastrutture. La regolazione del settore idrico è raffinata perchè deve tener conto di situazioni di partenza molto diverse tra loro e del fatto che questi processi sono lenti per loro stessa natura, dovendo diventare cultura nei territori. Non a caso la riduzione del water service divide tra nord e sud del Paese è uno dei punti che abbiamo messo nel mirino fin da inizio mandato di questo collegio, con l’intenzione di invertire la rotta”.
Per quanto riguarda le grandi differenze che, nel settore rifiuti, si registrano sul territorio nazionale, il presidente di Arera spiega che “è evidente la differenza di costi in giro per il Paese, con situazioni in cui servizi più scadenti sono in aree dove i costi sono più elevati. E’ un settore in cui la regolazione è entrata da poco, nel 2018, ma abbiamo già approvato due cicli di metodo tariffario: uno legato alla raccolta e spazzamento e l’altro che ha cominciato a prendere in considerazione anche gli impianti di conferimento, che è il grande tema. La regolazione – conclude – incentiva il riciclo, il riuso e anche la termovalorizzazione con produzione di energia, penalizzando l’utilizzo della discarica come forma di smaltimento. In Sicilia, ad esempio, si ricorre alla discarica in modo importante, l’impegno deve quindi orientarsi all’impiantistica”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Economia

Convegno Anfir, da Irfis 1 mld all’economia siciliana dal 2020

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PALERMO (ITALPRESS) – In un contesto in cui la Sicilia dimostra segnali di ripresa economica con un aumento di imprese e di occupati e un Pil stimato in crescita in misura maggiore rispetto al dato nazionale, Irfis FinSicilia S.p.A. svolge un ruolo di braccio operativo della Regione Siciliana per la realizzazione delle sue politiche economiche e sociali. Lo ha ribadito oggi la Presidente Iolanda Riolo, intervenendo al convegno nazionale ANFIR organizzato a Palermo, davanti alle principali autorità regionali, ai vertici dell’Associazione delle finanziarie regionali e agli esponenti degli altri istituti come Irfis.
“Irfis è oggi la leva tecnica della Regione, lo strumento attraverso cui si concretizzano le linee strategiche tracciate dal governo regionale: supportare lo sviluppo delle imprese, promuovere l’inclusione sociale, rafforzare la competitività del sistema Sicilia”, ha spiegato la Riolo.
“Le incertezze relative alla situazione nazionale e internazionale hanno fatto tornare d’attualità il tema del sostegno pubblico all’economia. Da questo punto di vista le Finanziarie regionali svolgono un ruolo fondamentale: da un lato veicolano le risorse dei fondi strutturali europei relativi alla programmazione 2021-2027 e dalle regioni di riferimento li fanno affluire al tessuto produttivo territoriale periferico e, dall’altra, offrono strumenti finanziari a sostegno delle start up, delle imprese innovative e, più in generale, di tutto il mondo delle piccole e medie imprese. E ancora le Finanziarie regionali affiancano le imprese insieme al sistema bancario oppure ne rappresentano l’alternativa”, ha aggiunto Michele Vietti, presidente di ANFIR.
A partire dal 2020, da quando è divenuto soggetto in house della Regione siciliana e alla data del 31 marzo 2025, Irfis ha in gestione oltre 1 miliardo di euro in fondi pubblici.
Di questi: 916 milioni sono destinati alle imprese (oltre 27.000 beneficiarie); 119 milioni a famiglie e persone fisiche (oltre 45.000 soggetti raggiunti).
Le risorse provengono per il 63% da fondi extraregionali, per il 29% dal Fondo Sicilia e per l’8% da fondi regionali diretti: una integrazione virtuosa tra risorse comunitarie, nazionali e regionali, gestita interamente da Irfis con criteri di efficienza, tempestività e trasparenza.
Le misure già operative. Ripresa Sicilia (180 milioni): per investimenti delle PMI, con 202 domande ricevute e oltre 130 progetti già in corso; Fare Impresa in Sicilia (53 milioni): per l’avvio di nuove imprese, con oltre 1.000 domande e 450 progetti in finanziamento; Caro mutui prima casa (50 milioni): misura completamente utilizzata da 30.000 famiglie; Contributo di solidarietà (30 milioni): 86.000 richieste da famiglie con ISEE sotto i 5.000 euro.
Nel secondo semestre 2025 saranno attivate nuove azioni fortemente volute dal governo della Regione e affidate a Irfis per la gestione. Turismo: 135 milioni per l’ammodernamento delle strutture ricettive; Basket Bond Sicilia: 19 milioni per sostenere la patrimonializzazione delle PMI; Credito al consumo: 15 milioni annui per il biennio 2025-2026 a favore delle famiglie meno abbienti con la piattaforma ai nastri di partenza il prossimo 15 maggio.
“La Regione Siciliana – ha ribadito Riolo – ha scelto una governance integrata, in cui Irfis è il soggetto attuatore privilegiato delle misure economiche, in grado di tradurre la programmazione politica in risultati concreti e misurabili, in tempi certi e con trasparenza. Questa scelta si è rivelata decisiva per rispondere alle sfide della ripartenza e accompagnare la crescita nei settori strategici”.
Irfis ha chiuso il 2024 con un utile netto e un fatturato in crescita (3,7 milioni e 23,5 milioni di euro rispettivamente), e potenzierà la sua struttura portando l’organico a 73 unità entro la fine dell’anno, con una presenza femminile vicina al 40%.
“Irfis continuerà ad essere lo strumento tecnico-finanziario attraverso cui la Regione Siciliana attua la propria strategia di sviluppo territoriale – ha concluso Riolo – sostenendo imprese, famiglie, innovazione e inclusione sociale in modo integrato e misurabile”.

– foto ufficio stampa Irfis –
(ITALPRESS).

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Economia

Assocomunicatori “Il Papa è un punto di riferimento morale e spirituale”

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ROMA (ITALPRESS) – “A nome di Assocomunicatori e di tutti i professionisti della comunicazione, desidero esprimere le più sincere congratulazioni e i più fervidi auguri al nuovo Santo Padre, Robert Francis Prevost, Leone XIV, eletto oggi a guida della Chiesa universale. In un’epoca caratterizzata da profondi cambiamenti e sfide nel mondo della comunicazione, il ruolo del Papa rappresenta un punto di riferimento morale e spirituale, capace di parlare ai cuori delle persone di ogni cultura e generazione. Siamo certi che il Suo pontificato sarà fonte di ispirazione per tutti noi, comunicatrici e comunicatori, chiamati ogni giorno a promuovere valori di verità, rispetto e dialogo, contribuendo a costruire ponti tra le persone e le comunità”. Lo ha dichiarato Domenico Colotta, Presidente di Assocomunicatori, in occasione dell’elezione del Santo Padre, Robert Francis Prevost, Leone XIV. 

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Economia

Snam, nel primo trimestre l’Ebitda in aumento di 74 milioni (8,3%) rispetto al 2024

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MILANO (ITALPRESS) – Snam ha chiuso il primo trimestre con ricavi totali che si sono attestati a 970 milioni, in aumento di 74 milioni (+8,3%) rispetto al primo trimestre 2024, a seguito della crescita dei ricavi regolati del business delle infrastrutture gas (+72 milioni; +9,0%).

I ricavi dei business della transizione energetica risultano sostanzialmente in linea rispetto al primo trimestre 2024. L’Ebitda si è attestato a 761 milioni, in aumento di 58 milioni (+8,3%) rispetto al corrispondente valore del primo trimestre 2024. L’aumento è dovuto alla crescita registrata dal business delle infrastrutture gas (+56 milioni; +7,9%) per i maggiori ricavi regolati riconosciuti nonostante la revisione al ribasso del WACC, in parte assorbiti dai maggiori costi operativi connessi alle erogazioni di gas dagli impianti di stoccaggio e all’incremento del costo lavoro, a fronte dell’ingresso di nuove risorse e del precedente rinnovo del Ccnl. L’utile operativo ammonta a 502 milioni, in aumento di 52 milioni (+11,6%) rispetto al corrispondente valore del primo trimestre 2024.

Gli oneri finanziari netti si sono attestati a 71 milioni, in lieve riduzione rispetto al primo trimestre 2024 (-7 milioni, pari al 9,0%). I proventi netti da partecipazioni ammontano a 107 milioni, in aumento rispetto al primo trimestre 2024 (+42,7%).

L’utile netto adjusted del primo trimestre 2025 ammonta a 406 milioni, in aumento di 71 milioni (+21,2%), rispetto all’utile netto adjusted del primo trimestre 2024, grazie alla crescita dell’Ebitda, al maggior contributo delle società partecipate e alla riduzione degli oneri finanziari netti.

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Il positivo flusso della gestione operativa (+779 milioni) ha consentito di finanziare larga parte degli investimenti netti del periodo (975 milioni, incluso l’esborso connesso all’acquisizione di Stogit Adriatica e l’incasso derivante dalla cessione della partecipazione in Adnoc Gas Pipelines), generando un free cash flow negativo di 196 milioni.

L’indebitamento finanziario netto, comprensivo del pagamento agli azionisti dell’acconto sul dividendo 2024 (389 milioni) e delle variazioni non monetarie e altre variazioni (-25 milioni), ha registrato un aumento di 560 milioni rispetto al 31 dicembre 2024, attestandosi a 16.798 milioni.

-Foto

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