Economia
Piazza Affari chiude in rialzo, Ftse Mib +1,45%
Pubblicato
2 anni fa-
di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Chiusura in rialzo a Piazza Affari. L’indice Ftse Mib sale dell’1,45% a 29.344 punti, mentre l’Ftse Italia All-Share sale dell’1,51% a quota 31.307. L’indice Ftse Italia Star sale guadagna il 2,19% a 43.798 punti.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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Fincantieri, Folgiero “Difesa al centro del nuovo piano industriale”
Economia
Fincantieri, Folgiero “Difesa al centro del nuovo piano industriale”
Pubblicato
11 ore fa-
12 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Abbiamo il vento in poppa e vogliamo sfruttarlo”. Con questa immagine marinaresca, il CEO di Fincantieri, Piero Roberto Folgiero, sintetizza, in una intervista al quotidiano La Repubblica, il momento positivo del gruppo e anticipa le linee guida del nuovo piano industriale che aggiornerà quello 2023-2027, proiettandolo fino al 2030. Il piano, spiega Folgiero, punterà a “mettere più vela” sulle attività strategiche dell’azienda, articolate oggi su quattro pilastri: cantieristica civile, militare, navi per compiti speciali e attività subacquee, quest’ultimo ambito in forte crescita. “Ci sarà un deciso aumento della capacità, soprattutto nella difesa”, afferma l’amministratore delegato. “Lo faremo in due tempi: nell’immediato con interventi a bassa intensità di capitale, trasferendo nei cantieri militari le pratiche e le discipline maturate in quelli civili – come turni di lavoro aggiuntivi, maggiore allestimento a terra delle navi e più alta saturazione delle officine – e successivamente, se la domanda resterà robusta, con investimenti mirati”.
L’obiettivo, aggiunge, è “aumentare la produttività grazie a più tecnologia nei cantieri, efficienza nella catena dei fornitori e disciplina finanziaria”. Ma anche evolvere il modello di business, perché “con navi sempre più digitali possiamo e dobbiamo fornire non più semplici prodotti, ma servizi lungo tutto il loro ciclo di vita, diventando partner di lungo periodo degli armatori”. Alla domanda se Fincantieri intenda aprire nuovi cantieri, Folgiero chiarisce che “il tema non è moltiplicare i siti, ma riarticolare la nostra capacità”. “Se saturiamo il cantiere di La Spezia – spiega – potremo allocare ulteriore domanda militare altrove, ad esempio a Castellammare di Stabia, che oggi ha capacità ibride, e poi spostare su Romania e Vietnam lavorazioni che oggi si fanno in Italia”. In un contesto internazionale segnato da tensioni crescenti, Folgiero osserva che “siamo entrati in un ciclo lungo: i blocchi si rafforzano e la spesa in difesa cresce, con una tendenza alla regionalizzazione industriale”. Tuttavia, precisa, “non vedo una partita “Occidente contro resto del mondo”, ma due macro-mondi che devono comunicare. L’Italia, con il Piano Mattei e il suo baricentro mediterraneo-africano, può fare da ponte con il “Grande Sud”, in primis con l’Africa”.
L’export di difesa, aggiunge, “non è una vendita chiavi in mano, ma diplomazia industriale: il modello è quello del co-sviluppo, creando filiere miste tra le PMI italiane nostre fornitrici e le imprese locali, come stiamo facendo in Medio Oriente”. In parallelo, continua il manager, Fincantieri lavora su tre livelli: “nazionale, con il rafforzamento della capacità navale della Marina; europeo, dove servono convergenza e cooperazione; e internazionale, nel rispetto della piattaforma geopolitica italiana”. Sul tema dell’integrazione industriale nel settore della difesa europea, Folgiero avverte: “Non si può pensare che la soluzione sia subito un unico campione europeo. Prima del consolidamento serve una tappa intermedia, che è la deframmentazione: smettere di fare una corvetta tedesca, una italiana, una francese e convergere su piattaforme comuni con requisiti allineati, lasciando margini di personalizzazione alle marine”. “Se non riusciamo a farlo, il consolidamento resta un miraggio”, aggiunge.
Il numero uno di Fincantieri guarda con interesse ai programmi europei già operativi: “Bisogna usare regole e strumenti che già ci sono. Penso al programma SAFE, che mette a disposizione circa 150 miliardi da spendere entro il 2030 per progetti che coinvolgano almeno due nazioni e abbiano un contenuto europeo minimo del 65%. O al Fondo europeo per la difesa (EDF), che richiede la partecipazione di almeno tre Paesi per ciascun progetto”. “In questo – sottolinea – Fincantieri è un caso di scuola: siamo ponte tra Italia e Francia sulle unità di superficie e tra Italia e Germania sui sommergibili. E l’esperienza ci dice che funziona”. Un’attenzione particolare è riservata al comparto subacqueo, destinato a diventare “il quarto pilastro” del gruppo. “Ai prodotti tradizionali – sommergibili e loro componenti – si affiancano i sistemi non convenzionali: droni subacquei, piattaforme di comando e controllo, comunicazioni, sistemi di ricarica e unità di superficie per lancio e recupero”, spiega Folgiero. “L’Italia – conclude – ha accelerato con il Polo nazionale della subacquea, e Fincantieri è pronta a posizionarsi da leader in questo settore strategico”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Orsini “Occorre evitare che i giovani e le loro imprese vadano all’estero”
Pubblicato
2 giorni fa-
11 Ottobre 2025di
Redazione
CAPRI (NAPOLI) (ITALPRESS) – “Abbiamo bisogno di dare forza e merito e forza al merito dei giovani, per evitare che i giovani e le imprese dei giovani vadano all’estero. Credo sia tema da trattare anche in legge di bilancio”. Lo ha detto Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, sul palco del 40° convegno di Capri dei Giovani Imprenditori di Confindustria. “È un dato drammatico”, ha aggiunto in merito alle 153mila imprese guidate da giovani che negli ultimi dieci anni si sono spostate all’estero o hanno chiuso. Secondo Orsini “è necessario rendere attrattivo il Paese”.
“La ricchezza del Paese non la fai con l’Irpef e le pensioni ma generando lavoro e rendendo il Paese competitivo, quindi mi auguro che siano al centro gli investimenti per l’industria”. Lo ha detto Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, sul palco del 40° convegno di Capri dei Giovani Imprenditori di Confindustria, in riferimento alla manovra.
E sugli scioperi: “Quando vedo tutti questi scioperi, dico: ‘guardate, attenzione’, in un Paese dove c’è poca produttività, non è che facciamo male alle imprese, ma al Paese, alle famiglie. Quindi, attenzione. Penso che oggi serva un atto di responsabilità da parte di tutti. Giusto il diritto alla manifestazione, ma quando alcuni pezzi sfociano in violenza, credo che… Noi non vogliamo il dialogo con la violenza. Siamo quelli del dialogo, per sederci attorno a un tavolo e risolvere il problema. Quando vediamo violenze, credo siano strumentalizzate”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
A settembre accelerano i prestiti a imprese e famiglie, tassi dei mutui in calo al 3,25%
Pubblicato
2 giorni fa-
11 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – A settembre 2025 il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 3,33% dal 3,38% del mese precedente e dal 5,45% di dicembre 2023; il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è sceso al 3,25% (3,28% nel mese precedente; 4,42% a dicembre 2023); il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è pari al 3,92% (come nel mese precedente). Lo rende noto Abi nel suo rapporto mensile di ottobre.
A settembre 2025, l’ammontare dei prestiti a imprese e famiglie è cresciuto dell’1,8% rispetto ad un anno prima, in accelerazione rispetto al +1,6% del mese precedente; ad agosto 2025 i prestiti alle famiglie erano cresciuti del 2,0% e quelli alle imprese dell’1,2%. Per le famiglie è il nono mese consecutivo in cui si registra un incremento e per le imprese è il terzo mese consecutivo in cui crescono i finanziamenti.
Ad agosto 2025 i crediti deteriorati netti (cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche) sono diminuiti a 29,3 miliardi di euro, da 30,2 miliardi di marzo 2025 (31,3 miliardi a dicembre 2024). Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di 167 miliardi. Ad agosto 2025 i crediti deteriorati netti rappresentavano l’1,41% dei crediti totali. Tale rapporto è inferiore rispetto a marzo 2025 (1,48%; 1,51% a dicembre 2024; 9,8% a dicembre 2015).
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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