LA VOCE PAVESE – ADDIO A GIUSEPPE LO GIUDICE, COSA MI HA INSEGNATO…
E’ stato uno dei primi artigiani imprenditori della distribuzione automatica in Italia, forte di una relazione privilegiata con il gruppo Zanussi al quale è stato sempre molto legato. La sua ditta, SADA, è stata una bandiera dell’imprenditoria locale, di quella più genuina e preziosa. E’ stato un animatore radiotelevisivo delle prime tv e delle radio libere di Voghera e dell’Oltrepò Pavese. E’ stato un uomo di cuore, messo a dura prova dalla vita. La scomparsa di Giuseppe Lo Giudice dopo lunga malattia ha lasciato un grande vuoto nella sua Voghera e non solo. Lo Giudice è stato anche un "social media" vivente, per tanti anni, tanto amava le relazioni, il dialogare e il commentare la politica locale che ha seguito con grande passione fin dai tempi della Prima Repubblica. "Il baffo" o "Chuck Norris", com’era stato soprannominato dagli alunni delle scuole vogheresi, dov’era quotidianamente presente per rifornire le sue macchinette con l’auricolare del telefonino sempre nell’orecchio e le chiavi dei suoi distributori alla cintura, rimarrà per sempre nella memoria di chi l’ha conosciuto. Per anni ha gestito anche il bar interno dell’istituto superiore Baratta di Voghera e finanziato molte borse di studio per aiutare quei giovani in mezzo ai quali ha sempre amato stare. L’ufficio che preferiva era un banchetto lungo i corridoi in mezzo al caos dell’intervallo. Il Beppe è stato un personaggio colorito, un uomo d’impresa, un uomo di comunicazione, un’icona di Voghera. Uno che aggiunto.
LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.
LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…
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