LA VOCE PAVESE – PAVIA, PISTE CICLABILI DA RIPENSARE
"Vogliamo piste ciclabili vere". L’associazione “Il sellino spiritato“ a Pavia ha inserito questo auspicio tra i sogni per il nuovo anno. L’obiettivo è una città vivibile, inclusiva e senza morti sulle strade. "Occorre rendere sicuri ed efficienti i percorsi ciclabili – sostengono gli attivisti dell’associazione guidata dal presidente Simone Melani -, utilizzando anche strumenti a basso costo come le bike lane. Basta ciclopedonali che rendono pericolosa l’interazione tra pedone e bicicletta e non incentivano la mobilità lenta". Uno dei problemi annosi della Pavia universitaria e della salute sono le piste ciclabili che non si congiungono e non consentono un percorso in linea, in sicurezza. L’ultimo tratto da realizzare e per il quale sono stati appaltati i lavori è quello dalla stazione agli istituti universitari scientifici, fino ad arrivare a poca distanza dal policlinico San Matteo: 440mila euro finanziati dal Piano nazionale di ripresa per realizzare 2,33 chilometri di pista, richiesti a gran voce dai ciclisti. In questo tratto rientra anche un troncone ciclopedonale di via Monti che non rispecchia le richieste dei ciclisti. Perché è ciclopedonale, perché non si collega, ma anche perché gli automobilisti continuano a parcheggiare. Pericoloso anche il tratto che da viale Golgi porta a via Aselli-via Brichetti dove saranno realizzati altri lavori, mentre in via Ferrata la pista ciclopedonale esistente sarà ampliata fino a 2,5 metri e protetta con un divisore in muratura. Più in generale serve nuova segnaletica orizzontale e verticale per proteggere i percorsi dedicati ai ciclisti.
LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.
LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…
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