LA VOCE PAVESE – OSPEDALI, LUNGHE ATTESE: PER COLPA DI CHI?
Nei pronto soccorso e negli ospedali i tempi d’attesa sono spesso lunghi, quasi eterni. Le cronache raccontano l’ennesimo caso, ma in realtà la colpa non è delle strutture ospedaliere ma delle scelte che non si fanno rispetto a un sistema di medicina territoriale in tilt da anni, con molti medici (non tutti) che non fanno più i medici ma i "robottini della ricetta" oppure i robottini del "le scrivo la visita". Vi è poi il problema di chi usa i pronto soccorso come corsia preferenziale per non pagare i ticket o evitare le lunghe liste d’attesa, tema cui si aggiunge la massiccia presenza d’immigrati che hanno fatto schizzare all’insù gli accessi a loro volta, specie quelli che sono irregolari in Italia o che magari il medico di famiglia non ce l’hanno. Il grosso degli ingressi in pronto soccorso è però condizionato dalla difficoltà di avere il rapporto di un tempo con il medico di famiglia, quello che ti visitava e che qualche responsabilità in più se la prendeva avendo a cuore il tuo star bene e il non intasare inutilmente gli ospedali. Inoltre dopo il melenso ritornello "medici eroi" e "infermieri eroi" del tempo di Covid, ci sono state poche assunzioni: gli organici sono ridotti. E in questo clima spesso mancano addirittura le necessarie barelle nei pronto soccorso, per via dell’elevatissimo numero di accessi che sono una costante quotidiana. Ma come fa il Ministero a non vedere tutto questo?
LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.
LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…
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