Economia
Piazza Affari avvio debole, i mercati restano in attesa
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2 anni fa-
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Redazione
																								
MILANO (ITALPRESS) – Avvio di seduta in lieve calo questa mattina a Piazza Affari, dopo i primi scambi. L’indice Ftse Mib, alla prima rilevazione, segna un -0,12% a quota 30.433 punti, mentre l’Ftse All Share cede lo 0,13% a 32.537 punti. In lieve rialzo invece l’Ftse Star, che mette a segno un rimbalzo dello 0,08% a quota 47.412 punti. Sui mercati sembra ancora prevalere un certo ottimismo per il possibile taglio dei tassi Usa, nonostante il dato sull’inflazione di dicembre. Sullo sfonfo gli analisti restano comunque in attesa dei dati sul Pil cinese, le vendite al dettaglio Usa di dicembre, oltre all’appuntamento con il Forum di Davos e i possibili scenari dopo il voto delle elezioni a Taiwan.
Per quanto riguarda le materie prime, il prezzo del petrolio è stabile, con il Brent che scambia a quota 78,3 dollari al barile, mentre il Wti si porta a 72,6 dollari. In ribasso il prezzo del gas naturale, che sulla piazza di Amsterdam si porta a 31,3 euro al Mwh. Per quanto riguarda lo spread fra Btp e Bund tedeschi apre a quota 159 punti, con il rendimento del decennale al 3,77%. Anche le altre piazze finanziarie europee aprono deboli, in una seduta che ha visto Tokyo in rialzo, con il Nikkei che guadagna lo 0,98%. Tra le altre Borse europee, Parigi apre a +0,02%, Francoforte è poco mossa con un guadagno dello 0,09%, mentre Londra avanza appena dello 0,08%.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –
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Economia
Webuild: S&P alza rating a BB+, confermata la solidità del modello industriale
Pubblicato
16 ore fa-
3 Novembre 2025di
Redazione
														
MILANO (ITALPRESS) – S&P Global Ratings ha alzato il rating di Webuild a BB+ con outlook stabile, rispetto al precedente BB. Si tratta del secondo upgrade ottenuto da S&P nel corso del Piano Industriale 2023-2025, a conferma della solidità del modello industriale, della visione strategica del Gruppo e delle performance economiche finanziarie anche in contesti macroeconomici complessi. Webuild si prepara ora ad avviare un nuovo piano industriale con un rating a un passo dall’investment grade.
Secondo S&P, l’upgrade riflette il solido portafoglio ordini, la gestione disciplinata dei contratti e la posizione di leadership nei principali mercati chiave per il Gruppo, fattori che hanno determinato una robusta crescita e il rafforzamento della struttura finanziaria del Gruppo.
S&P sottolinea la leadership di Webuild nei mercati chiave a basso rischio, che oggi rappresentano circa il 90% del backlog e dei ricavi, rispetto al 59% del 2018. Questa evoluzione è frutto di una strategia mirata ai Paesi sviluppati, con acquisizioni e investimenti che hanno aumentato il peso dell’Italia e dell’Australia. L’agenzia evidenzia inoltre che il profilo di business è supportato da una maggiore diversificazione e da capacità ingegneristiche avanzate, superiori rispetto a quelle dei concorrenti con rating simile.
Guardando al futuro, S&P prevede che Webuild continuerà a registrare una solida performance operativa nei prossimi anni, sostenuta da un portafoglio ordini construction di 50 miliardi di euro che garantisce forte visibilità sui ricavi. A ciò si aggiungono termini contrattuali più favorevoli, grazie anche alla crescente adozione di clausole di pass-through dei costi, e l’impatto positivo del programma di cost-efficiency. Questi fattori, combinati con una costante attenzione alla gestione del capitale circolante, dovrebbero secondo l’agenzia assicurare flussi di cassa robusti e una redditività in ulteriore crescita nel tempo.
L’agenzia di rating segnala, infine, che, data la finalizzazione in corso dei processi approvativi del progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina, nessun impatto economico-finanziario è stato riflesso nelle attuali stime, rappresentandolo di fatto come un upside per il rating. Progetti di questo tipo, secondo S&P, mostrano le forti capacità ingegneristiche e gestionali del Gruppo, specializzato nel realizzare grandi opere infrastrutturali complesse anche di fronte a sfide tecniche, geologiche e ingegneristiche.
– Foto ufficio stampa Webuild –
(ITALPRESS).
Economia
Industria, Urso “L’Europa decida ora per rilanciare la competitività”
Pubblicato
18 ore fa-
3 Novembre 2025di
Redazione
														
ROMA (ITALPRESS) – “Serve agire ora e insieme, entro quest’anno, per difendere la nostra competitività e la nostra sovranità industriale. Non c’è più tempo da perdere”. Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo a Berlino all’ottava edizione del meeting ministeriale “Friends of Industry” per rilanciare la crescita del sistema produttivo europeo. “È fondamentale che l’Europa assuma subito decisioni a tutela del settore automotive, con la revisione dei regolamenti per veicoli pesanti e leggeri, adottando un approccio flessibile e riconoscendo la piena libertà tecnologica, principio fondante della nostra Unione. Serve decidere ora anche per quanto riguarda le industrie energivore, con una revisione ambiziosa di CBAM ed ETS, e nelle tecnologie di frontiera, accelerando su intelligenza artificiale e quantum. Non possiamo rinviare oltre scelte decisive sulla resilienza delle catene del valore industriali: abbiamo già perso troppi anni”, ha aggiunto Urso.
Il ministro ha sottolineato la necessità di “tre fattori abilitanti per una nuova politica industriale europea: costi energetici competitivi, semplificazione burocratica e risorse finanziarie adeguate”, elementi indispensabili, ha aggiunto, “per sostenere la transizione industriale e restituire all’Europa la capacità di crescere e competere nel mondo. Il rapporto Draghi è del settembre dello scorso anno. È passato più di un anno e non è accaduto nulla in Europa. Mentre il mondo correva, noi siamo rimasti fermi ad assistere alla nostra decadenza. Non siamo più disponibili ad accettarlo: chiediamo che l’Europa decida, e che lo faccia ora”.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Economia
Al via la nuova Intesa Sanpaolo Bank Romania
Pubblicato
24 ore fa-
3 Novembre 2025di
Redazione
														
MILANO (ITALPRESS) – A un anno dall’annuncio dell’acquisizione di First Bank, Intesa Sanpaolo – a seguito dell’approvazione della Banca Nazionale di Romania e dell’iscrizione nel Registro delle Imprese – ha completato la fusione per incorporazione della banca nella propria controllata, Intesa Sanpaolo Bank Romania. Da oggi i due istituti opereranno sotto un unico marchio rafforzando la posizione della banca nel mercato locale e segnando una nuova tappa nella strategia di crescita e investimento del Gruppo Intesa Sanpaolo in Europa centro – orientale. “La fusione di First Bank in Intesa Sanpaolo Bank Romania rappresenta un passo importante nel rafforzamento della nostra presenza in Centro-Est Europa; riflette la fiducia di Intesa Sanpaolo nel potenziale della Romania e il nostro impegno a lungo termine nei confronti del Paese – ha dichiarato Paola Papanicolaou, Responsabile della Divisione Banche Internazionali del Gruppo Intesa Sanpaolo -. Siamo orgogliosi di mettere a frutto l’esperienza, l’innovazione e i valori del nostro Gruppo per supportare la crescita sostenibile della Romania, lavorando a fianco di persone, imprese e istituzioni per costruire un futuro sempre più inclusivo”.
I clienti della banca che nasce oggi a valle della fusione, potranno da subito beneficiare: di una rete ampliata e di un’infrastruttura solida che conta 58 filiali e oltre 700 sportelli bancomat e terminali multifunzionali nelle reti Intesa Sanpaolo Bank Romania ed Euronet; di una migliore esperienza digitale grazie a servizi bancari più rapidi attraverso piattaforme online e app mobile, che consentono una gestione efficiente e sicura di conti, pagamenti e prodotti finanziari; di prodotti e servizi all’avanguardia grazie a soluzioni finanziarie competitive per clienti retail, PMI e aziende. La nuova Intesa Sanpaolo Bank Romania, con un attivo totale pari a circa 3,1 miliardi di euro, 170.000 clienti e oltre 1.110 dipendenti, è parte di uno dei principali gruppi bancari in Europa che conta, a sua volta, 21,5 milioni di clienti e una presenza strategica in 12 paesi dell’Europa centrale e orientale e in Egitto, distinguendosi anche per il forte impegno nei confronti dei principi ESG, tra cui la transizione ecologica e l’impatto sociale.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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