Economia
Stefano Collatina nuovo presidente di Egualia
Pubblicato
2 anni fa-
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Redazione
																								
MILANO (ITALPRESS) – Si è svolta a Milano l’Assemblea di Egualia, l’associazione dei produttori di farmaci equivalenti, biosimilari e Value Added Medicines, chiamata a rinnovare i propri organi istituzionali per il biennio 2024 – 2025.
Il Consiglio Direttivo scelto dall’Assemblea di Egualia ha eletto alla guida dell’associazione Stefano Collatina, Presidente e Amministratore Delegato di Baxter SpA, affiliata italiana di Baxter Healthcare: il neo-eletto, è anche responsabile della Business Unit Pharmaceutical Central&South Europe per i principali mercati europei, Presidente del CdA di Baxter srl che gestisce l’impianto di Compounding di Sesto Fiorentino. In oltre 20 anni ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità a livello nazionale ed internazionale. Prima di diventare Presidente in Egualia ha ricoperto il ruolo di Vice Presidente e Coordinatore del Gruppo Italiano Biosimilari.
Collatina subentra ad Enrique Hausermann – ininterrottamente alla guida dell’associazione, prima denominata Assogenerici, dal 2013 – che resta past president.
«Sono onorato di assumere l’incarico di Presidente di Egualia e – certo di interpretare il sentimento di tutti i nostri associati – mi sento particolarmente grato ad Enrique Hàusermann per l’incredibile impegno di questi 11 anni che hanno trasformato l’industria dei farmaci equivalenti e biosimilari in Italia. Un’industria strategica per il ruolo centrale che ha assunto nel garantire accesso al farmaco ed equilibrio economico alla spesa pubblica e che in 20 anni è arrivata a garantire oltre il 30 % del fabbisogno farmaceutico nazionale – ha dichiarato il neopresidente Stefano Collatina – . Il nostro comparto si prepara ad affrontare delle sfide importanti a partire da tre principali priorità – ha proseguito – rendere compatibili gli interessi di salute pubblica con la sostenibilità industriale, rafforzare la competitività del settore dei farmaci maturi e fuori brevetto quale perno nell’accesso alle terapie croniche e guidare al meglio l’implementazione di dossier europei cruciali sul fronte regolatorio e ambientale. Sono fiducioso che il dialogo avviato con questo Governo possa portare a programmare le migliori soluzioni per queste sfide».
In apertura dei lavori l’intervento del sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, che ha auspicato il mantenimento del clima di dialogo e confronto instaurato dal Governo con i vertici di Egualia. «Dall’inizio del mandato abbiamo cercato di affrontare passo passo alcuni dei nodi principali del settore, a partire dall’insediamento del tavolo delle carenze: un fenomeno che abbiamo visto essere sovrastimato ed abbiamo fatto uno sforzo comune per interpretare questo momento», ha ricordato. «E’ stata affrontata con una norma già all’esame del Parlamento la richiesta delle aziende di riduzione del preavviso per la segnalazione delle carenze e siamo impegnati ad affrontare il tema della sostenibilità dei farmaci con un prezzo inferiore ai 5 euro», ha proseguito Gemmato, ricordando anche infine il tema cruciale della governance, da declinare attraverso lo spostamento di categorie dalla distribuzione diretta alla convenzionata, possibile secondo quanto previsto dalla norma della Legge di Bilancio 2024. «E’ un tema su cui il ministero sta lavorando anche su sollecitazione delle associazioni dei pazienti e che riteniamo particolarmente importante – ha concluso – perchè rendere il farmaco accessibile serve ai pazienti ma serve anche a migliorare le performance del SSN».
Ad affiancare Collatina nel Consiglio di Presidenza, nel ruolo di Vicepresidenti, Umberto Comberiati (Teva Italia), Cinzia Falasco Volpin (Zentiva Italia) Davide Businelli (Lab. Farmacologico Milanese), Paolo Angeletti (S.A.L.F.), Massimiliano Rocchi (Accord Healthcare Italia), Salvatore Butti (EG – Stada), Fabio Torriglia (Viatris Italia), Marco Forestiere (Sandoz) e Riccardo Zagaria (DOC Generici).
Confermato Giovanni Sala (Medac Pharma) in qualità tesoriere dell’associazione.
Fanno anche parte del Consiglio Direttivo: Marco Pianta (Fresenius Kabi Italia), Fabio Scaccia (Farmitalia), Giorgio Oberrauch (Doppel Farmaceutici), Andrea Rottura (Towa Pharmaceutical).
– Foto ufficio stampa Egualia –
(ITALPRESS).
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Economia
Nel 2024 il welfare ha assorbito 669,2 miliardi, il 60,4% della spesa pubblica
Pubblicato
3 ore fa-
4 Novembre 2025di
Redazione
														
ROMA (ITALPRESS) – Nel 2024 il welfare, nelle sue quattro componenti sanità, politiche sociali, previdenza e istruzione, ha assorbito 669,2 miliardi, pari al 60,4% della spesa pubblica. È quanto emerge dal Rapporto 2025 del Think Tank “Welfare, Italia”, iniziativa promossa da Unipol in collaborazione con Teha Group. All’interno del perimetro, la previdenza pesa il 16% del Pil, contro una media dell’Eurozona del 12,3%; al contrario, struzione (3,9% del Pil) e politiche sociali (4,9% del Pil) restano sotto la media europea. Questa configurazione conferma l’esigenza di riequilibrare gli impieghi verso i fattori abilitanti di crescita – scuola e competenze, politiche sociali attive, salute e prevenzione – per rafforzare la produttività e il benessere della collettività. Il rapporto evidenzia inoltre che tutte le componenti di spesa sono cresciute nel periodo 2019-2025: politiche sociali (+35,2%), previdenza (+25,3%), sanità (+24,8%) e istruzione (+21,1%). Le previsioni Def 2025 indicano ulteriori aumenti nel breve termine, riconoscendo l’urgenza della riallocazione verso investimenti “ad alto moltiplicatore sociale”.
Dopo oltre un secolo di crescita, dal 2014 la popolazione italiana diminuisce: -0,4% è il tasso medio annuo (2014-2024). Nel 2024 si registra un nuovo minimo storico di nascite (370mila), con un saldo naturale di -281mila. Le proiezioni demografiche indicano che, nello scenario mediano di Istat, la popolazione scenderà a 54,8 milioni nel 2050 e a 46,1 milioni nel 2080, con l’incidenza degli over-65 in aumento fino al 34,9% al 2050. Ciò implica minore base contributiva e maggior domanda di servizi sociali e sanitari: un motivo ulteriore per investire sul Capitale Umano come asse di sostenibilità. Nel 2024, il 23,1% della popolazione italiana risulta a rischio di povertà o esclusione sociale, uno dei valori più elevati in UE-27. Il dato nazionale nasconde eterogeneità significative: regioni con performance prossime ai migliori standard europei convivono con aree in cui la quota di popolazione vulnerabile è nettamente superiore. Queste asimmetrie riducono la mobilità sociale e frenano la piena valorizzazione del capitale umano del Paese, rafforzando l’urgenza di una strategia nazionale che metta le persone al centro.
Il rapporto 2025 dedica il proprio focus alla strategia italiana per il capitale umano, riconoscendo che la sostenibilità del welfare non dipende solo dalle risorse finanziarie, ma dalla capacità di generare e valorizzare competenze, produttività e partecipazione. Il capitale umano è al tempo stesso input del sistema economico – attraverso il lavoro, la conoscenza e l’innovazione – e beneficiario finale del welfare, in quanto cittadino, lavoratore, studente o pensionato. La spesa per istruzione in Italia è il 3,9%% del Pil (sotto la media dell’Eurozona pari a 4,6%), con una spesa per studente inferiore a quella dei principali Paesi europei. Persistono dispersione scolastica (9,8% dei 18-24enni, oltre 400mila giovani) e una quota di laureati 25-34 anni ancora bassa (31,6% vs una percentuale europea pari a 44,1%). Il rapporto sollecita metodi formativi aggiornati (anche con AI-learning), valutazione esterna della qualità, rifunzionalizzazione delle infrastrutture scolastiche (aperture estese, servizi alla comunità) e un orientamento più efficace nelle transizioni.
In parallelo, promuove life-long learning e certificazione delle competenze per allineare profili e fabbisogni.La disoccupazione giovanile è al 19,3%; l’occupazione femminile in Italia (pari al 57,4%) rimane sotto la media UE di oltre 13 punti (70,8%); il Paese registra una fuga di laureati (oltre 49mila nel 2024) con un costo stimato 6,9 miliardi l’anno. È necessario agire su occupazione giovanile, femminile e senior, riduzione dei divari retributivi, qualità del lavoro e benessere organizzativo, per trasformare istruzione e competenze in partecipazione effettiva e in produttività. Attrazione e retention delle competenze. L’Italia è tra i Paesi UE con minor capacità di attrarre studenti universitari stranieri e presenta quote limitate di lavoratori immigrati ad alta qualifica. Servono incentivi mirati, internazionalizzazione di atenei e ricerca, percorsi di carriera competitivi e condizioni abilitanti per trattenere e attirare capitale umano ad alto valore aggiunto. La prevenzione è una leva cruciale per la sostenibilità del welfare: riduce i costi sistemici, migliora gli esiti di salute e consente alle persone di esprimere appieno il proprio potenziale lungo tutto l’arco della vita.
Evidenze internazionali stimano fino a 14 euro di ritorno per ogni euro investito in sanità preventiva. Nonostante ciò, nel 2024 solo il 5,6% della spesa sanitaria pubblica è stato destinato alla prevenzione (7,7 miliardi su 137,4). Il rapporto invita a potenziare screening, vaccinazioni, accesso tempestivo a terapie innovative, sviluppare percorsi di invecchiamento attivo e favorire modelli organizzativi e tecnologici che supportino la continuità della cura. L’impatto attivabile con la Strategia italiana per il Capitale Umano: +2,8 milioni di occupati e fino a +226 miliardi di Pil (+10,6%) Secondo le stime del Think Tank, allineando l’Italia ai benchmark europei su occupazione giovanile, femminile, stranieri, partecipazione 60-69enni, si può attivare un incremento occupazionale di circa 2,8 milioni di unità e una crescita del Pil fino a 226 miliardi, pari a +10,6% rispetto ai livelli attuali. L’obiettivo è un welfare sostenibile, inclusivo ed equo, fondato su capitale umano e prevenzione, in grado di unire crescita economica e coesione sociale e di sostenere la competitività di lungo periodo del Paese.
– foto xc3/Italpress –
(ITALPRESS).
Economia
Migliora il rating finanziario di Optima Italia, risultati in crescita
Pubblicato
3 ore fa-
4 Novembre 2025di
Redazione
														
NAPOLI (ITALPRESS) – Prosegue il percorso di crescita e solidità di Optima Italia S.p.A., che vede confermato il proprio trend positivo con l’upgrade del rating a B1 da parte della società indipendente Modefinance. Il nuovo giudizio, spiega una nota, “riflette le ottime performance economiche e finanziarie ottenute negli ultimi anni, frutto di una strategia aziendale fondata su redditività, sostenibilità finanziaria di lungo periodo e gestione efficiente del circolante. Gli investimenti mirati all’ampliamento della customer base a maggior valore hanno consentito di generare flussi di cassa ampiamente positivi e di ridurre l’indebitamento, consolidando la posizione di Optima tra le principali multiutility italiane nel settore dei servizi integrati”
“Questo risultato – commenta Giancarlo Gargiulo, CEO & CFO Optima Italia – conferma la solidità del nostro modello di business e la capacità dell’azienda di affrontare con equilibrio anche le fasi più complesse dei mercati. I risultati ottenuti ci permettono di guardare al futuro con fiducia, definendo un piano di investimenti in crescita, orientato a innovazione, digitalizzazione e integrazione di nuovi prodotti e servizi”.
“Con oltre vent’anni di esperienza e un approccio integrato ai servizi di energia, telecomunicazioni e digital solutions, Optima Italia – conclude la nota – continua a distinguersi per la propria capacità di coniugare efficienza operativa, visione strategica e sostenibilità finanziaria”.
-Foto logo Optima-
(ITALPRESS).
Economia
Webuild: S&P alza rating a BB+, confermata la solidità del modello industriale
Pubblicato
22 ore fa-
3 Novembre 2025di
Redazione
														
MILANO (ITALPRESS) – S&P Global Ratings ha alzato il rating di Webuild a BB+ con outlook stabile, rispetto al precedente BB. Si tratta del secondo upgrade ottenuto da S&P nel corso del Piano Industriale 2023-2025, a conferma della solidità del modello industriale, della visione strategica del Gruppo e delle performance economiche finanziarie anche in contesti macroeconomici complessi. Webuild si prepara ora ad avviare un nuovo piano industriale con un rating a un passo dall’investment grade.
Secondo S&P, l’upgrade riflette il solido portafoglio ordini, la gestione disciplinata dei contratti e la posizione di leadership nei principali mercati chiave per il Gruppo, fattori che hanno determinato una robusta crescita e il rafforzamento della struttura finanziaria del Gruppo.
S&P sottolinea la leadership di Webuild nei mercati chiave a basso rischio, che oggi rappresentano circa il 90% del backlog e dei ricavi, rispetto al 59% del 2018. Questa evoluzione è frutto di una strategia mirata ai Paesi sviluppati, con acquisizioni e investimenti che hanno aumentato il peso dell’Italia e dell’Australia. L’agenzia evidenzia inoltre che il profilo di business è supportato da una maggiore diversificazione e da capacità ingegneristiche avanzate, superiori rispetto a quelle dei concorrenti con rating simile.
Guardando al futuro, S&P prevede che Webuild continuerà a registrare una solida performance operativa nei prossimi anni, sostenuta da un portafoglio ordini construction di 50 miliardi di euro che garantisce forte visibilità sui ricavi. A ciò si aggiungono termini contrattuali più favorevoli, grazie anche alla crescente adozione di clausole di pass-through dei costi, e l’impatto positivo del programma di cost-efficiency. Questi fattori, combinati con una costante attenzione alla gestione del capitale circolante, dovrebbero secondo l’agenzia assicurare flussi di cassa robusti e una redditività in ulteriore crescita nel tempo.
L’agenzia di rating segnala, infine, che, data la finalizzazione in corso dei processi approvativi del progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina, nessun impatto economico-finanziario è stato riflesso nelle attuali stime, rappresentandolo di fatto come un upside per il rating. Progetti di questo tipo, secondo S&P, mostrano le forti capacità ingegneristiche e gestionali del Gruppo, specializzato nel realizzare grandi opere infrastrutturali complesse anche di fronte a sfide tecniche, geologiche e ingegneristiche.
– Foto ufficio stampa Webuild –
(ITALPRESS).

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