Economia
Mar Rosso, Ruvolo “Tutela made in Italy promuove il sistema Paese”
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1 anno fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Negli ultimi tre mesi l’Italia ha perso 3,3 miliardi per mancate o ritardate esportazioni e 5,5 miliardi per il mancato approvvigionamento di prodotti manifatturieri. A soffrire di più in Europa la crisi del Medio Oriente sono le piccole e medie imprese italiane. La loro quota di export manifatturiero diretto nei Paesi extra Ue è pari al 32,7% del totale europeo, con un valore addirittura doppio rispetto alle omologhe imprese tedesche. A oggi dobbiamo registrare che il traffico marittimo sul Mediterraneo è già in calo a vantaggio dei porti del Nord Europa”. Lo ha detto il presidente di Confimprenditori, Stefano Ruvolo, presentando il report sulla crisi nel Mar Rosso al ministro plenipotenziario Fabrizio Lobasso, direttore centrale per l’internazionalizzazione economica del ministero degli Affari Esteri. “Ringraziamo il ministro Lobasso per la considerazione dimostrata verso la galassia delle piccole e medie imprese italiane, vero e proprio motore economico del Made in Italy, un mercato da oltre 500 miliardi che da solo vale circa il 30% del Pil del Paese. L’attenzione delle istituzioni su un tema strettamente attuale e delicato come l’impatto della crisi nel Mar Rosso sul tessuto imprenditoriale italiano è per noi motivo di garanzia e grande soddisfazione. Tutelare il made in Italy significa promuovere il sistema Paese”, ha concluso Ruvolo.
(ITALPRESS).
– Foto: ufficio stampa Confimprenditori –
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Economia
UNCAT e Guardia di Finanza, a Roma un convegno sul nuovo Testo unico delle sanzioni tributarie
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4 ore fa-
16 Maggio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Si è svolto oggi, a Roma, presso il Centro Logistico “Villa Spada” della Guardia di Finanza, il convegno dal tema “Il nuovo Testo Unico delle Sanzioni Tributarie”, organizzato dal Comando Regionale Lazio della Guardia di Finanza, con il patrocinio del Comando Interregionale dell’Italia Centrale della Guardia di Finanza e dell’Unione Nazionale delle Camere degli Avvocati Tributaristi (UNCAT).
L’iniziativa ha riscosso grande partecipazione da parte di operatori del diritto, esponenti delle istituzioni e professionisti del settore tributario, offrendo un’importante occasione di approfondimento e confronto sulle recenti novità introdotte dalla riforma fiscale del sistema sanzionatorio. L’evento è stato aperto dagli indirizzi di saluto del Generale C.A. Ignazio Gibilaro, Comandante Interregionale dell’Italia Centrale, dell’Avvocato Gianni Di Matteo, Presidente dell’Unione Nazionale Camere Avvocati Tributaristi (UNCAT) e del Dottor Francesco Salzano, Presidente della Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado del Lazio.
Nei saluti istituzionali il Presidente di Uncat Di Matteo ha espresso apprezzamento per il riordino delle norme sui testi unici, tra i quali quello in materia di sanzioni amministrative e penali. Più in generale sulla riforma fiscale, ha evidenziato come sia essenziale la definizione distintiva tra crediti d’imposta inesistenti e non spettanti anche ai fini delle decadenze e delle procedure di accertamento tributario; sul lato processuale, ha specificato che è necessario delimitare i rapporti tra processo penale e tributario e riflettere sulla valenza delle sentenze assolutorie anche in considerazione dei diversi tempi che caratterizzano i due processi. “Siamo convinti che il risalto dato all’ adempimento collaborativo è una chiave di volta della riforma e una nuova frontiera per gli avvocati tributaristi”.
La giornata è stata introdotta dal Professor Angelo Cuva, Vice Presidente di UNCAT e Docente di Diritto Tributario presso l’Università di Palermo – DEMS, che ha presentato un ricco programma di interventi tecnici e giuridici. “La riforma del sistema sanzionatorio tributario si muove nella condivisibile direzione di superare il precedente approccio “punitivo” caratterizzato dall’aumento e della moltiplicazione delle sanzioni, attribuendo centralità al principio di proporzionalità e favorendo una integrazione delle ipotesi sanzionatorie ai fini del pieno adeguamento al principio del ne bis in idem”, ha evidenziato nel suo intervento.
Tra i relatori che si sono succeduti: il Professor Antonio Felice Auricchio, Presidente Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) nonché Docente di diritto tributario presso l’Università di Bari “Aldo Moro”, il Dottor Gastone Andreazza, Presidente di Sezione Penale della Corte di Cassazione, il Generale di Brigata Luigi Vinciguerra, Capo del III Reparto Operazioni del Comando Generale della Guardia di Finanza, la Dottoressa Patrizia Claps, Direttrice Regionale Aggiunta del Lazio dell’Agenzia delle Entrate, il Professor Giuseppe Napoli, dottore commercialista e revisore legale nonché Docente di Diritto Processuale Tributario presso la LUISS Guido Carli, e il Colonnello Antonio Specchia, Comandante del I Gruppo Tutela Entrate del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria Roma della Guardia di Finanza, ciascuno dei quali ha affrontato aspetti specifici e rilevanti della riforma.
Sono stati approfonditi i principi generali e particolari della riforma e del nuovo impianto sanzionatorio, i rapporti tra processo tributario e processo penale, nonché le nuove definizioni e le sanzioni applicabili relative a “crediti inesistenti” e crediti “non spettanti”, mentre tra gli interventi tecnici, affidati alla Guardia di Finanza, particolare attenzione è stata dedicata alle istruzioni operative in tema di sanzioni” e al sequestro nell’ambito del nuovo sistema sanzionatorio penal-tributario, anche alla luce dei più recenti orientamenti giurisprudenziali.
A chiudere i lavori l’intervento di Maurizio Leo, Viceministro dell’Economia e delle Finanze, che ha offerto un’ampia riflessione conclusiva, sottolineando la centralità del nuovo quadro normativo nell’ambito della modernizzazione del sistema fiscale italiano. “Nell’ambito della riforma fiscale, il decreto attuativo dedicato alle sanzioni tributarie, sia amministrative che penali, ha l’obiettivo di razionalizzarle e renderle eque. Le abbiamo ridotte, portandole ai livelli unionali, semplificate in modo da renderle semplici e chiare, razionalizzate in linea con le attuali esigenze dell’Amministrazione e dei contribuenti. Fermo restando i comportamenti fraudolenti e simulatori, abbiamo rivisto anche le sanzioni penali in modo da renderle giuste, soprattutto nei casi di omesso versamento, laddove il contribuente ha correttamente dichiarato il proprio carico fiscale ma non ha potuto versare”, ha ricordato Leo.
– foto Uncat –
(ITALPRESS).
Economia
Barbara Ferro nominata nuova amministratrice delegata di Veronafiere
Pubblicato
6 ore fa-
16 Maggio 2025di
Redazione
VERONA (ITALPRESS) – Barbara Ferro è la nuova amministratrice delegata di Veronafiere. A nominarla all’unanimità il Cda della società fieristica veronese, nel corso della prima riunione seguita al rinnovo dei suoi componenti. All’amministratrice delegata sono state conferite deleghe strategiche che comprendono lo sviluppo e la gestione di operazioni straordinarie, quali fusioni, acquisizioni, joint venture e dismissioni, funzionali al consolidamento e alla crescita del Gruppo. Tra le responsabilità rientra anche la supervisione della governance delle società controllate, con l’obiettivo di garantire coerenza con gli indirizzi industriali e i principi di trasparenza, economicità ed efficacia. Particolare attenzione è riservata all’ambito ESG, con il compito di definire e monitorare le politiche di sostenibilità del Gruppo, integrandole nei processi decisionali e assicurando la redazione del bilancio di sostenibilità, in linea con la normativa vigente e le best practice di mercato.
“Sono molto grata della fiducia che i Soci e i membri del Cda di Veronafiere hanno riposto in me, fornendomi l’opportunità di contribuire allo sviluppo di una realtà strategica nel panorama nazionale e, in primis, nella mia città – dichiara Ferro -. La capacità di creare valore di un operatore fieristico si misura non solo dalla sua profittabilità, ma soprattutto dal positivo impatto generato su chi, con il vocabolario della sostenibilità, definiremmo portatore d’interesse, a partire dalle aziende espositrici, i visitatori, i fornitori, i collaboratori, i cittadini e tutti gli operatori economici, sociali e culturali del territorio. Per questo assumo questo incarico con grande passione e motivazione. Le geografie fisiche e demografiche del mondo, le geometrie economiche e finanziarie di cui abbiamo imparato a conoscere le regole stanno mutando più velocemente di quanto avessimo forse pensato, generando a volte smarrimento e senso di impotenza. Credo che in questo contesto la fiera come luogo in cui le persone si incontrano, si conoscono, scambiano opinioni e si stringono le mani riassuma un ruolo centrale, per affrontare scenari complessi senza paure. Nel contempo è importante individuare risposte non convenzionali e nuove opportunità. Sono certa . Conclude l’Ad – che la squadra che si è costituita, eterogenea per competenze ed esperienze, saprà intraprendere questo percorso di innovazione”.
“La nomina di Barbara Ferro come amministratrice delegata – commenta Federico Bricolo, presidente di Veronafiere – rappresenta un valore aggiunto per la strategia di consolidamento e sviluppo del Gruppo Veronafiere. Porta con sé un’esperienza trasversale, maturata in ambiti chiave come l’innovazione tecnologica, la gestione dei processi, la finanza e la sostenibilità, elementi che riteniamo centrali per affrontare le sfide del futuro. Il suo legame con il territorio veronese e la moderna visione della funzione fieristica come motore di crescita economica, culturale e sociale si allineano perfettamente con la mission di Veronafiere. Grazie alle sue competenze e leadership, in sinergia con i soci e il nuovo Cda, ci muoveremo per rafforzare ulteriormente il nostro ruolo internazionale, valorizzando al tempo stesso tutti gli stakeholder e le filiere produttive d’eccellenza che promuoviamo”.
-Foto Veronafiere EnneviFoto-
(ITALPRESS).
Economia
Istat, ad aprile l’inflazione è allo stesso livello di marzo (+1,9%)
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8 ore fa-
16 Maggio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Ad aprile, secondo i dati definitivi dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e dell’1,9% su base annua (come nel mese precedente); la stima preliminare era +2,0%.
La stabilità dell’inflazione sottende andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: in rallentamento risultano soprattutto i prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +0,7% a -3,4%) e quelli dei tabacchi (da +4,6% a +3,4%); per contro, accelerano i prezzi dei beni energetici regolamentati (da +27,2% a +31,7%), quelli dei beni alimentari, sia non lavorati (da +3,3% a +4,2%) sia lavorati (da +1,9% a +2,2%), e quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +1,6% a +4,4%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera (da +1,7% a +2,1%), come anche quella al netto dei soli beni energetici (da +1,8% a +2,2%).
La crescita tendenziale dei prezzi dei beni si attenua (da +1,5% a +1,0%), mentre quella dei servizi sale (da +2,5% a +3,0%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si amplia, portandosi a +2,0 punti percentuali (era +1,0 nel mese precedente). I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un’accelerazione del tasso tendenziale di variazione (da +2,1% a +2,6%), quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto un rallentamento (da +1,9% a +1,6%). Il lieve aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+3,4%), ma anche a quella dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,8%), che risentono entrambi di fattori stagionali; aumentano inoltre i prezzi degli alimentari non lavorati (+0,7%) e lavorati (+0,5%) e quelli dei servizi relativi all’abitazione (+0,3%).
Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi degli Energetici regolamentati (-6,9%) e non regolamentati (-5,8%) e di quelli dei beni durevoli (-0,3%). L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,4% per l’indice generale e a +1,6% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo ad aprile aumenta dello 0,4% su base mensile, per effetto della fine dei saldi stagionali, e del 2,0% su base annua; la stima preliminare era +2,1%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi, registra una variazione congiunturale di -0,1% e un aumento dell’1,7% su base annua.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).


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