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Cronaca

Scazzosi rieletto a presidenza Bcc Busto Garolfo e Buguggiate

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MILANO (ITALPRESS) – Welfare, territorio, giovani: queste le tre parole d’ordine dell’impegno sociale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate per i prossimi tre anni, mentre dal punto di vista dell’impegno tipico della banca l’obiettivo è di “consolidare il conto economico. Ovvero che, come è stato nel 2023, esprima redditività e solidità a prescindere dal margine di interesse derivante dall’andamento della curva dei tassi”. A dirlo è Roberto Scazzosi, 56 anni, avvocato, che all’indomani dell’assemblea dei soci della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate che ha nominato i componenti per il triennio 2024/2026, è stato eletto presidente del consiglio di amministrazione della banca, incarico che ricopre sin dal 2010. Al suo fianco confermati anche il vice presidente vicario, Mauro Colombo, 55 anni, imprenditore, e il vice presidente Diego Trogher, 54 anni, imprenditore. Definita anche la composizione dell’organo al quale vengono delegate specifiche funzioni di gestione degli affari correnti della società: Giuseppe Barni, 62 anni, imprenditore, è stato eletto presidente del comitato esecutivo, di cui sono componenti effettivi Diego Trogher (vice presidente) e Mauro Colombo. Gli altri cinque componenti del consiglio di amministrazione sono Danila Battaglia, commercialista, Rinaldo Borsa, libero professionista, Luca Castoldi, commercialista, Andrea Rinaldi, imprenditore, e Valeria Viganò, quadro direttivo. “L’impegno forte per il territorio è stato confermato non solo dalla scelta di destinare per quest’anno alle attività di solidarietà, sostegno e beneficenza due milioni di euro dell’utile netto, ma anche dalla volontà di dare maggior corpo alla mutua di comunità, Ccr Insieme Ets, di cui siamo soci fondatori e sostenitori -commenta Roberto Scazzosi -. Mentre per l’ampliamento e il rinnovamento della base sociale è stata proposta e decisa dall’assemblea la forte scelta di non chiedere il versamento del sovrapprezzo dell’azione ai nuovi soci con meno di 35 anni. E’ vero che la quota sociale non è una spesa ma un deposito, ma chiedere oggi, soprattutto ai più giovani, di investire cifre importanti rischia di essere una barriera all’ingresso. Perciò per diventare soci della nostra Bcc, gli under 35 dovranno solo sottoscrivere il valore nominale della quota, che è fissato a 25,82 euro. Vogliamo puntare sui giovani non solo per ovvie ragioni anagrafiche che si deve porre qualunque azienda, ma soprattutto perchè sono convinto che i valori del credito cooperativo, solidarietà, mutuo soccorso e cooperazione, oltre ad essere attualissimi, sono quelli davvero in grado di dare una risposta di speranza per il futuro”. (ITALPRESS).

Foto: Ufficio Stampa Bcc Busto Garolfo e Buguggiate

Cronaca

Renzi “Chi abbandona la ‘tenda riformista’ regala il Paese alla destra”

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ROMA (ITALPRESS) – “Ricevo email di persone con il mal di pancia per gli accordi che vengono fatti anche con la sinistra radicale e i Cinque Stelle. Voglio essere molto chiaro, cari amici. Se crediamo nel bipolarismo è evidente che ci si debba alleare con compagni di strada anche lontani dalle nostre idee. Dall’altra parte, del resto, ci sono Vannacci, leghisti e complottisti vari NoVax lollobrigidiani: sono le regole del bipolarismo. Capisco molto bene chi dice: eh ma rischiamo di annacquare il profilo riformista. Di non contare dentro il centrosinistra. Sì, è un rischio reale. Ma il modo per non farsi ‘annacquarè è solo uno: prendere i voti. Lo dico a chi su Twitter annuncia sfaceli, a chi sui social promette rivoluzioni, a chi nelle chat grida il proprio disgusto”. Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nella sue enews. “Se volete incidere, in democrazia, un tweet in meno e un voto in più. Un post in meno e un candidato che prenda voti in più. Uno sfogo in meno e una telefonata all’amico incerto in più. Ve la dico ancora più chiara: gli equilibri della coalizione dipendono dai voti, non dalle chiacchiere”, aggiunge.

“Se i Cinque Stelle e la sinistra radicale prendono il 10% e noi prendiamo l’1%, il problema è nostro, non loro. Se invece riusciamo a fare un buon risultato (come faremo, ne sono certo, non solo in Calabria e Toscana), allora la tenda riformista diventa credibile. E decisiva per la vittoria alle politiche. In democrazia contano i voti. Noi siamo forti e credibili – spiega – perchè quando abbiamo portato il nostro contributo abbiamo fatto la differenza (pensate solo alla differenza nelle elezioni a Genova dopo le regionali in Liguria). Ma adesso ci sono da fare due cose: eleggere consiglieri regionali decisivi e portare le idee dalla Leopolda al Paese. Punto. Tutto il resto è noia. Chi vuole un centrosinistra riformista ci dia una mano. Adesso. Chi abbandona il campo per la presenza di Cinque Stelle e AVS regala il centrosinistra alla sinistra radicale e il Paese alla trimurti Meloni, Salvini, Lollobrigida. E’ chiaro adesso perchè insisto sul fatto che noi siamo decisivi? Se noi facciamo un bel risultato riequilibriamo la coalizione e vinciamo le elezioni. Se noi andiamo male la coalizione scivola a sinistra e perdiamo le elezioni. Tocca a noi. La differenza la fanno i voti, non i tweet”, conclude Renzi.

-Foto: Ipa Agency-

(ITALPRESS).

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Cronaca

Assemblea di Mediobanca boccia l’ops su Banca Generali

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MILANO (ITALPRESS) – L’assemblea degli azionisti di Mediobanca ha respinto la proposta del Cda in merito all’autorizzazione per dare esecuzione all’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni ordinarie di Banca Generali. I favorevoli sono stati pari al 35% del capitale sociale, rappresentato per il 25% da investitori istituzionali e per il 10% da investitori privati; contrari pari al 10% del capitale sociale, sostanzialmente il Gruppo Caltagirone; astenuti pari al 32% del capitale sociale, di cui il 20% Delfin, 5% Casse Previdenziali italiane (Enasarco, Enpam, Forense), 3% investitori istituzionali (Amundi, Anima, Tages), 2% Edizione Holding, 2% Unicredit.
Mediobanca, preso atto dell’esito dell’assemblea, dichiara decaduta l’offerta su Banca Generali.
Per l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, si tratta di “un’opportunità mancata per effetto del voto espresso, in particolare, da azionisti che, anche nell’attività di engagement, hanno manifestato un evidente conflitto di interesse, anteponendo quello relativo ad altre situazioni/asset italiani a quello di azionisti di Mediobanca. Risulta, infatti, evidente dal voto che coloro i quali non si sono trovati in questa posizione si sono espressi a favore (mercato in primis), in linea con le
raccomandazioni dei proxy advisors internazionali. Si tratta chiaramente di un’opportunità, per ora, mancata per lo sviluppo della nostra Banca e del sistema finanziario italiano. Continueremo ad essere concentrati sull’esecuzione del nostro piano ‘One Brand – One Culturè convinti della superiore generazione di valore rispetto all’alternativa rappresentata dall’offerta di Mps”, conclude Nagel.
(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency-

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Cronaca

Zelensky “La Cina non può essere garante della nostra sicurezza”

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KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – La scorsa notte “l’esercito russo ha stabilito uno dei suoi folli anti-record. Ha preso di mira infrastrutture civili, edifici residenziali e la nostra popolazione”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sui social, aggiungendo che “diversi missili sono stati lanciati contro un’azienda di proprietà americana in Transcarpazia. Si trattava di una normale attività civile, sostenuta da investimenti americani, che produceva articoli di uso quotidiano come macchine da caffè. Eppure, era anche un bersaglio per i russi. Questo è molto significativo”, afferma. E sottolinea che “i russi hanno condotto questo attacco come se nulla fosse cambiato, come se non ci fossero sforzi globali per fermare questa guerra. Tutto questo richiede una risposta. Non c’è ancora alcun segnale da parte di Mosca di impegnarsi davvero in negoziati sostanziali e porre fine a questa guerra. E’ necessaria pressione. Sanzioni severe, dazi elevati”.
Parlando con i giornalisti, Zelensky ha indicato Svizzera, Austria o Turchia come possibili sedi per potenziali colloqui di pace con il suo omologo russo Vladimir Putin. No a un possibile ruolo della Cina per garantire la sicurezza dell’Ucraina.
“In primo luogo – ha spiegato Zelensky – la Cina non ci ha aiutato a fermare questa guerra fin dall’inizio. In secondo luogo, la Cina ha aiutato la Russia aprendo il suo mercato dei droni… Non abbiamo bisogno di garanti che non aiutino l’Ucraina e che non l’abbiano aiutata nel momento in cui ne avevamo veramente bisogno”. E l’incontro con Putin, ha concluso Zelensky, sarà possibile “dopo che saranno state concordate garanzie di sicurezza”.

– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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