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Addio di Bonucci al calcio “Sognavo questa storia”
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1 anno fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Leonardo Bonucci dà l’addio al calcio giocato con una sorta di poetica lettera aperta che non sembra lasciare spiragli a un ripensamento. “Da piccolo sognavo questa storia da raccontare promettendomi traguardi da abbracciare contro i grandi – scrive sui suoi social il difensore viterbese, classe 1987 – esultando, avendo fede attraverso le difficoltà con coraggio. Un padre un compagno un marito un calciatore, oltre, oltre la storia oggi sono io”. Bonucci, che ha dunque chiuso la sua straordinaria carriera con i turchi del Fenerbahce, ha vinto nove campionati di Serie A, di cui uno con l’Inter nel 2005-2006 e otto con la Juventus (sei consecutivi dal 2011-2012 al 2016-2017 e altri due nelle stagioni 2018-2019 e 2019-2020), club quest’ultimo a cui ha legato la maggior parte della carriera – fino a diventarne capitano – e con cui si è aggiudicato anche quattro Coppe Italia (tre consecutive dal 2014-15 al 2016-17 e ancora nel 2020-21) e cinque Supercoppe di Lega (2012, 2013, 2015, 2018 e 2020), disputando inoltre due finali di UEFA Champions League (2015 e 2017); in precedenza, con la squadra nerazzurra aveva incamerato, a livello giovanile, un Campionato Primavera (2006-07) e una Coppa Italia Primavera (2005-06). Con la nazionale italiana ha vinto l’Europeo itinerante del 2021; tra gli altri piazzamenti, è stato finalista all’Europeo di Polonia-Ucraina 2012 e terzo classificato sia alla Confederations Cup di Brasile 2013 sia alle edizioni 2020-2021 e 2022-2023 della UEFA Nations League. In azzurro ha inoltre preso parte ai Mondiali di Sudafrica 2010 e Brasile 2014 e all’Europeo di Francia 2016.
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(ITALPRESS).
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Gattuso si presenta “La Nazionale un sogno che si avvera, obiettivo Mondiali”
Pubblicato
3 ore fa-
19 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Questo è un sogno che si avvera, spero di essere all’altezza. So che il compito non è facile ma di facile nella vita non c’è nulla”. Lo ha dichiarato il nuovo ct della nazionale italiana di calcio, Gennaro Gattuso, durante la presentazione alla stampa. “C’è da lavorare, da andare in giro e parlare coi giocatori per entrare nella loro testa. Sento dire da tanti anni che non c’è talento, ma io penso che i giocatori ci siano e dobbiamo solo metterli nella condizione di farli esprimere al massimo. L’obiettivo è riportare l’Italia al Mondiale, per noi e per il nostro calcio è fondamentale”.
“Spero di fare ciò che ha fatto Lippi: non dico alzare la Coppa al cielo, ma creare quell’alchimia nello spogliatoio. Spero di ricreare quel senso di appartenenza, voglio vedere giocatori che arrivano a Coverciano col sorriso, che stanno bene”, ha aggiunto ‘Ringhio’. “Devo riuscire a interagire coi giocatori in maniera corretta, i tempi sono cambiati e bisogna essere bravi a entrare nella loro testa, nel modo giusto. Non dobbiamo pensare che loro devono cambiare, siamo noi a dovergli andare incontro”.
“A Buffon e Gravina ho chiesto che anche chi non sta benissimo deve restare a Coverciano se è convocato, abbiamo tutto per gestire i giocatori, tutti gli strumenti. Dobbiamo fare così se vogliamo essere credibili e non creare delle scuse o precedenti”, ha spiegato. “Chi è convocato sta a Coverciano come si faceva ai miei tempi, poi se non guarisce torna al club di appartenenza. L’obiettivo è stare insieme più tempo possibile. Quando un giocatore gioca 50/60 partite all’anno, i dolorini ci sono sempre. Se io avessi dovuto ascoltare il mio fisico, penso che avrei giocato 50 partite in meno. Bisogna andare oltre, si stringono i denti quando si può”.
“Abbiamo tante motivazioni, bisogna prepararsi per far bene con la consapevolezza che non si può più sbagliare. Abbiamo giocatori importanti per le finali di Champions e le prestazioni che hanno fatto, per i campionati vinti, dobbiamo riuscire a tirare fuori il meglio da questi giocatori e creare una squadra unita che scende in campo con orgoglio e senza paura o timore degli avversari”, ha sottolineato ai microfoni della Rai una volta terminata la conferenza stampa. “So che stare 7-8 giorni chiusi in un albergo non è il massimo, ma bisogna vivere questo momento con voglia di allenarsi in un certo modo, con il piacere di stare insieme. Dobbiamo dare ai giocatori il modo di vivere in maniera gioiosa i giorni di ritiro”, dice Gattuso che poi ha due dediche da fare.
A livello professionale “a Gigi Riccio, il mio vice, da tanti anni lavoriamo insieme, abbiamo avuto tanti confronti, tante litigate, giornate incredibili, gioiose, è quello che mi ha sopportato in tutti questi anni, abbiamo un’amicizia incredibile, ma quando lavoriamo litighiamo sempre. La dedica a livello affettivo è per papà e mamma, è stata un’emozione vedere loro emozionarsi per la nomina”.
Dal punto di vista tattico e non solo, Gattuso spiega: “Come allenatore mi piace comandare il gioco, non cambia nulla il modulo a 3 o a 4, è importante stare nella metà campo avversaria, stressare le linee di gioco degli avversari, riuscire a trovare i movimenti giusti, conta dare un’identità e sapere come far male agli avversari”.
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(ITALPRESS).
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Malagò “Mai chiesto il quarto mandato, Buonfiglio l’uomo giusto per il Coni”
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3 ore fa-
19 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Gli ultimi giorni. Come sempre intensi. Da dodici anni Giovanni Malagò è il numero 1 dello sport italiano, dalla prossima settimana non lo sarà più. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il presidente del Coni parla della corsa alla sua successione, ma anche di tanto altro.
Si comincia dai candidati alla sua poltrona, da Luca Pancalli che ha spiegato che con lui il Coni “non avrà l’eccessiva personalizzazione” della gestione Malagò, non tanto distante dal ministro dello Sport, Andrea Abodi, che attende “un cambiamento di indirizzo che superi la dimensione personalistica”. “L’uscita di Pancalli è stata non solo poco elegante ma anche controproducente rispetto a chi dovrà votarlo. Non commento le parole di Abodi. Ho sempre lavorato al servizio dello sport italiano e dell’istituzione Coni”, la replica di Malagò che sottolinea di sostenere apertamente la candidatura di Luciano Buonfiglio, presidente della Fick. “Non esistono sottotraccia, non è questo il mio metodo. Le motivazioni del mio sostegno a Buonfiglio sono state espresse ai presidenti federali quando presi atto che non ero più candidabile. Ho molto apprezzato che la candidatura di Luciano sia sempre stata subordinata alla mancata possibilità di ricandidarmi. Di quella di Pancalli, invece, ho appreso dai giornali. Buonfiglio è presidente federale di lungo corso e di esperienza nazionale e internazionale: la sua candidatura è logica e coerente. Potrei telecomandarlo? Una cattiveria gratuita nei miei e nei suoi confronti: non vedo l’ora di dimostrare che non è così”.
In corsa anche l’85enne Franco Carraro. “È frutto della situazione particolare che si è creata con il tira e molla sul mio rinnovo, di un’incertezza che ha portato a gonfiare a dismisura anche il numero di candidati per la Giunta. Con Carraro ho un’amicizia antica, c’è un rapporto di stima”. Lui avrebbe voluto “Diana Bianchedi, avrei voluto Silvia Salis. Quando ho consultato i presidenti federali e ho capito che avrebbero votato solo uno di loro, con franchezza ho detto a Diana di lasciar perdere. Quanto a Salis ha fatto una scelta politica diversa e di successo diventando sindaco a Genova”.
Lascia il Coni con amarezza, avrebbe voluto chiudere dopo le Olimpiadi di Milano-Cortina e sottoloinea: “Mai chiesto il quarto mandato, ma una proroga. Come vi sentireste se dopo 12 anni e in prossimità delle Olimpiadi vi dicessero che non siete prorogabili nemmeno per sei mesi mentre chi è alla guida del Comitato Paralimpico da un tempo doppio rispetto al vostro può candidarsi per il Coni? Dopo aver lavorato per sette anni a contatto con i miei colleghi dei comitati olimpici nazionali una proroga avrebbe dato continuità e permesso a loro di poter dialogare con lo stesso soggetto. Se il veto fosse stato posto subito, nulla da dire ma è stato introdotto dopo sei anni. Credo che chiunque si renda conto che non capita ogni giorno che un Paese organizzi le Olimpiadi e le Paralimpiadi in casa: è una situazione unica. Sono fatalista e sereno. Pensavo che la proroga sarebbe stata la soluzione giusta ma è andata così e sono focalizzato solo sul futuro”.
Secondo Malagò a remare contro “sicuramente Paolo Barelli, deputato, presidente della Federnuoto che ora sostiene Pancalli”. Anche con il numero 1 del tennis italiano, Binaghi, il rapporto è sempre stato difficile. “Barelli e Binaghi sono due eccellenti presidenti federali, risultati e numeri parlano per loro. Nella scorsa tornata elettorale sostenevano la candidatura di Di Rocco contro la mia, prima ancora quella di Pagnozzi. Hanno perso di brutto e capisco la loro delusione. Ma come puoi criticare il Coni o sostenere un candidato se per 4 anni non ti sei mai fatto vedere a una riunione del Consiglio Nazionale? Come può Pancalli dire che non c’è la politica dietro la sua candidatura quando Barelli sta lavorando ventre a terra per lui? Per Petrucci vanno coinvolti in Giunta? Ma sapete quante volte gliel’ho proposto? Ma non puoi fare politica dello sport stando fuori dal Coni. Io qui sono il primo ad arrivare, l’ultimo ad andare via. Lo faccio in maniera volontaristica da 12 anni. Le critiche si fanno partecipando”.
Ha sempre detto no alla politica. “Mi hanno proposto di tutto: deputato, senatore, membro dell’esecutivo. Fino ai miei 50 anni dovevo occuparmi delle aziende di famiglia ed era un impegno enorme. Da quando sono al Coni, penso solo al Coni: per altro non c’è spazio. Da marzo 2026 qualcosa potrebbe cambiare”.
Si parla di Malagò alla Roma, alla Ferrari e di tanto altro. “Posso essere onorato, lusingato, ma la priorità fino a marzo 2026 sono le Olimpiadi di Milano e Cortina. Poi, vedremo”. Calcio e F1 due passioni per il presidente del Coni e per tutti gli italiani, ma negli ultimi anni le gioie sono state pochissime. “Capisco la preoccupazione. Per la Nazionale, il 90% degli italiani, me compreso, era felice della scelta di Spalletti per il dopo Mancini. Oggi ci ritroviamo in una situazione di grande emergenza e la cosa che mi mette più tristezza è che manchi addirittura il fuoco sacro di andare a vestire la maglia della Nazionale. La Ferrari? Sono completamente coinvolto nella storia, mi dispiace tantissimo che non siamo particolarmente competitivi e mi limito a dire che la realtà industriale è eccellente sotto ogni punto di vista”.
Chiusura dedicata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Con lui un grandissimo rapporto. “Due cose voglio dire. La prima è che non si può immaginare un capo dello Stato migliore e più vicino allo sport di lui. La seconda, non certo a livello personale, ma per questo mondo che ancora per qualche giorno rappresento, è: grazie presidente”.
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Esordio positivo per Inzaghi con l’Al-Hilal, Real Madrid fermato sull’1-1 al Mondiale per Club
Pubblicato
15 ore fa-
19 Giugno 2025di
Redazione
MIAMI (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Inizia con un pareggio contro il Real Madrid all’esordio nel Mondiale per club l’avventura di Simone Inzaghi alla guida dell’Al-Hilal. A Miami finisce 1-1, con la squadra spagnola che ha fallito un rigore al 92′ con Valverde.
La formazione dell’ex tecnico dell’Inter sembra all’altezza del blasonato Real e si rende pericolosa diverse volte nei primi 45′ di gioco, anche se è la squadra di Xabi Alonso (anche lui all’esordio) a passare in vantaggio al 34′ grazie alla rete di Gonzalo. La reazione dell’Al-Hilal non si fa attendere ed il pari arriva al 41′ grazie ad un penalty trasformato da Ruben Neves. Nella ripresa, Real subito pericoloso ma è la traversa a negare il vantaggio, poi i cambi da una parte e dall’altra non rompono l’equilibrio fino al 92′ quando un rigore potrebbe regalare la vittoria al Real Madrid ma Valverde si fa ipnotizzare dal portiere Bono che respinge il tiro dello spagnolo e finisce 1-1.
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