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Economia

Sigaro Toscano, Mariotti “Export cresce, 1 su 3 venduto all’estero”

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ROMA (ITALPRESS) – “In questi ultimi cinque anni l’azienda ne ha attraversate di tutti i colori, dalla crisi sanitaria a una crisi di governance, con il nostro azionista di maggioranza che è andato in difficoltà finanziaria”, ma “abbiamo sorpassato questo periodo con un grande successo in Italia e nel mondo” e “rispetto al 2020 abbiamo raddoppiato il nostro business export” che “oggi rappresenta il 30% del nostro fatturato: un sigaro ogni tre viene venduto all’estero”. Lo ha detto Stefano Mariotti, direttore generale e amministratore delegato di Manifatture Sigaro Toscano, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo “Italpress Economy”. “Ovviamente l’Italia rimane la nostra area di forza, abbiamo oltre il 90% del mercato ma l’export sta crescendo velocemente e i numeri sono estremamente positivi: siamo sopra i 125 milioni di fatturato con il 32% di Ebitda, con un export che cresce del 20-25% all’anno”. In Italia “abbiamo circa 400 dipendenti in due manifatture, una a Lucca e una a Cava dei Tirreni”. Proprio a Lucca sono impiegate “40 sigaraie – le uniche presenti al mondo, ad esclusione dei paesi caraibici – che hanno fatto un percorso di formazione tra i 18 e 24 mesi: sono delle artigiane incredibili, ognuna riesce a fare almeno 500 sigari al giorno. Il lavoro della sigaraia è affascinante, ma con un background storico incredibile: il sigaro nasce nel 1815 e arriva nella vecchia manifattura di Lucca intorno al 1840” e viene affidato solo alle donne che “hanno la capacità di poterlo arrotolare in maniera perfetta”. All’epoca “uno dei primi asili aziendali venne aperto nella manifattura di Lucca”, dove si organizzarono anche “i primi scioperi per la parità salariale con i colleghi uomini”.
Oltre alle manifatture, “abbiamo una filiera di circa 200 coltivatori italiani e 1000 ettari di coltivazione di tabacco kentucky, un prodotto unico al mondo”. Questi coltivatori “hanno tutti problemi del mondo agricolo: scarsità di manodopera, turnover dei giovani rispetto alle attività agricole dei genitori e in più è sempre più difficile coltivare tabacco in Europa: per questo “abbiamo avviato una serie di programmi”, innanzitutto “supportiamo con gli investimenti necessari gli under 40 che vogliono entrare nella coltivazione del tabacco” e “supportiamo gli investimenti dei coltivatori nelle nuove tecnologie, per rendere sempre più sicura ed efficiente la loro attività. Cerchiamo di mantenere moderna ed economicamente sostenibile una filiera importante come quella del kentucky”. Inoltre “abbiamo definito un protocollo di coltivazione con il Ministero dell’Agricoltura a cui i nostri coltivatori devono attenersi per salvaguardare anche la parte ambientale e stiamo attenti all’impatto con le comunità che ci forniscono la nostra ricchezza”. Anche sulle conseguenze del fumo sulla salute “bisogna essere molto chiari: ovviamente tutto quello che è bruciato fa male, il consumo smodato è dannoso”, ma “il sigaro non è un fumo compulsivo”, è legato a “un momento di rilassamento della persona” e a un consumo “consapevole e moderato”. Il mondo del sigaro è sempre stato trattato diversamente da quello tabacco perchè il legislatore, sia europeo che italiano, ha sempre fatto molta attenzione a impedire l’accesso dei giovani”, ha chiarito.
Manifatture Sigaro Toscano è considerata “una delle eccellenze italiane” e per “rendere omaggio alle altre eccellenze italiane abbiamo dedicato un’edizione speciale del Toscano del Presidente alla Amerigo Vespucci: siamo orgogliosi del successo che ha riscosso”. L’azienda inoltre sta per lanciare sul mercato “un insieme di quattro prodotti fatti a mano: tre di questi sono già usciti in passato ma vengono riproposti, mentre il quarto sarà una novità. Lo stesso autunno uscirà un altro prodotto che è un omaggio ai nostri coltivatori, Terre, un sigaro toscano a pancia larga, completamente piatto, con tabacco italiano”, ha concluso Mariotti.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Economia

Sachs “Manifesto per la Nuova Economia strumento fondamentale”

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PERUGIA (ITALPRESS) – Nella sessione plenaria pomeridiana del convegno internazionale “Manifesto e frontiere della ricerca per un Rinascimento economico”, sono stati discussi i punti fondamentali del Manifesto per la Nuova Economia, il cui testo è stato presentato nella mattinata in occasione della prima giornata dell’evento, in corso il 20 e 21 giugno al Dipartimento di Economia dell’Università di Perugia. L’evento si pone come il momento di presentazione del Manifesto alla comunità internazionale, proponendo a tutti i professori e professoresse di portarne i principi e i temi dell’economia civile nelle loro università.
La Conferenza – organizzata da Dipartimento di Economia dell’Università di Perugia, Federcasse BCC, Confcooperative e NeXt Economia, con il sostegno di Fondosviluppo e il contributo di Assimoco, Fondazione Giorgio Fuà, Fondazione Perugia e Gioosto e con il patrocinio di Sites, Sied, Siecon, Aissec – sarà una tappa fondamentale di avvicinamento alla 6^ edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, in programma a Firenze dal 3 al 6 ottobre 2024.
“Il Manifesto per la Nuova Economia è estremamente importante, è un’iniziativa enorme per l’economia italiana e mondiale – ha detto Jeffrey Sachs, professore della Columbia University, prima dell’apertura dei lavori della conferenza -. Abbiamo bisogno di una nuova economia per il XXI Secolo, per apportare prosperità e benessere, per affrontare la crisi ambientale, portare giustizia sociale e pace nel mondo. L’attuale modello economico non funziona, perciò abbiamo bisogno di un nuovo modello”.
Nel proprio intervento pubblico, Sachs ha ricordato che Antonio Genovesi, padre dell’economia civile nel XVIII Secolo, “non viene tradotto in inglese e quindi il contesto anglosassone non prende nemmeno in considerazione la sua lezione”. Commentando il Manifesto, Sachs ha parlato di sviluppo sostenibile coniugato al concetto di andare oltre il concetto di PIL per misurare benessere e felicità “come la risposta che abbiamo per vivere in un mondo decente”.
“Nel mondo anglosassone – ha aggiunto – non ci sono i diritti economici. Perchè come diceva Locke: bisogna proteggere la proprietà. Abbiamo invece bisogno di una società multilivello, ma manca una governance mondiale, dal momento che coltiviamo solo una visione di Stato-Nazione. L’Unione europea, ad esempio, è un esperimento di potere a livello regionale, ma gli Stati-Nazione hanno troppo potere e quindi è come se non esistesse. Gli Usa invece, sono il Paese meno multilaterale: non firma i trattati, rovescia i Governi, è sempre in guerra”.
Per Sachs, la soluzione ai problemi globali quali cambiamento climatico, povertà estrema, uso sostenibile delle risorse, passa per l’interdisciplinarietà giocata in accordo al problem solving.
“La previsioni vanno bene per l’astrologia, ma non per l’economia. La logica delle previsioni in economia ci relega al ruolo di osservatori, mentre invece dobbiamo agire, – è la sollecitazione di Sachs – perchè essere cittadini è una virtù e una competenza che si possono sviluppare e che dobbiamo insegnare”.
Per dare una consacrazione globale al Manifesto presentato a Perugia, Sachs ha suggerito la platea del Summit mondiale sociale del 2025 e quello per la Finanza per lo sviluppo. In chiusura del proprio intervento, il professore dell’università statunitense ha sottolineato la necessità che nel dialogo globale tutte le componenti, dalla Cina, all’Africa, alla comunità musulmana, si siedano attorno allo stesso tavolo, anche perchè “il mondo è troppo interconnesso per lasciare la responsabilità etica al solo individuo”.
Jayati Ghosh, professoressa della Jawaharlal Nehru University, ha concentrato il proprio intervento sul concetto di “beyond Gdp” e cioè “oltre il Prodotto interno lordo”, “le statistiche al di là del PIL” come indicatore di benessere e felicità di una comunità. “Significa – ha detto – pensare alla crescita in modo diverso e soprattutto coniugarla con il concetto di sviluppo, in modo non alternativo ma complementare. Questo vuole dire anche pensare a degli indicatori alternativi, pensando anche ai dati che servono per costruirli”.
Robert H. Frank, professore della Cornell University, ha presentato diversi esempi su come alcuni atteggiamenti possano avere senso e portare vantaggio al singolo, ma non ne abbiano alcuno per la collettività. Nell’ottica dell’economia civile, l’accademico ha sottolineato come “le nazioni in cui si vive meglio sono quelle in cui la tassazione nei confronti dei ricchi è più elevata”. Nell’auspicio di una rivoluzione nel comportamento economico, Frank ha documentato il concetto che vuole il livello di felicità non direttamente proporzionale alla disponibilità di spesa delle persone. “Nel 2019, ultimo anno pre Covid, – ha detto – negli Stati Uniti il PIL era cresciuto di 3 mila miliardi di dollari rispetto al 2012. Si spendeva di più, si costruiva di più, si avevano case più grandi, ma il livello di felicità era rimasto fermo a sette anni prima”.
Leonardo Becchetti, Direttore del Festival Nazionale dell’Economia Civile e Co-fondantore di NeXt Economia lancia ufficialmente la nuova pagina del Manifesto internazionale, i cui primi aderenti a livello internazionale sono stati gli stessi Sachs, Ghosh e Frank. Nella pagina sarà possibile raccogliere le nuove adesioni e scaricare le slide create per essere utilizzate come “lezione 0” dalle università sui temi dell’Economia Civile e della Sostenibilità integrale.

– foto ufficio stampa NeXt Economia –
(ITALPRESS).

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Economia

A Perugia “Manifesto e frontiere ricerca per rinascimento economico”

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PERUGIA (ITALPRESS) – Con la sessione plenaria di presentazione dei contenuti del Manifesto per la Nuova Economia, il convegno internazionale “Manifesto e frontiere della ricerca per un Rinascimento economico”, in corso il 20 e 21 giugno al Dipartimento di Economia dell’Università di Perugia, è entrato nel vivo delle argomentazioni principali. L’evento si pone come il momento di presentazione del Manifesto alla comunità internazionale, proponendo a tutti i professori e professoresse di portarne i principi e i temi dell’economia civile nelle loro università.
La Conferenza – organizzata da Dipartimento di Economia dell’Università di Perugia, Federcasse BCC, Confcooperative e NeXt Economia, con il sostegno di Fondosviluppo e il contributo di Assimoco, Fondazione Giorgio Fuà, Fondazione Perugia e Gioosto e con il patrocinio di Sites, Sied, Siecon, Aissec – sarà una tappa fondamentale di avvicinamento alla 6ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, in programma a Firenze dal 3 al 6 ottobre 2024.
In apertura della sessione plenaria, Marco Ferrando, giornalista di Avvenire, ha ricordato come un approccio di analisi differente sia necessario e atteso anche nell’ambito della comunicazione. “Dal Digital News Report Italia è emerso – ha precisato – che pur a fronte della tendenziale ‘fuga dalle notiziè, il 53% del pubblico esprime il desiderio di informarsi sui grandi temi, economici in primis, chiedendo di fruire di un’informazione che abbia capacità di lettura diverse da quella mainstream”. Il giornalista ha ricordato come Avvenire abbia sviluppato da circa quattro anni una sezione dedicata all’economia civile, “e il seguito che abbiamo avuto è la prova provata che l’argomento sia di diffuso interesse”.
Leonardo Becchetti, Direttore del Festival Nazionale Economia Civile e Co-fondatore di NeXt Economia, ha invece sottolineato l’importanza della nascita, “che è in corso d’opera, di una nuova economia. Un’economia dove le persone hanno capacità relazionali e intelligenza emotiva, dove non si guarda solo al profitto, ma all’impatto sociale che si genera, dove il PIL non sia l’unico indicatore del benessere e della felicità di una comunità”. Becchetti ha poi argomentato i cinque punti fondanti del manifesto, che vanno “dal superamento dell’homo oeconomicus, concetto che è socialmente dannoso, e di un paradigma economico che è generatore di depressione”. Gli altri punti riguardano la capacità di superare il concetto di impresa “shareholder-only”, oltre il Pil come indicatore di benessere e generatività, per misurare soddisfazione e ricchezza di senso del vivere, oltre lo iato stato-cittadino e oltre la deresponsabilizzazione valoriale e la separazione tra ricerca e impegno sociale. Becchetti ha ricordato che “l’impresa è qualcosa di più della massimizzazione del profitto”, sottolineando l’importanza e la necessità dell’impegno verso la cittadinanza attiva e la sussidiarietà, per costruire una società inclusiva e solidale, e verso una maggiore interdisciplinarità e la connessione formazione, impresa e azione civica.
Giovanni Ferri, professore dell’Università Lumsa, ha precisato che “non c’è un’alternativa a considerare le emozioni nel nostro modello decisionale, che non deve basarsi unicamente sulla razionalità. Il nostro obiettivo non è quello di abbattere l’economia, ma avviare un’evoluzione della scienza economica che produca senso per la società. Questo è possibile rimodellando la conoscenza in senso orizzontale, operando un cambio di ruolo della ricerca, in mondo che sia maggiormente coinvolta nel cambiamento sociale”.
Massimo Bordignon, professore dell’Università Cattolica di Milano, ha “criticato la credenza che nell’economia mainstream debba essere per forza presente l’homo oeconomicus, ponendo l’interrogativo se davvero la razionalità rappresenti un problema”. Sul solco di quanto contenuto nel Manifesto, Bordignon ha individuato la sfida dell’economia contemporanea “nel rendere il sistema più sostenibile la produzione di ricchezza, sulle cui tasse si poggia il sistema di welfare. Sono preoccupato – ha aggiunto – di cosa sta succedendo nel campo sociale e politico, dove le democrazie occidentali stanno diventando società costituite da individui isolati”.
Gabriella Cagliesi, professoressa della University of Sussex, ha sostenuto che “è necessario far uscire l’economia e gli economisti dalla torre d’avorio nella quale sono arroccati”, indicando poi “i prossimi passi per il rinascimento in economica: educazione sostenibile e lotta alla povertà digitale; ricerca di evidenze empiriche e indicatori alternativi sul grado di benessere; una road map ispirata alla teoria del cambiamento; azioni per la costruzione di alleanze tra ricercatori, studenti e professionisti”.
Il Festival Nazionale dell’Economia Civile sta già lavorando da anni su questi quattro passi: sul primo ha elaborato con NeXt Economia la lezione “Introduzione all’Economia Civile e alla Sostenibilità Integrale”; sul secondo ormai da sei anni realizza un rapporto sulle condizioni di BenVivere e Generatività dei territori con indicatori multidimensionali che vanno oltre il Pil; sul terzo parlano le esperienze di amministrazione condivisa avviate anche con il ruolo centrale delle Federazioni del Credito Cooperativo locale e Confcooperative territoriali per costruire dal basso percorsi di co-programmazione e co-progettazione che rispondano in una logica di rete e di impatto ai bisogni del territorio; sul quarto il Festival stesso rappresenta l’occasione in cui si concretizzano e si avviano relazioni fra professori, studenti e i rappresentanti della società civile, tutti accomunati dalla volontà di andare i limiti dell’attuale modello economico.

– Foto Next –

(ITALPRESS).

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Economia

In Aeroporti 2030 anche quattro scali pugliesi

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ROMA (ITALPRESS) – Aeroporti 2030 annuncia l’ingresso nell’Associazione della Rete Aeroportuale Pugliese composta dagli scali di Bari, Brindisi, Foggia e Taranto Grottaglie gestiti da Aeroporti di Puglia e di UrbanV, la società che si occupa di mobilità aerea urbana sostenibile fondata da Aeroporti di Roma, Gruppo SAVE, Aeroporto di Bologna e Aèroports de la Còte d’Azur. Con questi ingressi, AEROPORTI 2030 ora comprende 10 scali nazionali, di cui 2 intercontinentali, distribuiti su tutto il territorio italiano, incluso il sistema aeroportuale della Capitale, con Fiumicino e Ciampino, il Polo aeroportuale del Nord-Est con Venezia, Verona, Brescia e Treviso, e la rete aeroportuale pugliese con Bari, Brindisi, Foggia e Taranto.
Le nuove adesioni – si legge in una nota – rappresentano un passo significativo verso la mission di AEROPORTI 2030, il polo innovativo dedicato al settore aeroportuale aperto agli stakeholders di sistema, alle start-up e alle piattaforme innovative nazionali e internazionali per consolidare ulteriormente l’impegno a guidare il cambiamento verso un futuro più verde e tecnologicamente avanzato. I quattro aeroporti della Puglia, insieme a UrbanV, garantiscono una vasta esperienza e un forte impegno verso le pratiche sostenibili, l’innovazione tecnologica e il miglioramento dell’esperienza dei passeggeri.
Secondo AEROPORTI 2030, infatti, gli scali del futuro devono avere una visione di trasporto intermodale con un’impostazione che privilegi sostenibilità e innovazione. Va, quindi, implementato l’uso delle energie rinnovabili e lo sviluppo di carburanti avio sostenibili. E’ necessario traghettare il sistema aeroportuale verso una modalità sempre più digitale che consenta a passeggeri e compagnie aeree un utilizzo efficace e sicuro delle nuove tecnologie, anche attraverso lo sviluppo della mobilità aerea avanzata e di vertiporti.
Il presidente di AEROPORTI 2030, Alfonso Celotto, ha accolto con entusiasmo i nuovi membri, dichiarando: “siamo estremamente lieti di dare il benvenuto nella nostra associazione ad Aeroporti di Puglia e a UrbanV. Il loro ingresso rappresenta un riconoscimento del lavoro svolto finora e un incoraggiamento a continuare sulla strada dell’innovazione e della sostenibilità. Siamo convinti che la collaborazione tra questi importanti attori del settore aeroportuale porterà a significativi progressi in termini di efficienza operativa e di riduzione dell’impatto ambientale. La loro esperienza e il loro impegno saranno fondamentali per raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi”.
“Inoltre – ha aggiunto Celotto -, il rafforzamento di AEROPORTI 2030 che, oggi, grazie al nuovo Statuto, è la prima Associazione italiana a rappresentare i gestori aeroportuali, degli spazioporti e dei vertiporti, ci offre la possibilità di esplorare nuove dimensioni della mobilità, di sviluppare sinergie e di integrare le infrastrutture aeroportuali con le soluzioni di trasporto del futuro”.
“Questo traguardo – ha dichiarato il presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Maria Vasile – rappresenta non solo il riconoscimento del nostro impegno verso l’innovazione e la sostenibilità, ma anche una conferma che la nostra visione del futuro è condivisa dai principali attori del settore. Aeroporti di Puglia, società controllata dalla Regione Puglia e unica rete aeroportuale italiana ai sensi della direttiva europea, vuole portare in seno all’associazione la propria idea di quello che sarà il futuro del trasporto aereo, svincolandolo da una visione destinata a non essere più attuale rispetto alle nuove esigenze di trasporto. Il nostro vuole essere un impegno concreto verso l’adozione delle tecnologie più avanzate in materia di sostenibilità e digitalizzazione che avranno un forte impatto sulla ‘passenger experiencè come fattori abilitanti chiave di posizionamento lungo la catena del valore e di reinvenzione di modelli di business aeroportuale”.
“Lo sviluppo tecnologico dei voli suborbitali – ha aggiunto Vasile – vede lo Spazioporto di Grottaglie come infrastruttura strategica per l’accesso autonomo allo Spazio da parte delI’Italia, così come lo sviluppo del mercato dell’aviazione dell’ultimo miglio, in termini di evoluzione della Rete Regionale di secondo livello dei Vertiporti. Aeroporti di Puglia, quale gestore aeroportuale operante nel Mezzogiorno coglie le peculiarità del territorio e si pone come soggetto attuatore di politiche di sviluppo dell’accessibilità nelle aree periferiche del paese di attrazione degli investimenti anche nell’ottica della ZES (Zona Economica Speciale) unica. In questo viaggio verso il futuro del trasporto aereo operiamo in grande sintonia e unità di intenti con l’ENAC, Enav e tutti gli stakeholder del settore”.
“Siamo molto orgogliosi – ha commentato Carlo Tursi, amministratore delegato di UrbanV – di entrare a far parte di AEROPORTI 2030. Questa adesione rappresenta per noi un’importante occasione di collaborazione con altri player del settore aeroportuale italiano e una grande opportunità per condividere la nostra esperienza nel campo della mobilità aerea urbana sostenibile. Il recente annuncio da parte di ENAC sull’entrata in vigore del primo Regolamento sugli aeromobili a decollo e atterraggio verticale rappresenta per il nostro Paese un’opportunità unica di posizionarsi come leader nella mobilità sostenibile e innovativa. Come UrbanV accogliamo con favore questa sfida e il nostro ingresso in AEROPORTI 2030 ne è la conferma: insieme, possiamo lavorare per promuovere soluzioni innovative che riducano l’impatto ambientale e migliorino l’esperienza dei passeggeri”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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