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Economia

A Perugia “Manifesto e frontiere ricerca per rinascimento economico”

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PERUGIA (ITALPRESS) – Con la sessione plenaria di presentazione dei contenuti del Manifesto per la Nuova Economia, il convegno internazionale “Manifesto e frontiere della ricerca per un Rinascimento economico”, in corso il 20 e 21 giugno al Dipartimento di Economia dell’Università di Perugia, è entrato nel vivo delle argomentazioni principali. L’evento si pone come il momento di presentazione del Manifesto alla comunità internazionale, proponendo a tutti i professori e professoresse di portarne i principi e i temi dell’economia civile nelle loro università.
La Conferenza – organizzata da Dipartimento di Economia dell’Università di Perugia, Federcasse BCC, Confcooperative e NeXt Economia, con il sostegno di Fondosviluppo e il contributo di Assimoco, Fondazione Giorgio Fuà, Fondazione Perugia e Gioosto e con il patrocinio di Sites, Sied, Siecon, Aissec – sarà una tappa fondamentale di avvicinamento alla 6ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, in programma a Firenze dal 3 al 6 ottobre 2024.
In apertura della sessione plenaria, Marco Ferrando, giornalista di Avvenire, ha ricordato come un approccio di analisi differente sia necessario e atteso anche nell’ambito della comunicazione. “Dal Digital News Report Italia è emerso – ha precisato – che pur a fronte della tendenziale ‘fuga dalle notiziè, il 53% del pubblico esprime il desiderio di informarsi sui grandi temi, economici in primis, chiedendo di fruire di un’informazione che abbia capacità di lettura diverse da quella mainstream”. Il giornalista ha ricordato come Avvenire abbia sviluppato da circa quattro anni una sezione dedicata all’economia civile, “e il seguito che abbiamo avuto è la prova provata che l’argomento sia di diffuso interesse”.
Leonardo Becchetti, Direttore del Festival Nazionale Economia Civile e Co-fondatore di NeXt Economia, ha invece sottolineato l’importanza della nascita, “che è in corso d’opera, di una nuova economia. Un’economia dove le persone hanno capacità relazionali e intelligenza emotiva, dove non si guarda solo al profitto, ma all’impatto sociale che si genera, dove il PIL non sia l’unico indicatore del benessere e della felicità di una comunità”. Becchetti ha poi argomentato i cinque punti fondanti del manifesto, che vanno “dal superamento dell’homo oeconomicus, concetto che è socialmente dannoso, e di un paradigma economico che è generatore di depressione”. Gli altri punti riguardano la capacità di superare il concetto di impresa “shareholder-only”, oltre il Pil come indicatore di benessere e generatività, per misurare soddisfazione e ricchezza di senso del vivere, oltre lo iato stato-cittadino e oltre la deresponsabilizzazione valoriale e la separazione tra ricerca e impegno sociale. Becchetti ha ricordato che “l’impresa è qualcosa di più della massimizzazione del profitto”, sottolineando l’importanza e la necessità dell’impegno verso la cittadinanza attiva e la sussidiarietà, per costruire una società inclusiva e solidale, e verso una maggiore interdisciplinarità e la connessione formazione, impresa e azione civica.
Giovanni Ferri, professore dell’Università Lumsa, ha precisato che “non c’è un’alternativa a considerare le emozioni nel nostro modello decisionale, che non deve basarsi unicamente sulla razionalità. Il nostro obiettivo non è quello di abbattere l’economia, ma avviare un’evoluzione della scienza economica che produca senso per la società. Questo è possibile rimodellando la conoscenza in senso orizzontale, operando un cambio di ruolo della ricerca, in mondo che sia maggiormente coinvolta nel cambiamento sociale”.
Massimo Bordignon, professore dell’Università Cattolica di Milano, ha “criticato la credenza che nell’economia mainstream debba essere per forza presente l’homo oeconomicus, ponendo l’interrogativo se davvero la razionalità rappresenti un problema”. Sul solco di quanto contenuto nel Manifesto, Bordignon ha individuato la sfida dell’economia contemporanea “nel rendere il sistema più sostenibile la produzione di ricchezza, sulle cui tasse si poggia il sistema di welfare. Sono preoccupato – ha aggiunto – di cosa sta succedendo nel campo sociale e politico, dove le democrazie occidentali stanno diventando società costituite da individui isolati”.
Gabriella Cagliesi, professoressa della University of Sussex, ha sostenuto che “è necessario far uscire l’economia e gli economisti dalla torre d’avorio nella quale sono arroccati”, indicando poi “i prossimi passi per il rinascimento in economica: educazione sostenibile e lotta alla povertà digitale; ricerca di evidenze empiriche e indicatori alternativi sul grado di benessere; una road map ispirata alla teoria del cambiamento; azioni per la costruzione di alleanze tra ricercatori, studenti e professionisti”.
Il Festival Nazionale dell’Economia Civile sta già lavorando da anni su questi quattro passi: sul primo ha elaborato con NeXt Economia la lezione “Introduzione all’Economia Civile e alla Sostenibilità Integrale”; sul secondo ormai da sei anni realizza un rapporto sulle condizioni di BenVivere e Generatività dei territori con indicatori multidimensionali che vanno oltre il Pil; sul terzo parlano le esperienze di amministrazione condivisa avviate anche con il ruolo centrale delle Federazioni del Credito Cooperativo locale e Confcooperative territoriali per costruire dal basso percorsi di co-programmazione e co-progettazione che rispondano in una logica di rete e di impatto ai bisogni del territorio; sul quarto il Festival stesso rappresenta l’occasione in cui si concretizzano e si avviano relazioni fra professori, studenti e i rappresentanti della società civile, tutti accomunati dalla volontà di andare i limiti dell’attuale modello economico.

– Foto Next –

(ITALPRESS).

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Unicredit, Orcel “In Generali guardiamo al valore”

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MILANO (ITALPRESS) – “La quota in Generali? E’ un investimento finanziario, siamo un azionista che guarda al valore”. Così Andrea Orcel, Ceo di Unicredit in una intervista concessa al direttore di Milano Finanza, Roberto Sommella, sul nutrito pacchetto azionario della compagnia assicurativa. Quindi sulla scalata a Commerzbank, aggiunge: “Bisogna capire se vogliamo un’Europa del cambiamento o un’Europa che vuole a tutti i costi mantenere e proteggere lo status quo”. Infine sull’ops di Unicredit su Banco Bpm, si limita a dire: “Su questo ci siamo già espressi, la nostra posizione è molto chiara al riguardo”.

foto: IPA Agency

(ITALPRESS).

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Economia

Il Btp Più fa il pieno di sottoscrizioni, raccolti 15 miliardi

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Il Btp Più, il nuovo titolo di Stato retail pensato per il pubblico diffuso dei risparmiatori, ha chiuso il collocamento con risultati straordinari, sfiorando il traguardo dei 15 miliardi. Lanciato lunedì scorso, il nuovo Btp ha suscitato un interesse eccezionale, attirando l’attenzione di migliaia di investitori che hanno risposto con entusiasmo alla proposta di un investimento minimo di soli 1.000 euro. Già il primo giorno del collocamento, avvenuto lunedì 17 febbraio, il Btp Più ha registrato una raccolta di 5,6 miliardi, cifra che ha superato le aspettative. Nei giorni successivi, il trend è rimasto positivo, con 3,7 miliardi raccolti il secondo giorno, 2,8 miliardi il terzo e, infine, 1,7 miliardi il quarto. A chiusura del collocamento, avvenuto questa mattina, l’importo totale raccolto ha raggiunto i 14,9 miliardi, con oltre 39.700 contratti sottoscritti e un ticket medio di circa 27.500 euro, segno dell’alta partecipazione di risparmiatori di diverse categorie.
Una delle principali ragioni del successo del Btp Più è stata la competitività dei suoi tassi di interesse, che sono stati poi adeguati alle condizioni di mercato. Il Mef ha annunciato, infatti, l’aumento delle cedole: dal 2,8% al 2,85% per i primi quattro anni, e dal 3,6% al 3,7% per gli anni successivi. Questa decisione, presa in risposta all’andamento del mercato, ha contribuito a rafforzare ulteriormente l’appetibilità del titolo, offrendo un rendimento crescente e vantaggioso per chi ha deciso di investirvi. Non è stato solo il rendimento a convincere i risparmiatori. Il Btp Più ha colpito per la sua durata di otto anni, la sicurezza del capitale e la protezione offerta agli investitori. Una delle principali innovazioni del titolo è l’opzione di rimborso anticipato alla pari, disponibile a partire dal quarto anno, che garantisce maggiore flessibilità e sicurezza a chi sceglie di aderire all’emissione. Il Btp Più ha risposto alle esigenze di sicurezza e rendimento degli investitori italiani, con un particolare focus su un pubblico retail che cerca soluzioni stabili per il proprio risparmio. A differenza dei titoli precedenti, il Btp Più non prevede un premio fedeltà, ma introduce l’innovativa opzione di rimborso anticipato alla pari, che rappresenta un valore aggiunto per chi sceglie di investire nel medio-lungo periodo. Inoltre, a favorire l’adesione al Btp Più è stata anche la tassazione agevolata peraltro comune a tutti i titoli del debito pubblico: con un’imposta sui redditi da capitale fissata al 12,5%, l’esenzione dalle imposte di successione e, come previsto dalla Legge di Bilancio 2024, l’esclusione dal calcolo dell’Isee fino a 50mila euro. Una combinazione di vantaggi fiscali e di un rendimento in crescita ha reso il prodotto ancor più interessante. Il successo di questa emissione si inserisce nel contesto di un più ampio rialzo dei rendimenti dei Btp benchmark. In particolare, il tasso per il titolo a otto anni è salito dal 3,26% al 3,33%, mentre per il titolo quadriennale si è registrato un aumento dal 2,64% al 2,69%. Questi incrementi testimoniano l’evoluzione positiva del mercato obbligazionario italiano e l’apprezzamento crescente per i titoli di Stato.
L’operazione Btp Più si inserisce in una strategia di comunicazione efficace, che ha saputo coinvolgere il pubblico in modo mirato. Già nel 2024, le campagne di comunicazione per altre emissioni di Btp avevano ottenuto risultati notevoli, e quest’anno non è stato da meno. L’efficacia delle azioni di comunicazione istituzionale è stata sottolineata dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio, che ha riconosciuto la rilevanza del messaggio veicolato. In sintesi, il collocamento del Btp Più rappresenta un vero e proprio trionfo per il risparmio degli italiani, con una risposta massiccia da parte degli investitori, una solida performance in termini di raccolta e una politica di tassi di interesse che si è adattata perfettamente al contesto economico. Con questi numeri, il Btp Più si afferma come una delle soluzioni più promettenti per il risparmio e l’investimento del futuro prossimo.
(ITALPRESS).
-Foto: ministero delle Finanze-

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Economia

Btp Più, con la prima emissione raccolti 15 miliardi

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ROMA (ITALPRESS) – Il Ministero dell’economia e delle finanze rende noto che si è concluso il collocamento del BTP Più avviato il 17 febbraio, con 14.905,67 milioni di euro raccolti e 451.831 contratti registrati.
I tassi cedolari definitivi del BTP Più, in considerazione delle condizioni di mercato, sono rivisti al rialzo rispetto ai livelli annunciati lo scorso 14 febbraio: 2,85% per il 1°, 2°, 3° e 4° anno (invece di 2,80%); 3,70% per il 5°, 6°, 7° e 8° anno (invece di 3,60%)

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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