Cronaca
Cdo, Dellabianca “Esg non sia solo utile per banche, diamogli contenuti”
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8 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – L’impegno per un’economia sempre più attenta all’Esg “acronimo al quale vogliamo provare a dare contenuto perchè non rischi di rimanere un obbligo per avere un rapporto sano con la banca”, la rinascita di “Matching”, storico evento attraverso il quale l’associazione riusciva a metttere in relazione in una settimana piccole e medie imprese con grandi realtà e ridare un contenuto vero alla dimensione del corpo intermedio. Sono questi i principali obiettivi, a breve e lungo termine, di Andrea Dellabianca, presidente Nazionale della Compagnia delle Opere, associazione che fa coesistere 10.000 aziende profit e non profit, oltre che opere educative e che conta su 24 sedi locali in Italia e alcune sedi all’estero, intervistato dall’Agenzia di Stampa Italpress. A proposito dell’Esg, “cioè la coesistenza fra iniziative profit, non profit ed educative – ricorda Dellabianca – in un’attività di attenzione all’ambiente di lavoro, al mondo circostante, a creare un mondo che sia mantenuto e diciamo partecipato responsabilmente anche dalle imprese, noi pensiamo che sia un fattore al quale vogliamo provare a dare un contenuto e che non rimanga un acronimo che rischia di restare un obbligo per avere un rapporto sano con la banca. E’ una strada in cui tutti dobbiamo andare, perchè il sistema finanziario si regolamenterà su questi parametri. Noi abbiamo un contenuto. E’ anche la possibilità di far emergere un vero valore che in Italia c’è”. “Noi non siamo un’associazione datoriale, cioè non abbiamo un contratto di lavoro nostro e quindi non un’associazione automatica per bisogni sindacali o giuslavorativi. Noi non siamo nè meglio nè peggio delle altre associazioni, anzi collaboriamo molto con le altre associazioni, ma proponiamo l’associazione a uno a uno, cioè incontri personali. Per noi avere al centro la persona, quindi il valore sociale dell’impresa, è un fattore economico, non è solo un fattore etico. Pensiamo che la sfida di relazione positiva fra le persone sia un qualcosa che possa aiutare uno sviluppo buono dell’impresa – dice ancora Dellabianca -. Buono significa che faccia i conti con un utile positivo, perchè l’utile è un fattore economico sostanziale per fare un’impresa positiva, ma anche un fattore in cui l’utile non è l’unico scopo dell’azienda. Lo scopo dell’azienda è costruire, a partire da un bisogno che si intercetta, che sia un bisogno che faccia generare un’opera profit o un’opera non profit, capire come rispondergli in maniera utile, interessante, dignitosa, con un rapporto con il territorio e con le persone che lavorano e con i fornitori, che sia un rapporto in cui la relazione diventa un fattore sostanziale”. Proprio in questa direzione va l’obiettivo di Cdo di ricreare un evento nazionale, che negli anni scorsi aveva avuto un impatto molto positico e che si chiamava Matching. “Era la possibilità di mettere in relazione in una settimana piccole e medie imprese con grandi realtà, sia per paragonarsi sulle scelte e le iniziative imprenditoriali, sia per iniziare una relazione concreta, non virtuale, con realtà differenti sul territorio italiano, con realtà differenti per dimensione e con realtà anche estere. Io penso che quello sia stato un evento che ha segnato molto la nostra crescita e che per ovvi motivi è stato dismesso, ma che oggi ha necessità di essere riproposto in un evento fisico a livello nazionale” commenta il presidente della Cdo. A proposito delle relazioni con il mondo politico e istituzionale, Dellabianca ha ammesso la sua intenzione di intensificare i rapporti sia a livello locale che nazionale. “Questa è una responsabilità che abbiamo ripreso più intensamente nell’ultimo periodo, anche con la mia presidenza da gennaio, creando proprio una divisione di relazioni istituzionali che prima non c’era, perchè riteniamo che il rapporto con le istituzioni, quindi con la politica, che si deve prendere una responsabilità verso un governo di un territorio o di una regione o di una nazione, abbia bisogno di un contenuto e di un contributo da parte dei cosiddetti corpi intermedi. Noi sentiamo la responsabilità oggi di poter, a partire dalle esperienze che quotidianamente noi facciamo nel rapporto con il lavoro, possa fare sintesi e proposta. Chi governa è bene che sia giudicato, ma deve essere anche aiutato partendo dall’esperienza che ogni giorno facciamo. Dico che non c’è una parte preferenziale, oggi con l’attuale governo stiamo trovando delle risposte positive su alcuni temi che ci interessano”. Infine, il sogno nel cassetto del numero uno di Compagnia delle Opere “è sicuramente ridare un contenuto vero alla dimensione del corpo intermedio. Oggi stiamo andando verso una dimensione in cui il welfare sarà difficile che possa essere sostenuto dagli economics. Stiamo andando verso una denatalità e quindi ricreare un fattore positivo e sussidiario fra le realtà del territorio, pubbliche e private, e una capacità di costruzione che possa mettere insieme tutti i soggetti, anche creando nuove iniziative e nuove formule. Penso che questa sia una responsabilità. Oggi noi stiamo lanciando una piattaforma europea, della CDO, insieme alla Fondazione Meeting e ai centri culturali, che sono i nostri partner, per cercare di lavorare sui contenuti anche a livello europeo, che possono ridare una centralità della persona come relazione, come dicevo prima, per affrontare le nuove sfide tecnologiche e tutto ciò anche che in Europa non si vedeva come una guerra che abbiamo alle porte”.(ITALPRESS).
Foto: Agenzia Italpress
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Pubblicato
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Redazione
TORINO (ITALPRESS) – E’ andata in archivio con una vittoria della Juventus la gara di andata del playoff di Champions League tra i bianconeri di Thiago Motta e il PSV Eindhoven di Peter Bosz. All’Allianz Stadium di Torino il confronto è terminato 2-1. Ritorno tra otto giorni al Philips Stadion di Eindhoven. Dopo una prima fase piuttosto soporifera, di tanto in tanto interrotta da qualche acuto che però non aveva sortito grosse preoccupazioni sia da una parte sia dall’altra, è stata la Juventus a sbloccare la sfida con il terzo gol in questa edizione della Champions League di McKennie. Al 34′, sugli sviluppi di un rilancio corto di Veerman recuperato da Gatti e messo in messo in mezzo dal difensore bianconero, è stato Ledezma ad anticipare Yildiz, con Kolo Muani che da pochi passi ha cercato la deviazione trovando la risposta di Benitez, ma lo stesso Gatti ha messo palla all’indietro per l’americano di Little Elm che di prima intenzione ha fatto partire una conclusione potente che si è insaccata sotto la traversa. McKennie aveva fra l’altro già segnato contro il Psv nella sfida dello scorso 17 settembre. In avvio di ripresa la Juventus ha sfiorato il raddoppio con il neo entrato Mbangula la cui conclusione è stata salvata sulla linea da Flamingo, mentre all’11’ è stato l’ex interista Perisic a trovare il pari: sulla prima conclusione di Lang è stato Locatelli ad opporsi di testa, la palla è finita nella zona del croato che con una finta di destro si è sbarazzato di Kelly e con il mancino ha fulminato Di Gregorio sul primo palo. Juventus di nuovo in vantaggio a otto minuti dal termine con un’apertura di Dougas Luiz per Conceicao, bravo ad affondare sulla destra e a superare in velocità Mauro Junior prima di mettere in mezzo un pallone rasoterra la cui respinta di Benitez è finita sui piedi di Mbangula, lesto a sua volta a trovare il tap-in vincente e a segnare così il suo primo gol in Champios League.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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12 Febbraio 2025di
Redazione
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– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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12 Febbraio 2025di
Redazione
SANREMO (ITALPRESS) – Con il fischio d’inizio in stile arbitro di Gerry Scotti, inizia la performance di Lorenzo “Jovanotti”. Accompagnato dai Rockin 1000 che suonano i tamburi d’inizio de “L’ombelico del mondo”, si presenta in completo dorato, rischia di cadere inciampando negli scalini d’ingresso dell’Ariston. Nel foyer lo attende un gruppo di ballo in stile Bollywood. Delirio al suo ingresso in platea mentre canta “Il più grande spettacolo dopo il big bang” dove viene accolto dall’abbraccio del pubblico. Sul palco arriva con “I love you baby” e continua con ‘Fuoriondà in cui sostituisce una strofa inserendo un riferimento alla kermesse sanremese: “Nell’aria, nell’acqua, al Festival”. E poi continua con “A te che sei”. “Per me questo è un Festival speciale. E’ bello il Festival di Sanremo, come il Natale, il Carnevale. Sanremo è la festa della musica”, ha attaccato Jovanotti emozionato e visibilmente felice di essere sul palco dell’Ariston. “Non si può venire qui a fare ste cose! Ma se non le faccio io, chi le fa?” ha scherzato, sottolineando il legame speciale che sente con il festival.
Parlando del suo ritorno alla musica dopo l’infortunio, ha raccontato: «Il mio fratello Asino, così San Francesco chiamava il suo corpo, si è azzoppato, ma viviamo in un’epoca in cui riescono addirittura a sostituire un osso. Ora sono un pò bionico, un pò titanico, sono anche fotonico!”. Poi ha aggiunto: “Sono soprattutto felice. Questo è proprio un festival speciale”. Poi ha reso omaggio al filosofo Franco Bolelli, scomparso cinque anni fa: “Era il profeta dello slancio vitale. Le sue parole mi hanno aiutato”. Ha, quindi, invitato sul palco “uno che l’asticella l’ha alzata più di tutti”: Gianmarco Tamberi. Con lui ha letto un passaggio di Bolelli sull’importanza del corpo: “Credo alla vitalità del corpo, alla sua saggezza… Mi appassionano la performance fisica, l’azione energetica, la sensualità della vita… Attivare l’energia che c’è dentro il nostro organismo mi sembra la cosa più naturale del mondo”. Tamberi ha raccontato il difficile periodo dopo Tokyo: «Quando ti vedi sfuggire un sogno con un dito e il destino ti leva la terra sotto i piedi, è dura». Poi ha aggiunto: «Oggi ho tantissima paura, ma è molta di più la voglia di riprovarci. Ci vediamo a Los Angeles 2028!». Ha scherzato con Carlo Conti: “Bisogna sempre alzare l’asticella: a te Amadeus l’ha messa bella alta. Ma siamo qui col beneplacito di Ama e di Fiore, me lo hanno detto”. E dopo aver ricordato Sammy Basso, “Lo tenevo in braccio ai miei concerti e sentivo che il suo corpo era pieno di vita. Mi ha fatto ridere. Volevo ricordarlo per i suoi amici e i suoi genitori, che ci stanno guardando”, accompagnato da Dardust al pianoforte, Jovanotti ha chiuso la sua performance con ‘Un mondo a partè, brano tratto dal suo ultimo album. “Questa è una canzone romantica – ha concluso -. La mia vita è costellata soprattutto di amore, di amore ricevuto”.
-foto Ipa Agency-
(ITALPRESS)


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