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AUSER VOGHERA, INTERVISTA ALLA SINDACA: “IL COMUNE HA AGITO DOPO ANNI DI VUOTO”

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AUSER VOGHERA, INTERVISTA ALLA SINDACA: “IL COMUNE HA AGITO DOPO ANNI DI VUOTO”
Infuria il caso del centro Auser Voghera risultato fuori norma 15 mesi fa dopo le verifiche scaturite, dopo anni di vuoto e nessuna verifica, da una lettera anonima che era stata recapitata al municipio e agli organi di controllo del territorio. Emanuele Bottiroli intervista a Palazzo Gounela la sindaca Paola Garlaschelli, per ricostruire una vicenda sfociata anche negli ultimi giorni in roventi polemiche tra l’associazione e il Comune, nonostante la scelta di Garlaschelli insieme alla sua giunta e all’assessore regionale alla Famiglia, Elena Lucchini, di donare 10mila euro di tasca propria per avviare il ripristino, a norma, del parco giochi per bambini e famiglie di Auser Voghera, risultato anch’esso non rispondente alle normative sulla sicurezza, a causa dei giochi non omologati. Una colletta avviata da giunta e assessore regionale accompagnata da un apppello ad altri privati della città e del territorio a seguire l’esempio per aiutare l’associazione. Auser di tutta risposta ha spiegato dalle pagine dei giornali di "non aver bisogno di elemosina" e di essere intenzionata a "restituire le chiavi della sede al Comune a fine anno". Una risposta che ha spiazzato tutti anche perché ci si può muovere solo nell’ambito del possibile e di quanto prevedono leggi e regolamenti su edilizia e sicurezza. Ma cosa si è fatto in questi 15 mesi?

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PRONTO METEO – PREVISIONI DAL 24 FEBBRAIO

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Le previsioni del tempo in Lombardia, sempre aggiornate con Arpa Lombardia sul nostro sito prontometeo.it.

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.

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TURISMO, LA REGIA CHE MANCA

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LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…

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