Economia
Banca del Fucino aderisce a Feduf per diffusione cultura del risparmio
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4 mesi fa-
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RedazioneROMA (ITALPRESS) – Banca del Fucino aderisce a FEduF, la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio creata dall’ABI ed entra anche a far parte della nuova Alleanza per l’educazione finanziaria. FEduF, istituita dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI), è una fondazione che mira a diffondere la cultura del risparmio e della gestione consapevole delle risorse finanziarie, attraverso iniziative rivolte a scuole, famiglie e cittadini. La partecipazione della Banca del Fucino a FEduF rappresenta un’importante opportunità per contribuire attivamente a questi obiettivi e per rafforzare il ruolo della banca sui suoi territori di riferimento come attore responsabile e attento alle esigenze della comunità. Banca del Fucino entra anche a far parte della neocostituita Alleanza per l’educazione finanziaria, una nuova iniziativa di FEduF che ha lo scopo di affiancare, in una logica di sussidiarietà orizzontale, le Istituzioni italiane nel compito di elevare il livello di consapevolezza finanziaria. Nel corso dell’anno scolastico 2023/24 la FEduF ha organizzato oltre 500 eventi sul territorio coinvolgendo più di 55 mila studenti. Il primo progetto concreto della nuova collaborazione è previsto nel corso del prossimo anno scolastico e vedrà il coinvolgimento attivo di Banca del Fucino con attività nelle scuole secondarie di primo grado nelle regioni in cui la Banca è storicamente presente: Lazio, Abruzzo, Sicilia e Marche. Nelle stesse regioni, a novembre durante il Mese dell’Educazione finanziaria, verranno programmate delle visite in filiale rivolte agli studenti della scuola primaria che avranno così l’opportunità di conoscere da vicino l’attività bancaria.
“L’educazione finanziaria e la diffusione di una cultura economica di base è una componente fondamentale per il futuro benessere delle famiglie e per la crescita sostenibile della nostra società. Abbiamo aderito a FEduF, autorevolmente presieduta da Stefano Lucchini, perchè riteniamo strategico favorire azioni che supportino la diffusione della consapevolezza sulle tematiche finanziarie soprattutto tra i giovani a cui rivolgeremo le prime iniziative all’interno di questa importante partnership” ha dichiarato Francesco Maiolini, Amministratore Delegato di Banca del Fucino. “Grazie all’impegno con le banche attive sul territorio come Banca del Fucino riusciamo a contribuire concretamente a un processo graduale di diffusione dell’ educazione finanziaria nelle scuole, proponendo agli insegnanti l’inserimento di competenze di cittadinanza economica – commenta Giovanna Boggio Robutti, DG di FEduF – con l’obiettivo di generare un incremento di conoscenze e competenze e stimolando l’acquisizione di valori di responsabilità e sostenibilità nella relazione con il denaro”.(ITALPRESS).
Foto: Ufficio stampa Banca del Fucino
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Economia
Intesa Sanpaolo-Aiccon, nuove sfide per rapporto banche-imprese sociali
Pubblicato
20 ore fa-
9 Novembre 2024di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo e AICCON Research Center hanno pubblicato la XIII edizione dell’Osservatorio su Finanza e Terzo Settore.
Attraverso un’indagine campionaria su 250 enti (cooperative sociali, consorzi di cooperative sociali e Srl con qualifica di imprese sociali), l’Osservatorio ha monitorato lo stato e l’evoluzione dell’offerta e della domanda di finanza per il Terzo settore, focalizzandosi su tre temi cruciali dell’imprenditorialità sociale: rapporto con le banche, finanza a impatto sociale e fabbisogni finanziari e prospettive future.
L’analisi rileva come la collaborazione tra le imprese sociali e le banche sia altamente soddisfacente, con l’86% del campione che si dichiara soddisfatto della relazione. Tra i fattori chiave di tale soddisfazione, la presenza di personale dedicato e formato (34%) e la proposta di prodotti bancari specializzati (19%).
Secondo i dati raccolti, le cooperative e le imprese sociali percepiscono la banca non solo come erogatore di un’offerta di servizi di credito a loro destinata (39%), ma anche quale soggetto con un ruolo consulenziale di accompagnamento e di network orchestrator.
In particolare, emerge come tale collaborazione tra sistema bancario ed Enti del Terzo Settore venga sollecitata al fine di fronteggiare specifiche sfide sociali che anche il biennio pandemico ha confermato essere urgenti: l’occupazione dei nuovi fragili, compresi giovani e donne (34,5% del campione di ETS); lo sviluppo dei servizi di cura e assistenza (32%) e il contrasto della povertà educativa giovanile (19%).
Le banche possono essere dunque un partner importante per il Terzo Settore, come emerge dal 93% degli intervistati che accoglie positivamente il loro coinvolgimento diretto per affrontare le sfide sociali. Tuttavia solo il 5% degli intervistati ad oggi collabora attivamente con le banche in questo ambito, un gap tra fiducia e collaborazione attiva che indica un effettivo spazio per stabilire una relazione ancora più forte con le organizzazioni del Terzo Settore.
Dall’analisi emerge un miglioramento in termini di conoscenza dei singoli strumenti finanziari, anche se con un minor ricorso: 2 organizzazioni su 5 conoscono gli strumenti di finanza ad impatto sociale, mentre solo 1 su 3 li utilizza o è interessata a farlo. Tra gli strumenti di finanza ad impatto sociale conosciuti, i più noti sono i finanziamenti agevolati (80% dei rispondenti) e le obbligazioni solidali/social bond (52%); di minore rilevanza altri strumenti quali Venture Capital (37,3%), strumenti ibridi (30,9%) e strumenti Pay for success (24,5%, es. i social impact bond).
Gli strumenti di finanza ad impatto sono strettamente correlati al tema della misurazione dell’impatto sociale, aspetto che più della metà delle organizzazioni rispondenti attualmente affronta (51,6% del campione).
Tra le motivazioni principali per svolgere la valutazione d’impatto: riorientamento delle attività al fine di rendere maggiormente efficace la propria azione (45%) e strumento utile alla raccolta di risorse (29,5%), entrambi elementi in crescita anno su anno.
Per il triennio (2021-2023), 2 organizzazioni su 3 (67,6%) dichiarano di aver effettuato investimenti, quota che nel 2020 si attestava al 70% e in calo da allora. Esiste una correlazione positiva tra chi ha effettuato investimenti nell’ultimo triennio e chi dichiara di volerne effettuare nel corso del 2024: 2 organizzazioni su 5 tra quelle che hanno investito in passato, infatti, lo farà anche nel prossimo futuro, principalmente rispetto al potenziamento del proprio capitale umano (31%) e del ridisegno dei servizi offerti (12,7%); in controtendenza c’è una diminuzione di interesse nell’investimento in accesso alla tecnologia, hardware e software (16%, in costante diminuzione dal 26% del 2020) In generale, l’edizione XIII dell’Osservatorio conferma la tendenza rilevata nelle due edizioni precedenti per quanto riguarda le decisioni di investimento di cooperative e imprese sociali, che destinano sempre più risorse all’investimento di breve (+6,2 punti percentuali dal 2020) rispetto a quello di lungo periodo (-7 punti percentuali dal 2020).
Infine, la propensione all’indebitamento nei confronti degli istituti bancari sembra essere proporzionale all’anzianità operativa delle organizzazioni: poco più di 1 realtà su 5 fra quelle più giovani ha fatto richiesta di finanziamento alle banche nell’ultimo triennio (21,1%), contro quasi 1 su 3 delle più longeve (33,5%), sino a giungere al 50% nel caso dei Consorzi di Cooperative, anche in considerazione della loro struttura più complessa.
Per il quarto anno consecutivo l’Osservatorio si arricchisce con l’Outlook Intesa Sanpaolo dell’Impresa Sociale, un’analisi curata da Ipsos Italia e AICCON, in collaborazione e con il patrocinio di ConfcooperativeFedersolidarietà e Legacoopsociali e CGM, volta a rilevare il sentiment, lo stato di salute e le prospettive future di sviluppo su un campione di 101 cooperative sociali.
Anche da questo report – che si affianca all’Osservatorio e lo integra – emerge l’importanza di rafforzare i sistemi di collaborazione e volgere alla costruzione di un solido ecosistema tra i principali soggetti ed operatori dell’economia sociale: Enti del Terzo Settore, Pubblica Amministrazione e banche/finanziatori. In particolare, gli istituti bancari possono rappresentare un punto di riferimento anche nel perseguimento delle sfide sociali fondanti la mission delle imprese sociali intervistate: il diretto coinvolgimento delle banche nelle sfide sociali future è considerato coerente con la mission delle banche e quindi legittimo da 4 imprese intervistate su 10, e per 1 su 2 – pur non essendo coerente con la sua mission – è auspicabile o potrebbe essere d’aiuto.
L’iniziativa conferma il ruolo di Intesa Sanpaolo quale istituzione che vuole dare un reale contributo sociale alla comunità in termini di inclusione, valorizzazione dell’ambiente e della cultura, promozione dell’educazione e dell’innovazione. Con il Piano di Impresa 2022-2025 il Gruppo, guidato dal CEO Carlo Messina, grazie alla costituzione della struttura dedicata Intesa Sanpaolo per il Sociale, rafforza l’obiettivo di essere un punto di riferimento nella sostenibilità sociale, promuovendo i temi dell’inclusione e della coesione nel quadro della propria strategia complessiva.
“Come Direzione Impact con le nostre 600 persone su tutto il territorio nazionale, siamo impegnati nel fornire agli enti non profit strumenti sempre più innovativi di relazione e di collaborazione – afferma Andrea Lecce, responsabile Direzione Impact Intesa Sanpaolo -. La nostra priorità è fare in modo che le loro progettualità crescano, si sviluppino e migliorino, con benefici per il territorio. Abbiamo stimato che un euro finanziato al Terzo Settore genera il doppio del valore in benefici sociali, per questo vogliamo continuare a supportarlo favorendo l’accesso al credito e correlandolo all’impatto generato per rendere ancora più visibile il suo operato”.
“L’Osservatorio conferma il valore di una relazione che, diversamente dal passato, non può essere orientata solo ad una buona gestione bensì a generare impatto sociale. Il mondo dell’impresa sociale è chiamato a coprodurre insieme a PA ed imprese nuove soluzioni capaci di contrastare le cause alla base delle disuguaglianze. Su questo la Banca svolge un ruolo decisivo tanto in ambito finanziario quanto nel costruire un ecosistema di competenze e alleanze”, spiega Paolo Venturi, direttore AICCON.
“L’indagine porta alla luce le nuove sfide che le imprese cooperative devono affrontare, che hanno al centro la connessione tra il capitale umano e l’innovazione tecnologica. Un processo di mutamento funzionale non solo allo sviluppo delle imprese cooperative, ma indispensabile per la crescita dei territori, per il consolidamento dell’equità sociale nel nostro paese e per la tenuta sociale della comunità locale e nazionale. Di qui l’importanza di un nuovo patto tra imprese cooperative e banche, che si vada consolidando non solo come relazione commerciale e finanziaria, ma anche come processo di accompagnamento, da parte delle banche, del processo di trasformazione e consolidamento delle cooperative nel nostro paese. Un patto di sviluppo dell’economia sociale in grado di potenziare il ruolo di connettore e di anti-fratture sociali che le cooperative da sempre svolgono e che nel prossimo futuro dovranno svolgere sempre di più”, dichiara Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos, curatore dell’indagine insieme a Barbara Toci, ricercatrice di Ipsos.
– Foto f12/Italpress –
(ITALPRESS).
Economia
A settembre produzione industriale in calo
Pubblicato
2 giorni fa-
8 Novembre 2024di
RedazioneROMA (ITALPRESS) – A settembre l’Istat stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dello 0,4% rispetto ad agosto. Nella media del terzo trimestre il livello della produzione diminuisce dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale per i beni intermedi (+1,9%) e i beni strumentali (+1,8%); diminuiscono invece l’energia (-3,8%) e i beni di consumo (-2,5%). Al netto degli effetti di calendario, a settembre 2024 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 4,0% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 come a settembre 2023). Flessioni tendenziali caratterizzano tutti i comparti: la riduzione è più rilevante per i beni strumentali (-5,1%), i beni intermedi (-4,0%), i beni di consumo (-3,5%) e meno pronunciata per l’energia (-1,6%).
I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali più elevati sono la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+5,9%), la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+1,9%) e l’attività estrattiva (+1,8%). Le flessioni maggiori si rilevano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-15,4%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,7%) e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-8,1%).
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-
Economia
Piazza Affari apre in calo, Ftse Mib -0,79%
Pubblicato
2 giorni fa-
8 Novembre 2024di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Avvio di seduta in calo questa mattina a
Piazza Affari dopo i primi scambi. L’indice Ftse Mib, alla prima
rilevazione, segna un -0,79% a quota 33.713 punti, mentre l’Ftse
All Share segna -0,76% a 35.860 punti. In ribasso anche
l’Ftse Star che fa segnare -0,46% a quota 45.227 punti.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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BREAKFAST NEWS – 10 NOVEMBRE 2024
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