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Cronaca

La Via Appia entra nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco

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ROMA (ITALPRESS) – Il Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito a Nuova Delhi nella 46esima sessione, ha deliberato l’iscrizione della “Via Appia. Regina Viarum” nella Lista del Patrimonio Mondiale, che diventa così il 60esimo sito italiano riconosciuto dall’UNESCO.
Si tratta della prima candidatura promossa direttamente dal Ministero della Cultura, che ha coordinato tutte le fasi del processo e ha predisposto tutta la documentazione necessaria per la richiesta d’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. “Il risultato – si legge in una nota del Mic – è il frutto di un lavoro di squadra che ha visto il coinvolgimento di molteplici istituzioni: 4 Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 13 Città metropolitane e Province, 74 Comuni, 14 Parchi, 25 Università, numerosissime rappresentanze delle comunità territoriali, nonchè il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede”.
“Esprimo tutta la mia soddisfazione e il mio orgoglio per il grande risultato ottenuto. La ‘Via Appia. Regina Viarum’ da oggi è patrimonio mondiale dell’umanità. L’UNESCO ha colto l’eccezionale valore universale di una straordinaria opera ingegneristica che nei secoli è stata essenziale per gli scambi commerciali, sociali e culturali con il Mediterraneo e l’Oriente. Congratulazioni a tutte le istituzioni e comunità che hanno collaborato con il Ministero della Cultura per arrivare a questo prestigioso traguardo. E’ un riconoscimento del valore della nostra storia e della nostra identità, dal quale può nascere una valorizzazione in grado di portare benefici economici ai territori interessati”, ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
“La Via Appia Patrimonio UNESCO è un grande successo per il Ministero della Cultura, ma soprattutto per quei milioni di italiani che vivono nei territori della Via Appia, simbolo mondiale della storia da cui proveniamo. Si aggiunge alla straordinaria affermazione ottenuta meno di un anno fa dalla lirica italiana e sono felice che coincida con il mio mandato”, ha commentato il sottosegretario alla Cultura con delega all’UNESCO, Gianmarco Mazzi.
L’Appia fu la prima delle grandi strade di Roma costruite con tecniche innovative, veri e propri capolavori di ingegneria civile che si affiancarono alle vie naturali e che costituiscono i monumenti più durevoli della civiltà romana. Il tracciato, iniziato nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco per collegare Roma a Capua, fu poi prolungato fino a Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi, testa di ponte verso la Grecia e l’Oriente, man mano che avanzava la conquista romana e lungo la Via Appia Traiana, la variante fatta realizzare dall’imperatore Traiano nel 109 d.C. per agevolare il percorso nel tratto da Benevento a Brindisi.
Concepita per esigenze militari, la Via Appia divenne da subito strada di grandi comunicazioni commerciali e di primarie trasmissioni culturali e, nel tempo, è diventata il modello di tutte le successive vie pubbliche romane così come, in un certo senso, l’origine del complesso sistema viario dell’Impero, che è anche alla base dell’attuale rete di comunicazione del bacino del Mediterraneo.
La creazione di questa rete stradale ha permesso la strutturazione di rotte di scambio anche con le vie d’acqua, permettendo così, nel corso dei secoli, un flusso praticamente ininterrotto di persone, idee, civiltà, merci, religioni e idee, percorsi che sono ancora vivi e sentiti da chi abita ancora oggi questi territori. Gli appellativi con cui gli stessi autori antichi la definirono, insignis, nobilis, celeberrima, regina viarum, testimoniano tutte le valenze politiche, amministrative, economiche, sociali e propagandistiche che le valsero la sua millenaria fortuna.

– Foto ufficio stampa ministero della Cultura –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Terna Forward investe in robotica e analisi climatica, operazioni per 2 mln euro

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ROMA (ITALPRESS) – Terna Forward – la società del Gruppo Terna che si occupa del sostegno all’innovazione tecnologica e delle iniziative di Corporate Venture Capital – annuncia il completamento di due investimenti, per quasi 2 milioni di euro complessivi, in società innovative leader nel campo della robotica e nell’analisi dei dati climatici.
Il primo round di investimento ha riguardato Hibot, società giapponese specializzata nella progettazione di robot per attività ispettive e manutentive in ambienti complessi. Terna Forward ha investito 981 mila euro in un’operazione strutturata secondo le più avanzate pratiche di Corporate Venture Capital, ovvero tramite lo strumento JKISS (Japanese Keep It Simple Security), accordo che attribuisce il diritto a quote future del capitale sociale. La scelta di strumenti evoluti come il JKISS testimonia, da un lato, la capacità di Terna Forward di adottare modelli flessibili e inclusivi, in linea con le migliori esperienze internazionali e con le raccomandazioni delle principali associazioni di settore; dall’altro, conferma la volontà di sostenere lo sviluppo di soluzioni all’avanguardia, favorendo la crescita di ecosistemi innovativi e la creazione di valore.
Questa iniziativa di Corporate Venture Capital consolida un rapporto di stretta collaborazione fra il Gruppo guidato da Giuseppina Di Foggia e la realtà innovativa giapponese. Nello specifico, Terna sta testando una soluzione robotica che, affiancando le persone del Gruppo impegnate sul campo, garantirà una maggiore sicurezza nelle operazioni di manutenzione delle linee elettriche. Con Hibot è stato sviluppato un primo prototipo di robot capace di muoversi sui conduttori e sulle funi di guardia delle linee elettriche aeree e di effettuare attività di manutenzione anche quando le linee sono in esercizio.
Il secondo round di investimento di Terna Forward ha riguardato Hypermeteo, realtà innovativa italiana nata nel 2021 come spin-off della PMI Radarmeteo che dal 2007 opera nella meteorologia professionale. Terna Forward ha guidato un aumento di capitale complessivo pari a 1,3 milioni di euro, investendo circa 1 milione di euro come lead investor, insieme all’attuale socio BF Educational Srl (Gruppo BF SpA), che ha partecipato con circa 300 mila euro.
Hypermeteo sviluppa dataset meteo-climatici (che includono dati come, ad esempio, temperatura, velocità del vento, intensità della grandine, irraggiamento solare, copertura nuvolosa) integrabili nei processi operativi aziendali. Combinando le informazioni disponibili con modelli deterministici e algoritmi di Intelligenza Artificiale sviluppati da Hypermeteo stessa, la società produce una griglia di dati meteo-climatici con una risoluzione spaziale molto accurata, secondo orizzonti temporali diversi. La società innovativa già collabora con Terna fornendo dati, modelli e scenari di primaria importanza per effettuare previsioni a 15 giorni sulla domanda e sulla produzione elettrica, al fine di ottimizzare la gestione del mercato.
Con queste due nuove operazioni, Terna Forward raggiunge la quota di sette investimenti diretti in startup e PMI innovative, consolidando la propria presenza nel Corporate Venture Capital. Si tratta di investimenti effettuati per individuare e sostenere, con un approccio di open innovation, le realtà più promettenti attraverso tecnologie per accelerare la transizione energetica e contribuire allo sviluppo sostenibile del sistema elettrico.
In aggiunta a quelli in Hibot e in Hypermeteo, Terna Forward ha completato round di investimenti diretti in Wesii (leader italiano nei servizi di ispezione e telerilevamento per il settore energetico); Unusuals (startup spagnola specializzata nell’applicazione e nell’addestramento di modelli e algoritmi di Intelligenza Artificiale, per il riconoscimento delle possibili anomalie durante la trasmissione dell’energia sulla rete); D-Orbit (società di riferimento nella logistica spaziale e nella gestione di satelliti); Mela Works (startup italiana attiva nella digitalizzazione e nel monitoraggio dei lavori di cantiere); Eoliann (società attiva nel Climate Tech e nell’analisi dei rischi climatici tramite dati satellitari e Intelligenza Artificiale). Il totale degli investimenti diretti effettuati da Terna Forward ammonta a circa 7 milioni di euro.
Terna Forward partecipa anche come Limited Partner dei comparti “Energy Tech” e “Infra Tech” del Fondo Corporate Partner I di CDP Venture Capital, che ha già effettuato numerosi investimenti in tecnologie digitali e sostenibili per la transizione energetica. Inoltre, con l’obiettivo di presidiare con sempre maggiore efficacia il panorama del Corporate Venture Capital, nonchè di sostenere al meglio le proprie attività di investimento, Terna Forward ha aderito a due fra le più importanti associazioni in questo settore: Italian Tech Alliance e AIFI – Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt.
Nella sezione “Corporate Venture” del sito web Terna Ideas (https://ternaideas.terna.it/) sono disponibili maggiori dettagli sulla strategia di investimento di Terna Forward.

– Foto ufficio stampa Terna –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Conou, Piunti “Dall’olio usato un risparmio di 120 milioni l’anno”

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MILANO (ITALPRESS) – Trasformare un rifiuto pericoloso in una risorsa preziosa, risparmiando 120 milioni di euro all’anno sulle importazioni e riducendo le emissioni di CO2 di 100 mila tonnellate. A renderlo possibile è il Conou, il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati.
“Il consorzio è un esempio virtuoso di cooperazione tra imprese che operano nella filiera degli oli minerali”, spiega Riccardo Piunti, presidente del Conou, in un’intervista a Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy. “Sono 60 le imprese coinvolte: due si occupano della rigenerazione e le altre 58 della raccolta in tutte le regioni italiane, operando in 103 mila punti diversi tra meccanici, fabbriche e officine”, prosegue Piunti.
Il sistema dà lavoro a circa 2 mila persone e genera un fatturato che sfiora il miliardo di euro. Nel 2024 sono state raccolte 190 mila tonnellate di olio minerale usato, una sostanza altamente pericolosa, tossica e cancerogena che, se non trattata correttamente, rappresenterebbe un grave problema ambientale.
“Attraverso un’attenta selezione e differenziazione, portiamo questo olio agli impianti di rigenerazione – tre stabilimenti in Italia di due imprese – dove viene ritrasformato in olio lubrificante nuovo – continua Piunti -. La qualità degli oli rigenerati è identica a quella degli oli vergini, tanto che sul mercato hanno le stesse quotazioni internazionali. Circa un terzo degli oli lubrificanti utilizzati in Italia proviene dalla rigenerazione, anche se i consumatori spesso non ne sono consapevoli”.
Il processo di rigenerazione comporta enormi vantaggi ambientali ed economici. Evitando di importare petrolio da Russia, Arabia Saudita o Medio Oriente per produrre nuovi lubrificanti, si risparmia l’intero ciclo di estrazione, trasporto via nave, raffinazione e distribuzione. Questo si traduce in una riduzione significativa delle emissioni di CO2, nel minor utilizzo di milioni di metri cubi d’acqua e nella diminuzione di altre sostanze inquinanti rilasciate nell’atmosfera.
Gli oli lubrificanti rigenerati trovano impiego in numerosi settori produttivi. “Sono utilizzati nei motori e in numerosi processi di fabbricazione”, illustra il presidente. “Per esempio, nella lavorazione dell’alluminio servono come strato protettivo fluido tra lo stampo e il metallo fuso, impedendo che lo stampo si rompa per lo shock termico”.
Il fiore all’occhiello del sistema italiano è il tasso di rigenerazione: il 98% dell’olio raccolto viene trasformato in nuova risorsa, contro una media europea del 61%. “Altri Paesi europei sanno che la rigenerazione è prioritaria secondo le direttive UE, ma non riescono a raggiungere questi risultati perchè non hanno un modello organizzativo adeguato”, sottolinea Piunti.
Il segreto del successo italiano risiede proprio nel modello consortile, nato 41 anni fa e poi replicato in altre filiere come alluminio, carta e vetro. “Al centro del sistema c’è un arbitro indipendente, unico e senza fine di lucro, che non partecipa al gioco economico ma orienta le imprese nella direzione ambientale”, spiega il presidente. “Questo modello funziona perchè l’economia circolare non è spontanea: servono incentivi e coordinamento per far muovere le imprese nella direzione giusta”.
Paesi come Grecia e Spagna, che hanno adottato sistemi simili, ottengono risultati migliori rispetto al centro-nord Europa, dove manca questo tipo di organizzazione. “Dobbiamo pensare al rifiuto come a una risorsa fin dall’origine”, conclude Piunti, che cita l’economista Kenneth Boulding e la sua metafora dell’”astronave Terra”: “Siamo 8 miliardi di astronauti su un’astronave da cui non possiamo scendere. Il nostro modo di consumare e trattare i rifiuti deve tenerne conto”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Quattro arresti per pedopornografia online, 17 indagati in tutta Italia

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FIRENZE (ITALPRESS) – Al termine di un’articolata indagine della Polizia di Stato, che ha impegnato i poliziotti del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per la Toscana, sono state eseguite 17 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati, di cui 4 tratti in arresto, per detenzione e diffusione di materiale pornografico realizzato con l’utilizzo di minori degli anni 18.

L’attività, scaturita dall’analisi di un dispositivo informatico sequestrato durante un’altra operazione di contrasto alla pedopornografia online, ha consentito di localizzare in Italia 17 utenti, ritenuti responsabili di scambiare contenuti di pornografia minorile.

Gli investigatori, per diversi mesi, hanno monitorato le condotte dei profili sospettati, rilevando che scaricavano e, in alcuni casi, condividevano video e immagini raffiguranti minori, utilizzando una nota applicazione di messaggistica istantanea.
Ulteriori approfondimenti, sia tradizionali che tecnici, hanno consentito di identificare gli utenti, tutti uomini tra i 20 e i 70 anni, residenti in diverse Regioni italiane, alcuni dei quali con pregiudizi specifici.

Sulla scorta degli elementi raccolti, la Procura presso il Tribunale di Firenze ha emesso i decreti di perquisizione, che sono stati eseguiti contestualmente, con l’impiego di oltre 50 operatori della Polizia Postale di Toscana, Sardegna, Lombardia, Campania, Sicilia, Lazio, Piemonte e Veneto, coordinati dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO) del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica.

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Durante l’operazione sono stati rinvenuti decine di migliaia di files di pornografia minorile, in alcuni casi anche classificati meticolosamente per categorie di interesse.

Il possesso di ingente quantità di materiale ha consentito di procedere all’arresto, in flagranza, di quattro dei destinatari dei provvedimenti, mentre i restanti indagati sono stati denunciati a piede libero, salvo 3 irreperibili.

– foto screenshot video Polizia di Stato –
(ITALPRESS).

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