Seguici sui social

Cronaca

Trapianto del microbiota fecale, Policlinico di Milano all’avanguardia

Pubblicato

-

MILANO (ITALPRESS) – Nel nostro Paese sono pochi i centri dedicati alla cura via trapianto di microbioma dell’infezione da Clostridioides difficile, batterio la cui presenza è associata un’alterazione della flora intestinale che causa diarrea, colite e, nei casi più gravi, la perforazione del colon con un elevato indice di mortalità. Da poco, il Policlinico di Milano è stato accreditato dal Centro Nazionale Trapianti per eseguire il trapianto del microbiota fecale umano (FMT) che ha riconosciuto e avallato l’innovativa procedura ideata dai professionisti della Gastroenterologia ed Endoscopia, dalla Medicina Trasfusionale e dalla Microbiologia e Virologia del Policlinico di Milano divenendo così anche il primo centro autorizzato per questo intervento in Lombardia.
Per comprendere qual è la novità, però, è bene sapere cos’è il trapianto del microbiota fecale: si tratta di somministrare la componente batterica “buona” a persone con patologie associate a un disequilibrio della flora intestinale attraverso le feci di un donatore sano. Questa pratica è autorizzata in Italia soltanto per la cura delle infezioni recidive da Clostridioides difficile, patologia di cui negli ultimi anni si assiste a un aumento dei casi e colpisce soprattutto i pazienti più anziani.
La difficoltà principale oggi nell’esecuzione del FMT, sta nell’individuare persone idonee alla donazione. Da qui la soluzione avanzata dal team di lavoro del Policlinico di Milano diretto da Flavio Caprioli, gastroenterologo responsabile del Programma e del Centro FMT: attingere dall’ampia platea di quanti donano periodicamente il sangue, ossia soggetti sani, dallo stile di vita bilanciato e propensi ad aiutare il prossimo. In questo modo si ottiene il doppio risultato di aumentare il reperimento di donatori idonei e unire sotto una unica supervisione le fasi di selezione dei donatori; raccolta di unità per la donazione, conservazione e analisi dei campioni; selezione del ricevente e somministrazione del trapianto.
Il risultato è il frutto di un impegno di anni dell’ampio team di ricerca che include la Gastroenterologia ed Endoscopia sotto la direzione di Maurizio Vecchi, insieme alla Medicina Trasfusionale sotto la direzione di Daniele Prati e al team della Microbiologia e Virologia dell’Ospedale diretto da Annapaola Callegaro.
In pratica, quel che per tutti è materiale di scarto, qui diventa un bene prezioso.
La valutazione di idoneità per la donazione delle feci comprende approfondimenti anamnestici, ematici e, solo in seconda battuta, l’analisi biologica e microbiologica dei campioni ricevuti. Altro fattore cruciale è la variabile tempo: le persone che superano la prima fase di osservazione sono considerate idonee per 4 settimane, mentre il tempo massimo che deve passare tra analisi con esito positivo e l’effettiva donazione non può superare i 4 giorni.
Gli operatori del Centro Trasfusionale del Policlinico di Milano sono in grado di intercettare durante le donazioni di sangue, profili aderenti a intraprendere l’iter per diventare anche donatori di microbiota. Ogni indagine prevede un doppio controllo prima che il materiale raccolto possa essere effettivamente inserito nella biobanca dell’Ospedale, procedura necessaria per garantire totale sicurezza prima e dopo l’intervento.
“L’esperienza del Centro Trasfusionale nella gestione delle donazioni e nel mantenimento degli standard di sicurezza favorisce la garanzia del rispetto delle normative, ma la normativa italiana non prevederebbe un coinvolgimento diretto dei reparti di Medicina Trasfusionale – dichiara Daniele Prati, direttore della Medicina Trasfusionale del Policlinico di Milano -. Esperienze positive in questo senso riguardano il Nord Europa e l’Australia e per questo motivo negli ultimi anni in Ospedale abbiamo iniziato un percorso per implementare questo programma con il supporto della Direzione Scientifica”.
Il trapianto di microbiota fecale è una pratica a basso grado di invasività e di breve durata. La procedura prevede una iniziale terapia antibiotica e la preparazione intestinale prima del trapianto, eseguito in endoscopia tramite una colonscopia, o attraverso clistere. La biomassa da traferire paziente viene rilasciata dalla biobanca dell’Ospedale con una procedura simile a quanto avviene per le unità di sangue. Il paziente è dimesso dopo una degenza che non supera le 72 ore.
La ricerca, però, non si ferma mai e lo sguardo si allarga già a nuovi sviluppi del trapianto fecale per il trattamento di altre patologie.
“Le prospettive sono ampie e molte ricerche già avviate nel mondo iniziano a portare solide conferme verso manifestazioni infiammatorie dell’intestino comuni come la colite ulcerosa e la malattia di Crohn – dichiara Flavio Caprioli, gastroenterologo ed endoscopista al Policlinico di Milano e responsabile del Programma e del Centro FMT -. Nei pazienti oncologici, il trapianto di microbiota intestinale potrebbe contrastare gli effetti collaterali dovuti alle terapie in caso di melanoma, leucemia mieloide acuta, tumore al polmone. Anche nel trapianto del midollo emopoietico esistono dati preliminari relativi alla riduzione o alla prevenzione degli effetti collaterali cronici intestinali”.
Altri campi già coinvolti nello studio sulle possibilità terapeutiche del trapianto del microbiota intestinale riguardano le patologie neurologiche come il Parkinson e la depressione. Si guarda con fiducia anche ai primi risultati sui benefici nel trattamento delle malattie metaboliche come il diabete mellito di tipo 2.
“Poter organizzare l’intero iter del trapianto del microbiota fecale in Policlinico di Milano è un unicum che ci rende molto orgogliosi – dichiara Matteo Stocco, direttore generale del Policlinico di Milano -. Lo studio e l’analisi della fattibilità di questa procedura è il frutto di un’intuizione dei nostri specialisti e ricercatori che da anni hanno creduto in un metodo che potesse garantire a donatori e riceventi un servizio sicuro, altamente specializzato e vicino alle esigenze dei nostri pazienti e di chi in modo ricorrente dona il sangue al nostro Centro Trasfusionale”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

Advertisement

Cronaca

Controlli sugli orari delle slot machines a Varese, sanzionati 16 gestori

Pubblicato

-

VARESE (ITALPRESS) – I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Varese, nel primo quadrimestre di quest’anno, hanno intensificato le specifiche attività operative nell’ambito del dispositivo di controllo economico del territorio, eseguendo mirati e specifici accertamenti presso i locali e le sale gioco ove sono allocate, esercenti attività di gioco offerta anche mediante apparecchi “AWP” (Amusement With Prizes) e “VLT” (Video Lottery Terminal), in considerazione di un fenomeno che evidenzia dati sempre più rilevanti, atteso l’ultimo monitoraggio disponibile del giocato nella provincia di Varese, relativo al 2023, ammonta a circa 2 miliardi di euro.

Le Fiamme Gialle varesine hanno portato a termine diverse operazioni di servizio in tutta la provincia, anche nei comuni di Bisuschio, Cocquio Trevisago e Uboldo, che hanno di recente adottato provvedimenti in materia, con conseguente irrogazione di sanzioni amministrative pecuniarie nei confronti di 16 pubblici esercizi, responsabili di avere violato le Ordinanze emanate dai Sindaci (e i connessi Regolamenti approvati dai Consigli Comunali) per la prevenzione e il contrasto delle patologie (ludopatia) e delle altre problematiche legate al gioco d’azzardo lecito.

I finanzieri hanno riscontrato, anche tramite l’utilizzo di un performante applicativo in uso alla Polizia Economico-Finanziaria, denominato “SCAAMS”, la messa in funzione di alcuni apparecchi da intrattenimento, in violazione delle predette limitazioni orarie, procedendo quindi alla contestazione degli illeciti rilevati e della sanzione amministrativa pecuniaria, per un totale complessivo nel massimo di circa 160.000 euro, in forza della Legge n. 689/1981 e del T.U.L.P.S. (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza).

Altresì, nell’ambito delle predette attività, sono stati eseguiti mirati controlli di polizia economico finanziaria per finalità antiriciclaggio, finalizzati al riscontro del rispetto delle disposizioni di cui al D.Lgs. n. 231/2007 in materia di identificazione, registrazione e comunicazione dei dati relativi alla clientela, nonché un controllo relativamente al registratore di cassa, con particolare riferimento ai pagamenti effettuati tramite POS. I dati e le informazioni così acquisiti saranno oggetto di successivo approfondimento operativo.

Advertisement

– foto ufficio stampa Guardia di Finanza –

(ITALPRESS).

Leggi tutto

Cronaca

Alla Caritas di Milano murale di Papa Francesco con un giubbotto salvagente e il piccolo migrante morto

Pubblicato

-

MILANO (ITALPRESS) – Nel cuore di Milano, sui muri della Caritas Ambrosiana, prende forma una nuova icona del nostro tempo: “Franciscus – The Hope”, il murale firmato dall’artista contemporaneo aleXsandro Palombo, che rende omaggio alla figura di Papa Francesco, recentemente scomparso. Un’opera potente, intrisa di simbolismo, che parla al presente e alla coscienza collettiva. Papa Francesco è ritratto con il saio francescano, emblema della povertà e della rinuncia, e un giubbotto di salvataggio arancione, simbolo di speranza per i migranti che attraversano il mare.

Ai suoi piedi, il corpo senza vita del piccolo Alan Kurdi, il bambino siriano diventato simbolo globale della tragedia migratoria. L’immagine è dura ma necessaria: tipica dello stile Palombo che non lascia mai spazio all’indifferenza. Come una Pietà contemporanea, Papa Francesco accoglie il corpo del piccolo Alan Kurdi come Maria il Figlio: un’icona urbana che eleva la compassione al rango di gesto sacro, Francesco si fa ponte tra l’umano e il sacro, protettore degli ultimi e testimone silenzioso del dolore del mondo. L’opera viene svelata nei giorni dei Novendiali, mentre la Chiesa universale si prepara a eleggere un nuovo Pontefice. La scelta non è casuale: aleXsandro Palombo sceglie il tempo del lutto e della riflessione per imprimere nel tessuto urbano una memoria visiva forte, indelebile.

L’artista, già autore del celebre murale “Caritas” – in cui Papa Francesco veniva ritratto come un clochard – torna a far parlare i muri con un linguaggio diretto, capace di toccare corde profonde, là dove le parole spesso falliscono. La scelta di realizzarlo presso la Caritas Ambrosiana racchiude in sé un profondo messaggio di speranza, nel luogo che da decenni incarna l’impegno verso gli ultimi, promuove accoglienza, sviluppo umano, giustizia sociale, il luogo dove il messaggio di Francesco ha sempre trovato eco e continuità.

“Franciscus – The Hope” Francesco si fa ponte tra l’umano e il sacro, protettore degli ultimi e testimone silenzioso del dolore del mondo. Ringraziamo di cuore @alexsandropalombo, che ha deciso di realizzare sul muro di ingresso di Caritas Ambrosiana questo splendido murales, un’opera che non passa inosservata e che colpisce dritto al cuore”. Questo il commento della Caritas affidata al suo canale Instagram.

Advertisement

– foto ufficio stampa aleXsandro Palombo –

(ITALPRESS).

Leggi tutto

Cronaca

Rapine violente con la scusa della sigaretta, due uomini fermati a Milano

Pubblicato

-

MILANO (ITALPRESS) – La Polizia di Stato di Milano ha sottoposto a fermo di polizia giudiziaria due cittadini romeni di 26 e 48 anni, senza fissa dimora, ritenuti responsabili della rapina commessa ai danni di un 28enne italiano nelle prime ore dello scorso giovedì 17 aprile. Quella notte, mentre camminava poco dopo la mezzanotte in via Lorenteggio, il giovane milanese ero stato avvicinato da due persone che, prima gli hanno chiesto una sigaretta, e poi, dopo aver ricevuto risposta negativa, lo hanno minacciato per ottenere dei soldi: se non li avesse consegnati, il 26enne indagato gli avrebbe tagliato la gola mimando, con la catenina che aveva avvolta nella mano, il gesto dello strangolamento.

Dato che la vittima aveva soltanto 40 euro nel proprio portafoglio, i rapinatori l’hanno condotta, sotto minaccia, presso un vicino sportello bancomat per costringerla a effettuare due operazioni di prelievo per un importo totale di 350 euro di cui poi si sono impossessati. Nei giorni scorsi, gli agenti della Squadra Investigativa del Commissariato Porta Genova, che avevano subito avviato le indagini sulla base della denuncia sporta e della visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, nel corso di un servizio straordinario di prevenzione e controllo del territorio, hanno notato, in via Lorenteggio angolo via Redaelli, un giovane che camminava guardandosi attorno con fare sospetto, stringendo con la mano destra una catena in metallo bianco.

Subito riconosciuto come uno dei due rapinatori, i poliziotti hanno fermato il 26enne, che era vestiva ancora gli stessi abiti indossati nel corso della rapina, e, sottoposto a fermo, lo hanno condotto a San Vittore. Il giorno successivo, verso le ore 19, in piazza Tirana, gli agenti del Commissariato Porta Genova hanno individuato, grazie alla sua lunghissima barba bianca, e fermato anche il connazionale 48enne.

A seguito dell’attività investigativa svolta, il 26enne romeno è stato, inoltre, ritenuto l’autore di altre cinque violente rapine commesse negli ultimi due mesi: il 26.02.2025, alle ore 11.45 circa, in viale Misurata, aveva rapinato di 80 euro una cittadina filippina di 70 anni e, dopo averla minacciata con un punteruolo metallico lungo 20 cm, l’aveva spinta terra e derubata della borsa prima di fuggire; il primo marzo, alle ore 03.45 circa, in piazza Bolivar, dopo aver ricevuto risposta negativa alla richiesta di una sigaretta, ha minacciato con un’arma da taglio un 22enne italiano che, spaventato, gli ha consegnato i bracciali che indossava, gli auricolari e il proprio portafoglio.

Advertisement

Il 15 marzo, inoltre, poco dopo la mezzanotte in via dei Tulipani, sempre con la scusa di una sigaretta aveva avvicinato una ragazza di 24 anni prima di strapparle il telefono dalle mani e colpirla con pugni al volto per farla desistere dal tentativo di riprendere lo smartphone; una settimana dopo, il 23 marzo in mattinata, in piazza Frattini, aveva colpito con pugni al volto e alla schiena un 72enne che non aveva dato retta alla sua richiesta di sigaretta: dopo averlo minacciato di ferirlo con un coltello, aveva obbligato l’anziano a prelevare dei soldi allo sportello bancomat senza riuscirci.

Il 29 marzo, infine, sempre pochi minuti dopo la mezzanotte in piazza Frattini, aveva strappato con forza un anello dal volare di 400 euro a un ragazzo di 20 anni, prima di fuggire. I poliziotti hanno convocato presso il Commissariato Porta Genova le vittime di questi episodi per sottoporle all’esame di individuazione fotografica riconoscendo quale autore delle cinque rapine il 26enne indagato che, durante le fasi del fermo, ha reso spontanee dichiarazioni ammettendo tutti i fatti a lui ascritti.

– foto screenshot video Polizia di Stato –

(ITALPRESS).

Advertisement

Leggi tutto
Advertisement


Agenzia Creativamente Itinerari News Pronto Meteo
Casa e consumi by Altroconsumo

Primo piano

LombardiaLive24 by Agenzia Creativamente P. IVA 02607700180 COPYRIGHT © 2021-2025 ALL RIGHTS RESERVED: LOMBARDIALIVE24 BY AGENZIA CREATIVAMENTE.
Sito creato da Emanuele Bottiroli. © Tutti i diritti riservati. I nomi e i loghi delle testate giornalistiche edite da Agenzia CreativaMente Editore sono registrati presso il Tribunale di Pavia e la Camera di Commercio di Pavia. È vietato qualsiasi utilizzo, anche parziale, dei contenuti pubblicati, inclusi la memorizzazione, la riproduzione, la rielaborazione, la diffusione e la distribuzione degli stessi, su qualsiasi piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza preventiva autorizzazione scritta.