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Economia

Urso “Turismo e industria creativa sono il Soft Power italiano”

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ROMA (ITALPRESS) – “Se l’hard Power è la capacità di coercizione, ossia l’uso della forza per piegare la volontà di un altro soggetto, minacciando un prezzo da pagare se non adegua il suo comportamento, il soft Power lavora sul concetto di attrazione, ossia di influenza. Il soft power non esclude un concetto verticale di superiorità qualitativa di un bene, di un prodotto, di un paesaggio, di un’opera d’arte, ma non la impone perchè chi detiene questa capacità confida nella qualità del suo prodotto, del suo bene, del suo territorio, e lascia che siano gli altri a scegliere”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso nel suo videomessaggio alla quinta conferenza sul Soft Power, organizzata dal Soft Power Club, l’associazione internazionale fondata e presieduta da Francesco Rutelli.
“L’Italia – ha proseguito – è chiaramente un Paese con la vocazione per il soft Power, chi altri se non noi? La bellezza, la qualità, la ricchezza culturale, la creatività, la posizione geografica del nostro paese nel Mediterraneo, crocevia di popoli e mare della connettività, sono tutti fattori che ci portano naturalmente a investire su questo tipo di relazioni con gli altri Stati. Il made in Italy è forse il simbolo mondiale più importante del concetto di soft Power, la sua applicazione concreta. Vi sono due filiere particolari che esprimono al meglio tutto ciò: quella del turismo è quella delle industrie creative”.
“Il turismo – ha continuato – ha una rilevanza importante nel sistema economico italiano con tre milioni di occupati che equivalgono al 12,7% del totale nel nostro Paese. Sta sviluppando una crescente integrazione con altri settori produttivi e una maggiore esternalizzazione di alcuni servizi. Il turismo visto dalla prospettiva del soft Power spinge alla creazione e valorizzazione di un ‘brand territoriale Italià. Una vera e propria marca Italia che affermi la qualità e sfuggendo alla tentazione low cost e dell’overturismo punti ad agganciarsi alle tematiche ambientali, alla sostenibilità, alla digitalizzazione e all’adeguatezza del sistema dei trasporti. L’altra importante dimensione del soft Power italiano è rappresentato dall’industria creativa che ha vissuto un’evoluzione notevole negli ultimi anni, trainata principalmente dalla trasformazione digitale”.
“Ad oggi – ha aggiunto – l’Italia conta oltre 290.000 imprese, con un valore aggiunto di 37 miliardi di euro e un fatturato di poco inferiore ai 90 miliardi. Numeri significativi, ma ancora distanti da quelli di paesi come Germania, Spagna, Francia, Paesi Bassi. Per colmare questo divario l’Italia si sta muovendo sul piano legislativo a sostegno dell’industria rafforzandola sul piano regionale e valorizzandola rispetto alle altre attività della nicchia. Qui sarà fondamentale – ha concluso Urso – connettere le industrie creative con quella del turismo e riconoscere l’interazione tra il settore organizzazioni no profit nel promuovere il mercato della cultura”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Economia

Confcommercio, a Bologna le economie urbane del futuro al centro di “InCittà”

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BOLOGNA (ITALPRESS) – Dalla desertificazione commerciale alla mobilità sostenibile, dalle sfide demografiche alle politiche abitative. Sono questi i principali temi che animano la due giorni bolognese di “InCittà – Spazi che cambiano, economie urbane che crescono”, organizzata da Confcommercio a Palazzo Re Enzo, a Bologna. Un evento che ha preso il via questa mattina e a cui hanno partecipato anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale, in dialogo, tra gli altri, col sindaco di Bologna Matteo Lepore, il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, il presidente di Confcommercio Bologna Enrico Postacchini e il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, che parlando dal palco ha detto: “Questo è il patto che proponiamo: istituzioni, imprese e cittadini, pubblico e privato insieme, per le città”. E ancora: “Questa è la nostra visione: città che crescono valorizzando l’impresa e imprese che fanno crescere le città”.
“Un’edizione sulla quale la confederazione ha investito e investirà – ha aggiunto il presidente di Confcommercio Bologna Enrico Postacchini – perchè in una città succede tutto, quello che c’è di bene e di male in una città si crea e si distrugge, la città è il cuore pulsante di una comunità”.
Piantedosi ha invece parlato dell’importanza del settore terziario: “Il terziario commerciale è una delle colonne portanti dell’economia italiana, e a Bologna, storicamente, questo valore è particolarmente evidente”. Il presidente dell’Emilia-Romagna Michele De Pascale ha invece sottolineato: “Accogliere Confcommercio qui a Bologna è un grande onore. E’ un tema che per l’Emilia-Romagna è centrale. La Regione in passato credo che abbia messo in campo una delle leggi più innovative sull’economia urbana, con gli hub urbani”. Hanno dato un contributo anche la presidente della Commissione speciale Ue sulla crisi degli alloggi, Irene Tinagli e il vice presidente della Commissione europea, Raffaele Fitto.
L’evento è stato un’occasione per parlare anche del delicato rapporto tra turismo e vivibilità dei centri storici e del ruolo della cultura e dell’intelligenza artificiale nella trasformazione urbana. Presentata, per l’occasione, un’indagine di Confcommercio sulla desertificazione commerciale nelle città, realizzata da Confcommercio in collaborazione con SWG, secondo cui gli italiani vogliono vivere in quartieri con più negozi di prossimità, luoghi non solo di acquisto e offerta di servizi, ma che costituiscono, insieme agli spazi verdi, il principale elemento che contribuisce alla qualità della vita urbana; ma rappresentano anche veri e propri attivatori di socialità (per il 64% degli italiani), garanzia di cura e pulizia degli spazi pubblici (62%), presidi di sicurezza (60%).
Il desiderio di avere più negozi sotto casa, per 2 italiani su 3, deriva dall’esigenza di avere più opportunità di scelta e ridurre gli spostamenti. Ma la presenza di attività commerciali incide anche sul mercato immobiliare: il valore di un’abitazione situata in un quartiere colpito dalla desertificazione commerciale scende del 16% con un differenziale complessivo che può arrivare al 39% rispetto a un immobile situato in un quartiere ricco di negozi. In ogni caso, negli ultimi 10 anni, gli italiani hanno percepito sempre più chiaramente le chiusure di attività economiche di quartiere, in particolare negozi di articoli sportivi, librerie, giocattoli (55%), abbigliamento, profumerie, gioiellerie (49%), arredamento e ferramenta (46%), alimentari (45%). Un fenomeno che, per la stragrande maggioranza degli italiani, genera un senso di tristezza e contribuisce al calo della qualità della vita.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

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Foti “La manovra probabilmente ci farà rientrare dalla procedura di deficit aperta dall’UE”

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ROMA (ITALPRESS) – “L’Italia, con 3 mila miliardi e oltre di debito pubblico, ha spazi fiscali di bilancio molto limitati. Non è più il tempo di leggi di bilancio ‘spendi e spandi’, oggi è il tempo di manovre rigorose ma che portino una politica di investimenti redditizia. Non è detto che una legge di bilancio di 30 miliardi significhi che è fatta bene e quella di 18 miliardi sia una legge di bilancio fatta male. Perché da una parte si possono buttare via dei soldi, dall’altra si possono spendere quei soldi in modo produttivo che consenta alla nazione, come probabilmente ci permetterà di fare fin da quest’anno, di rientrare dalla procedura di deficit aperta dall’Europa”. Così Tommaso Foti, ministro per gli Affari Europei, il Pnrr e le Politiche di Coesione, nel corso di un incontro con gli studenti dell’Università Lumsa.

– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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Bankitalia, nel terzo trimestre in crescita i prezzi di vendita delle abitazioni

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ROMA (ITALPRESS) – Nel terzo trimestre, secondo i dati della Banca d’Italia, le valutazioni sui prezzi di vendita delle abitazioni si sono rafforzate in gran parte del territorio nazionale, con una crescita più marcata nelle aree urbane del Nord-Est. I margini di sconto si sono ridotti e i tempi medi di vendita sono rimasti sui minimi storici. La quota di agenzie che hanno concluso almeno una compravendita è rimasta su valori elevati per il trimestre estivo. La domanda mostra segnali di recupero: il saldo negativo fra giudizi di aumento e diminuzione dei potenziali acquirenti si è attenuato. L’offerta di immobili continua invece a ridursi, con nuovi incarichi a vendere in ulteriore flessione. Le difficoltà di accesso al credito immobiliare si collocano su livelli molto contenuti.

In un contesto di condizioni creditizie complessivamente favorevoli, la quota di compravendite finanziate con mutuo e il rapporto tra prestito e valore dell’immobile hanno raggiunto i valori più elevati dalla metà del 2022. Sono significative le pressioni al rialzo sui canoni di locazione, su cui incide il fenomeno degli affitti brevi. Nel complesso le prospettive sul mercato immobiliare per il quarto trimestre dell’anno restano favorevoli.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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