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Cronaca

Pogacar vince in solitaria ed è il nuovo campione del mondo

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ZURIGO (SVIZZERA) (ITALPRESS) – Tadej Pogacar è il nuovo campione del mondo di ciclismo. Lo sloveno, per la prima volta iridato, chiude una stagione incredibile. Dopo la vittoria del Giro d’Italia e del Tour de France Pogacar ha trionfato in solitaria nella gara in linea elite dei Mondiali di ciclismo, andati in scena a Zurigo. Partito a 100 chilometri dall’arrivo, e rimasto solo ai -50, il fenomeno della Uae Emirates ha conquistato la prima storica medaglia d’oro per la Slovenia nel ciclismo. Terzo lo scorso anno a Glasgow, Pogacar ha anticipato l’australiano Ben O’Connor, secondo, e l’olandese Mathieu van der Poel, campione uscente, giunto terzo. Nessun italiano nei primi venti classificati della gara odierna.
“Non posso credere a quello che è successo, dopo una stagione in cui c’è stata tanta pressione. La corsa è scoppiata piuttosto presto, non so a cosa stavo pensando, sono semplicemente partito, per fortuna ce l’ho fatta, è stato incredibile”, ha detto il nuovo campione del mondo dopo il trionfo. “Volevo assolutamente questo titolo, ho combattuto per Giro e Tour e quest’anno ho avuto l’opportunità di vincere anche il Mondiale. Dopo una stagione perfetta sono riuscito a raggiungere anche l’ultimo grande obiettivo. Senza la squadra non sarebbe stato possibile, ringrazio tutta la mia Nazionale”, ha aggiunto il raggiante Pogacar.
– foto Image –
(ITALPRESS).

Cronaca

Oli minerali usati, Conou “Italia batte Europa 98%-61%”

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ROMA (ITALPRESS) – Con il 100% della raccolta e oltre il 98% di rigenerazione, la filiera italiana degli oli minerali usati, guidata e vigiliata sin dagli anni ’80 dal consorzio CONOU, conferma ampiamente il proprio ruolo di leadership nel mercato UE, dove la media è ferma al 61%.
Il Rapporto di Sostenibilità 2024 di CONOU, per la prima volta certificato anche nella analisi Life Cycle Assessment (ISO 14040 e ISO 14044), sottolinea anche la crescita delle quantità raccolte: 188mila tonnellate contro le 183mila tonnellate del 2023, nonostante il calo del 2% del mercato grazie all’impulso dei nostri Concessionari a recuperare ovunque anche “l’ultima goccia”.
“La nostra attività di garanti sulla filiera è ispirata a principi di qualità, equità, controllo e fiducia – afferma il Presidente del CONOU Riccardo Piunti – e questo permette di ottenere trasparenza e tracciabilità. Al centro c’è la Qualità: prestiamo grande attenzione alla gestione e alla qualità del rifiuto in entrata e quindi ci atteniamo a scrupolosi standard per l’olio rigenerato in uscita, che deve essere equivalente a quello di prima produzione petrolifera.
Tutto ciò continua a destare grande interesse da parte di Paesi sia europei che extraeuropei, che vogliono approfondire i nostri standard e il nostro modo di funzionare: noi siamo a disposizione di tutti per esportare il ‘modello CONOU’”.
La filiera Conou è composta da 58 Concessionari e 2 Imprese di Rigenerazione e i processi adottati hanno permesso di trasformare un rifiuto pericoloso in nuove basi lubrificanti di elevata qualità, riducendo al minimo il ricorso a termodistruzione e combustione, che insieme hanno interessato meno dell’1,5% del totale. Nel 2024 sono stati eseguiti 6.907 conferimenti presso oltre 103.000 produttori e siti in tutta Italia, il 12% proveniente dall’industria e l’88% da officine meccaniche. La raccolta è stata svolta con 673 automezzi, per un totale di 25,1 milioni di km percorsi.
Oltre il 56% del totale raccolto arriva dal Nord e vede in cima alla lista delle regioni produttrici la Lombardia (21%) seguita dal Veneto (11%); le regioni del Centro contribuiscono con una raccolta del 18% (solo dal Lazio arriva il 7% e la Campania che ne raccoglie l’8%). Il Sud e le isole arrivano al 26%.
A proposito dei mezzi, nell’ambito della strategia di decarbonizzazione della filiera, il Consorzio ha avviato un’iniziativa di promozione su base volontaria dell’utilizzo di HVO (Hydrotreated Vegetable Oil) come alternativa al gasolio tradizionale nei veicoli dei concessionari di raccolta.
Stimati e certificati i vantaggi per l’ambiente e la salute, grazie alla raccolta e alla rigenerazione rispetto al ciclo lineare che non prevede alcuna rigenerazione e riuso degli oli minerali usati, con oltre 90 mila tonnellate di CO2 equivalente evitate (-45% rispetto al ciclo lineare); oltre 7,4 milioni di GJ di combustibili fossili risparmiati (-85%); circa 49 milioni di m³ di acqua risparmiata (-85%); oltre 655 milioni di suolo “qualitativamente” preservato (-91%); riduzione del 42% degli impatti cancerogeni e del 86% dei non cancerogeni e oltre 8 unità di incidenza malattie/particolato evitate, con una riduzione del 91%.
Sul fronte economico-sociale, nel 2024 il sistema CONOU ha generato un impatto diretto di oltre 73,4 milioni di euro, occupando oltre 1.850 persone, con effetti positivi in termini di coesione territoriale, inclusione sociale e sviluppo locale. Il sistema garantisce elevata stabilità occupazionale e presenza capillare sul territorio, contribuendo alla creazione di valore condiviso.
“Siamo un consorzio indipendente e senza fine di lucro – ricorda il presidente Piunti – e la raccolta non richiede contributi pubblici ma utilizza risorse dei soli soggetti consorziati grazie al principio di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR). Guardiamo con attenzione alle nostre tante aziende familiari che affrontano un cambio generazionale e cerchiamo di integrare i potenziali nuovi attori.
Nel frattempo, continuiamo a reprimere l’evasione del contributo ambientale fino all’ultimo euro”.
In un contesto normativo e sociale sempre più attento alla trasparenza, il CONOU ha continuato a rafforzare il proprio impegno in termini di qualità, di rendicontazione e revisione/certificazione; il nostro Rapporto di Sostenibilità è un libro aperto sul passato, sul presente e sul futuro di questa Filiera di eccellenza.
-foto ufficio stampa Conou –
(ITALPRESS).

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Comuni italiani: luci e ombre nel nuovo Rapporto del Centro REP

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ROMA (ITALPRESS) – E’ stato presentato oggi presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati il nuovo Rapporto del Centro di Ricerca sugli Enti Pubblici (REP) di Fondazione Etica, dedicato alla valutazione della capacità dei Comuni capoluogo di provincia italiani di amministrare in modo efficace e trasparente le risorse pubbliche.
Basata sull’Indice di Capacità Amministrativa, l’analisi si distingue per l’utilizzo esclusivo di dati oggettivi e pubblici, obbligatoriamente disponibili sui siti istituzionali degli Enti: nessun questionario, nessuna intervista. Come ha sottolineato Paola Caporossi, co-fondatrice di Fondazione Etica, “la trasparenza non va considerata solo un principio etico, ma una condizione necessaria per conoscere lo stato di salute dei nostri Comuni e aiutarli concretamente a migliorare. Come avrebbe detto Einaudi: conoscere per deliberare”.
L’obiettivo del Rapporto non è la semplice costruzione di una graduatoria, ma la creazione di uno strumento operativo per l’autovalutazione degli Enti, utile anche a decisori pubblici, investitori, banche e cittadini.
Nel corso dell’incontro – aperto da Anna Ascani, Vicepresidente della Camera – Gregorio Gitti e Paola Caporossi, co-fondatori di Fondazione Etica e del Centro REP, hanno illustrato i risultati principali, commentati poi da Giuseppe Busìa (Presidente ANAC), Andrea Montanino (Chief Economist di Cassa Depositi e Prestiti), Paolo Vicchiarello (Capo Dipartimento della Funzione Pubblica) e
Massimo Garavaglia, Presidente della Commissione Finanze del Senato.
L’analisi copre tutti i 109 Comuni capoluogo e valuta sei macroaree: bilancio, governance, personale, servizi, appalti e ambiente, con un approccio ispirato ai criteri ESG.
Le evidenze principali: Solo 24 Comuni raggiungono la fascia “Good”, mentre nessuno arriva ai livelli “Very Good” o “Excellent”. La maggior parte – sulla scala da 1 a 100 – si attesta tra 40 e 59 punti, una fascia intermedia che quasi ricorda gli studenti che finiscono l’anno in bilico, con voti tra il 5 e il 6.
Ogni Comune mostra punti di forza e di debolezza: Bologna, tra i benchmark, presenta però investimenti ambientali molto bassi. Persistono differenze geografiche, ma non senza sorprese: Imperia e Biella, al Nord, sono sotto la sufficienza, mentre Cagliari si distingue tra i 12 Comuni più efficienti e trasparenti.
Buone performance anche da Sassari, Nuoro, Carbonia e Bari.
Non esiste una relazione diretta tra dimensioni demografiche o reddito e buona amministrazione: Gorizia e Mantova, pur piccoli, ottengono risultati solidi, mentre Roma e Napoli restano sotto la sufficienza. Come sottolineato da Gregorio Gitti, “I risultati restituiscono un quadro con luci e ombre, del quale il decisore istituzionale – italiano ed europeo – dovrebbe tenere conto nella pianificazione di politiche pubbliche, nell’allocazione di risorse finanziarie dello Stato tra gli Enti locali, e nell’elaborazione di riforme di semplificazione e rafforzamento amministrativo”.
Il divario più ampio tra i Comuni si osserva nelle sei macroaree analizzate: nei Servizi, ad esempio, il punteggio oscilla tra 85 e 1. Indicatori chiave – Gestione del patrimonio immobiliare: Milano guida con 80 euro pro capite di saldo attivo, seguita da Firenze (56 euro), Treviso (44 euro) e Cagliari (26 euro), unico Comune del Sud tra i primi 10.
Digitalizzazione: Venezia investe oltre 33.000 euro ogni 1.000 abitanti, mentre quasi un Comune su cinque (tra cui Imperia, Biella, Rieti) non ha investito nulla.
Indebitamento: Barletta, Crotone e Pisa sono tra i meno indebitati. Roma appare contenuta (607 euro/ab), grazie a interventi statali straordinari.
Debiti verso fornitori: si passa dai 68 euro p.c. di Vicenza ai 2.230 euro p.c. di Cosenza.
Esternalizzazione dei servizi: Milano e Taranto hanno esternalizzato oltre il 50% dei servizi, superando la media nazionale del 31% rilevata in 57 Comuni.
Disparità di personale: a parità di abitanti, Avellino ha meno della metà dei dipendenti a tempo indeterminato di Pordenone, mentre Trento ne ha più del doppio rispetto a Pescara.
Affidamenti diretti: preoccupano i dati di Comuni come Fermo (94%) e Lucca (97%), con percentuali vicine al 100%.
Investimenti ambientali: Reggio Calabria e Isernia (oltre 90 euro/ab) guidano la classifica, mentre Trani e Teramo non investono nulla; Vercelli, Livorno e Savona restano sotto l’euro.
-foto ufficio stampa REP –
(ITALPRESS).

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Banca del Fucino, a L’Aquila un nuovo modello di housing universitario

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L’AQUILA (ITALPRESS) – Banca del Fucino ha presentato oggi, presso il Comune dell’Aquila, il progetto “Student House Le Cannelle”, un’iniziativa di housing universitario innovativa e sostenibile che sorgerà nei pressi della storica Fontana delle 99 Cannelle, simbolo della città.
L’intervento si inserisce nell’ambito dell’impegno della Banca nel promuovere investimenti coerenti con i principi ESG, con particolare attenzione, in questo caso, al potenziamento delle infrastrutture sociali.
Il progetto si distingue come il più significativo tra le iniziative di studentato universitario seguite finora da Banca del Fucino, attraverso la propria controllata Igea Digital Bank e in particolare la Direzione Green Advisory, nell’ambito del DM MUR n. 481 del 26 febbraio 2024, sia per impatto urbanistico e sociale – trattandosi di un’area interessata da un importante processo di riqualificazione post-sisma – sia per il valore simbolico, che esso assume nel quadro della rinascita della città.
I lavori, avviati nell’aprile 2025, saranno completati in 13 mesi. Tutto il processo, dal modello gestionale allo sviluppo, è ispirato ai principi di sostenibilità ambientale, digitalizzazione e accessibilità economica.
L’investimento complessivo superiore ai 20 milioni di euro, vede un primo finanziamento di circa 2,3 milioni di euro, messo a disposizione dalla Banca del Fucino tramite la controllata Igea Digital Bank, e si fonda sulla sostenibilità economica, finanziaria e sociale del progetto, peraltro supportato da fondi pubblici derivanti dal MUR/PNRR e dal locale Ufficio per la Ricostruzione, a conferma del valore strategico dell’iniziativa per il territorio.
Lo studentato ospiterà 425 studenti dall’Italia e dall’estero e sarà dotato di spazi multifunzionali e dedicati, tra cui aule studio, sala musica, palestra, caffetteria e area ristorazione, caratterizzati da un approccio architettonico e gestionale innovativo e tecnologico. E’ prevista anche la realizzazione di un grande parco verde con campi da padel e percorsi sportivi, pensato per promuovere il benessere fisico e la socialità.
Alla presentazione odierna hanno partecipato le istituzioni con il Sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e l’ing. Manuela Manenti, Commissario Straordinario per gli Alloggi Universitari. E’ intervenuto anche Gianni Letta, già Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Sergio Pasanisi, Architetto e Urbanista. Per Banca del Fucino, è intervenuto il Presidente Mauro Masi.
“La realizzazione dello studentato ‘Le Cannellè rappresenta un elemento fondamentale nella strategia di rafforzamento del diritto allo studio che, come amministrazione comunale, stiamo portando avanti con determinazione. Questo progetto, fortemente innovativo, si inserisce in un disegno più ampio che vede la nostra città sempre più al centro di un sistema universitario attrattivo, sostenibile e inclusivo. Penso al progetto del Collegio Ferrante d’Aragona, nato da un’intesa tra Comune dell’Aquila e istituti di formazione universitaria e post universitaria cittadini. Grazie a Banca del Fucino per aver creduto nella città e nel suo potenziale, scegliendo di investire in un progetto dal grande valore sociale strettamente collegato alla formazione. La valorizzazione delle aree interne, infatti, passa anche e soprattutto, dalla capacità di ospitare ricerca e formazione di eccellenza. Ed è così che si costruisce un futuro sostenibile: creando poli attrattivi che non svuotano, ma rigenerano, restituendo valore ai territori”, così il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.
“Il progetto Student House Le Cannelle si pone come esempio concreto di collaborazione tra pubblico e privato per rispondere alla crescente domanda di alloggi universitari accessibili e di qualità, contribuendo alla realizzazione degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di potenziamento del diritto allo studio, che punta alla creazione di 60.000 nuovi posti letto entro metà 2026”, ha spiegato Mauro Masi, Presidente di Banca del Fucino.

– News in collaborazione con Banca del Fucino –
– Foto ufficio stampa Banca del Fucino –

(ITALPRESS).

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