Economia
Giorgetti “Prospettive incoraggianti per la crescita”
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3 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Il robusto interesse degli investitori per i nostri titoli di Stato, la significativa riduzione dello spread e le positive valutazioni delle agenzie di rating testimoniano l’importanza della stabilità politica e della prudenza nella politica di bilancio che il governo ha saputo assicurare i primi due anni di mandato”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante un’audizione sulla manovra nelle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. “Il disegno di legge di bilancio conferma questa impostazione, continuando a sostenere il sistema economico e ridurre l’impatto sulle famiglie dell’incertezza che caratterizza il contesto internazionale, con interventi coerenti con il percorso di aggiustamento fiscale che l’Italia si è impegnata a realizzare nel Piano strutturale di bilancio di medio termine”.
“Le prospettive di crescita a breve termine risultano nel complesso ancora incoraggianti: i modelli di previsione interni lasciano ritenere che nel trimestre finale dell’anno il PIL dovrebbe tornare in espansione. Promuovere la domanda, in un contesto di grande incertezza, è una delle chiavi cruciali per realizzare la crescita prevista per il 2025 – ha sottolineato Giorgetti -. Il quadro è sicuramente ancora molto incerto, le previsioni per il 2025 sono coerenti con una ripresa della domanda interna, di cui un elemento essenziale rappresentato dall’accelerazione degli investimenti legati al Pnrr e con il miglioramento del contesto di fondo dell’economia europea”.
“Le risorse derivanti dal concordato preventivo introdotto nel decreto legge fiscale non sono state considerate per ragioni prudenziali nell’ambito delle coperture. Solo una volta quantificate potranno essere destinate, come previsto dalla legislazione vigente, al finanziamento di interventi di riduzione della pressione fiscale”, ha spiegato il ministro.
“La manovra reperisce ulteriori risorse destinate al finanziamento degli interventi previsti” che sono “ottenute principalmente attraverso misure di riduzione e razionalizzazione della spesa dei ministeri, dalle quali si attendono risparmi in termini di saldo netto da finanziare pari a circa 5,2 miliardi nel 2025, 4 miliardi nel 2026, 3,5 miliardi nel 2027. In ogni caso, fermo restando il conseguimento dei risparmi di spesa previsti e a invarianza di effetti sui saldi di finanza pubblica, i ministeri dispongono di ampi margini di flessibilità per rimodulare le riduzioni nell’ambito dei propri bilanci”, ha spiegato Giorgetti.
– Foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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Economia
Forum CDP, under 35 consapevoli su sostenibilità e preoccupati per l’IA
Pubblicato
18 minuti fa-
30 Gennaio 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Consapevolezza su sostenibilità e preoccupazione soprattutto sull’Intelligenza Artificiale. Sono questi i sentiment più ricorrenti tra i cittadini italiani riportati nell’indagine BVA Doxa “Gli italiani tra sostenibilità e intelligenza artificiale: generazioni a confronto”, presentata a Milano nel corso della terza edizione del Forum Multistakeholder organizzato da Cassa Depositi e Prestiti (CDP).
Ne emerge un quadro articolato caratterizzato da una forte conoscenza trasversale da parte degli intervistati delle tematiche ESG senza significative differenze tra le diverse generazioni: il 90% degli intervistati (18-74 anni) ha sentito parlare di tematiche ESG con una percentuale che sale al 92% nella fascia 18-34 anni per raggiungere il 95% in quella 14-17.
L’80% circa degli intervistati dell’intero panel considera inoltre il rispetto dei fattori ESG una necessità con una crescita di 13 punti percentuali rispetto al 2023. Ma tra gli Under 35 emergono elementi che segnalano un cambiamento nell’approccio, improntato a una maggiore concretezza e pragmaticità, segnali di una presa di coscienza delle difficoltà del percorso. La sostenibilità per loro conta, ma costa. Se da una parte, ad esempio il panel dei giovani è unito sull’importanza che negli acquisti si scelgano prodotti sostenibili, la disponibilità a pagarli di più scende dal 59% degli Under 25 al 53% degli Under 35.
Per questi ultimi lo sviluppo sostenibile non passa solo dalle politiche governative: l’85% dichiara di impegnarsi in pratiche green concrete. Inoltre, le nuove generazioni appaiono più motivate a fare la propria parte nella transizione ecologica se le iniziative a cui prendere parte prevedono un guadagno anche per sè stessi.
Guardando alla creazione di nuovi posti di lavoro, la maggior parte dei 18-34enni ritiene ancora che la sostenibilità abbia un impatto positivo sull’occupazione ma sale al 18% rispetto al 2023 la quota di coloro che crede che invece abbia effetti negativi. Il cambiamento climatico rimane la prima preoccupazione alla quale i giovanissimi associano i timori legati alle guerre e ai conflitti (al primo posto tra le paure dei 14-17enni).
Inoltre, forti dubbi accompagnano l’ingresso dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana, a cui ormai, stando all’indagine, si fa ricorso in media circa tre volte a settimana. Il rischio che l’IA possa “sopraffare” le persone è condiviso dal 72% degli intervistati senza differenze sostanziali tra le fasce d’età e con allarmi che riguardano campi come quello della privacy, del lavoro e dell’informazione.
Oltre il 75% dei ragazzi ritiene che le Istituzioni e nello specifico anche Cassa Depositi e Prestiti possano giocare un ruolo importante nella crescita sostenibile del Paese e oltre l’80% del campione crede che CDP possa consolidare e rafforzare le attività in questo settore.
Una funzione fondamentale e crescente viene riconosciuta dai giovani anche all’istruzione. Per il 70% degli Under 18 la scuola risulta la principale fonte educativa anche se l’assenza di adeguate competenze finanziarie e del concetto di finanza sostenibile è un altro elemento che lega le generazioni intervistate. In controtendenza è la conoscenza di strumenti finanziari tra i giovanissimi (14-17): il 76% conosce infatti almeno un prodotto di risparmio. Al primo posto ci sono i buoni e libretti postali (64%), in cui investirebbe più della metà degli adolescenti (58%).
Secondo il presidente di CDP Giovanni Gorno Tempini “la sostenibilità è ad un crocevia a livello mondiale: la domanda a cui rispondere ora è quale approccio dobbiamo seguire per proteggerne gli aspetti positivi per coniugarla con competitività e crescita, in particolare in Europa”. Ma sul vecchio continente, il presidente lancia anche un monito: “la Cina sta investendo in tecnologia cifre enormi, mentre negli Stati Uniti quando si parla di investimenti sull’IA si parla di centinaia di miliardi. Fintanto che l’Europa rimane divisa in tanti stati membri e tante iniziative che diventano più piccole a livello complessivo e poi molto frammentate, il rischio è che resti tagliata fuori”.
Il forum ha rivolto uno sguardo particolare ai giovani non solo sulla loro consepevolezza sui temi discussi, ma anche sulla necessità di investire molto nella loro formazione. A cominciare dall’educazione finanziaria. “All’inizio della propria carriera un giovane è più preoccupato di altre cose piuttosto che investire, ma l’educazione finanziaria è una materia con tecnicità e se uno non comincia a impratichirsi fin dall’inizio avrà molta piu difficoltà a farlo”, ha aggiunto Gorno Tempini.
“La trasformazione realizzata da CDP negli ultimi anni ha portato al centro sostenibilità e impatto ed è stato un segnale forte che, quale banca promozionale, abbiamo voluto dare al mercato. Abbiamo scelto di mantenere impegni e obiettivi per continuare a fare la nostra parte e accrescere il nostro ruolo al servizio del Paese, consci delle grandi sfide che ci attendono”, ha dichiarato l’amministratore delegato di CDP Dario Scannapieco.
“Vogliamo guardare alla sostanza e alla concretezza dei progetti da finanziare e riconoscere i migliori. In questo percorso CDP sarà tanto più credibile quanto più riuscirà a fare squadra in Italia e in Europa e adattarsi a uno scenario in continua evoluzione. La strada verso una transizione giusta sarà probabilmente più faticosa. Forse ogni tanto dovremo correggere la rotta, ma la destinazione è quella”, ha concluso.
– Foto xh7/Italpress –
(ITALPRESS).
ROMA (ITALPRESS) – A dicembre 2024, rispetto al mese precedente, gli occupati sono sostanzialmente stabili, crescono i disoccupati e calano gli inattivi. Lo rende noto l’Istat.
La stabilità dell’occupazione è sintesi dell’aumento tra gli uomini, i dipendenti permanenti e i 35-49enni e del calo tra le donne, i dipendenti a termine, gli autonomi e tra chi ha meno di 25 anni di età; sostanzialmente stabili le altre classi d’età. Il tasso di occupazione cala al 62,3% (-0,1 punti).
L’aumento delle persone in cerca di lavoro (+5,8%, pari a +88mila unità) riguarda gli uomini, le donne e tutte le classi d’età ad eccezione dei 15-24enni. Il tasso di disoccupazione sale al 6,2% (+0,3 punti), quello giovanile scende al 19,4% (-0,1 punti).
La diminuzione degli inattivi (-0,5%, pari a -58mila unità) coinvolge entrambi i generi e i 25-49enni, mentre si registra un aumento nelle altre classi d’età. Il tasso di inattività cala al 33,5% (-0,2 punti).
Confrontando il quarto trimestre con quello precedente, si osserva un incremento nel numero di occupati dello 0,1% (+27mila unità).
La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-3,7%, pari a -58mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,5%, pari a +59mila unità).
A dicembre 2024, il numero di occupati supera quello di dicembre 2023 dell’1,2% (+274mila unità); l’aumento coinvolge gli uomini, le donne e chi ha almeno 35 anni di età, mentre per i 15-34enni si registra una diminuzione. Il tasso di occupazione in un anno sale di 0,3 punti percentuali.
Rispetto a dicembre 2023, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-11,8%, pari a -213mila unità) e cresce quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+1,4%, pari a +167mila).
“A dicembre 2024, rispetto al mese precedente, il numero di occupati è sostanzialmente stabile, attestandosi a 24 milioni 65mila. L’andamento è sintesi della crescita dei dipendenti permanenti, che salgono a 16 milioni 422mila, e della diminuzione dei dipendenti a termine e degli autonomi che scendono a 2 milioni 554mila e 5 milioni 90mila rispettivamente – commenta l’Istat -. Anche la crescita dell’occupazione rispetto a dicembre 2023 (+274mila occupati) è sintesi dell’aumento dei dipendenti permanenti (+687mila) e del calo dei dipendenti a termine (-402mila) e degli autonomi (-11mila). Su base mensile, scendono il tasso di occupazione al 62,3% e quello di inattività al 33,5%, mentre quello di disoccupazione sale al 6,2%”.
– Foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
Economia
Banche, Uilca “9 italiani su 10 insoddisfatti da chiusura filiali”
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4 ore fa-
30 Gennaio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il risiko bancario, tra le sue molteplici implicazioni, comporta anche la ridefinizione della presenza delle banche nei territori, “con chiusure di filiali che limitano la possibilità di accesso per i clienti ai servizi finanziari e assicurativi e impattano sull’aspetto occupazionale del settore. Le possibili aggregazioni bancarie annunciate nelle ultime settimane avrebbero implicazioni molto rilevanti, con impatti anche nel settore assicurativo, il coinvolgimento di grandi investitori privati e rilievi di natura politica”, spiega la Uilca in una nota.
“Il risiko bancario in corso può ridisegnare nuovi equilibri nel mondo finanziario e non solo: come Uilca da sempre crediamo che le aggregazioni bancarie, se devono esserci, debbano basarsi su una logica industriale di lungo periodo e non rispondere a motivazioni di natura politica o legate solo al profitto o agli interessi dei grandi azionisti. Resta prioritario salvaguardare e favorire l’occupazione, preservare il ruolo sociale della banca e la sua funzione per lo sviluppo del Paese, a sostegno delle comunità, delle famiglie e delle imprese”, commenta il segretario generale Uilca Fulvio Furlan. “Come Uilca, insieme alle altre Organizzazioni Sindacali, continueremo a monitorare ogni risvolto di queste operazioni societarie, a partire da quello occupazionale”, aggiunge.
In Italia, negli ultimi cinque anni, ogni mese sono stati chiusi 76 sportelli bancari. Dal 2019 al 2024, infatti, si contano 4.557 filiali in meno. Nel 2024 le filiali bancarie sono scese sotto la soglia delle ventimila unità (19.755). Rimane alta l’insoddisfazione degli italiani per la chiusura degli sportelli bancari nel proprio comune: scontente nove persone su dieci intervistate. Il rapporto umano si conferma determinante per accedere ai servizi bancari: per nove su dieci il bancomat non può sostituire il contatto umano. L’assenza di una banca impatta negativamente sull’inclinazione a investire e influisce nella scelta di vivere o meno in un territorio: per sette persone su dieci la prossimità di una filiale bancaria influisce “molto” o “abbastanza” nella “propensione all’investimento in prodotti finanziari”; per otto persone su dieci la banca rappresenta “un luogo utile per avere supporto e assistenza per quanto riguarda risparmi, investimenti e prestiti”; due intervistati su dieci dichiarano di conoscere persone che hanno lasciato il proprio comune di residenza per l’assenza di sportelli/filiali bancarie e altri servizi essenziali; le banche si confermano un presidio di legalità e supporto a imprese e territori: per sette persone su dieci la mancanza di una banca o di un servizio essenziale analogo influisce molto nella scelta di vivere o abbandonare un comune.
Aumenta il numero di quanti hanno percepito la mancanza/riduzione dello sportello bancario: da sei a sette su dieci. Queste le maggiori evidenze del secondo Rapporto Uilca Chiusura filiali? No, grazie, la sentiment analysis volta a misurare il livello di insoddisfazione degli italiani a causa della desertificazione bancaria e le ricadute occupazionali, sociali ed economiche del problema nel Paese.
“La desertificazione bancaria è un fenomeno in corso da tempo, ma le sue tante conseguenze sociali ed economiche erano sconosciute o del tutto sottovalutate. I dati del nostro secondo Rapporto ne confermano la gravità: è un problema reale, sentito dalle persone. La chiusura delle filiali ha impatti sociali, riduce la propensione agli investimenti e influenza la scelta di vivere o meno in un territorio, con un aggravio dello spopolamento dei piccoli centri”, così il segretario generale Uilca Fulvio Furlan commenta gli esiti emersi dal Rapporto.
Da quanto registrato, inoltre, la presenza di una filiale non può essere sostituita dalla banca online: sette su dieci, in caso di chiusura della propria filiale bancaria, si recherebbero in un ufficio fisico, banca o posta.
“Nel 2023, con la campagna Chiusura filiali? No, grazie, ci siamo posti l’obiettivo di evidenziare i rischi della desertificazione bancaria e coinvolgere istituzioni, banche e Organizzazioni Sindacali per trovare, insieme, una soluzione in grado di coniugare le necessità di tutti i soggetti coinvolti, per prime quelle delle lavoratrici e dei lavoratori sotto il profilo occupazionale. Nelle varie realtà dove siamo stati presenti si è aperto un dibattito importante. Soprattutto abbiamo contribuito all’apertura di un tavolo al Cnel che vede tutte le parti interessate partecipare e impegnate a trovare soluzioni condivise, con l’obiettivo di proporle alla politica e renderle concrete, anche attraverso un disegno di Legge. L’apertura dei primi osservatori regionali va in questa direzione”, continua Furlan.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).
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