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Economia

Piazza Affari apre in calo, Ftse Mib -0,79%

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Giorgetti “Prospettive incoraggianti per la crescita”

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ROMA (ITALPRESS) – “Il robusto interesse degli investitori per i nostri titoli di Stato, la significativa riduzione dello spread e le positive valutazioni delle agenzie di rating testimoniano l’importanza della stabilità politica e della prudenza nella politica di bilancio che il governo ha saputo assicurare i primi due anni di mandato”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante un’audizione sulla manovra nelle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. “Il disegno di legge di bilancio conferma questa impostazione, continuando a sostenere il sistema economico e ridurre l’impatto sulle famiglie dell’incertezza che caratterizza il contesto internazionale, con interventi coerenti con il percorso di aggiustamento fiscale che l’Italia si è impegnata a realizzare nel Piano strutturale di bilancio di medio termine”.
“Le prospettive di crescita a breve termine risultano nel complesso ancora incoraggianti: i modelli di previsione interni lasciano ritenere che nel trimestre finale dell’anno il PIL dovrebbe tornare in espansione. Promuovere la domanda, in un contesto di grande incertezza, è una delle chiavi cruciali per realizzare la crescita prevista per il 2025 – ha sottolineato Giorgetti -. Il quadro è sicuramente ancora molto incerto, le previsioni per il 2025 sono coerenti con una ripresa della domanda interna, di cui un elemento essenziale rappresentato dall’accelerazione degli investimenti legati al Pnrr e con il miglioramento del contesto di fondo dell’economia europea”.
“Le risorse derivanti dal concordato preventivo introdotto nel decreto legge fiscale non sono state considerate per ragioni prudenziali nell’ambito delle coperture. Solo una volta quantificate potranno essere destinate, come previsto dalla legislazione vigente, al finanziamento di interventi di riduzione della pressione fiscale”, ha spiegato il ministro.
“La manovra reperisce ulteriori risorse destinate al finanziamento degli interventi previsti” che sono “ottenute principalmente attraverso misure di riduzione e razionalizzazione della spesa dei ministeri, dalle quali si attendono risparmi in termini di saldo netto da finanziare pari a circa 5,2 miliardi nel 2025, 4 miliardi nel 2026, 3,5 miliardi nel 2027. In ogni caso, fermo restando il conseguimento dei risparmi di spesa previsti e a invarianza di effetti sui saldi di finanza pubblica, i ministeri dispongono di ampi margini di flessibilità per rimodulare le riduzioni nell’ambito dei propri bilanci”, ha spiegato Giorgetti.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Aumentano i centenari in Italia, in 10 anni oltre il 30% in più

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ROMA (ITALPRESS) – Aumentano i centenari residenti in Italia: al 1° gennaio 2014 sono 22.552, l’81% dei quali di sesso femminile. Considerando che al 1° gennaio 2014 erano 17.252, la crescita in un solo decennio è stata di oltre il 30%. Lo rende noto l’Istat, aggiungendo che alla stessa data, i residenti con almeno 105 anni di età (semi-supercentenari) sono 677. Questi ultimi registrano una netta diminuzione rispetto ai 1.047 individui rilevati nel 2020 (picco raggiunto dall’inizio della rilevazione) per una ragione di carattere strutturale: negli ultimi quattro anni sono entrati progressivamente nella classe di età degli over 105enni i superstiti delle generazioni nate negli anni della Prima Guerra Mondiale, contraddistinti da una natalità contingentemente più bassa. Tale effetto strutturale aveva interessato tra il 2016 e il 2019 le generazioni precedenti, portando a un calo della popolazione di 100 anni e più, che a partire dal 2020 ha ripreso a crescere in misura consistente registrando un incremento di quasi il 60% tra il 2019 e il 2024.
Sempre secondo l’analisi dell’Istituto di statistica, il rapporto di genere tra i semi-supercentenari è fortemente sbilanciato a favore delle donne: sono infatti 600, pari all’89% del totale, contro 77 uomini (11%). Al 1° gennaio 2024 i residenti che hanno raggiunto e superato la soglia dei 110 anni (supercentenari) sono 21. A conferma di una maggiore longevità femminile soltanto uno di essi è di sesso maschile.
Nei 15 anni di rilevazione della popolazione semi-super e supercentenaria, ovvero nel periodo 2009-2024, nel complesso sono 8.521 gli individui che hanno superato la soglia dei 105 anni di età, di cui 7.536 donne (88%) e 985 uomini (12%). I nomi di battesimo più diffusi sono Giuseppe per gli uomini e Maria per le donne, seguiti da Antonio e Rosa al secondo posto e Giovanni e Anna al terzo. Tanto le donne quanto gli uomini che hanno raggiunto i 105 anni di età sono quasi tutti nello stato civile di vedovanza (86% e 81% rispettivamente).
Le differenze maggiori si riscontrano tra i celibi e le nubili, i maschi sono il 6% e le femmine il 12%, ma soprattutto tra i coniugati e le coniugate dove le donne rappresentano solo l’1%, mentre gli uomini il 13%, per effetto della maggiore longevità femminile che porta più frequentemente le persone di sesso maschile a trascorrere gli ultimi anni della propria vita ancora con il partner.
Complessivamente sono stati 200 gli individui che tra il 2009 e il 2024 hanno oltrepassato i 110 anni di età, il 92% dei quali di genere femminile. Al 1° gennaio 2009, di questi solo 10 erano in vita, mentre al 1° gennaio 2024 ben 21 lo sono ancora, per una crescita più che raddoppiata in 15 anni.
All’inizio del 2024 la persona più anziana è una donna residente in Emilia-Romagna, a ottobre di quest’anno ha potuto tagliare il traguardo dei 114 anni di età. Tra gli uomini, il più anziano vivente al 1°gennaio 2024 era un individuo residente in Molise di 110 anni di età, successivamente scomparso nel corso dei primi mesi dell’anno. A fine ottobre il ‘nuovò decano risiede in Basilicata e ha anch’egli superato i 110 anni.
Rimangono, pertanto, ancora imbattuti i record assoluti di longevità maschili e femminili italiani, rispettivamente detenuti da Antonio Todde (residente in Sardegna) deceduto nel 2002 poche settimane prima di compiere 113 anni e soprattutto da Emma Morano (residente in Piemonte) deceduta nel 2017 all’età di 117 anni che, finchè in vita, aveva ottenuto il primato di donna contemporanea più longeva al mondo.
Oggi tale record è detenuto a livello mondiale da John Alfred Tinniswood, cittadino inglese, tra gli uomini (112 anni di età) e da Tomiko Itooka, cittadina giapponese, tra le donne (116 anni). In assoluto, da quando esiste una documentazione ufficialmente riconosciuta a livello internazionale, la donna più longeva della storia è stata Jeanne Calment, cittadina francese deceduta nel 1997 all’età di 122 anni. L’uomo più longevo, invece, è stato Jiroemon Kimura, cittadino giapponese deceduto nel 2013 all’età di 116 anni.
Gli oltre 22mila centenari viventi al 1°gennaio 2024 sono distribuiti sul territorio in maniera eterogenea. La Lombardia è la regione con la presenza più alta in valore assoluto, con oltre 3mila residenti, seguita dal Lazio e dall’Emilia-Romagna che ne contano oltre 2mila. Discorso analogo per i semi-supercentenari che si concentrano in Lombardia con più di 100 residenti, quindi in Emilia-Romagna e Veneto con oltre 60 individui.
In termini relativi la rappresentazione territoriale della popolazione centenaria cambia.
La Liguria, infatti, è la regione con la concentrazione più elevata di centenari, 61 ogni 100mila residenti, seguita dal Molise (58) e dal Friuli Venezia-Giulia (54). La Lombardia con un valore del 34 per 100mila si posiziona nelle ultime posizioni, anche al di sotto del valore nazionale (38 per 100mila).
Limitando l’analisi alla sola popolazione semi-supercentenaria è invece il Molise a presentarne la maggiore concentrazione, 3,1 ogni 100mila residenti, seguita dalla Liguria (2,4) e dalla Basilicata (2,1).

– foto ufficio stampa Istat –
(ITALPRESS).

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Manovra, Capone a Landini “Leader sindacale non inciti alla rivolta e sia aperto al dialogo”

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ROMA (ITALPRESS) – “In risposta alle recenti affermazioni di Maurizio Landini, desidero sottolineare la necessità di una riflessione profonda e responsabile sul ruolo che ciascun leader sindacale deve assumere in questo momento per il nostro Paese. Incitare alla rivolta sociale non è una soluzione e rischia di acuire tensioni latenti che potrebbero degenerare”. Lo ha dichiarato in una nota Paolo Capone, Segretario Generale UGL, rispetto alle parole di Maurizio Landini, Segretario Generale Cgil, utilizzate per commentare la legge di bilancio. “Credo fortemente – aggiunge – che il dialogo e il confronto siano gli strumenti necessari per affrontare le sfide economiche e sociali attuali. È nostro dovere esprimere eventuali critiche e suggerire soluzioni al Governo, mettendo da parte i pregiudizi ideologici, per tutelare i diritti dei lavoratori e promuovere il benessere collettivo. In tal senso – continua Capone – rivolgo un appello a tutte le parti sociali affinché, nella distinzione dei ruoli, si impegnino in un percorso di rispetto reciproco, avendo sempre come obiettivo primario il progresso e la stabilità del Paese”.
-foto ufficio stampa Ugl-
(ITALPRESS).

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