Economia
Banca CF+, De Francisco “Cresciamo su tutte le linee di prodotto”
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5 mesi fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – “Anno su anno cresciamo del 30%, con un grande riscontro da parte della clientela: tutte e tre linee di prodotto (i finanziamenti garantiti, il factoring e l’acquisto di crediti fiscali Iva e Ires) funzionano. Vogliamo che il nostro elemento distintivo sia la velocità di risposta che possiamo dare alla Pmi che richiede credito”. Lo afferma Iacopo De Francisco, Ceo di Banca CF+, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.
Il Credito Fondiario, una banca che ha 126 anni di storia, dal 2022 “ha cambiato pelle e scelto questa nuova missione”, crescendo “operazione dopo operazione: in tre anni abbiamo finanziato più di 3 miliardi di euro sui 3 prodotti, l’attivo arriverà a 2 miliardi. La banca ha 200 persone, una sede a Milano e una a Roma, e molta presenza digitale. Vogliamo che il nostro elemento distintivo sia la velocità di risposta che possiamo dare alla PMI che richiede credito”, spiega De Francisco.
“Una banca specializzata nel dare credito ha bisogno di capitale per farlo, oltre che di liquidità, perchè lo richiedono i requisiti regolamentari. Abbiamo come azionista il fondo Elliot, che ci sostiene in questo percorso di crescita. In particolare, l’aumento di capitale di circa 27 milioni con Elliot che ormai è al 90% dell’azionariato della banca ha l’obiettivo di sostenere il percorso di crescita del nostro prodotto di punta, quello più nuovo e più innovativo che è il Digital Lending”.
Si tratta di “una piattaforma tecnologica” che, grazie al digitale, “in tre giorni ci permette di dare una risposta sull’erogazione”. Quest’ultima in caso di esito positivo arriverà “in meno di un mese. Siamo partiti con le società di capitali, entro il primo trimestre 2025 andremo su ditte individuali e società di persone”.
In futuro, grazie all’intelligenza artificiale “avremo dei super analisti”. Il parametro fondamentale per la decisione “è la capacità di restituire il Debt Service Coverage Ratio (DSCR), poi guardiamo molto soprattutto al passato e allo stato di salute dell’azienda in questo momento, alla capacità di usare la cassa generata per pagare il debito”.
L’unico prodotto che Banca CF+ offre alla clientela privati “sono i depositi vincolati online”, una soluzione “molto flessibile perchè il vincolo è di 32 giorni. Non è un conto corrente su cui c’è la transazionalità, ma è una soluzione di investimento della propria liquidità” che “sta avendo un grandissimo successo in Italia e in altri paesi, come Olanda e Spagna”.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).
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Economia
L’economia del vino, sfide e opportunità tra Europa e competitività
Pubblicato
2 ore fa-
8 Aprile 2025di
Redazione
VERONA (ITALPRESS) – Si è svolto oggi al Vinitaly “L’Economia del vino: Strategie, Sfide e Opportunità tra Europa e Competitività”, l’evento presso lo stand di Confagricoltura per presentare la terza edizione del “Rapporto sulla competitività delle regioni del vino”, realizzato da Nomisma Wine Monitor in collaborazione con UniCredit e dibattere, alla luce risultanze dell’analisi, sui complessi scenari che il settore vitivinicolo italiano dovrà affrontare.
Alla presentazione del Rapporto da parte di Denis Pantini, Responsabile Nomisma Wine Monitor, è poi seguito un confronto, moderato dal giornalista Luciano Ferraro, tra Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura e Remo Taricani, Deputy Head of Italy UniCredit sulle tendenze, le criticità e le opportunità, attuali e prospettiche, che gli operatori della filiera vitivinicola italiana devono gestire.
Dichiara Remo Taricani, Deputy Head of Italy di UniCredit: “La fotografia della filiera vitivinicola italiana che emerge dalla ricerca Nomisma è, relativamente all’anno appena trascorso, quella di una realtà dinamica e competitiva. Un’immagine coerente con il supporto di UniCredit alle aziende del settore, in aumento nel 2024 dell’11%, con oltre 220 milioni di nuovi finanziamenti. Nonostante il nuovo scenario di incertezza regolamentare e di tensione commerciale a livello globale, siamo certi che la nostra Banca possa continuare a ricoprire un ruolo di primaria importanza per le imprese, aiutandole a portare avanti efficaci strategie di diversificazione dei mercati di sbocco”.
Commenta Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura: “Gli agricoltori stanno affrontando da tempo difficoltà importanti: dall’aumento dei costi di produzione alle pressioni legate al clima. I dazi USA aggiungono ulteriore incertezza e tensione finanziaria al nostro settore, colpendo produttori e consumatori. Garantire la nostra sicurezza alimentare deve essere la bussola dell’Europa, poiché la nostra sicurezza nazionale comune inizia proprio da lì. Il nostro auspicio arrivare a un negoziato che riporti a una relativa normalità”.
“La resilienza dimostrata dalle imprese vinicole italiane negli ultimi anni continua ad essere messa a dura prova oggi con i dazi imposti da Trump, una sfida che ci ricorda quanto sia importante diversificare maggiormente i mercati di sbocco, visto che i primi cinque concentrano ben il 60% del nostro export di vino”, ha evidenziato Denis Pantini, Responsabile Agrifood & Wine Monitor di Nomisma.
Dal “Rapporto sulla competitività delle regioni del vino” emerge che dopo un 2023 che ha visto l’import mondiale di vino contrarsi di oltre il 5% rispetto all’anno precedente, nel 2024 il tanto atteso rimbalzo non c’è stato. Considerando i primi 12 mercati di import di vino (il cui peso sugli scambi mondiali supera il 60%), solamente quattro di questi hanno registrato crescite nelle importazioni a valore (Stati Uniti, Canada, Cina e Brasile). Rispetto a tale scenario, l’Italia ha portato a casa un risultato positivo (+6% a valore), trainato soprattutto dagli spumanti tricolori (+9%) le cui esportazioni incidono ormai per il 30% sulle vendite frontiera complessive di vino italiano. Gran parte di questo merito è ascrivibile al Prosecco, il cui export è aumentato dell’11% nell’ultimo anno.
Al contrario di quanto accaduto invece alla Francia, il cui 2024 si è chiuso nuovamente in calo (dopo il -3% del 2023) per un-2,4%, generato dal crollo dei propri spumanti le cui vendite all’estero sono diminuite del 6,5% (in questo caso, colpevole lo Champagne il cui export è diminuito dell’8%). Allargando la visuale del confronto agli ultimi dieci anni, l’Italia figura come il paese il cui export di vino è cresciuto di più tra tutti i competitor: +60% contro il +51% della Francia e il +33 della Nuova Zelanda. Il nostro vino arriva oggi ai quattro angoli del pianeta, ma in alcuni di questi appare troppo concentrato. Il 60% dell’export vinicolo italiano si concentra in appena 5 paesi, con gli Stati Uniti in testa (24%).
La Francia presenta un indice di concentrazione (sempre rispetto ai primi 5 mercati di sbocco) del 51% (con un peso degli Usa del 20%), la Spagna è al 48% (incidenza Usa dell’11%). Restando in tema, anche le esportazioni regionali denotano alti livelli di concentrazione. Il solo Veneto pesa per il 37% sull’export di vino nazionale, seguito da Toscana e Piemonte con il 15% entrambi. Aggiungendo Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna si arriva ad un’incidenza dell’80%.
Lo stesso poi si desume per i vini a denominazione. Guardando al peso degli Stati Uniti – oggi di estrema attualità alla luce dei dazi al 20% imposti da Trump – sull’export dei vini Dop, si evince come i bianchi del Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia hanno nel mercato americano il principale paese di sbocco (48% del proprio export), così come per i rossi Dop della Toscana (40%) e a seguire i rossi del Piemonte (31%). Una prima ricognizione sui mercati che nell’ultimo decennio hanno maggiormente aumentato gli acquisti di vino italiano mette in evidenza paesi situati soprattutto nell’est Europa e in Asia. Rispetto ad un tasso medio di crescita dell’export di vino italiano del 5% (CAGR 2014/2024), i paesi che hanno mostrato tassi almeno doppi vanno dalla Corea del Sud (+10% annuo) alla Polonia (+13%), dal Vietnam (+18%) alla Romania (+20%).
Una consumer survey realizzata da Nomisma per il III° Rapporto Wine Monitor-Unicredit sulla competitività delle Regioni del Vino su quasi 2.000 consumatori di vino localizzati nei 3 Stati di maggior consumo, vale a dire New York, California e Florida, ha si è soffermata sul tema dei cambiamenti nelle preferenze gustative che vede oggi il consumatore americano fare più attenzione ai vini di qualità (33% dei consumatori si è espresso in tale senso), ricercare vini di differenti regioni e territori (28%) ma prestare anche più attenzione alla salute, ad esempio acquistando vini rossi più leggeri e a minor contenuto alcolico. Senza tralasciare gli aspetti “green” particolarmente attenzionati dai consumatori più giovani. In questo contesto, dove il 65% della popolazione dei tre Stati analizzati ha dichiarato di aver consumato vino nell’ultimo anno, 7 su 10 hanno orientato la propria preferenza di consumo verso un vino italiano. Le ragioni che hanno spinto questi consumatori a bere un vino italiano discendono dai valori espressi, principalmente riconducibili alla tradizione, alla varietà dei vitigni autoctoni e alla qualità riconosciuta, sia a livello internazionale che rispetto al connubio con un “giusto” prezzo.
-Foto uffici stampa UniCredit e Confagricoltura-
(ITALPRESS).
Economia
Tribunale di Roma sospende la revoca, Mei torna presidente di Enasarco
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2 ore fa-
8 Aprile 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Alfonsino Mei torna ad essere presidente di Enasarco. La Sezione imprese del Tribunale di Roma (Flora Mazzaro) ha infatti sospeso in via cautelare la revoca che era stata decisa il 9 ottobre scorso dal Cda.
La revoca “era già ritenuta illegittima dai ministeri vigilanti”, si legge in una nota, “ed era intervenuta nonostante gli eccezionali risultati ottenuti nella gestione del patrimonio della Fondazione. Enasarco, infatti, sotto la presidenza di Alfonsino Mei ha visto aumentare i propri utili in modo esponenziale, passando dai circa 50 milioni di euro del 2020 ai 567 milioni di euro del 2024”.
“Quanto è accaduto non mi fermerà, continuerò la mia battaglia a tutela del patrimonio dell’Ente e, quindi, delle pensioni degli iscritti”, ha affermato Mei dopo aver appreso del provvedimento favorevole. Ad assisterlo gli avvocati Claudio Coratella e Andrea Rossi.
-Foto
(ITALPRESS).
Economia
Gruppo FS, un piano per un nuovo collegamento alta velocità Londra-Parigi
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4 ore fa-
8 Aprile 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Gruppo FS Italiane annuncia un piano per il lancio di un nuovo servizio ferroviario ad Alta Velocità che collegherà Londra e Parigi entro il 2029. Con un investimento previsto di 1 miliardo di euro, il nuovo collegamento si inserisce tra gli obiettivi del Piano Strategico 2025-2029 che pone tra le priorità del Gruppo FS l’estensione dei collegamenti Alta Velocità in Europa.
Nei giorni scorsi è stato siglato un Memorandum of Understanding (MoU) fra il Gruppo FS e il consorzio spagnolo Evolyn, guidato dalla famiglia Cosmen, che vanta una solida esperienza nella gestione e nell’espansione di progetti di mobilità, così da rafforzare ulteriormente il progetto di leadership nell’Alta Velocità europea.
“Questo investimento rappresenta un passo decisivo nella visione del Gruppo FS di costruire una rete ferroviaria europea più integrata, competitiva e sostenibile, in linea con gli obiettivi del Piano Strategico 2025-2029, che pone un’attenzione sempre più ampia al trasporto dei passeggeri all’estero per accelerare lo sviluppo internazionale del Gruppo FS”, ha dichiarato Stefano Antonio Donnarumma, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo FS. “L’alta velocità ferroviaria è la spina dorsale di una mobilità efficiente e rispettosa dell’ambiente e, espandendo la nostra presenza su corridoi chiave, non solo investiamo in infrastrutture e innovazione, ma anche nel futuro del trasporto europeo. Maggiore concorrenza contribuirà a creare un settore più efficiente e orientato ai clienti, offrendo una reale alternativa ai viaggi aerei”, ha aggiunto.
L’obiettivo è aumentare così la competitività ferroviaria fra Londra e Parigi e il nuovo collegamento sarà servito con convogli ispirati al Frecciarossa, eccellenza del Made in Italy in termini di efficienza energetica, comfort e qualità del servizio. L’annuncio arriva dopo la conferma dell’Office of Rail and Road (ORR) del Regno Unito sulla possibilità di accesso al deposito di manutenzione di Temple Mills, consentendo così l’ingresso di un nuovo operatore fra Londra e Parigi.
La consolidata presenza di Ferrovie dello Stato Italiane sia in Francia, con Trenitalia France, sia nel Regno Unito, con Trenitalia UK, offre un vantaggio competitivo importante per entrare in questo corridoio strategico: il Gruppo potrà, infatti, offrire ai viaggiatori una maggiore offerta, un servizio sempre più di qualità e una biglietteria semplificata, sfruttando un marchio già conosciuto. Dopo aver ottenuto le licenze e i permessi necessari in Francia, il Gruppo FS sta collaborando con i principali soggetti coinvolti per gestire gli aspetti regolatori e operativi. Attualmente sono in corso valutazioni tecniche per garantire un’integrazione ottimale dei nuovi servizi ad alta velocità tramite l’Eurotunnel e le reti ferroviarie di Regno Unito e Francia. Inoltre, la pianificazione operativa della capacità aggiuntiva nella stazione di St. Pancras è già in una fase avanzata, mentre si stanno valutando possibili fonti di finanziamento.
Il lancio ufficiale del servizio sarà determinato in base al completamento delle infrastrutture e delle autorizzazioni tecniche e segnerà l’inizio di una nuova era di concorrenza e accessibilità nel panorama ferroviario europeo ad Alta Velocità. In Francia, il Gruppo FS è stato il primo operatore alternativo sulla rete AV dal 2021 con il Frecciarossa Milano-Parigi, collegamento riattivato dal 1° aprile, dopo l’interruzione dovuta alla frana nella valle della Maurienne; con la gestione dei servizi navetta tra Parigi e Lione e, dal 15 giugno 2025, con il collegamento Frecciarossa tra Parigi e Marsiglia.
Con oltre tre milioni di passeggeri serviti e un tasso di soddisfazione del 98%, Ferrovie dello Stato Italiane si impegna a rafforzare ed espandere i propri corridoi esistenti per migliorare ulteriormente la connettività e la disponibilità dei servizi. Il Gruppo FS vanta una presenza consolidata anche nel Regno Unito, dove è presente dal 2017 con l’acquisizione di c2c, ed è inoltre un partner chiave di Avanti West Coast con una partecipazione del 30% nella joint venture con FirstGroup, con cui collabora attivamente con il governo e le istituzioni per lo sviluppo e la promozione del progetto HS2. Oltre al collegamento Londra – Parigi, il Gruppo FS sta studiando ulteriori opportunità di espansione dell’Alta Velocità in Europa. Sono in corso valutazioni per possibili estensioni del servizio Londra – Parigi attraverso Lille, Ashford, Lione, Marsiglia e Milano.
-Foto ufficio stampa Fs-
(ITALPRESS)


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