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Cronaca

Moratti “Ue recuperi competitività, sì alla difesa comune”

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ROMA (ITALPRESS) – “E’ positivo che l’Europa si sia data un governo”, ma ora bisogna affrontare due temi urgenti come “la difesa e le politiche commerciali”. Lo ha detto Letizia Moratti, europarlamentare e presidente della Consulta nazionale di Forza Italia, intervistata da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano” dell’agenzia Italpress. “Sulla difesa è importantissimo avviare davvero un percorso che ci porti a una difesa comune, mettendo insieme le forze. Sicuramente potremmo razionalizzare anche la spesa e gli investimenti attuali”, ha sottolineato. “Sono favorevole alla difesa comune, che significa innanzitutto mettere a fattor comune le proprie competenze, ma anche fare joint venture: l’80% degli acquisti in difesa lo facciamo fuori dall’Europa, solo fare acquisti comuni in Europa porterebbe un grandissimo vantaggio. Sull’esercito la posizione in Europa è un pò più difficile perchè ci sono Paesi neutrali, ci vorranno tempi più lunghi” però “è un’assoluta necessità, anche perchè quasi sicuramente Trump diminuirà il sostegno alla Nato con le guerre che ci sono alle porte dell’Europa: avere un sistema di difesa forte è importante”.
Sulle politiche commerciali, “Trump ha detto che intende rivederle, quindi sarà molto importante che l’Europa si presenti unita alle trattative”, ma “al di là dei dazi che ci saranno, l’importante è che noi recuperiamo competitività, quindi meno regole che consentano una transizione energetica accettabile e un Green Deal meno ideologico e più pragmatico”. Per Moratti, “il Green Deal deve essere mantenuto negli obiettivi, ma va rivisto nei tempi. L’obiettivo del Partito Popolare, al quale Forza Italia aderisce, è quello di avere la neutralità tecnologica, quindi non solo l’elettrico, ma anche una serie di altre fonti decisamente meno inquinanti” come “ad esempio i carburanti che si ottengono dagli scarti, dove noi italiani siamo leader”. Per Moratti, “l’efficientamento energetico va sostenuto perchè non può essere a carico delle famiglie e, dato che non ci sono fondi europei in questo momento, bisogna fare in modo che anche questa transizione non ricada sulle famiglie in quei Paesi nei quali i vincoli di bilancio impediscono o non aiutano a poterla fare”. L’Europa sta vivendo “un periodo di grande criticità per le imprese”, soprattutto “nell’automotive: la Volkswagen chiude in Germania e produce 6 milioni di veicoli elettrici in Cina, l’Audi chiude in Belgio… quello che l’Europa deve fare nell’ambito dell’automotive è rivedere la decisione di avere la fine del motore endotermico nel 2035”. Bisogna “avviare una transizione che sostenga gli obiettivi, ma che abbia dei tempi che permettano alle imprese di investire perchè la trasformazione è costosa”. Anche se guardiamo al settore delle industrie energivore, “la ceramica è invasa da quella indiana, nell’ambito dell’acciaio c’è una sovrapproduzione mondiale di 500 milioni di tonnellate ma l’Europa perde il 6%: c’è un problema di competitività dell’Europa” che “va affrontato attraverso l’innovazione, la ricerca, più investimenti focalizzati, regole meno stringenti e semplificazione burocratica”.
Guardando all’Italia, tra i temi caldi c’è sicuramente la manovra che Vindubbiamente va incontro alle fasce più deboli”, ma “è fondamentale trovare risorse che vadano a dare un aiuto alla classe media che è quella che produce, che crea lavoro da risorse e che dà risorse anche in termini di contributi allo Stato attraverso le tasse. Senza la classe media non abbiamo crescita”, ha spiegato Moratti. “La posizione di Forza Italia riguarda un tema di politica economica del Paese, non può essere archiviato come “Forza Italia chiede questo al posto della diminuzione del canone RAI”, è un’altra cosa, è un’impostazione che rivendichiamo avendo a cuore le imprese, la crescita e il lavoro”. Tra le proposte a cui sta lavorando la Consulta del partito, poi, c’è quella sulla sanità: “Siamo impegnati a rivedere anche normativamente l’organizzazione dei medici di medicina generale, un tema che tocca tutti ma non è stato mai risolto. Abbiamo una proposta: adesso decideremo come formalizzarla”. Più in generale, per Forza Italia “il tema è la centralità della persona e delle sue libertà, quindi scegliere la scuola per i figli, per una donna scegliere se lavorare e contemporaneamente essere madre: questo è proprio l’asse portante dei valori di Forza Italia, credo che nell’attuale contesto questo stia emergendo” e che “ci sia davvero tanto spazio tra Meloni e Schlein rispetto a queste politiche”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Cronaca

E’ morta Ornella Vanoni, leggenda della musica italiana

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ROMA (ITALPRESS) – E’ morta, all’età di 91 anni, Ornella Vanoni. “Con profondo dolore riceviamo la notizia della scomparsa di Ornella Vanoni. Grazie per tutto quello che ci hai regalato Ornella, lo terremo sempre nel nostro cuore” si legge sul profilo X di “Che tempo che fa”, programma in cui era stata spesso ospite.
Nata a Milano, considerata tra le maggiori interpreti della musica leggera italiana, è stata una delle artiste italiane dalla carriera più longeva. Inizia a lavorare nel 1956 (come attrice in “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello dopo avere studiato all’Accademia di arte drammatica” del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler del quale è diventata allieva prediletta e compagna). Nel 1957 il debutto canoro con le “canzoni della mala”, brani che traggono spunto da antiche ballate dialettali e raccontano storie di poliziotti e malfattori. Dopo gli esordi, il suo stile interpretativo unico e sofisticato le consente di attraversare un repertorio che comprende il pop d’autore, la bossa nova (da ricordare l’album “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria” realizzato con Toquinho e Vinicius de Moraes) e il jazz che la porta a collaborare con musicisti del calibro di George Benson, Michael Brecker e Randy Brecker, solo per citarne alcuni. E a vendere oltre 55 milioni di dischi con i suoi 112 lavori pubblicati, tra album, EP e raccolte, con autori che portano il nome di Dario Fo, Paolo Conte, Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Franco Califano, Mogol, Renato Zero e Riccardo Cocciante.
Nel 1960 Vanoni incontra Gino Paoli con il quale nasce un’intensa stria d’amore che va di pari passo con la collaborazione artistica: basti citare l’indimenticabile “Senza fine”. Nonostante l’amore per Paoli, la cantante sposa l’impresario teatrale Lucio Ardenzi da cui si separa ancor prima che nasca il figlio Cristiano. Non a caso, il suo primo 45 giri di grande successo commerciali è “Cercami” dedicata proprio a Paoli. Mentre prosegue anche l’impegno teatrale (tra gli altri, è Rosetta in “Rugantino” di Garinei e Giovannini), arriva la prima (di otto) partecipazione al Festival di Sanremo: nel 1965, con “Abbracciami forte”. Seguono quelle nel 1966 (“Io ti darò di più”), nel 1967 (“La musica è finita”), nel 1968 (“Casa bianca”), nel 1970 (“Eternità”), nel 1989 (“Io come farò”), nel 1999 (“Alberi”, con Enzo Gragnaniello) e nel 2018 (“Imparare ad amarsi”, con Bungaro e Pacifico). Nonostante tutti i Festival, i suoi maggiori successi discografici sono altri: “Una ragione di più” (1969), “L’appuntamento” (1970), “Domani è un altro giorno” (1971), “Più” (1976, con Gepy).
Poi c’è la televisione, che vede la Vanoni impegnata negli anni come conduttrice, prima donna o ospite fissa: da “Giardino d’inverno” a “Studio Uno”, da “Senza rete” a “Serata d’onore”, da Fatti e fattacci” a “Risatissima”. E’ anche giudice in “Star Academy” e “Amici Celebrities”. Nella carriera sessantennale non manca nemmeno il cinema dal primo “Romolo e Remo” di Sergio Corbucci del 1961 all’ultimo “7 donne e un mistero” di Alessandro Genovesi del 2021. L’abbiamo vista anche nello sceneggiato “Il mulino del Po” di Sandro Bolchi e, in un cameo, nella fiction di Rai1 “La Compagnia del Cigno” di Ivan Cotroneo. Tra i premi assegnati a Ornella Vanoni ce ne sono tre del Club Tenco (due Premi e una Targa) e due volte il Premio Lunezia.
-foto Ipa Agency-
(ITALPRESS).

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Cronaca

L’Italia di Davis batte il Belgio 2-0 e vola in finale

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BOLOGNA (ITALPRESS) – L’Italia vola in finale in Coppa Davis. La nazionale capitanata da Filippo Volandri soffre ma batte il Belgio per 2-0, senza passare dal doppio decisivo. Bastano i due singolari agli azzurri nella prima semifinale delle Finals, in scena sul cemento indoor di Bologna. Dopo la vittoria di Matteo Berrettini contro Raphael Collignon (6-3 6-4), il punto del successo l’ha firmato Flavio Cobolli (22 del mondo), battendo Zizou Bergs (numero 43 del ranking Atp) col punteggio di 6-3 6-7 (5) 7-6 (15), dopo poco più di tre ore di autentica battaglia. L’azzurro ha annullato ben sette match point all’avversario. Di contro Cobolli ha chiuso la partita al settimo match point in suo favore (dopo che Bergs gli aveva annullato sei “punti match”).
Dopo la finale del 2023, vinta contro l’Australia, e quella dello scorso anno, vinta contro l’Olanda, l’Italia per il terzo anno consecutivo (prima volta nella storia) giocherà l’ultimo atto della Coppa Davis. L’ultima Nazione a giocare tre finali di fila è stata l’Australia, fra il 1999 e il 2001.
Si estende a 12 successi la striscia positiva dell’Italia nei match di Coppa Davis. L’ultimo ko risale al 2023, contro il Canada. Non riesce ad approdare alla finale di Davis, invece, il Belgio, ancora a secco di insalatiere e giunto alle Final Eight di Bologna attraverso le qualificazioni.
Domenica gli azzurri affronteranno nel match decisivo per la difesa del titolo la vincente dell’incontro tra Germania e Spagna, che si scontreranno domani, a partire dalle 12.
– foto Image –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Cina, think tank evidenzia progressi nella protezione e governance di fiumi

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NANCHINO (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – La foto mostra copie del rapporto del think tank intitolato “Sfruttare i fiumi per la prosperità nazionale e il benessere pubblico – Uno studio sulla strategia fluviale della nuova era”. Il rapporto è stato pubblicato venerdì dal National High-Level Think Tank dell’Agenzia di Stampa Xinhua e dal China Institute of Water Resources and Hydropower Research del Ministero delle Risorse Idriche, a Nanchino, nella provincia cinese orientale di Jiangsu.
(ITALPRESS).
-Foto Xinhua-

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