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De Siervo “Arabia crede in nostro calcio, Supercoppa ponte tra culture”

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RIAD (ARABIA SAUDITA) (ITALPRESS) – “Stiamo guardando al futuro, questa è un’area che ha dimostrato di volerci intensamente e di credere nel nostro calcio. Ci viene riconosciuta la capacità di avere un campionato contendibile ed estremamente competitivo in tutte le posizioni di classifica”. Così l’amministratore delegato di Lega Serie A, Luigi De Siervo, nella conferenza stampa che si è tenuta all’Al-Awwal Park di Riyadh alla vigilia della finale della Supercoppa italiana. “Per quanto riguarda il pubblico, qui entrano allo stadio a ridosso della gara, nella prima semifinale – dice riferendosi a Inter-Atalanta – c’erano comunque 16.000 persone, ma sono entrate dopo il primo quarto d’ora. Da questo punto di vista coinvolgendo una serie di influencer dell’area potremo fare meglio. Nel corso delle ultime 5 edizioni avete visto come è cresciuto l’evento sotto tutti i punti di vista e dopo ogni edizione si fa una riunione per capire cosa fare meglio. In questa edizione soprattutto si è visto e si vedrà come la partecipazione sia vera e sincera. Non abbiamo parlato di un rinnovo perchè è un contratto che prevede ancora che siano giocate in Arabia Saudita due edizioni della Supercoppa nei prossimi quattro anni. Mi pare di capire che ci sia un interesse da parte dell’Arabia Saudita di intensificare questo tipo di attività. C’è una reciproca volontà di incontrarsi rispetto a un modello”. “Credo – ha aggiunto De Siervo – che il modello a quattro squadre sia il migliore perchè permette di realizzare una sorta di ‘Italian Week’ che consente di creare rapporti e relazioni a livello commerciale confermandoci come ‘soft power’ dell’Italia. Anche a livello sportivo è un elemento di crescita complessiva del movimento calcio Italia. Si può sempre migliorare e lo faremo dal punto di vista generale. La relazione con l’Arabia Saudita è molto buona, noi abbiamo disputato la prima finale nel 2019, quando non era una scelta così popolare. Siamo stati i primi a intuire le possibilità non tanto economiche, ma di prospettiva rispetto a un paese che ha oltre metà della popolazione che ha meno di 25 anni. Abbiamo colto prima degli altri un’occasione di un mondo che si sta aprendo. Pensiamo di utilizzare la Supercoppa come ponte tra noi e tante altre culture”. Detto questo De Siervo non esclude che si torni a giocare “la Supercoppa in Italia. Non è un tema di soldi, il tema è l’apertura di un mercato, la costruzione di una relazione che deve essere costante nel tempo, non basta giocare una partita. Intorno a un’organizzazione nascono una serie di relazioni, come i temi delle academy. I nostri tifosi in Italia sono la nostra forza e il punto di riferimento per 419 gare, ma disputare tre partite per cercare di essere più forti all’estero è solo buona gestione della property intellettuale della Serie A”.
In Italia, con la maglia della Roma, il calciatore saudita Saud Abdulhamid. “Faccio i complimenti a Saud per la sua esperienza in Italia – sottolinea De Siervo -. E’ il primo di una generazione di ragazzi sauditi che giocheranno all’estero e possibilmente anche in Italia. Il nostro calcio è estremamente formativo, come lo è stato ad esempio per Salah. Saud è un bell’esempio del legame tra il calcio saudita e il calcio italiano”. Inoltre l’ad della Lega Serie A sottolinea: “I contratti commerciali legati alla Supercoppa continuano a produrre effetto, visti i risultati straordinari delle ultime due semifinali. Il risultato economico per le squadre partecipanti è legato sia ai diritti televisivi che alle sponsorship. Rispetto ai pacchetti per i tifosi italiani per venire ad assistere alla Supercoppa qui a Riyadh, è stato fatto tanto, abbiamo costruito dei pacchetti commerciali a prezzi contenuti, con due fasce di prezzo. Questi pacchetti non hanno incontrato tutta l’attenzione che avremmo sperato. Avevamo anche pensato di essere più proattivi, portando qua un aereo per club delle tifoserie organizzate, perchè ci fosse una contaminazione dei tifosi nel cantare cori, ma la situazione è stata complicata dalle vicende occorse alle tifoserie di Inter e Milan. I pacchetti erano interessanti e tutte le squadre hanno avuto possibilità di promozione. I tifosi fanno parte di una tribù che li rende vicini al di là delle distanze e dei colori, quindi vorremmo portarli in futuro. Ci sono costi rilevanti, va organizzato un charter, il pernottamento, ma è un tema di miglioramento che vogliamo effettuare”.
Non solo Supercoppa, l’idea di esportare un match del campionato italiano all’estero resta sul tavolo. “Ci stiamo lavorando da anni, vorremmo imitare la Nba e la Nfl che lo fanno. Ci piacerebbe, abbiamo provato a percorrere questa strada e sono convinto che con il supporto della Fifa, della Federazione questo un giorno sarà possibile. Oggi non lo è, c’è stato anche un contenzioso tra Liga e Fifa per una gara a Miami, ma ci sono stati passi in avanti significativi. Non penso si possa giocare più di una gara all’anno e non credo possa essere un match importante come un derby. Penso che nei prossimi anni ci si potrà arrivare, ma non so dove. Non sarà la miglior partita, anche per rispetto dei nostri tifosi”. Tornando alla Supercoppa, la scelta della città ospitante in Arabia Saudita “dipende dai sauditi che inseriscono la nostra settimana nel luogo più funzionale alle loro esigenze. Siamo molto felici di essere a Riyadh, ma saremmo ben felici di disputare una delle due finali che ancora restano a Jeddah che ci ha già ospitato nel 2019 che è stata una grandissima finale, non solo per la presenza di Cristiano Ronaldo, ma perchè fu il primo evento pubblico in cui le donne poterono assistere allo stadio e questo fu un grande evento per il paese”. Infine “nel contratto è prevista un’opzione per far disputare una partita tra la vincente della Supercoppa italiana con quella saudita. Viste le difficoltà del calendario non è stato ancora possibile disputarla. Dal punto di vista tecnico abbiamo già pensato di creare questo tipo di partita, che si potrebbe disputare tanto in Italia quanto in Arabia Saudita”.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Gattuso “Azzurri con grande senso di appartenenza, i Mondiali un chiodo fisso”

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ROMA (ITALPRESS) – Prime feste natalizie da commissario tecnico e sarebbe fin troppo facile cercare di indovinare il regalo che Rino Gattuso chiederebbe a Babbo Natale. Regali non ce ne saranno e il Mondiale bisognerà conquistarselo passando dai play-off e di sicuro anche in questi giorni di festa, per “Ringhio”, il chiodo fisso sarà la prossima estate in Usa, Canada e Messico. “Il Natale per me sono le luci, l’atmosfera, il presepe. È sempre qualcosa di bello, mi piace. Sono uno che lascerebbe l’albero tutto l’anno dentro casa perché ti porta serenità, allegria e mi fa ricordare l’infanzia, quando c’era poco, ma quel poco che arrivava era sempre bene accetto”. Gennaro Gattuso festeggerà giovedì il suo primo Natale da commissario tecnico e si appresta a salutare un 2025 che lo ha portato sulla panchina di quella Nazionale tanto amata da calciatore. Un legame profondo, un rapporto passionale che ha vissuto il suo apice il 9 luglio del 2006, quando all’Olympiastadion di Berlino si è laureato campione del Mondo. Al timone di quell’Italia c’era Marcello Lippi, che ha ribadito in più occasioni di rivedersi oggi in uno dei suoi allievi preferiti: “Lo ringrazio – dichiara Gattuso nell’intervista rilasciata a Donatella Scarnati e pubblicata su Vivo Azzurro TV – e non nego che da quando sono ct ho fatto tanto copia e incolla di quello che ha fatto lui”.

“L’essere coerente, l’essere vero, se vuoi creare un gruppo c’è solo una strada. Dare quella fiducia in più a un giocatore quando è un po’ in difficoltà, quando qualcuno pensa di non farcela aiutarlo a provarci fino alla fine. Dare senso di appartenenza. Lui su questo è stato un maestro”, ha aggiunto Gattuso parlando di Lippi. “Quando mi è stato proposto di diventare ct ho detto subito di sì, senza chiedermi quali fossero i pro e i contro. Ho accettato e non me ne pento, sono orgoglioso di rappresentare il mio Paese. Mi sento un privilegiato, un uomo molto fortunato. Ho la possibilità di allenare la Nazionale italiana e penso che milioni di persone si vorrebbero trovare al mio posto. Ho tanta responsabilità, ma la responsabilità ce l’ho avuta anche all’età di dodici anni: quando sono andato a Perugia, stavo in una stanza e il pensiero era che non potevo tornare a casa, altrimenti avrei fallito. È da una vita che convivo con le pressioni, spero di dare il massimo e di regalare con i miei ragazzi una gioia all’Italia intera”. Sei partite, cinque vittorie e una sola sconfitta. È questo il bilancio dei primi sei mesi da ct di Gennaro Gattuso, che ha raccolto una Nazionale ferita dalla rovinosa caduta a Oslo con la Norvegia risollevandola nello spirito e restituendole un’identità e un carattere forte.

“Sapevo di essermi preso una grande responsabilità e che non era facile, ma devo dire che nelle sei partite che abbiamo fatto, tranne nell’ultima in cui abbiamo sbagliato il secondo tempo, i giocatori hanno dato tutto. La squadra si è sempre fatta trovare pronta. Ho visto atteggiamenti molto positivi, mentalità positiva e grande senso di appartenenza. Ho trovato un gruppo di ragazzi che sta cercando di dare tutto quello che ha. Penso che si percepisca”. La data segnata in rosso sul calendario è quella di giovedì 26 marzo, quando a Bergamo l’Italia affronterà l’Irlanda del Nord nella semifinale dei play-off. Qualora riuscissero a superare il primo ostacolo, gli azzurri dovrebbero quindi fare le valigie per giocarsi il pass Mondiale martedì 31 marzo a Cardiff o Zenica con la vincente della sfida tra Galles e Bosnia. Dopo il presidente Gravina, però, anche il ct invita a fare un passo alla volta: “Non dobbiamo commettere lo stesso errore di quattro anni fa con la Macedonia del Nord. Il calcio moderno dice che partite facili non esistono più, che un’avversaria può sempre metterti in difficoltà. L’importante è saper reagire, non andare in down se succede qualcosa di negativo, ma dare continuità per 90 minuti”. Serviranno calma e sangue freddo: “Tra tre mesi ci giocheremo qualcosa di importante, tutta la nazione ci sta aspettando. Ci vuole tranquillità, dovremo arrivarci con la giusta mentalità e con l’amor proprio per il Paese che rappresentiamo e per questa maglia. Vediamo di farci trovare pronti per quello che ci aspetta”.

“Il chiodo fisso è andare al Mondiale, tornare lì dove siamo stati per tantissimi anni, anche da protagonisti. Dobbiamo volerlo a tutti i costi, non cominciare a vedere i fantasmi alla prima difficoltà”. È troppo presto per pensare al match con l’Irlanda del Nord, meglio concentrarsi sul presente: “Devo vivere alla giornata. Non sono più il Gattuso di una volta, quello che aveva un obiettivo e si preparava solo per quello. Oggi sono una persona diversa, faccio un lavoro totalmente diverso. Sono il primo a dover dare tranquillità, devo sbagliare il meno possibile e fare le scelte giuste. Se mi mettessi a pensare adesso alla partita di marzo non ci arriverei lucido. La lucidità e l’energia si devono perdere oggi su quello che andiamo a vedere, su quello che propone il nostro calcio e sulle scelte che dobbiamo fare. Quando arriveremo a Coverciano, in quei dieci giorni ci dedicheremo a preparare al meglio la partita”. Nei giorni scorsi Gattuso è volato a Riad per assistere alle semifinali della Supercoppa italiana, e da qui a marzo, insieme ai suoi assistenti seguirà con la massima attenzione tutti i convocabili: “Vivrò questi tre mesi lavorando. Girando e vedendo partite. E poi parlando con i miei ragazzi. Li sento spesso, non solo i veterani. Mi piace chiacchierarci, sto molto a contatto con loro”.

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“Noi abbiamo giocatori forti, anche se è un dato di fatto che sono pochi gli italiani nel nostro campionato. In questi mesi ho apprezzato molto i sacrifici fatti dai ragazzi, c’è chi è stato male ed è rimasto tutto il tempo con noi. Nella mia carriera sono arrivato tante volte con le stampelle a Coverciano. È giusto così, un gruppo non si crea stando solo tre o quattro giorni insieme”. Anche gli italiani sembrano apprezzare il carattere di una Nazionale che viaggia compatta verso l’obiettivo: “Da quando sono ct la squadra è sempre stata seguita. Sulla Rai è stata vista da 6-7 milioni di telespettatori. Penso che sia la testimonianza che alla gente piace vedere l’Italia e che siamo stati bravi in questi mesi a riaccendere l’entusiasmo”. Un entusiasmo che non manca di certo al condottiero degli azzurri, che vuole guardare avanti senza voltarsi indietro: “Quando non avrò più l’adrenalina, il sangue che pulsa, allora ripenserò a quello che ho fatto nel mio passato. Ora però ho cose più importanti a cui pensare”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Serie A, le designazioni arbitrali della 17esima giornata: Atalanta-Inter a La Penna

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ROMA (ITALPRESS) – Sarà Federico La Penna a dirigere Atalanta-Inter, big-match della 17esima giornata in programma domenica 28 alle 20.45. Insieme al fischietto della sezione di Roma, completeranno la squadra arbitrale per la sfida di Bergamo gli assistenti Berti e Perrotti, il quarto ufficiale di gara Rapuano e gli addetti alla Var Abisso e Manganiello.

Il 17esimo turno sarà aperto sabato 27 da Parma-Fiorentina, importante scontro salvezza in programma alle 12.30. Per il match del Tardini è stato designato l’arbitro Marco Guida di Torre Annunziata. Sempre sabato, ma alle 20.45, si giocherà Pisa-Juventus che sarà diretta da Fabio Maresca di Napoli, mentre domenica, oltre ad Atalanta-Inter sono in programma Milan-Verona (ore 12.30, arbitro Fabbri di Ravenna), Cremonese-Napoli (ore 15, Mariani di Aprilia) e il derby Bologna-Sassuolo (Sacchi di Macerata). Infine l’ultima gara dell’anno di Serie A sarà Roma-Genoa, fissata per lunedì 29 alle 20.45. All’Olimpico arbitrerà Marco Di Bello di Brindisi.

LE DESIGNAZIONI ARBITRALI DELLA 17ESIMA GIORNATA

Parma – Fiorentina (27/12, ore 12.30) arbitro: Guida di Torre Annunziata
Lecce – Como (27/12, ore 15) arbitro: Marchetti di Ostia Lido
Torino – Cagliari (27/12, ore 15) arbitro: Doveri di Roma
Udinese – Lazio (27/12, ore 18) arbitro: Colombo di Como
Pisa – Juventus (27/12, ore 20.45) arbitro: Maresca di Napoli
Milan – Verona (ore 12.30) arbitro: Fabbri di Ravenna
Cremonese – Napoli (ore 15) arbitro: Mariani di Aprilia
Bologna – Sassuolo (ore 18) arbitro: Sacchi di Macerata
Atalanta – Inter (ore 20.45) arbitro: La Penna di Roma
Roma – Genoa (29/12, ore 20.45) arbitro: Di Bello di Brindisi

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Detroit passa a Portland nella notte Nba, OKC torna a vincere

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ROMA (ITALPRESS) – Prosegue la regular season di Nba. Detroit si conferma prima forza a Est e batte Portland a domicilio 110-102. Doppie doppie per Jalen Duren (26 punti+10 rimbalzi) e Ausar Thompson (18 punti+12 rimbalzi), che compensano un Cade Cunningham da soli 14 punti. Uscita sconfitta sul parquet di Minnesota, Oklahoma torna a vincere e lo fa in casa contro Memphis: 119-103 per i Thunder con Shai Gilgeous-Alexander vicino alla tripla doppia (31+10+8). Golden State domina contro Orlando al Chase Center: 120-97 per i californiani, sorretti dai due alfieri Steph Curry (26 punti) e Jimmy Butler (21 punti). Sponda Magic doppia doppia per Paolo Banchero (21 punti+12 rimbalzi). Denver si sbarazza di Utah 135-112.

Settima vittoria nelle ultime otto per i Nuggets con un Nikola Jokic in tripla doppia (14+13+13) e un Jamal Murray sempre in grande spolvero (27 punti). Boston la spunta su Indiana in casa: 103-95 il punteggio in favore dei Celtics, trascinati dai 31 punti di Jaylen Brown. Cleveland ritrova il successo dopo tre sconfitte in fila. I Cavs battono Charlotte 139-132 in Ohio. La coppia Mitchell-Garland combina 57 punti (30+27) e De’Andre Hunter ne aggiunge altri 27. Hornets ko nonostante i 23 di LaMelo Ball e i 20 di Kon Knueppel e Brendon Miller. Dallas cade a New Orleans 119-113. Anthony Davis vintage con 35 punti e 17 rimbalzi, ma la spuntano i Pelicans grazie a Zion Williamson (24+9), Saddiq Bey e Derik Queen, entrambi alla sirena con 19 punti a referto.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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