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VIDIGULFO, TRAGEDIA SULLA SP2: IL DRAMMA DI PATRIZIA

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LA VOCE PAVESE – VIDIGULFO, TRAGEDIA SULLA SP2: IL DRAMMA DI PATRIZIA
Un tragico schianto frontale è costato la vita a Patrizia Cassi, 62 anni, residente a Vidigulfo. L’incidente, avvenuto il 20 gennaio poco prima delle 14.30, ha coinvolto una Fiat Panda e un autocarro lungo un tratto rettilineo della SP2, tra l’incrocio con via Case La Porta e la rotatoria di via Fratelli Cervi, a Landriano.

I soccorsi, scattati in codice rosso, hanno visto l’intervento immediato di un’ambulanza, un’auto medica con rianimatore a bordo e i vigili del fuoco. Nonostante gli sforzi, per la donna non c’è stato nulla da fare: il suo corpo è stato estratto senza vita dalle lamiere contorte della Panda. Sul posto sono intervenute anche due pattuglie della Polstrada di Pavia, impegnate nei rilievi per ricostruire la dinamica dello scontro.

Secondo una prima ricostruzione, l’impatto tra i due veicoli è stato violento: la Panda si è accartocciata contro la parte frontale del mezzo pesante, che si è sollevato nell’urto schiacciando il cofano e l’abitacolo. Patrizia Cassi, unica occupante dell’utilitaria, è deceduta sul colpo a causa delle gravi ferite riportate, incompatibili con la sopravvivenza.

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La scena straziante ha coinvolto anche i familiari della donna, giunti sul posto poco dopo l’incidente. Al momento, le cause dello scontro restano al vaglio della Polstrada. Dalle prime ipotesi, sembrerebbe che la Panda abbia invaso la corsia opposta, ma ulteriori accertamenti sono in corso per confermare la dinamica.

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PRONTO METEO – PREVISIONI DAL 24 FEBBRAIO

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Le previsioni del tempo in Lombardia, sempre aggiornate con Arpa Lombardia sul nostro sito prontometeo.it.

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.

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TURISMO, LA REGIA CHE MANCA

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LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…

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