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Economia

Natali “Formazione continua opportunità per lavoratori e aziende”

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ROMA (ITALPRESS) – Più di otto milioni e mezzo di euro per dare opportunità alle imprese di formare i loro dipendenti “on the job”, con procedure semplici e sfruttando le nuove tecnologie. E’ la dotazione di risorse per il 2025 programmata da Fondoprofessioni, il Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua negli studi professionali e nelle aziende collegate.
Il presidente Marco Natali, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy, ha spiegato che “la missione del fondo è quella di finanziare, erogare contributi, a fondo perduto e chiunque può iscriversi, possono aderire le aziende di vari settori oltre che gli studi professionali”. Il Fondo è nato a seguito dell’Accordo interconfederale del 7 novembre 2003, tra Confprofessioni, Confedertecnica, Cipa e Cgil, Cisl, Uil.
La dotazione di risorse per il 2025 ammonta a circa 8,6 milioni di euro, ma “ne stanzieremo altri, probabilmente ne metteremo almeno un milione in più. Le tipologie di intervento sono varie, facciamo avvisi di tipo diverso, dopo una serie di valutazioni diamo delle premialità a chi fa formazione di un certo tipo come, per esempio, sull’Intelligenza Artificiale, la digitalizzazione, la parità di genere, l’organizzazione, le soft skills. Temi importanti oggi per gli studi professionali che spesso faticano a trovare il personale”.
Tra i problemi del mercato del lavoro c’è proprio la distanza tra domanda e offerta, e la formazione può avere un ruolo per ridurla. “Lo scopo del fondo è proprio quello di dare delle opportunità per la formazione – spiega Natali -. Tra i nostri aderenti ci sono studi professionali e aziende piccole, con procedure semplici diamo la possibilità di formare i loro dipendenti. Abbiamo lanciato un avviso che punta moltissimo sulla digitalizzazione e sull’Intelligenza Artificiale per preparare gli over 55 e dall’altro lato per formare i neo assunti. E la formazione la fai nel tuo posto di lavoro, ‘on the job’”.
A proposito di Intelligenza Artificiale, per Natali “può essere utilissima per i lavoratori, ma devono apprendere l’utilizzo che si può fare di questi strumenti. I primi che dovrebbero usarla, capire come funziona, sono proprio i formatori, la filosofia deve essere che chi utilizza lo strumento deve essere il primo ad imparare ad usarlo per poi divulgarlo. Come tutti gli strumenti va conosciuta, nè demonizzata nè esaltata”.
“La formazione continua è il maggior welfare che possiamo dare ai lavoratori, e fa bene anche alle imprese, che può trattenere meglio i collaboratori validi”, conclude Natali.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Economia

Mps lancia un’offerta pubblica di scambio su Mediobanca da 13,3 miliardi

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SIENA (ITALPRESS) – Monte dei Paschi di Siena ha annunciato il lancio di un’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Mediobanca per un corrispettivo totale di 13,3 miliardi di euro, interamente in azioni. Lo rende noto MPS, sottolineando che dalla business combination nasce un nuovo campione nazionale nel settore bancario italiano, che si posiziona al terzo posto nei segmenti chiave, con una forte complementarità di prodotti e servizi e caratterizzato da un business mix altamente diversificato e resiliente, con rilevanti sinergie industriali. Il nuovo gruppo proteggerà e favorirà lo sviluppo dei due già forti brand MPS e Mediobanca, preservandone il posizionamento e le competenze uniche e consentendo alle famiglie e alle imprese italiane di accedere a una piattaforma di servizi bancari più ampia e integrata”.
E ancora, prosegue la nota, “il nuovo e moderno campione bancario favorirà la valorizzazione dei talenti di entrambe le organizzazioni, grazie alle opportunità di arricchimento e integrazione reciproca, generando innovazione e crescita; significativa creazione di valore per tutti gli azionisti con una maggiore redditività rispetto ai business standalone (rote pro-forma di circa il 14%) e una forte solidità patrimoniale (cet1 ratio pro-forma a circa il 16%), unitamente a un dividendo sostenibile e in aumento; premio del 5,03% rispetto al prezzo ufficiale di mediobanca del 23 gennaio 2025. L’operazione consentirà, inoltre, un’accelerazione nell’utilizzo delle dta detenute da MPS, con un valore attuale netto stimato a beneficio degli azionisti di Mediobanca di euro 1,2 miliardi, pari a circa il 10% dell’attuale capitalizzazione di mercato di Mediobanca”. “Con questa operazione di natura industriale vogliamo segnare un nuovo approccio nel percorso di consolidamento del settore bancario che in maniera innovativa crea valore da subito sia per gli azionisti di MPS che di Mediobanca, e ritengo anche per l’intero sistema paese – ha detto Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Banca Monte dei Paschi di Siena -. Puntiamo a un nuovo campione nazionale, con due brand di eccellenza, che vogliamo proteggere e ancor più valorizzare. Un nuovo e moderno gruppo bancario altamente competitivo, leader in business specialistici chiave e con una forte solidità patrimoniale, che si pone l’obiettivo di svolgere in modo sempre più virtuoso il ruolo di sostegno a famiglie, imprese e comunità locali. Insieme e a beneficio di tutti gli azionisti, abbiamo l’opportunità di creare un player con un modello di banca globale best-in-class e resiliente, facendo leva su competenze distintive e complementari, capillari reti distributive e agili piattaforme digitali”.
Per Lovaglio “una combinazione di business unica di talenti, know-how, brand e valori. La giusta sintesi per un’eccellenza italiana su cui costruire un futuro di crescita e innovazione a beneficio di clienti, dipendenti, azionisti e tutti gli altri stakeholder”.
-foto Agenzia Fotogramma-
(ITALPRESS).

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Economia

Agricoltura, Uila “Primi in Ue anche grazie a lavoratori e lavoratrici”

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ROMA (ITALPRESS) – “I dati Istat rivelano il primato della nostra agricoltura dimostrando la forza e la resilienza di un settore che, nonostante le crisi geopolitiche, gli effetti dei cambiamenti climatici e la concorrenza sleale sul mercato, conferma la sua strategicità non solo economica, ma anche per il benessere dei nostri territori e di tutto il Paese. Non dobbiamo però dimenticare che la ricchezza prodotta è stata resa possibile anche grazie ad oltre un milione di lavoratori e lavoratrici agricole, connazionali e stranieri, che con la loro professionalità consentono di assicurare cibo di qualità sulle nostre tavole e valorizzare il Made in Italy nel mondo”. Così Enrica Mammucari, segretaria generale Uila, in merito alla stima preliminare dei conti dell’agricoltura 2024 dell’Istat.
“Questo primato deve rafforzare ancora di più le Parti sociali nell’obiettivo di promuovere la qualità complessiva di tutta la filiera produttiva, partendo dalla buona occupazione e dalla legalità e contrastando con determinazione tutte quelle imprese che lucrano sui diritti del lavoro e creano dumping alla maggior parte delle aziende sane che applicano leggi e contratti”, prosegue Mammucari.
“A maggior ragione, oggi, dopo i nuovi arresti del rappresentante legale e del titolare dell’azienda Lovato, in cui ha perso la vita Satnam Singh, grazie all’ottimo lavoro delle forze dell’ordine che hanno scoperchiato una catena di ricatti e sfruttamento ai danni di persone fragili per la loro condizione di immigrati privi di permesso di soggiorno, ribadiamo con forza la necessità di rafforzare i controlli, il coordinamento delle diverse autorità ispettive e l’incrocio dei dati in loro possesso per contrastare lo sfruttamento e l’intermediazione illecita della manodopera. E’ poi quanto mai urgente dare attuazione all’importante norma, prevista nel Dl Agricoltura e conquistata dopo tanti anni e tante battaglie dal Sindacato, relativa alla Banca dati degli Appalti in agricoltura: dentro gli appalti non genuini e dietro al fenomeno delle cosiddette “imprese e cooperative senza terra” si celano, infatti, troppo spesso, le forme più spietate dello sfruttamento di migliaia di lavoratori, non solo immigrati”.
“Nel giorno in cui festeggiamo il primato del valore dell’agricoltura in Europa chiediamo di proseguire il confronto, intrapreso lo scorso anno, con i Ministri del lavoro Calderone e dell’agricoltura Lollobrigida e le organizzazioni più rappresentative del settore per unire tutte le forze in campo e diventare campioni anche nella Legalità del cibo sia prodotto in Italia sia importato dall’estero. Un tavolo istituzionale con le parti sociali indispensabile anche per affrontare più in generale il tema del mercato del lavoro, delle politiche migratorie e delle politiche attive.”
“Le sfide delle transizioni che l’agricoltura italiana ha davanti – conclude la segretaria generale – si vincono investendo nel lavoro regolare, difendendo la dignità delle persone e rendendo attrattivo un lavoro essenziale per la produzione di cibo, la tutela dell’ambiente e la salvaguardia dei nostri territori”.

– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

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Economia

Imprese, nel 2024 aperture in crescita ma chiusure accelerano

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ROMA (ITALPRESS) – Alla fine del 2024 l’anagrafe delle imprese italiane registra un bilancio positivo, con un saldo tra aperture e chiusure che si attesta a +36.856 unità nei dodici mesi da poco conclusi. Alle 322.835 iscrizioni di nuove attività economiche hanno fatto eco 285.979 cessazioni di attività esistenti, per un tasso di crescita della base imprenditoriale che si attesta a +0,62% (contro +0,70% del 2023). Le dinamiche demografiche del sistema produttivo fanno tuttavia emergere segnali di difficoltà in particolare sul fronte del ritmo delle aperture di nuove imprese, segnato da uno dei tassi di natalità più contenuti degli ultimi 20 anni (peggio si è fatto solo negli anni del Covid) e dell’ampliarsi del fenomeno delle “culle” vuote in un numero crescente di comuni italiani. Nel 2024, infatti, i registri anagrafici delle imprese hanno registrato uno “zero” nei territori di 478 Comuni, contro i 374 di dieci anni prima e i 212 del 2004. Queste alcune delle evidenze che emergono dai dati Movimprese sull’andamento della demografia delle imprese nel 2024, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio.
“Oltre all’aspetto della denatalità di impresa di alcuni territori, un andamento che crea disparità tra le nostre regioni”, sottolinea il Presidente di Unioncamere, Andrea Prete, “vanno valutate ed approfondite le cause che stanno portando a una riduzione della base imprenditoriale di alcuni settori cardine della nostra economia, come il commercio, l’agricoltura e il manifatturiero. Positiva invece la crescita di diversi comparti dei servizi, a partire dalle Attività professionali scientifiche e tecniche”.
A livello settoriale, il saldo positivo del 2024 riflette dinamiche eterogenee tra i vari comparti. Oltre l’80% della crescita annuale (29mila imprese) si concentra in soli tre macro-settori: attività professionali scientifiche e tecniche (+10.845 imprese, pari ad un tasso di crescita del 4,40% su base annua), costruzioni (10.636 imprese in più, corrispondenti ad una crescita dell’1,27%), alloggio e ristorazione (+8.125, pari a +1,78%). In modo quasi speculare, altri tre grandi comparti hanno pesato in senso negativo sul saldo con una riduzione apprezzabile del proprio perimetro imprenditoriale: commercio (10.129 imprese in meno, pari al -0,72% contro lo 0,60% in meno del 2023), agricoltura, silvicoltura e pesca (-7.457, pari al -1,06% e in linea con l’anno precedente) e attività manifatturiere (-4.137 -0,81% contro -056% del 2023).
Dal punto di vista territoriale i dati Movimprese mostrano segnali di crescita in tutte le quattro macro-ripartizioni geografiche del Paese, anche se ovunque con dinamiche più attenuate rispetto al 2023.
In termini assoluti il contributo più significativo al saldo annuale è venuto dal Mezzogiorno (+13.684 imprese); in termini relativi la componente più dinamica è stata l’area del Centro-Italia (+0,80%) sostenuta dalla spinta decisiva del Lazio (+1,63%). Complessivamente, 15 regioni italiane hanno chiuso l’anno con un saldo positivo (erano 17 nel 2023).
In termini di forme organizzative, alla fine del 2024 il tessuto imprenditoriale italiano appare rafforzato grazie alla significativa espansione delle imprese costituite in forma societaria, cresciute del 3,25% rispetto al 2023 (+60mila unità). Questo progresso avviene a scapito delle altre forme organizzative, il cui numero si si è complessivamente ridotto di oltre 24mila unità (meno 14mila le società di persone, meno 10mila le imprese individuali).
Escludendo il triennio 2020-2022 segnato dagli effetti della pandemia, il saldo positivo del 2024 si colloca di poco al di sopra della media dell’ultimo decennio (33.169), risultato di una lieve ripresa delle iscrizioni (circa 10.800 in più) e di una più marcata crescita delle cessazioni (circa 16.000) rispetto al 2023. In questo contesto, per la prima volta Movimprese ha focalizzato l’attenzione sul fenomeno della de-imprenditorializzazione dei territori, analizzando il flusso delle iscrizioni di imprese a livello comunale.
L’analisi, condotta su venti anni di dati del Registro delle Imprese, evidenzia l’ampliamento del perimetro dei territori in cui si riscontra un’assenza assoluta di nuove iniziative imprenditoriali. Dai 212 Comuni a zero natalità imprenditoriale del 2004 (pari al 2,6% di tutti i Comuni esistenti all’epoca) si è passati ai 374 del 2014 (4,6% del totale) per arrivare ai 478 rilevati tra gennaio e dicembre dello scorso anno (il 5,9% dei campanili della Penisola).
Il fenomeno delle “culle d’impresa” vuote, osservato a livello dei territori comunali, presenta risvolti che richiedono un approfondimento dedicato e multidimensionale, incrociando variabili socio-economiche su diversi piani di analisi. La disponibilità dei dati Movimprese a questo livello di dettaglio (e la loro confrontabilità nel tempo) offre una solida base per l’avvio di un percorso di approfondimento e comprensione più articolata. Geograficamente, i comuni che nel corso del 2024 non hanno visto nascere attività d’impresa sono distribuiti in tutte le regioni italiane, con l’unica eccezione della Basilicata. In termini assoluti, la concentrazione più elevata si registra in Piemonte (126); a seguire vengono la Lombardia (103) e, con un distacco significativo, la Sardegna (32).
Se si considera il rapporto tra questi comuni e il totale dei comuni presenti nelle rispettive regioni, emergono differenze interessanti rispetto a questo primo quadro. In una significativa continuità territoriale, al Piemonte (10,6% di incidenza dei municipi senza nuove imprese sul totale dei comuni in regione) si aggiunge la Valle d’Aosta (con un valore anche più elevato: 10,8%), la Lombardia (6,7%) esce di scena dalle prime posizioni, mentre la Sardegna si conferma in seconda posizione anche in termini relativi, affiancata però dalla Toscana (8,5%). Anche in termini relativi, si segnala una continuità territoriale significativa tra Abruzzo (8,2%) e Molise (8,1%) a indicare come la geografia dei sistemi imprenditoriali locali sia fortemente condizionata da quella fisica dei territori su cui insistono le attività d’impresa.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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