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Politica

Terra dei Fuochi, Cedu condanna Italia “Grave rischio per la vita”

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NAPOLI (ITALPRESS) – La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato lo Stato italiano per “inerzia di fronte alle attività, spesso ad opera di gruppi criminali, di scarico, sotterramento e incenerimento dei rifiuti in una vasta area al confine tra le province di Napoli e Caserta”. I giudici avrebbero riscontrato un rischio per la salute e la vita “sufficientemente grave, reale ed accertabile”, come testimoniato dai numeri che in questi anni hanno documentato un drammatico aumento di casi di tumore tra i cittadini residenti nell’area interessata, la cosiddetta Terra dei Fuochi. La Cedu ha dato all’Italia due anni di tempo per introdurre nel suo ordinamento delle misure correttive che possano concretamente affrontare il fenomeno. A presentare il ricorso davanti alla Corte europea erano stati 41 cittadini e cinque associazioni campane.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Meloni “Se alcuni giudici vogliono governare si candidino”

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MILANO (ITALPRESS) – “Alcuni giudici vogliono governare. Il problema è che se io sbaglio gli italiani mi mandano a casa, se sbagliano loro non succede niente. Se alcuni giudici vogliono governare si candidino alle elezioni”. Lo dice il premier Giorgia Meloni, in collegamento con l’evento “La ripartenza”, organizzato da Nicola Porro a Milano, rispondendo a una domanda sul caso Almasri e sull’avviso ricevuto dalla Procura di Roma.”Non è normale – aggiunge – che certi giudici politicizzati cerchino di colpire chi non è politicamente schierato con loro. Sono degenerazioni che hanno messo in ginocchio la nazione più bella del mondo”.
“Non intendo mollare di un centimetro – prosegue – almeno fino a quando saprò che la maggioranza degli italiani è per me”.
-foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

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Politica

Tajani “Dai magistrati un proditorio attacco al Governo”

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ROMA (ITALPRESS) – L’invio dell’avviso di garanzia alla premier Giorgia Meloni, ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e al sottosegretario Alfredo Mantovano è “un proditorio attacco al governo attuato da quella magistratura che non tollera che ci sia una riforma della giustizia”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, secondo cui “ricorda tanto quando Berlusconi nel ’94 ricevette l’avviso di garanzia a Napoli mentre presiedeva il vertice Onu sulla criminalità”. Lo ricorda in “tutto, a partire dalla tempistica – sottolinea -. Proprio alla vigilia del dibattito parlamentare sulla vicenda Almasri, quando i ministri dell’Interno e della Giustizia stanno andando per presentarsi in Parlamento per illustrare la vicenda, arriva un avviso senza alcun senso”. “Ma quale profilo giudiziario! Peculato, favoreggiamento, ma di che parliamo? I ministri come il sottosegretario Mantovano – sottolinea Tajani – hanno agito correttamente, la vicenda è stata già spiegata, poi coinvolgere anche la premier è assolutamente privo di alcun senso… Il mio ministero non ha competenze in merito, ma mi pare così ovvio quello che è successo: i giudici lo hanno scarcerato e il governo lo ha espulso perchè pericoloso”. Per Tajani il procedimento “non doveva mai aprirsi. Non ha alcun senso. Un avviso su un fatto politico con questa tempistica. Inchiesta su esposto di un avvocato della sinistra accolto dal pm che aveva già indagato Salvini con i risultati che vediamo, e di quella fazione di magistrati che all’apertura dell’anno giudiziario hanno sfilato con la Costituzione in mano per protesta, un atto inaudito. Questo avviso è un pericoloso soffiare sul fuoco, non da uomini delle istituzioni”. Alla domanda se lo lega alla protesta dei magistrati, risponde: “Sicuramente sì. E non si capisce questa protesta. I magistrati hanno le loro sedi per esprimere le proprie posizioni su una riforma – l’Anm, le audizioni in Parlamento – ma non possono emanare atti come un avviso di garanzia per opporsi a un governo. Perchè la democrazia si fonda sulla separazione dei poteri, che qui sta saltando per attacchi e toni sempre più alti”. “Noi – spiega Tajani – stiamo solo facendo la riforma che avevamo annunciato nel nostro programma e che è stata voluta dai cittadini, visto che ci hanno votato. Si può dissentire, ma non si può impedire ad un governo e una maggioranza di riformare la giustizia, peraltro senza forzature”.
La riforma della giustizia prevede la separazione delle carriere “esattamente, come chiedeva anche Falcone. Noi diamo massima indipendenza e autonomia ai giudici, come parte terza, non vogliamo certo che i pm dipendano dal governo. Non lo abbiamo mai proposto. Non siamo contro i magistrati, anzi vogliamo esaltare il ruolo del magistrato giudicante. E diciamo basta alle correnti, perchè un magistrato è un magistrato, un uomo dello Stato, non deve rappresentare uno schieramento politico, come era ai tempi di Magistratura Democratica, braccio del Pci”. “Io so – prosegue Tajani – che ogni volta che si tocca qualcosa sulla giustizia, parte l’attacco. Fu così contro Berlusconi, poi per Salvini, ora tocca a Meloni. Quella Costituzione che alcuni magistrati hanno sventolato dovrebbero leggerla meglio perchè dice l’esatto contrario di quello che dicono loro: il potere spetta al popolo e le riforme le scrive il Parlamento”. Per quanto riguarda la ministra Santanchè, rinviata a giudizio, “sono cose diverse. In un caso ci sono le azioni di un privato cittadino, nell’altro l’agire politico del governo. Detto ciò, noi siamo garantisti fino alla fine, sarà Santanchè a valutare l’opportunità di restare ministro o no”.
– foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

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Santanchè “Pressing FdI? Me ne frego, valuto io impatto su mio lavoro”

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ROMA (ITALPRESS) – Fare delle valutazioni? “Questa è un’idea del presidente, io voglio parlare di altro. Faccio il mio lavoro, vado avanti”. Così, in un’intervista a la Repeubblica, il ministro del Turismo Daniela Santanchè che, sulle critiche che le arrivano anche dal suo partito, dice: “Ma chissenefrega! Pazienza. Io non faccio nessun passo indietro, non mi dimetto, l’ho detto chiaro. Ero innocente ieri, sono innocente oggi, sarò innocente domani. Poi, se per me si vuole cambiare il diritto e uno è già colpevole con un rinvio a giudizio, si accomodino”. Alla premier che aveva detto che il rinvio a giudizio di per sè non basta per un passo indietro, ma anche che il ministro doveva valutare l’impatto della vicenda Visibilia sul proprio lavoro, Santanchè “replica”: “Ma magari l’impatto sul mio lavoro lo valuto io. Nessuno può dire che non lavoro come ministro del Turismo, nessuno mi ha detto che sono assente, in due anni e mezzo abbiamo applicato tutto il programma del ministero del turismo: tutto”. Un incontro con Meloni? “Io la vedo spesso, abbiamo i consigli dei ministri… Certo che la vedrò, ma non è successo niente di che. Io sono serena”. Infine, su cosa si sia detta con La Russa, il ministro chiosa: “La Russa è un mio amico, abbiamo un rapporto umano, ognuno nel rispetto del suo ruolo, lui come presidente del Senato, seconda carica dello Stato, io come ministro. Una cosa è certa: Ignazio non mi abbandonerà mai. Ma non come politica, come amica. In politica è molto difficile avere amici, io ho pochi amici. La Russa lo è. E lo saremo nei secoli come i carabinieri”.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-

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