Cronaca
Meloni “Panico più dannoso dei dazi”. Il 17 aprile l’incontro con Trump
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7 mesi fa-
di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il premier Giorgia Meloni il 17 aprile
incontrerà a Washington il presidente degli Stati Uniti Donald
Trump. Lo ha annunciato lo stesso presidente del Consiglio,
secondo quanto si apprende, nel corso dell’incontro con le
categorie economiche a Palazzo Chigi sul tema dazi.
“Come sapete bene, gli Stati Uniti hanno annunciato dazi su merci e prodotti importati da gran parte degli Stati del mondo, prevedendoli del 20% su molti prodotti dell’Unione europea. Sono ovviamente, da quello che sappiamo, tariffe che rischiano di avere un impatto su filiere che per l’Italia sono particolarmente strategiche come macchinari, automotive, agroalimentare e tessile, mentre sul chimico-farmaceutico sono ancora in corso approfondimenti specifici relativamente al nuovo scenario – ha detto Meloni -. Queste tariffe si aggiungono a quelle già previste per specifiche merci e prodotti come automobili, naturalmente acciaio e alluminio”.
“Ho già detto quello che penso: penso sia una decisione assolutamente sbagliata da parte dell’Amministrazione Trump. Le economie delle Nazioni occidentali sono fortemente interconnesse, politiche protezionistiche così incisive finiranno per danneggiare l’Europa quanto gli Stati Uniti – ha aggiunto Meloni -. Voi sapete che Europa e Stati Uniti contano sulla relazione economica più integrata al mondo, rappresentano, insieme, quasi il 30% degli scambi mondiali di beni e servizi e il 43% del PIL mondiale. Sono economie che si completano a vicenda, come dimostra il fatto che nel 2023 la UE ha registrato sul fronte dei beni un surplus della bilancia commerciale di 157 miliardi e sul fronte dei servizi un disavanzo di 109 miliardi”.
“E, ovviamente, qualsiasi ostacolo agli scambi internazionali è penalizzante in particolare per una Nazione come l’Italia, che ha una lunga tradizione di commercio con l’estero e può contare sulla grande forza del Made in Italy. Al momento il nostro surplus commerciale nei confronti degli Stati Uniti si aggira intorno ai 40 miliardi di euro, 38,8 per la precisione nel 2024. Dunque, dazi tra economie equivalenti, per noi, non sono mai una buona notizia. Detto questo, però, devo dirvi che considero fondamentale prima di qualsiasi cosa non amplificare ulteriormente l’impatto reale che la decisione americana può avere – ha sottolineato il presidente del Consiglio -. Le esportazioni italiane negli Stati Uniti valgono cica il 10% delle nostre esportazioni totali. L’introduzione di dazi può, chiaramente, ridurre questa quota di export ma non la azzera ed è oggettivamente presto per quantificarne l’effetto e per capire quanto i nostri prodotti saranno effettivamente penalizzati. Tra l’altro dobbiamo considerare che un dazio alla frontiera del 20% non si traduce in un costo del 20% per il consumatore americano, poichè voi sapete meglio di me che ci sono diverse intermediazioni che possono assorbire quella percentuale. Oltre al fatto che noi sappiamo che per buona parte dell’export italiano la forza della nostra esportazione non è data tanto dalla competitività del prezzo, quanto dalla qualità del prodotto stesso”.
“D’altra parte, bisogna tenere conto che una politica protezionistica generale americana può impattare sull’Italia anche indirettamente, probabilmente anche più di quanto impattano i dazi. Pensiamo, ad esempio, all’esportazione di automobili tedesche negli Stati Uniti, che sono in buona parte prodotte grazie alla componentistica italiana. E quindi non va fatta una valutazione solo del peso che carica il dazio diretto ma anche delle triangolazioni che i dazi imposti in generale produrranno.
Perchè faccio tutte queste specifiche? Perchè a monte per noi è molto difficile valutare con precisione quali saranno le conseguenze effettive prodotte da questa nuova situazione sul nostro PIL e quindi dobbiamo ragionare anche tenendo conto di questi elementi – ha aggiunto Meloni -. Però ho la certezza che il panico e l’allarmismo che si stanno generando rischiano di fare molti più danni della misura in sè. Lo dico perchè quello che abbiamo visto in questi giorni è che hanno toccato anche aziende non minimamente connesse all’export verso gli Stati Uniti. Lo dico anche perchè vi devo ringraziare per aver espresso anche voi la necessità di non alimentare il panico e su questo davvero serve una alleanza comune perchè l’impatto maggiore può arrivare per paradosso da questa azione istintiva piuttosto che dalle misure reali”.
“Ieri pomeriggio ho riunito un gruppo di lavoro – composto dai due vicepremier, il ministro Tajani e ministro Salvini, che vedo in collegamento, i ministri Giorgetti, Urso, Lollobrigida e Foti – e ci siamo confrontati sui vari piani sui quali bisogna operare per affrontare questa negoziazione – ha detto ancora il premier -. Ci siamo confrontati sulla linea di negoziato da tenere a livello europeo e con gli Stati Uniti e sul set di misure da adottare anche a livello nazionale. Questi sono i tre livelli sui quali ci vorremmo confrontare oggi con voi anche per ascoltare i vostri suggerimenti e le vostre proposte, però partendo da alcune valutazioni che fino a qui abbiamo fatto e condiviso con i Ministri del gruppo di lavoro, su questi tre diversi livelli: negoziato con gli Usa; iniziative per la competitività europea; misure che può mettere in campo l’Italia”.
Nel negoziato con gli Stati Uniti “la sfida da esplorare è invece quella che l’Italia è stata tra le prime nazioni a promuovere, e che anche la Presidente von der Leyen lo ha ribadito ieri, ovvero la possibilità di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula “zero per zero” – ha proseguito il presidente del Consiglio -. In questo mi pare che ci sia da parte della presidente della Commissione e da parte del Commissario al Commercio che sta trattando una disponibilità. E’ questo il negoziato che deve vederci tutti impegnati e a tutti i livelli, che vede impegnati noi e che impegna me che sarò a Washington il prossimo 17 aprile e ovviamente intendo affrontare anche questa questione con il Presidente degli Stati Uniti”.
“Ci troviamo tutti davanti ad un’altra sfida complessa, ma abbiamo le carte in regola per superare anche questa. Possiamo contare sulla forza, sulla vitalità e sulla dinamicità delle nostre imprese e dei nostri lavoratori, che hanno sempre dimostrato di saper reagire e trovare le soluzioni anche nei momenti più difficili – ha concluso Meloni -. Il Governo è pronto a fare la sua parte, come ha sempre fatto finora, ma ancora una volta saranno le nostre imprese e i nostri lavoratori a essere determinanti per l’esito di questa grande sfida”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
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Cronaca
Ciriani “Con la manovra non aiutiamo i milionari, pochi margini per intervenire”
Pubblicato
30 minuti fa-
10 Novembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Il ceto medio non è il ceto ricco. Chi guadagna 40 o 50 mila euro lordi non è ricco: è ceto medio-basso. L’idea è tagliare l’Irpef per loro. Noi siamo per una politica dei conti in ordine, quella che garantisce stabilità, ci ha consentito di abbassare lo spread e migliorare il rating. Qualche spazio per modificare la manovra ci sarà. Ma saranno correttivi mirati, perchè la strada è strettissima. Non ci sono soldi da buttare”. Lo dice in un’intervista al quotidiano “La Repubblica” Luca Ciriani, ministro dei Rapporti con il Parlamento.
Cambierà la norma sugli affitti brevi e sulla tasse sui dividendi? “Vediamo, Giorgetti ha dato disponibilità. Qualcosa modificheremo, senza stravolgimenti – ribatte Ciriani – Noi vorremmo dare spazio per una terza lettura, ma i tempi sono strettissimi. C’è il dl anticipi, il ddl concorrenza e il ddl Corte dei conti, non so se ci sarà tempo per una terza lettura” in Parlamento.
Passando al tema delle riforme, Ciriani pensa che “ci sia tempo per approvare il premierato in questa legislatura. Se però non ci riuscissimo, allora approveremo una legge elettorale che fa propri i principi del premierato, dunque stabilità con il premio di maggioranza a una coalizione con un leader riconosciuto. Una riforma elettorale che permetta di votare come se il premierato già ci fosse”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Detenzione e spaccio di droga a Ostia, 12 arresti
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30 minuti fa-
10 Novembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Su delega della Procura della Repubblica di Roma, i Carabinieri di Ostia hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, che dispone l’arresto per 12 persone. Sono accusate di detenzione e spaccio, in concorso, di stupefacenti. Gli indagati, avevano allestito, all’interno di un manufatto abusivo, al piano terra condominiale in via dell’Idroscalo di Ostia, un punto vendita di droga operativo 24 ore su 24.
Le investigazioni hanno permesso di ricostruire in maniera dettagliata, le modalità operative di distribuzione della droga al dettaglio, mediante un sistema di “vedette”, “rette” e “pusher”, legati tra loro anche da vincoli di parentela. Nel corso delle indagini, i Carabinieri di Ostia hanno arrestato in flagranza di reato 8 persone, sequestrato circa 1 kg di stupefacente (cocaina e crack), per un valore di circa 30 mila euro, nonché 12.000 euro in contanti, ritenuti provento di attività illecite.
– Foto: ufficio stampa Carabinieri –
(ITALPRESS).
Cronaca
Stati Uniti, trovato l’accordo in Senato per mettere fine allo shutdown
Pubblicato
30 minuti fa-
10 Novembre 2025di
Redazione
WASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Primo passo verso la fine del più lungo shutdown della storia degli Stati Uniti: il Senato, con un’intesa bipartisan, ha infatti votato per interrompere il blocco che sta paralizzando gli uffici governativi americani da quaranta giorni. I democratici hanno trovato un accordo provvisorio con i repubblicani che consente il finanziamento del governo fino a gennaio: 60 i voti a favore, 40 i contrari, aperta dunque la strada all’accordo di spesa che però dovrà ancora ottenere l’approvazione della Camera e ottenere la firma del presidente Donald Trump per porre fine allo shutdown.
L’accordo, fa sapere la CNN, includerebbe una nuova misura tampone per estendere i finanziamenti governativi fino a gennaio e sarebbe vincolato a un pacchetto più ampio per finanziare completamente diverse agenzie chiave. Non includerebbe però alcuna garanzia da parte dei Repubblicani di estendere i sussidi sanitari, che sono stati al centro della lotta per i finanziamenti.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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