Cronaca
LE «COSE MOLTO ITALIANE» FANNO RETE CONTRO I DAZI DI TRUMP AL MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY
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5 mesi fa-
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Redazione
Da Panini a Venchi, dal Tavernello alle carte da gioco Modiano fino al Cornetto Algida, Tonno Rio Mare, Borotalco, Simmenthal e Omino Bianco, le icone del Made in Italy riunite dalla giornalista e scrittrice Camilla Sernagiotto nel suo libro sui prodotti italiani più celebri della storia si incontrano al MIMIT nelle ore successive all’annuncio dei dazi da parte del presidente statunitense
Le icone del Made in Italy protagoniste al MIMIT: da Panini a Venchi, da Algida a Tavernello, un viaggio tra i prodotti simbolo dell’Italia nel libro di Camilla Sernagiotto. Anche l’azienda vogherese Balma &Capoduri, protagonista del volume di Sernagiotto, presente a Roma
Roma – In un momento in cui il dibattito sull’identità industriale italiana si riaccende a livello internazionale, un evento speciale presso il MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) celebra alcuni dei marchi più rappresentativi del nostro Paese. A poche ore dall’annuncio dei nuovi dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la giornalista e scrittrice Camilla Sernagiotto ha riunito in un’unica cornice istituzionale le icone più amate del Made in Italy, protagoniste del suo ultimo libro dedicato ai prodotti italiani entrati nella memoria collettiva “Cose molto italiane. Le icone che hanno fatto la storia del Made in Italy” (edizioni Ultra).
L’incontro nell’aula destinata agli incontri straordinari, il Parlamentino del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è stato carico di significati simbolici e culturali, e ha visto la partecipazione dei più alti rappresentanti dei brand che hanno accompagnato generazioni di italiani e che oggi rappresentano un’eredità viva del genio commerciale e creativo tricolore. Nomi come Panini, Venchi, Tavernello (Caviro), Algida, Olivetti, Modiano, Rio Mare, Borotalco, Simmenthal e Omino Bianco (Bolton Group) non sono solo marchi: sono pezzi di storia, elementi di un immaginario condiviso, simboli di un’Italia che ha saputo reinventarsi e farsi riconoscere nel mondo.
Non poteva mancare la vogherese Balma &Capoduri, azienda che produce la colla Coccoina e la cucitrice Zenith che da sempre ha un posto nei libri e nel cuore di Sernagiotto. A Roma al MIMIT, hanno presenziato anche Ruggero Balma e Giuseppe Lenti Capoduri di Balma &Capoduri.
Da Voghera, presenti anche il consigliere comunale Nicola Affronti e Paolo Affronti.
«È stato un vero piacere essere al MIMIT per il secondo anno consecutivo accanto a Camilla Sernagiotto, prima di tutto come suo amico e poi come amministratore della sua amata Voghera», spiega Nicola Affronti. «Il suo libro trasmette tutta la passione con cui racconta l’Italia, le sue eccellenze e le icone che hanno segnato la nostra memoria collettiva. “Cose molto italiane” è un viaggio emozionante tra i simboli che ci rendono fieri di essere italiani, quei prodotti che hanno fatto la storia del Made in Italy e che continuano a rappresentarci nel mondo. Un orgoglio per tutti noi, e un grande traguardo per Camilla, che con sensibilità e intelligenza ha saputo dar voce a un patrimonio culturale e commerciale unico nel suo genere», conclude Nicola Affronti.
L’evento di presentazione di “Cose molto italiane. Le icone che hanno fatto la storia del Made in Italy” andrà in onda integralmente su Rai Radio 1 il 13 aprile 2025. A condurre la conferenza, c’è la giornalista e conduttrice Paola Severini Melograni, che ha moderato l’evento con gli interventi dell’autrice Camilla Sernagiotto, del Capo di Gabinetto del MIMIT Federico Eichberg, del consigliere per l’internazionalizzazione del Made in Italy Roberto Luongo, del responsabile eventi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy Roberto Cigliuti (che hanno parlato anche a nome del ministro Adolfo Urso, che proprio in quelle ore è stato convocato dal presidente Meloni a Palazzo Chigi per discutere sulla questione dazi) e dei tanti CEO, presidenti, responsabili e rappresentanti delle aziende italiane che sono le protagoniste di “Cose molto italiane”.
Paola Severini Melograni: «Grazie al libro di Camilla Sernagiotto, Cose molto italiane (Ed. Ultra) e ai marchi iconici del nostro Paese, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy una risposta produttiva, culturale e sociale, all’arrivo dei dazi decretato dal Presidente USA. Grazie al ministro Adolfo Urso e alla sua splendida squadra per il lavoro che stanno svolgendo in queste ore così difficili».
Un omaggio al genio popolare italiano
Camilla Sernagiotto, nota per il suo stile brillante e la capacità di raccontare la cultura pop con un irresistibile mix di profondità e leggerezza, ha scelto di raccogliere in un libro questi protagonisti del quotidiano, esplorandone l’evoluzione, le origini e il significato culturale. Un’operazione che va oltre il semplice omaggio nostalgico: è un’indagine sull’identità italiana attraverso ciò che consumiamo, collezioniamo, tramandiamo.
Nel suo libro, ogni marchio diventa una lente per guardare alla storia recente del Paese. Le figurine Panini, ad esempio, raccontano la passione per il calcio e il gioco, mentre il Borotalco è il profumo dell’infanzia e delle domeniche in famiglia. Le carte Modiano evocano tavolate e partite tra amici, il Tonno Rio Mare richiama l’immaginario mediterraneo, e l’Omino Bianco è sinonimo di cura domestica. Ogni prodotto è portatore di valori, ricordi e stili di vita.
L’Italia che resiste e si racconta
La scelta di presentare il volume proprio nelle ore successive all’annuncio dei dazi statunitensi non è casuale. L’evento si inserisce in un contesto geopolitico in cui il Made in Italy torna ad essere tema di discussione internazionale, e lo fa riaffermando il proprio peso culturale prima ancora che economico. Un’occasione per ricordare che dietro ogni etichetta storica c’è una filiera fatta di saperi, territori e tradizioni.
Il MIMIT ha aperto le porte a un’iniziativa che unisce editoria, industria e identità nazionale, ribadendo il valore di un patrimonio immateriale che va oltre la produzione e abbraccia l’immaginario collettivo. In un momento in cui si discute di protezionismo e di nuovi equilibri globali, l’Italia risponde con la forza della sua narrazione: quella di un Paese che, attraverso i suoi marchi, ha saputo raccontarsi al mondo.
Una memoria condivisa che guarda al futuro
L’appuntamento al ministero non è stato solo un omaggio al passato, ma anche uno sguardo verso il futuro del Made in Italy. In un’epoca in cui i marchi storici devono confrontarsi con sfide nuove – dalla sostenibilità all’innovazione tecnologica – la memoria culturale diventa un punto di forza strategico. Valorizzare le eccellenze del passato significa anche costruire un’identità solida su cui progettare il domani.
Il libro di Camilla Sernagiotto, in questo senso, diventa più che una raccolta di aneddoti o curiosità: è un atto politico e culturale. Un invito a riconoscere ciò che di unico e irripetibile l’Italia ha saputo creare, e che ancora oggi può rappresentare un modello alternativo di crescita e coesione.
Il libro «Cose molto italiane»
La moka Bialetti, la Vespa Piaggio, lo zaino Invicta, il cappello Borsalino, le scarpe Superga, il caffè Lavazza o la penna Aurora. Ci sono prodotti del Made in Italy che sono diventati veri e propri oggetti totemici in cui si riflette la storia del nostro Paese.Dopo il grande successo di Senza scadenza. L’intramontabile packaging Made in Italy,le maggiori aziende italiane raccontano a Camilla Sernagiotto i propri fioriall’occhiello, dal Ciao al Cornetto Algida, dall’ovetto Kinder Sorpresa alla pastaBarilla. Grazie a un ricchissimo apparato iconografico e a una scrittura fresca eappassionata, tra le pagine di questo libro ci si perde in un viaggio che non è soltanto nostalgico, ma anche attuale e foriero di buone speranze.
Dal Martini allo pneumatico Pirelli, dall’acqua Ferrarelle al Giallo Mondadori, dal Tegolino di Mulino Bianco allaSettimana Enigmistica, queste icone nostrane parlano di passato, presente e futuro di una nazione che da sempre sa essere geniale in tutto: contenuto, confezione e design.Perché queste piccole e grandi cose di ottimo gusto sono le immagini dell’album illustrato della nostra storia. E infatti fra i totem nonpoteva mancare proprio lui, l’album Panini con le sue mitiche figurine.
L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, e per questo ama tutti gli oggetti e i prodotti che ci fanno grandi nel mondo. Ma l’importante è innanzitutto sentirci grandi qui, a casa nostra, insieme a tante cose molto italiane.
CAMILLA SERNAGIOTTO
Nata a Voghera nel 1982, è giornalista, filologa medievale, autrice televisiva e scrittrice. Lavora per Sky TG24 e per il «Corriere della Sera». Ha lavorato a Mtv,occupandosi del tg Flash e del programma Crispy News. Tra i suoi libri, Sushiettibile (Robin, 2009), I bambini sono nati con successo (Galaad, 2011), Circuito chiuso/ Annales e Hipster dixit. Manuale per diventare un hipster con i baffi (Fazi, 2012), La maledizione del Dakota. Rosemary’s Baby, Cielo Drive, John Lennon e altri fatti oscuri (Arcana, 2022), La trappola atomica. Come la bomba ha contaminato la cultura pop (Ultra, 2023) e Senza scadenza. L’intramontabile packaging Made in Italy (Ultra, 2023).
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Cronaca
Raffaeli brilla ai Mondiali: oro nel cerchio, bronzo alla palla
Pubblicato
3 ore fa-
24 Agosto 2025di
Redazione
RIO DE JANEIRO (BRASILE) (ITALPRESS) – Sofia Raffaeli, in versione super, brilla ai Mondiali di ginnastica ritmica. Dopo il bronzo conquistato nell’All Around, nell’ultima giornata della kermesse iridata, in scena a Rio de Janeiro, l’azzurra, agente delle Fiamme Oro della Polizia di Stato, ha vinto la medaglia d’oro nel cerchio e quella di bronzo alla palla. Raffaeli, con il punteggio di 30.650, ha preceduto nella prima finale la bulgara Stiliana Nikolova, argento, e la tedesca Anastasia Simakova, bronzo. L’azzurra, dopo la premiazione, ha dedicato il successo odierno allo sfortunato “collega di ginnastica” Lorenzo Bonicelli. Dopo l’oro conquistato nel cerchio l’italiana non si è fermata e ha vinto il bronzo alla palla. Raffaeli in questo secondo atto conclusivo ha collezionato 28.750 punti. Davanti a lei la tedesca Darja Varfolomeev, oro con 29.850, e la statunitense Rin Keys, argento con 29.050. Sesto posto per l’altra azzurra in gara alla palla, ovvero la giovane Tara Dragas, che ha totalizzato 28.050. A ruota, l’azzurra Raffaeli ha chiuso al quinto posto la finale alle clavette. L’agente delle Fiamme Oro ha collezionato 28.400 punti. Oro anche in questo caso alla tedesca Darja Varfolomeev, con 31.700; argento alla rumena Amalia Lica, con 29.000; bronzo alla bulgara Stiliana Nikolova con 28.800.
Infine, Tara Dragas ha chiuso al quarto posto l’atto conclusivo al nastro. La 18enne di Udine ha collezionato 28.800 punti, sfiorando il podio alla sua prima esperienza iridata fra le “big”. Oro, l’ennesimo per lei, alla tedesca Darja Varfolomeev con 30.250; argento alla bulgara Stiliana Nikolova con 29.800; bronzo alla ucraina Taisiia Onofriichuk con 29.100.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
“Mattone su mattone”. La sussidiarietà al Meeting di Rimini
Pubblicato
3 ore fa-
24 Agosto 2025di
Redazione
RIMINI (ITALPRESS) – Il tema della sussidiarietà è stato al centro dell’incontro “Mattone su mattone. La forza dei legami”, promosso in collaborazione con la Fondazione per la Sussidiarietà, al 46^ Meeting di Rimini.
Moderato da Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione, il dialogo ha visto la partecipazione del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI e arcivescovo di Bologna, e le testimonianze di realtà sociali che incarnano concretamente il principio della sussidiarietà: Maila Quaglia (Cooperativa Sociale Nazareno), Genny Guariglia (Associazione Icaro, Napoli), Chiara Griffini (Servizio Nazionale per la Tutela dei Minori della CEI), Paolo Gobbi (Centro Servizi per il Volontariato delle Marche) e Luigino Quarchioni (Forum Terzo Settore Marche). Vittadini ha sottolineato che “la forza dei legami rimette in moto la società in punti concreti, senza attendere che sia il potere centrale a ricostruire”.
Maila Quaglia ha raccontato la storia della Cooperativa Sociale Nazareno, nata negli anni Ottanta per rispondere al bisogno di inclusione dei ragazzi con disabilità. “La cellula germinativa del Nazareno – ha spiegato – è stata un centro diurno avviato da due collaboratori di un sacerdote visionario. Da lì è nata una rete di cooperative che oggi dà lavoro a oltre 600 persone». Quaglia ha ricordato come le iniziative siano sempre partite dall’ascolto dei bisogni concreti: “Un nostro ospite un giorno disse: “Mi hai imbrogliato, avevi promesso che avresti aperto il Nazareno di notte”. Da quella richiesta nacque la prima casa residenziale. Tutto quello che abbiamo costruito è nato così, seguendo volti e desideri reali”. La cooperativa vive oggi la sfida di non perdere la gratuità originaria: “Portiamo un sano scompiglio all’amministrazione pubblica. I progetti non possono nascere a tavolino, ma da legami concreti. La creatività sociale è frutto di un dialogo vivo con i bisogni”.
L’esperienza di Icaro, raccontata da Genny Guariglia, testimonia la rinascita possibile anche nei quartieri più difficili. “Il quartiere Sanità non è solo cronaca nera. E’ un luogo dove tanti ragazzi trovano nello studio e nell’amicizia un’alternativa alla criminalità”. Guariglia ha condiviso la sua esperienza personale segnata dal lutto per la perdita del figlio: “Dopo la sua morte, tornando a Icaro, ho scoperto che il dolore poteva convivere con la pace. Lì ho visto accadere il miracolo dell’umano che rifiorisce”. Ha portato la voce di Ilaria, una giovane che aveva abbandonato la scuola e si sentiva senza valore: “Scrisse: “Ho incontrato un luogo dove ho iniziato a respirare di nuovo, dove non c’era fretta di essere a posto ma tempo per essere fragili. Ho capito che ogni vita ha ancora una possibilità””.
Chiara Griffini, presidente del Servizio Nazionale per la Tutela dei Minori della CEI, ha sottolineato che la missione della Chiesa è “entrare nel deserto della fiducia tradita e generare processi di rigenerazione”. Ha ricordato che “l’ascolto è la prima forma di prevenzione. Non basta prevenire l’abuso: serve promuovere relazioni buone e comunità tutelanti”.
Griffini ha portato le parole di una madre: “Nel frastuono dello scandalo, discreta e delicata, è giunta la presenza della Chiesa, che non ha rinunciato a prendersi cura di chi era stato tradito”. E ha concluso: “Il mattone nuovo è guardare all’abuso non solo come reato, ma come ferita della fraternità. La comunità deve assumersi il compito di ricostruire i legami”.
Paolo Gobbi e Luigino Quarchioni hanno presentato l’esperienza delle Marche, dove il volontariato ha costruito un’alleanza con le istituzioni regionali. Gobbi ha sottolineato: “Da soli non bastiamo. Dal 2020 abbiamo avviato cinque progetti con la Regione Marche, nati per rispondere all’emergenza del Covid e proseguiti con iniziative di rete. Ogni associazione è un mattone: insieme costruiamo una casa comune”. Quarchioni ha aggiunto: “Questi progetti hanno aiutato anche il terzo settore a superare le proprie paure. Abbiamo imparato a collaborare, a condividere bilanci e responsabilità. E’ stato un percorso di crescita per tutti”.
L’intervento del cardinale Matteo Maria Zuppi ha concluso i lavori. “La speranza non si vede quando le cose vanno bene, ma quando tutto sembra perduto. E’ lì che diventa concreta». Ha richiamato le parole di Papa Francesco: “E’ bene prestare attenzione al tanto bene che è presente nel mondo, per non cadere nella tentazione di ritenersi sopraffatti dal male”. Il cardinale ha definito la sussidiarietà “l’alleanza sociale che nasce dal pensarsi insieme». Ha ammonito: “Il grande rischio è omologarsi e perdere la gratuità. Senza gratuità il terzo settore smette di essere se stesso”. Infine, ha ricordato l’immagine dei ragazzi di Icaro che arrivano con gli occhi bassi e vanno via con il sorriso: “Qualche volta restiamo con gli occhi bassi perchè non incontriamo nessuno che si abbassa per guardarci. Dobbiamo continuare a incrociare gli sguardi, a costruire creativamente, a difendere la sussidiarietà: è il modo per dare futuro a tutti”.
– Foto Meeting di Rimini 2025 –
(ITALPRESS).
Cronaca
Il Cagliari agguanta la Fiorentina sull’1-1 al 94′
Pubblicato
3 ore fa-
24 Agosto 2025di
Redazione
CAGLIARI (ITALPRESS) – Il Cagliari beffa la Fiorentina in pieno recupero e pareggia 1-1 la gara della Unipol Domus, valevole per la prima giornata del campionato di Serie A 2025/2026. I rossoblù impongono il pareggio in extremis ai toscani: al vantaggio di Rolando Mandragora risponde il gol di Sebastiano Luperto.
Buon avvio di partita da parte della compagine viola, che prova a costruire delle interessanti manovre offensive. Intorno al quarto d’ora di gioco anche la squadra rossoblù esce dalla propria metà campo e al 22′ va vicina al gol del vantaggio con Folorunsho: il centrocampista colpisce di testa sugli sviluppi di un corner e De Gea, con la complicità di Gosens, riesce a sventare la minaccia. Dopo il cooling break i ragazzi di Stefano Pioli cercano di riorganizzare le idee, arrivando alla conclusione al 34′ con Kean, che però viene respinta da Zappa. Nel finale di primo tempo gli animi iniziano a scaldarsi e il direttore di gara Simone Sozza è costretto ad estrarre due cartellini gialli nell’arco di pochi minuti all’indirizzo di Obert e Borrelli. Al termine dei tre minuti di recupero, le due squadre vanno a riposo sul parziale di 0-0.
Nella ripresa Pioli effettua subito due sostituzioni, mandando in campo Mandragora e Viti al posto di Ndour e Ranieri. Al 51′ Gudmundsson viene innescato da Gosens, ma Caprile in uscita anticipa l’islandese. Qualche minuto più tardi Borrelli ha una grande occasione per portare avanti i suoi ma, su assist di Obert, spedisce di poco a lato calciando a botta sicura. Dopo un pericoloso contropiede del neo-entrato Luvumbo, la Fiorentina passa in vantaggio grazie alla rete realizzata da Rolando Mandragora: l’ex Pescara sfrutta il cross di Gudmundsson e di testa anticipa Mina per l’1-0. Il Cagliari, dunque, prova ad affidarsi ai cambi di Fabio Pisacane per riacciuffare la partita, ma a rendersi pericolosi sono ancora i viola con Kean, che al 77′ calcia alto a due passi dalla porta. Il più attivo nelle file rossoblù è Gaetano, che all’84’ costringe De Gea ad effettuare un grande intervento per difendere il risultato. Quando la partita sembra avviata alla conclusione, al 94′, ci pensa il colpo di testa di Sebastiano Luperto su cross di Gaetano a fissare il punteggio sul definitivo 1-1. In virtù di questo pareggio Fiorentina e Cagliari cominciano la loro stagione con un punto a testa.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).


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