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Cronaca

Dazi, Mulè “L’Italia vuole consolidare il dialogo Usa-Ue”

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ROMA (ITALPRESS) – “Il fatto che per giorni la Borsa abbia perso tra il 15 e il 20% ha fatto capire” a Trump che si sarebbe infilato in “una spirale suicida. Ora si è ripreso e adesso vedremo di ricondurre tutto questo nell’ambito della maturità”, ma l’Italia ha avuto “un atteggiamento responsabile e maturo”. La prossima visita della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, servirà “ad aprire e a consolidare un dialogo aperto con l’Europa”. Lo ha detto il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress.
I dazi “sono la mortificazione del liberismo, che si fonda sulla libertà assoluta di un’impresa privata di produrre e commercializzare i suoi rapporti” e “si portano dietro povertà, mancata crescita, mancata produttività”, sottolinea il deputato di Forza Italia.
La premier andrà in America “non con il cappello in mano, nè con la coda tra le gambe, ma con l’orgoglio e l’autorità che ha un governo italiano che non può non dialogare con un governo che ha 64 miliardi di export dall’Italia all’America. Non va a trattare per l’Italia, va ad aprire e a consolidare un dialogo aperto con l’Europa che è l’unico soggetto che può definire la sintesi. Ma prima della sintesi bisogna cercare un compromesso: la presidente del Consiglio va a cercare ulteriormente di preparare il terreno per il compromesso, guai se non lo facesse. Non è nè la politica delle carezze, è una politica responsabile che non può non riconoscere all’America, la prima economia occidentale, il ruolo che ha e deve riportare il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a un ragionamento”.
Commentando gli ultimi colloqui tra Stati Uniti e Russia, per Mulè, una tregua e una pace in Ucraina “è ineludibile. Che se arrivi a una tregua e poi una pace è un processo necessario, nel rispetto del territorio ucraino che, anche all’Italia, ha potuto difendere l’80% del suo territorio. Si arriverà certamente a quella pace”, ma “non deve essere una pace sotto ricatto o con la pistola sul tavolo, ma una pace che riconosca i diritti fondamentali delle Nazioni Unite e dei diritti inviolabili dell’uomo”.
Con gli alleati di governo i rapporti sono solidi. “Se non si andasse avanti con la Lega, finirebbe il centrodestra. La Lega, nella differenza di opinioni e nell’appartenenza a famiglie politiche europee diverse, ha dimostrato di avere una maturità tale che le fa trovare poi la sintesi, si veda il voto di oggi”. Il riferimento è alla mozione approvata dal centrodestra che “dice al governo che è imprescindibile dotarsi di un sistema di difesa italiano ed europeo e all’interno della Nato che metta in sicurezza i nostri confini, perchè il sistema di difesa italiano attualmente è insufficiente rispetto a qualsiasi tipo di minaccia ibrida, naturale, aerea, marina o terrestre. Da circa 15 anni siamo rimasti fermi, abbiamo un esercito che ha 90mila persone e, secondo gli impegni presi dalla Nato, avrebbe bisogno di 145mila persone”.
Per Mulè, “al di là dei dibattiti, di ciò che si racconta sui giornali e delle critiche legittime dell’opposizione, questa è una maggioranza che, quando è chiamata alla prova di maturità e di coesione, esprime una posizione” che “rende la presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri italiani dotati di una forza politica che li fa essere credibili in Europa e nel mondo”. In Europa, “Forza Italia esprime una linea che è quella del Partito Popolare Europeo, che non corrisponde alla linea della Lega che appartiene a una famiglia politica diversa, così come Fratelli d’Italia è stata in un’altra famiglia politica. Questo nella politica italiana non ha determinato nulla dal punto di vista della stabilità del governo, perchè la sensibilità in Europa non corrisponde all’unità e alla coesione che c’è in Italia”.
L’autonomia “sta procedendo ma, ad esempio sui livelli di prestazione essenziali, pretende di avere una definizione che dica che, dalla Sicilia al Piemonte, ci sia parità di ingresso e quello si sta facendo, nei tempi e nei modi prescritti dalla legge”. Il premierato “è una riforma che appartiene al Dna di Forza Italia, che ritiene che la credibilità si fonda sulla capacità di un governo di potere guardare a 5 anni con l’elezione diretta ed è un’altra di quelle riforme che nella legislatura verrà completata”. Sulla Rai, “ci vuole maturità e buon senso” nel riconoscere “alla maggioranza il diritto non di occupare una poltrona, ma di indicare una figura autorevole, come certamente è Simona Agnes per il percorso personale, culturale e aziendale all’interno della RAI, come presidente. Il fatto di non riconoscere in quella persona queste caratteristiche mi fa sorgere più di un sospetto” sull’intenzione dell’opposizione di voler “bloccare all’infinito i lavori”. Infine, il caso dei referti medici consegnati in grande ritardo a Trapani, “una storia dolorosa che non è ancora conclusa: abbiamo 256 persone che hanno scoperto di avere un tumore a distanza di 4, 6 o 8 mesi dal momento in cui avrebbero dovuto saperlo e questo rallenta o pregiudica in alcuni casi la prognosi. Abbiamo scoperto che c’erano 3.300 referti istologici in ritardo: dal punto di vista amministrativo è stato rimosso il dirigente dell’Asp di Trapani e la Regione ha messo in moto una task force che ha smaltito tutti i referti arretrati. Adesso bisogna voltare pagina: abbiamo un dovere che viene prima di tutto, che è quello della salute”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Cronaca

BREAKING NEWS LOMBARDIA – 18/7/2025

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In questa edizione: Fontana e Fedriga: “Sala non si dimetta” – Da Lunedì stop ai treni per ilavori al ponte di Bressana – Garlasco, si cercano impronte digitali su spazzatura di casa Poggi – A Pavia condannato papà pe schiaffi alla figlia – Sei chili di droga e laboratorio scoperti nel Milanese – Truffa ad anziana nel Bresciano, arrestato 16enne – Pronto Meteo Lombardia per 19 Luglio.

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G7, Giorgetti “Preoccupano incertezza economica e svalutazione dollaro”

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DURBAN (SUDAFRICA) (ITALPRESS) – “Siamo preoccupati per l’impatto dell’incertezza economica e delle persistenti tensioni commerciali sulle nostre economie” esordisce così il ministro dell’economia e finanze Giancarlo Giorgetti nel suo intervento questa mattina al G7 e al G20 di Durban, in Sudafrica.

Giorgetti però ha richiamato l’attenzione sulle conseguenze economiche provocate dalla svalutazione del dollaro americano: “L’indebolimento del tasso di cambio del dollaro USA – ha detto – si sta cumulando all’effetto dell’aumento dei dazi commerciali”.

Nel ribadire pieno sostegno dell’Italia all’Ucraina contro l’aggressione della Russia, il ministro dell’Economia ha ricordato “l‘importanza di vigilare affinchè, come deciso nel G7 di Banff, nessuna azienda o ente partecipi alla ricostruzione dell’Ucraina se ha finanziato o beneficiato a qualsiasi titolo di proventi frutto di affari in Russia”.

Giorgetti ha sottolineato che le iniziative a sostegno dello sviluppo dell’Africa “sono pienamente in linea con l’iniziativa di punta del governo italiano – il Piano Mattei – per promuovere lo sviluppo economico e sociale nei paesi africani, rinnovando i partenariati basati sulla cooperazione tra pari interessi condivisi e benefici reciproci”.

“Concordiamo pienamente – ha aggiunto – sull’importanza di colmare il divario infrastrutturale di lunga data in tutta l’Africa, fondamentale per accrescere le opportunità di crescita e sviluppo occupazionale”.

Giorgetti ha poi ricordato, tra l’altro, gli accordi con la Banca Mondiale, la Banca Africana di Sviluppo e il contributo degli Emirati Arabi Uniti che “hanno permesso la formazione di un elenco di progetti da finanziare per il 2025, concentrandosi su infrastrutture, trasporti e gestione idrica”.

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– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Cronaca

A Roma una mostra sugli esuli dalmati, istriani e fiumani

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ROMA (ITALPRESS) – Un racconto vivo e visivo delle storie di oltre 350.000 fiumani, istriani e dalmati costretti nel dopoguerra a lasciare la loro casa e la loro terra, per non rinunciare alla propria identità: a ottobre sarà inaugurata, al Vittoriano di Roma, MEDIF, la mostra sugli esuli dalmati, istriani e fiumani. “Noi siamo molto legati a questo progetto, ci abbiamo lavorato per tanti anni – ha detto Giuseppe de Vergottini, Presidente emerito della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati (Federesuli), promotrice del progetto – non è solo un percorso storico, emotivo; l’obiettivo è rendere pubblico quello che per tanti anni è stato un esilio sofferto, al quale il mondo politico e dell’informazione non hanno dato mai il giusto spazio. Un’iniziativa che serve a sensibilizzare chi non ha conosciuto e non conosce questa storia: pensiamo soprattutto ai giovani. Ci teniamo a dare una visione obiettiva di questo evento storico”.
A 80 anni di distanza, Il Vittoriano, monumento simbolo dell’unità nazionale e casa della storia comune italiana, accoglie per la prima volta una pagina di storia, rimasta ai margini della coscienza collettiva, trasformandola in memoria condivisa per le generazioni presenti e future.
“Il Vittoriano è il monumento all’Italia e per l’Italia e accoglie idealmente tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per la patria” ha ricordato Edith Gabrielli, direttrice generale ViVe Vittoriano e Palazzo Venezia “un monumento all’Italia unita e sacrario della nazione, il luogo adatto a raccogliere questa mostra che parla di un trauma collettivo, che ha segnato il destino di migliaia di italiani, storie che hanno avuto difficoltà a trovare ascolto. Uno strumento per comprendere meglio l’Italia e il suo passato”.
“Il giorno in cui sarà inaugurata la mostra – ha aggiunto Ilaria Giacca, esule istriana, che nel 1948, a sei anni, lasciò con la famiglia la propria terra, per sfuggire alle persecuzioni del regime di Tito – mi sentirò come quando fu istituito il Giorno del Ricordo. La nostra storia potrà diventare patrimonio di tanti giovani che non conoscono il dramma del Confine Adriatico”.
Secondo il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che ha ricordato Norma Cossetto, vittima e simbolo della tragedia delle foibe, “la vicenda degli esuli dalmati, istriani, fiumani, è una vicenda italiana, ma va raccontata al mondo e ogni ministro della Cultura è il primo esule in patria.
La vittoria dell’Italia, nella Prima Guerra Mondiale, rappresentò una sorta di ultima guerra d’indipendenza, l’inizio di un percorso che ci ha condotto all’unità. Sono passati 100 anni, ma questo non significa dimenticare, il ricordo è fondamentale, dopo decenni di silenzio e oblio, quando alcune pagine della storia sono state cancellate, assumiamo un impegno morale, raccontare la verità della storia. Il racconto di un dolore, della sofferenza è più forte di qualsiasi strumentalizzazione politica. La verità ha diritto di cittadinanza e da oggi le cose sono cambiate”.
-foto xc3/Italpress –
(ITALPRESS).

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