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Petrucci “Basta con le guerre tra Coni e politica”

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ROMA (ITALPRESS) – “Il mio candidato per il Coni? Ho in mente un nome, ma non ve lo dirò mai. Se lo facessi scoppierebbe uno scandalo, finirei al confino come Binaghi e Barelli. Io, Angelo e Paolo: tre amici, tre presidenti di federazione al bar. Già mi danno del Petrucci sfasciacarrozze, figuratevi se mi espongo”. Lo ha detto Gianni Petrucci, presidente della Federbasket e per 14 anni e quattro mandati presidente del Coni, in una intervista al Corriere della Sera.

“Mi candidero? Grazie ma sto bene dove sono. Non mi interessano la presidenza del Coni, un ruolo di vice e nemmeno la Giunta. Ho già dato, sono uno spirito libero e posso permettermi di dire quello che penso e che provo. Cosa va cambiato? Prima di tutto il rapporto con la politica. Si deve andare d’accordo e si deve dialogare con il governo anche se non se ne condivide l’orientamento perchè il Coni non è più quello di una volta e chi lo presiede non può confrontarsi alla pari con il ministro dello Sport: abbiamo un’autonomia indiretta, di secondo grado. Prima era diverso? Chi vince fa le regole”.

“La cassa adesso la tiene lo Stato e con lo Stato si deve discutere, specie le piccole e medie federazioni che vivono di contributi pubblici. E poi basta con i trionfalismi fuori ruolo – spiega Petrucci – Dicono: siamo bravissimi perchè vinciamo sempre più medaglie e quindi meritiamo autonomia. Io dico che sono gli atleti, i tecnici, le società quelli bravissimi, loro sì hanno vinto e ci metto anche lo Stato che li finanzia. Noi federali cerchiamo quindi di fare un passo indietro ed essere meno presuntuosi. Abbiamo un’autonomia di secondo grado, facciamocela bastare”. Su cosa dovrà proporre chi si candiderà Petrucci dice: Rottura con il passato nel rapporto con la politica: sì al dialogo, no alla guerra. E infine migliorare l’autorevolezza del Coni inserendo tassativamente dei pesi massimi nella vicepresidenza e in Giunta. Chi intendo? Gabriele Gravina vicepresidente e se lui non può Beppe Marotta. Il calcio ci deve essere in Giunta Coni, ma non scherziamo. Poi devono, e sottolineo devono, entrare due dirigenti come Binaghi e Barelli, che gestiscono alla grande federazioni di successo come tennis e nuoto. Come puoi pensare a un Coni forte e autorevole senza personaggi del loro calibro e del loro carisma?”.

“Buonfiglio non è bruciato, se ha i voti sarà presidente. Non posso parlarne male, ma conosco il curriculum degli ex presidenti del Coni in rapporto al suo. Se lui ha il coraggio di mettere la testa avanti e gli altri non lo fanno buon per lui. Cosa chiedo al ministro dello Sport Andrea Abodi? Un programma quadriennale di lavoro e un forte aiuto per i nostri impianti che sono in uno stato disastroso. Diana Bianchedi candidata al Coni? A me andrebbe bene ma ho visto le facce dei miei colleghi quando è stata proposta in riunione. Mi sembra già caduta nel dimenticatoio. Pancalli? Sa ciò che penso di lui: io da presidente del Coni l’ho voluto al mio fianco come vicepresidente, nominato commissario di Federcalcio, Danza e Medici dello Sport, lui non ha dato a noi del basket i paralimpici cui tenevamo tanto. E’ un fatto, ci sono rimasto male. Vedremo il programma. Malagò? Promosso per il rapporto umano che ho con lui e per la sua conoscenza dello sport, mi astengo sul giudizio politico. In quanto membro Cio, resterà comunque in Giunta Coni per tanti anni” conclude Petrucci.

– Foto: Ipa Agency –

(ITALPRESS).

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“Un ragazzo d’oro”, all’Onu una mostra dedicata a Paolo Rossi

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – La voce di Marco Tardelli si incrina, gli occhi si abbassano mentre ricorda “Pablito”. L’amico, il compagno di squadra, l’eroe silenzioso che fece sognare l’Italia intera nell’estate del 1982. È stato uno dei momenti più toccanti dell’inaugurazione della mostra multimediale “Paolo Rossi, un ragazzo d’oro”, allestita al Palazzo di Vetro dell’Onu e visitabile fino al 7 giugno.

In occasione della seconda Giornata Mondiale del Calcio e del 70° anniversario dell’ingresso dell’Italia nelle Nazioni Unite, la Rappresentanza italiana all’Onu e la Fondazione Paolo Rossi hanno voluto rendere omaggio al campione scomparso nel 2020 con un’esposizione coinvolgente, sostenuta anche dalla Fifa, che ripercorre i momenti più iconici della sua carriera: dalla maglia azzurra numero 20 al Pallone d’Oro, fino ai visori virtuali per rivivere l’indimenticabile tripletta contro il Brasile.

“E’ stato un amico, un compagno di avventure – il ricordo all’Agenzia Italpress di Marco TardelliEravamo sempre molto ‘leggeri’ fuori dal campo e ‘pesanti’ dentro e questo ci ha dato molto divertimento e molta gioia”.

Federica Cappelletti, moglie di Rossi e presidente della Divisione Serie A femminile professionistica Figc, condivide emozioni e ricordi insieme alla figlia, sottolineando l’impegno della Fondazione in progetti educativi per bambini in difficoltà. “Questa mostra è un bel riconoscimento per Paolo leggenda e Paolo uomo – sottolinea – Come viveva la sua popolarità dopo il Mondiale del 1982? Con grande serenità e consapevolezza dell’opportunità che la vita gli aveva dato, era felice di aver regalato tante gioie agli italiani”.

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L‘ambasciatore italiano all’Onu, Maurizio Massari, ricorda Paolo Rossi come un simbolo universale di umanità e sportività. “Non era solo una leggenda del calcio italiano e internazionale ma anche un esempio umano di diplomazia della pace: sempre sorridente, sempre gentile, ha lasciato un vuoto molto forte ed è bello ricordarlo qui”.

Tra gli interventi anche quello di Robert Skinner dell’Onu e dell’ambasciatore libico Taher El-Sonni, co-presidente del Gruppo di Amici del Calcio. In chiusura, un riferimento al programma “L’Italia corre verso il futuro” lanciato dalla Farnesina per offrire borse di studio sportive ai giovani africani. Una mostra per ricordare che Paolo Rossi non è stato solo un campione sul campo, ma anche nella vita.

-Foto xo9/Italpress-
(ITALPRESS).

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Oklahoma travolge Minnesota 4-1 e vola alle Finals Nba

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OKLAHOMA CITY (STATI UNITI) (ITALPRESS) – La miglior squadra della regular season vola alle Finals Nba. Oklahoma City continua la caccia al suo primo Anello chiudendo sul 4-1 una finale della Western Conference mai davvero in discussione: senza storia gara 5, dove Minnesota viene travolta 124-94 con i Thunder che ancora una volta vengono presi per mano da Shai Gilgeous-Alexander, a referto con 34 punti.

Per OKC sarà la seconda volta alle Finals: nel 2012 l’allora squadra di Durant, Westbrook e Harden si arrese 4-1 ai Miami Heat di LeBron, Wade e Bosh. “Abbiamo ancora tanto da fare per raggiungere il nostro obiettivo finale”, indica la via SGA, che dopo essere stato eletto miglior giocatore della regular season riceve anche il premio di Mvp della Western Conference.

Anche nel quinto atto contro i Wolves, però, non è stato solo lui a brillare: Chet Holmgren ha messo a referto 22 punti, 7 rimbalzi e 3 stoppate, 19 punti e 8 rimbalzi per Jalen Williams. Un’ulteriore dimostrazione che la ricostruzione avviata nel 2016, quando Durant andò via da free agent, potrebbe finalmente dare i suoi frutti. Al Paycom Center Oklahoma City mette subito in chiaro di voler chiudere i conti, con un parziale di 11-3 che si trasforma nel 26-9 di fine primo quarto.

I Wolves accusano il colpo e non si riprendono più nonostante 24 punti di Randle e 19 di Edwards, pagando la scarsa vena al tiro (41,2% dal campo) e le tante palle perse (21). E così, a 5’14” dalla fine, sul 108-74 coach Daigneault si permette di lasciare a riposo i titolari. “Abbiamo faticato a trovare il ritmo e loro hanno giocato in maniera incredibile, hanno meritato”, ammette con fair play Chris Finch, coach di Minnesota.

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Ora OKC – 68 vittorie su 82 gare in regular season e certa di avere il fattore campo a favore – attende di conoscere la sua prossima rivale: nella notte italiana, al Madison Square Garden, va in scena gara 5 fra New York e Indiana, con i Pacers che hanno in mano il primo match point.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Il Chelsea rimonta il Betis e vince la Conference League

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WROCLAW (POLONIA) (ITALPRESS) – Il Chelsea supera in rimonta il Betis Siviglia per 4-1 e alza al cielo la prima Conference League della propria storia. Sono Fernandez, Jackson, Sancho e Caicedo a ribaltare nella ripresa l’iniziale vantaggio avversario firmato nel primo tempo da Ezzalzouli. Un trionfo per Enzo Maresca e anche per il club di Stamford Bridge, da oggi l’unico ad aver vinto tutti i maggiori trofei Uefa.

IL PRIMO TEMPO

La prima occasione arriva al 9′ e premia gli spagnoli, che passano subito in vantaggio. Fornals serve Isco, l’ex Real sfrutta un posizionamento errato della difesa per fornire un assist d’oro a Ezzalzouli, che si aggiusta la sfera sul sinistro e infila Jorgensen nell’angolino per l’1-0. La pressione biancoverde non si ferma e al 13′, al termine di una serie di scambi ravvicinati, è Bartra ad andare al tiro dalla distanza, costringendo Jorgensen a salvare in angolo. Otto minuti più tardi, Cardoso ha una grossa opportunità per raddoppiare ma il suo piattone da posizione invitante viene toccato da Badiashile prima di terminare fuori la sua corsa. I blues alzano il baricentro ma fanno fatica a costruire reali chance da gol e il primo tempo si chiude meritatamente in favore dei loro rivali.

NELLA RIPRESA LA MUSICA CAMBIA

Gli uomini di Maresca si fanno vedere al 12′ della ripresa, quando una conclusione del neo entrato James viene deviata da un difensore e termina a lato, con Adriàn spiazzato. La pressione inglese viene premiata al 20′ con la rete del pareggio. Palmer lavora bene un pallone e pennella al centro un gran pallone con il mancino, pescando alla perfezione Fernandez che di testa insacca per l’1-1. Palmer è scatenato e al 25′ salta Rodriguez Caraballo, crossa con il destro e Jackson si infila tra Bartra e Natan e incorna da due passi battendo Adrián per il 2-1. Al 33′, l’attaccante senegalese ha un’enorme occasione per chiudere la gara ma, dopo essersi involato verso la porta, si allunga troppo la palla sul più bello regalando di fatto il pallone al portiere. La sfida si chiude definitivamente al 38′. Dewnsbury-Hall penetra centralmente e allarga sulla sinistra per Sancho, che rientra sul desto saltando Sabaly e scaglia un gran destro nell’angolino lontano sul quale Adrián non può intervenire. A siglare il poker è Caicedo, che in pieno recupero trafigge Adrián dalla distanza con un destro deviato in modo decisivo da Natan. Il risultato non cambierà più.

I londinesi possono quindi festeggiare e diventano così la prima squadra della storia ad aver conquistato tutte e cinque le principali competizioni per club targate Uefa.

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IL TABELLINO

BETIS (4-2-3-1): Adrián 6; Sabaly 5, Bartra 5.5, Natan 5, Rodríguez 6 (1′ st Perraud 5.5); Fornals 5.5 (40′ st Altimira sv), Cardoso 5.5 (40′ st Lo Celso sv); Antony 5, Isco 7, Ezzalzouli 7 (8′ st Rodriguez Caraballo 5); Bakambu 5 (27′ st Ruibal 5.5). In panchina: Vieites, Mendy, Ortiz, Pallarés, Flores, Garcia. Allenatore: Pellegrini 5

CHELSEA (4-2-3-1): Jorgensen 6.5; Gusto 5 (1′ st James 6.5), Chalobah 6.5, Badiashile 5.5 (17′ st Colwill 6), Cucurella 7; Caicedo 7.5, Fernandez 7.5; Neto 5.5 (16′ st Sancho 7.5), Palmer 7.5 (43′ st Guiu sv), Madueke 6.5; Jackson 7 (35′ st Dewnsbury-Hall 6.5). In panchina: Sánchez, Bergstrom, Adarabioyo, Nkunku, George, Acheampong, Amougou. Allenatore: Maresca 7

ARBITRO: Peljto (Bosnia) 6
RETI: 9′ pt Ezzalzouli, 20′ st Fernandez, 25′ st Jackson, 38′ st Sancho, 45′ +1′ st Caicedo. NOTE: cielo sereno, campo in buone condizioni. Ammoniti: Badiashile, Palmer, Sancho, Antony, Perraud.
Angoli 4-4.
Recupero 1′ pt, 5′ st.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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