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OMICIDIO GARLASCO, PARLA NORDIO

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OMICIDIO GARLASCO, PARLA NORDIO: “IRRAGIONEVOLE LA CONDANNA DI STASI DOPO 2 ASSOLUZIONI, SENZA RIFARE PROCESSO”
Ora interviene direttamente il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, quindi non un personaggio qualunque, ma la persona che più di tutte è qualificata ad esprimere un parere in materia su tutti questi colpi di scena che si susseguono sul delitto di Garlasco, 18 anni dopo. Per il titolare della Giustizia, intervenuto alla trasmissione Zona Bianca su Rete4, è "irragionevole che la condanna di Stasi sia arrivata dopo due assoluzioni, senza rifare l’intero processo". Per Nordio non ci saranno comunque conseguenze per i magistrati che condussero la vecchia inchiesta: “La responsabilità si può avere solo se il magistrato non conosce la legge o dimostra di non conoscere le carte. Per questo – ha sottolineato – per tutti i processi esiste nei paesi democratici un doppio o triplo grado di giurisdizione; si presume infatti che la sentenza possa essere sbagliata”. E aggiunge Nordio: "Credo che purtroppo in questo momento l’opinione del cittadino nei confronti della giustizia sia abbastanza negativa. Più che colpa dei magistrati è colpa delle leggi. I magistrati amministrano con leggi imperfette che consentono di procrastinare processi all’infinito, anche quando bisognerebbe avere il coraggio di chiuderli".
Ci sono tanti nuovi punti oscuri della vecchia indagine, come reperti mai presi in considerazione dagli investigatori. Tra questi l’impronta del piede di una donna rinvenuta sulla scena del delitto. Un’orma parziale che non era stata valorizzata all’epoca dell’omicidio di Chiara Poggi,  e che ora l’avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, chiede di riesaminare. Il corpo di Chiara venne rinvenuto adagiato alle scale della taverna di casa Poggi, e quell’impronta lunga 24-26 centimetri, che avrebbe la forma di una scarpa femminile, sarebbe stata rintracciata al piano terra, in cima alla scala che conduce alla cantina. Per il legale difensore "occorre rivalutare tutte le impronte, anche quella parziale riconducibile a un paio di calzature taglia 36/37, che si ritiene femminile. Pensiamo che con le nuove tecniche scientifiche si possa arrivare a un esito diverso".  Per la difesa quell’orma potrebbe appartenere al killer o a un complice. Anche perché gli investigatori non hanno mai escluso che la mano del killer potesse appartenere a una donna. Intanto le gemelle Cappa, cugine di Chiara, che non risultano indagate, sono nell’elenco delle dodici persone che dovranno eseguire il tampone per confrontare il loro Dna con le tracce biologiche rinvenute sulla scena del delitto. Per quanto riguarda le indagini su Andrea Sempio, se l’impronta palmare 33, attribuita dalla difesa di Stasi al 37enne, dovesse restituire una traccia di sangue, tutto il quadro probatorio cambierebbe. Ma finora non è stato trovato negli archivi giudiziari l’intonaco dal quale venne graffiata via con bisturi sterile. Probabilmente è andato distrutto in quanto c’è una sentenza passata in giudicato, quella di condanna a 16 anni di Alberto Stasi. La sua difesa, con una consulenza che verrà depositata nei prossimi giorni, ritiene che in quel pezzo di muro "grattato" sia possibile rintracciare "materiale biologico", e quindi poter ricostruire "pezzo per pezzo" la vicenda e riscriverla con altri protagonisti.

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CRESCERE INSIEME – 16 NOVEMBRE

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Ogni Domenica c’è l’incontro con Don Franco Tassone, parroco del SS.mo Salvatore e della Chiesa del Sacro Cuore a Pavia. Sacerdote da sempre a fianco degli ultimi, tra la Mensa del Fratello di Don Giuseppe Ubicini e la Casa del Giovane con il venerabile Don Enzo Boschetti, nei segni di un cammino che ha fatto crescere opere e segni della presenza del Signore al servizio dei poveri ed emarginati.

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IN ALTO I CALICI – VINO DEALCOLATO, UNA BUONA PROSPETTIVA?

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IN ALTO I CALICI – VINO DEALCOLATO, UNA BUONA PROSPETTIVA?
Un tuffo settimanale nell’attualità e nella cultura del vino con Emanuele Bottiroli, giornalista di settore, e Guerrino Saviotti, decano degli enologi, ogni sabato alle 13 su Pavia Uno TV e Lombardia Live 24. Oggi un ospite speciale per parlare del vino dealcolato: minaccia o opportunità? Ne parliamo con Remo Pàntano. Nato in provincia di Varese, in una famiglia dalle origini in parte lombarde e in parte venete, nella quale la viticoltura e l’enologia hanno sempre rappresentato un ruolo essenziale della quotidianità, sommata alla passione per la gastronomia come fattore emozionale e di aggregazione. Pàntano si è diplomato in Enologia e Viticoltura presso la gloriosa Scuola Enologica di Alba (CN). Ha proseguito gli studi universitari laureandosi e specializzandosi in marketing vitivinicolo ed agroalimentare. Esperto in analisi sensoriale, ha alternato la sua attività di consulente con quella di giornalista e comunicatore del vino, del gusto e del turismo. Inoltre ha curato la progettazione e la redazione di pubblicazioni specializzate nel settore dell’editoria enogastronomica, della didattica enogastronomica dedicata alla sommellerie ed alla formazione del personale alberghiero. Oggi sui social lui è "Nonno Raboso".

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PAVIA, CRESCE CHI SMETTE DI CERCARE LAVORO

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LA VOCE PAVESE – PAVIA, CRESCE CHI SMETTE DI CERCARE LAVORO
A Pavia aumenta il numero delle persone che rinunciano a cercare lavoro, un segnale che preoccupa la Camera di Commercio e che fotografa un cambiamento profondo nel sistema economico del territorio. Il nuovo rapporto registra un dato in crescita: gli inattivi, cioè coloro che non hanno un impiego e non lo cercano più, salgono al 29,9%, in aumento dell’1,1% nell’ultimo anno. Un fenomeno che si intreccia con un apparente miglioramento: il tasso di occupazione sale al 67,5%, poco sotto la media lombarda. Ma gli esperti spiegano che questo aumento non riflette una reale espansione delle opportunità. Al contrario, si registra una progressiva fuoriuscita dal mercato del lavoro, soprattutto tra le donne, che contribuisce a ridurre artificialmente il numero dei disoccupati attivi. È l’effetto scoraggiamento: chi non trova opportunità non le cerca più.
Nel frattempo, il sistema produttivo pavese continua a mutare. L’edilizia e alcuni comparti dei servizi mostrano una buona capacità di assorbire manodopera, mentre altri settori arretrano, accentuando le differenze interne al tessuto economico. La Camera di Commercio invita a non leggere i numeri come un miglioramento strutturale: l’aumento degli occupati, spiegano, non è sufficiente a compensare l’espansione del gruppo di chi resta ai margini. Il rischio è quello di una provincia in cui sempre più persone escono dal mercato del lavoro, indebolendo la vitalità economica e sociale del territorio. A Pavia, la sfida ora è invertire questa tendenza prima che diventi una condizione stabile.

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