Cronaca
TERRE D’OLTREPÒ, SI DIMETTONO I CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE: “UN ATTO DI RESPONSABILITÀ PER AMORE DEL TERRITORIO”
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2 ore fa-
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Redazione
Sofferta scelta a sorpresa di Terre d’Oltrepò S.c.a.p.a. e per Terre d’Oltrepò S.p.A. dopo una lotta serrata per il cambiamento e il riposizionamento del territorio sull’onda del primo piano industriale nella storia della cooperativa vitivinicola. Nella giornata di oggi, i rispettivi Consigli di Amministrazione hanno annunciato le dimissioni irrevocabili con effetto immediato. Una decisione motivata dall’avvenuta presentazione di una nuova lista di candidati alla guida della cooperativa, formalmente sostenuta dalla Regione Lombardia e dalle associazioni di categoria, e assunta – sottolineano i dimissionari – con lo stesso spirito di servizio con cui hanno operato fino ad ora.
“Lo facciamo con senso di responsabilità – scrivono i Consigli dimissionari in una lunga comunicazione ai soci – per rispetto del mandato affidatoci, della verità dei fatti, della dignità delle istituzioni cooperative e, soprattutto, per amore del territorio che ci è stato affidato come bene comune da custodire e proteggere”.
Insediatisi nel febbraio 2023 per la Cooperativa e nel dicembre 2024 per la S.p.A., gli amministratori sottolineano di aver operato gratuitamente, rinunciando a ogni compenso, in un contesto definito “complesso, talvolta ostile”, attraversato da sfide economiche e produttive rilevanti. Tra queste, la vendemmia 2024 – considerata tra le più drammatiche degli ultimi decenni – ha visto un crollo dei conferimenti da parte dei soci, con soli 159.000 quintali di uve raccolte contro i 309.000 dell’anno precedente e i circa 400.000 della media storica.
Nonostante le difficoltà, Terre d’Oltrepò ha chiuso l’esercizio al 30 giugno 2025 con un fatturato superiore ai 24 milioni di euro. Una tenuta giudicata significativa, con un calo contenuto al 10% rispetto all’anno precedente e al 20% sulla media degli ultimi tre esercizi, pur in presenza di una perdita superiore al 50% della disponibilità di uva.
Tra i risultati rivendicati dalla governance uscente, anche l’adozione di un modello innovativo che ha affiancato alla cooperativa una società per azioni operativa: “Una scelta – spiegano – che coniuga il principio mutualistico con l’efficienza industriale, per attrarre capitali, rafforzare i margini operativi e accedere ai mercati globali”.
Il percorso di rinnovamento ha incluso l’ottenimento dell’iscrizione del marchio La Versa tra i “Marchi Storici”, il conseguimento delle certificazioni BRC, IFS ed Equalitas con i massimi punteggi, e l’introduzione di un sistema di contabilità industriale per il monitoraggio puntuale di costi e redditività.
Non mancano i riferimenti a interventi concreti sul piano infrastrutturale: tra questi, la trasformazione di uno scantinato in disuso nello stabilimento di Broni in un magazzino climatizzato capace di ospitare 400.000 bottiglie di Metodo Classico. Nel solo 2024, le bottiglie prodotte con questo metodo sono state oltre 800.000, in crescita rispetto alle 600.000 del 2023: numeri che, in due anni, superano l’intera produzione dell’Oltrepò in questo segmento.
Sul fronte delle difficoltà, i Consigli ricordano “l’inevitabile tensione finanziaria” che ha caratterizzato la gestione, aggravata – si legge – dall’azione di una minoranza di soci che non hanno conferito uve e da un contenzioso con la società Mack & Schühle Italia, accusata di aver bloccato i conti della cooperativa per oltre cinque mesi “in modo ingiustificato”. Da qui la decisione di presentare istanza alla Camera di Commercio per l’accesso allo strumento della Composizione Negoziata della Crisi, con l’obiettivo di salvaguardare azienda, lavoratori e filiera.
Parallelamente è stato avviato un confronto con il Fondo Salvaguardia e con i vertici di Invitalia per il rilancio del marchio La Versa, definito “fondamentale per la continuità aziendale”.
“Abbiamo lavorato con dedizione e passione – concludono gli amministratori uscenti – per costruire un futuro sostenibile. Ora lasciamo spazio a chi sarà chiamato a proseguire questo percorso, oggi più che mai necessario”.
Il saluto si chiude con un ringraziamento a quanti hanno condiviso il cammino intrapreso, “offrendo tempo, intelligenza e coscienza”.
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Tg News 08/07/2025
Cronaca
Capitale Italiana Cultura 2028, 25 città in corsa
Pubblicato
2 ore fa-
8 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Sono 25 i Comuni italiani che hanno ufficialmente manifestato il proprio interesse a candidarsi al titolo di “Capitale italiana della Cultura” per l’anno 2028 rispondendo all’avviso pubblicato dal Ministero della Cultura. Un primo passo che conferma la vitalità dei territori e la volontà diffusa di investire nella cultura come motore di sviluppo, coesione sociale e rigenerazione urbana.
Di seguito l’elenco delle città e delle Unioni di comuni che hanno presentato la manifestazione di interesse entro il termine fissato da bando al 3 luglio 2025: Anagni (Frosinone) – Lazio; Ancona (Marche); Bacoli (Napoli) – Campania; Benevento (Campania); Catania (Sicilia); Colle di Val d’Elsa (Siena) – Toscana; Fiesole (Firenze) – Toscana; Forlì – Emilia-Romagna; Galatina (Lecce) – Puglia; Gioia Tauro (Reggio Calabria) – Calabria; Gravina in Puglia (Bari) – Puglia; Massa – Toscana; Melfi (Potenza) – Basilicata; Mirabella Eclano (Avellino) – Campania; Moncalieri (Torino) – Piemonte; Pieve di Soligo (Treviso) – Veneto; Pomezia (Roma) – Lazio; Rozzano (Milano) – Lombardia; Sala Consilina (Salerno) – Campania; Sarzana (La Spezia) – Liguria; Sessa Aurunca (Caserta) – Campania; Tarquinia (Viterbo) – Lazio; Unione dei comuni “Città Caudina” – Campania; Valeggio sul Mincio (Verona) – Veneto; Vieste (Foggia) – Puglia.
Le candidature provengono da tutto il territorio nazionale e rappresentano un ampio spettro di realtà urbane, storiche e culturali: dalle città d’arte alle aree interne, dai borghi alle aggregazioni di Comuni.
Con questa prima fase si apre ufficialmente il percorso verso la designazione della Capitale Italiana della Cultura 2028. I Comuni che hanno presentato manifestazione di interesse saranno ora chiamati a formalizzare la loro candidatura predisponendo, entro il 25 settembre 2025, un dossier di candidatura contenente il progetto culturale, le strategie di sviluppo territoriale, i soggetti coinvolti, il piano di sostenibilità economica e gli obiettivi attesi.
Il titolo di “Capitale italiana della Cultura” ha lo scopo di valorizzare il patrimonio culturale e creativo delle città italiane e di promuovere politiche pubbliche innovative basate sulla cultura come leva di crescita, inclusione e attrattività.
Nel corso degli anni, numerose città hanno beneficiato di questa opportunità, avviando processi di trasformazione e sviluppo. Dopo le esperienze di Matera (2019 come Capitale Europea), Parma (2020-21), Procida (2022), Bergamo e Brescia (2023), Pesaro (2024) e Agrigento (2025), il titolo per il 2026 è stato assegnato a L’Aquila e per il 2027 a Pordenone.
Successivamente, una Giuria di esperti nominata con decreto ministeriale, selezionerà la città vincitrice che sarà proclamata entro marzo del 2026.
-foto screenshot sito Mic-
(ITALPRESS).
Cronaca
Torna la campagna Airbnb e Polizia di Stato per le vacanze in sicurezza
Pubblicato
2 ore fa-
8 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Le truffe online continuano ad aumentare e colpiscono anche i più giovani: Generazione Z e Millennial. A finire nel mirino non sono solo gli anziani, ma anche chi è nato nel digitale, ingannato da phishing, finti annunci o frodi con carta di credito. Per questo motivo, la Polizia di Stato e Airbnb hanno rinnovato la loro collaborazione per aiutare le persone a prenotare la propria vacanza in sicurezza. Una campagna informativa concreta, con contenuti semplici e diretti, pensata per proteggere chi viaggia. Secondo i dati della Polizia Postale, nel 2024 sono stati registrati circa 19 mila casi di truffe online, con un incremento del 14% rispetto al 2023. Le somme sottratte superano i 183 milioni di euro, segnando un aumento del 31% rispetto all’anno precedente. Più in generale, uno studio condotto da mUp Research e Norstat rivela che, sempre nel 2024, circa 2,8 milioni di italiani sono stati vittime di una truffa o di un tentativo di frode nell’e-commerce, per un danno complessivo superiore ai 500 milioni di euro – un aumento del 9% rispetto al 2023. Tra gli strumenti più utilizzati dai malintenzionati ci sono i siti web falsi, seguiti da email ingannevoli. Più di un quarto delle frodi è avvenuto tramite i social network, mentre quasi una su sei attraverso app di messaggistica istantanea.
“La prevenzione è uno strumento fondamentale per contrastare le truffe online, che nel periodo estivo possono riguardare anche le prenotazioni di case vacanza. In questo contesto, è importante ricordare la collaborazione consolidata con piattaforme come Airbnb, che ci consente di fornire ai cittadini indicazioni utili per riconoscere e evitare raggiri sempre più sofisticati, anche a causa dell’impiego dell’intelligenza artificiale da parte dei truffatori”, ha spiegato Luigi Bovio, Direttore della Divisione reati finanziari online della Polizia Postale.
Matteo Sarzana, Country Manager di Airbnb Italia, ha dichiarato: “Con l’avvicinarsi delle vacanze estive, vogliamo aiutare i viaggiatori a riconoscere i segnali di allarme e a sapere a cosa prestare attenzione. I tentativi di frode su Airbnb sono estremamente rari, anche grazie alla nostra scelta di gestire direttamente i pagamenti e versare i compensi agli host solo 24 ore dopo il check-in. Prenotando, pagando e comunicando esclusivamente tramite Airbnb, gli ospiti sono tutelati dai nostri sistemi di sicurezza e dalle nostre politiche di rimborso”.
Ecco alcuni consigli per evitare le truffe: controllare l’URL del sito web che si sta visitando verificando di essere sul sito ufficiale (usare l’app di Airbnb o direttamente su www.airbnb.it); non cliccare su link sospetti o inaspettati;
fare attenzione alle offerte troppo convenienti o alle richieste di acconti elevati; non effettuare mai pagamenti al di fuori della piattaforma, in quanto Airbnb protegge i suoi utenti gestendo direttamente tutte le comunicazioni e le transazioni sul sito; prenotare, pagare e comunicare solo tramite Airbnb: per beneficiare delle protezioni offerte dalla piattaforma, tutte le attività devono avvenire su di essa; leggere le recensioni per controllare cosa dicono gli altri ospiti e prendere una decisione più consapevole.
Per rimanere sempre aggiornati, per informazioni e segnalazioni è sempre possibile rivolgersi alla Polizia di Stato anche attraverso il sito della Polizia Postale: www.commissariatodips.it
-news in collaborazione con Airbnb –
-foto ufficio stampa Airbnb-
(ITALPRESS).
Cronaca
Dl Infrastrutture, rinviato di un anno il blocco per i Diesel Euro 5
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2 ore fa-
8 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – In materia di pianificazione della qualità dell’aria e delle limitazioni della circolazione stradale – con particolare riguardo alle misure adottate dall’Italia per superare la procedura di infrazione della Commissione europea per il superamento dei limiti di qualità dell’aria – è stato approvato dalle commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera un emendamento al DL Infrastrutture finalizzato ad assicurare maggiore flessibilità nelle scelte delle Regioni per il rispetto di tali limiti.
In particolare, è stato differito dal 1° ottobre 2025 al 1° ottobre 2026 il termine che prevede per le regioni Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna la limitazione strutturale alla circolazione delle autovetture e dei veicoli commerciali di categoria N1, N2 e N3 ad alimentazione diesel di categoria “Euro 5”, prevedendo, al contempo, che la limitazione vada applicata in via prioritaria alla circolazione stradale nelle aree urbane dei comuni con popolazione superiore a 100.000, anzichè 30.000, abitanti.
Inoltre, grazie all’emendamento approvato, decorso il termine del 1° ottobre 2026, le Regioni possono prescindere dall’inserimento della limitazione strutturale alla circolazione delle autovetture e dei veicoli commerciali di categoria N1, N2 e N3 ad alimentazione diesel di categoria “Euro 5” nei piani di qualità dell’aria mediante l’adozione, nei predetti piani, di misure compensative idonee a raggiungere livelli di riduzione delle emissioni inquinanti coerenti con i vincoli derivanti dall’ordinamento euro-unitario.
Infine, si prevede che le Regioni, qualora lo ritengano necessario, possano introdurre la limitazione strutturale alla circolazione delle autovetture e dei veicoli commerciali di categoria N1, N2 e N3 ad alimentazione diesel di categoria “Euro 5” anche prima del termine del 1 ottobre 2026, mediante l’aggiornamento dei rispettivi piani di qualità dell’aria e la modifica dei relativi provvedimenti attuativi. Grande soddisfazione da parte del vicepremier e ministro Matteo Salvini, che per primo aveva garantito interventi per modificare i divieti: “E’ una scelta di buonsenso”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).


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