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Cronaca

NOTTURNI IN VILLA: A PORANA CONCERTO AL CHIARO DI LUNA PER VIOLINI E PIANOFORTE

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Un appuntamento imperdibile per due violini e pianoforte sulla terrazza di Villa Meroni

Associazione Porana eventi organizza un evento speciale, in un luogo suggestivo, per vivere al meglio queste serate d’estate, con la musica multisensoriale, a lume di candela: “Notturni in villa” è in programma Sabato 26 Luglio alle ore 21,15 sulla terrazza del parco di Villa Meroni. Protagonisti della serata, per due violini e pianoforte, sono Luca Torciani, Maria Grazia Guerra e Leonarda Tomarchio, con la partecipazione del tenore Cherubino Boscolo. E’ possibile prenotare il posto alla serata, anche via whatsapp alla segreteria di Porana Eventi al 389.2566296 o via mail a info@poranaeventi.it.

Li chiamano “Candle Light” e stanno prendendo piede anche qui in Italia, dopo aver fatto il loro debutto in molte città europee, sono già una realtà consolidata da qualche tempo a Milano: si tratta di concerti al chiaro di luna, circondati da candele, che uniscono la musica che rilassa la mente e il corpo alla luce delle candele, di sera, si svolgono in location particolari, intimi, in luoghi secolari o a contatto con la natura, sono esperienze multisensoriali da vivere, comodamente seduti, a 360 gradi.  Già lo scorso anno e due anni fa erano stati proposti concerti al chiaro di luna con la cantante Giovanna, quest’anno si vuole provare anche con la musica strumentale, tra classico e moderno. “Come associazione culturale vogliamo sempre offrire qualcosa di nuovo sul territorio” – affermano gli organizzatori di Porana Eventi -, andare oltre le classiche sagre mangia e bevi che vengono proposte in questo periodo praticamente ovunque. Noi come Porana Eventi da anni abbiamo creato dal Festival dei cori a quello delle bande, dal teatro al concorso strumentale per Giovani Talenti e per nuove voci di Porana Lirica, dal concorso di poesia “Il Sabato del Villaggio che è già aperto in vista della festa patronale di fine Settembre fino ad Ambrogio Maestri&Friends per le feste natalizie. Mancava una serata multisensoriale da vivere in una bellissima location come il parco della Villa. Quest’anno, grazie alla disponibilità della famiglia Meroni, abbiamo dunque voluto lanciare “Notturni in Villa – Candle Light”, una fusione di emozioni e musica, ricordando due amici recentemente scomparsi, Manuela Taverna e Adriano Bottiroli: loro amavano molto la musica e qui ci sono proprio i loro brani preferiti, dai Queen ai Beatles, da Morricone a Piazzolla, gli Abba e le più belle colonne sonore americane”. Scopo della serata è anche quello di raccogliere fondi per il restauro della cella campanaria della Chiesa di San Crispino, un gioiello del neogotico lombardo che sorge proprio accanto a Villa Meroni e al parco, dove ogni Domenica mattina viene celebrata la Messa alle 9 e che spesso ospita matrimoni e battesimi, una piccola basilica nel cuore dell’Oltrepo, luogo di pace e spiritualità. Occorrono 20.000 euro per raggiungere la cifra necessaria a questo intervento sulle sei campane storiche, costruite dalla ditta Mazzola di Vercelli agli inizi del secolo scorso: è stato aperto anche un conto dedicato per poter effettuare bonifici per questa causa, appoggiato presso Unicredit Casteggio: IT 34 N 02008 55730 000041221246.

Con Settembre, poi, torneranno il Festival dei Cori (all’insegna del gospel classico e contemporaneo), la festa patronale di S. Crispino con le bande, le visite guidate al Parco e i laboratori per bambini di Petit Cabaret, oltre ad una serata dedicata al teatro dialettale, con la compagnia dell’oratorio di Broni. Prima di chiudere in bellezza l’anno con il socio onorario di Porana Eventi, il baritono Ambrogio Maestri, protagonista del concerto natalizio in compagnia degli Amici della Lirica dell’Oltrepo, con il suo “Maestri&Friends”. Partner delle iniziative sono Pavia Uno Tv e Lombardia Live 24.

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Cronaca

VOGHERA SALUTA FRANCA, LA “BARISTA COL CIUFFO” CHE FONDÒ IL BAR DAGLIA

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Si è spenta all’età di 93 anni Franca Tinillini, per tutti semplicemente Franca o Mamma Franca, così come era conosciuta da migliaia di clienti passati in quel bar di Voghera che ancora oggi è un’istituzione, il Bar Daglia.
La storia del Bar Daglia si distingue dalle classiche storie familiari che abbiamo conosciuto negli anni grazie anche a tanti autori locali che ci hanno regalato aneddoti sulle famiglie più note della città e dei loro bar. Mamma Franca, era stata ribattezzata così da tutti proprio perché i primi immigrati dal sud che andavano a fare la pausa pranzo in quel bar “della camionale” si sentivano immediatamente adottati. Avendo lasciato la famiglia al sud lei stessa, la solitudine spesso veniva un po’ attutita da questa donna passata nell’immaginario collettivo di tutti come “la barista col ciuffo”, capelli rigorosamente raccolti, grembiule ed un sorriso per tutti. Queste erano le sue caratteristiche principali, unite dalla bontà d’animo che in più occasioni la portava a mettere una fetta di prosciutto in più nel panino dell’operaio perché sapeva che quello sarebbe stato l’unico pasto del giorno.
Questa sua generosità si riversò anche con i primi ‘migranti marocchini” con la cassetta. Comprava calze e accendini a tutti, offrendo loro un pasto caldo. Il bar, che in precedenza era stato conosciuto come “Bar Aurora”, fu riscattato da Franca e suo marito solo nel 1970, in vista di un investimento pensato dai coniugi Daglia come unica fonte di denaro per una famiglia come la loro composta da 5 persone.
Non a caso Celso, per tutti “Celsino” oggi al timone del bar giornaliero e notturno, è considerato una vera e propria icona della città per le serate di più generazioni. Era un bimbo di appena 12 anni quando mamma Franca lo metteva alla cassa, iniziando così il suo percorso dietro al banco senza mai smettere.
Il marito di Franca aveva avuto intuito negli affari e purtroppo anche nel cattivo destino che lo vedrà lasciare prematuramente la famiglia, nel 1976. Per anni Franca con Celsino è stata la signora dell’alba, che apriva il bar al mattino presto per cedere poi il timone al figlio. Fino a metà degli anni 80 era consuetudine vedere pullman di persone che si fermavano apposta per mangiare pane e salame, accolti sempre calorosamente da Franca. Quando i primi di Agosto si andava in ferie, (chiudevano le fabbriche) e la camionale era una via di pellegrinaggio per raggiungere le mete di vacanza, Franca si preparava aprendo anche un’ora prima per dare ristoro ai suoi clienti che venivano una sola volta all’anno.
Lascia i figli Graziella, Giuseppe e Celso con i nipoti che l’hanno amata e accudita incondizionatamente. Come vanno ricordato i familiari “Ha fatto i conti a mente fino a 10 giorni fa! Non si fidava della calcolatrice ed era comunque più veloce delle macchinette!! È stata attenta a ogni particolare, a coccolare i suoi clienti e a farsi voler bene. Il Daglia è sempre stato luogo di passaggio, lei non ha mai fatto distinzioni, forse per questo ha un po’ perso lo smalto del locale di grido. Però sono sempre rimasti tutti clienti di sempre, affezionati a Celsino e a lei, a cui portavano sempre qualcosa, soprattutto frutta e verdura del loro orto e per lei era oro!!! Aveva la capacità di entusiasmarsi sempre. Ha passato momenti davvero difficili: provenendo da una famiglia numerosa di Sant’Albano. A 46 anni è rimasta vedova rimboccandosi le maniche e continuando a lavorare, in casa e al bar, non mancando di essere una mamma e nonna presente.”
La nipote Pietrapaola racconta: “Mi ha insegnato a fare mille cose di casa e a cucire. Diceva che se sai tenere in mano un ago sai tenere in piedi tutta la famiglia. Io ho imparato ma la mia si è scucita lo stesso. Comunque la sua forza è stata sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno e la sua cura era il canto! Ha cantato sempre, per scacciare la depressione e i brutti pensieri, per esaltare i momenti belli e ultimamente per comunicare. Dopo la sua ischemia non aveva sempre momenti di lucidità, non sapeva chi fossimo, allora cantavamo e lei adorava le canzoni delle mondine, della sua epoca. Con voce sempre più flebile ma ha mantenuto il contatto con noi sino all’ultimo, anche solo muovendo le labbra, perché la voce non usciva più. La sua frase più usata era “un mondo di bene”, che poi è quello che ha dispensato a tutti noi! È stata moderna nel pensiero e moderata nei modi.”
Voghera perde così una commerciante simbolo ed un volto amatissimo da tante generazioni che al Bar Daglia ancora oggi si incontrano per un caffè o un pacchetto di sigarette. Martedì 15 Luglio alle 15.00 presso la chiesa dei Barnabiti l’ultimo saluto.

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Cronaca

EX ASSESSORE PAVESE ASSANELLI PRECIPITA IN MONTAGNA, GRAVE MA FUORI PERICOLO

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Brutta avventura in vacanza per Piero Sandro Assanelli, 81enne ex assessore ai servizi sociali del Comune di Pavia dal 2009 al 2014 nella giunta del sindaco Cattaneo: è rimasto vittima di un incidente in montagna domenica mattina in provincia di Lecco. L’incidente è avvenuto durante una camminata: Assanelli era in gruppo, ma ad un certo punto ha rallentato il cammino, è caduto per circa 30 metri mentre saliva la Grignetta lungo la Cresta Cermenati nel territorio comunale di Mandello del Lario (Lecco). Ha iniziato a gridare aiuto, alcune persone di passaggio hanno sentito le grida e dato l’allarme. Sul posto è intervenuto un elicottero di pronto intervento. Assanelli era cosciente ma con diverse contusioni. È stato portato d’urgenza all’ospedale Manzoni di Lecco dove i medici del pronto soccorso dove è stato sedato in coma farmacologico per fratture costali, si temevano fratture al cranio ma gli esami hanno scongiurato il peggio. E’ ancora in gravi condizioni ma fuori pericolo.

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Cronaca

GARLASCO, DNA IGNOTO 3 SARA’ COMPARATO CON ALMENO 30 PERSONE

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L’omicidio di Garlasco: ci dovrebbe essere anche chi si occupò di riesumare il corpo di Chiara Poggi per prendere le impronte dattiloscopiche, tra coloro che potrebbero essere sottoposti a tampone per verificare se il Dna maschile individuato nel cavo orofaringeo sia o meno una contaminazione. I prelievi per la comparazione dovrebbero essere fatti a tutti quelli che sono entrati in contatto col cadavere. La comparazione dunque, compresi i profili già prelevati, riguarderà almeno 30 persone. Intanto è polemica per la scelta tecnica effettuata durante l’autopsia: invece di utilizzare tamponi sterili, è stata usata una garza di stoffa. La dottoressa Denise Albani, genetista nominata dal gip, ha annunciato che chiederà chiarimenti sul motivo della scelta e sulle persone presenti al momento del prelievo. L’uso della garza, secondo gli esperti, potrebbe aver introdotto materiale genetico estraneo, rendendo difficile distinguere tra una traccia significativa e una contaminazione accidentale. La mancanza di protocolli rigorosi ha sollevato dubbi sull’intera procedura di raccolta

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