Cronaca
Quintavalle “Al lavoro per una sanità più vicina al cittadino”
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6 ore fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Vicinanza al cittadino, nuovi servizi e strutture rinnovate oltre all’uso delle nuove tecnologie per la sanità del futuro. Sono i punti focali indicati dal direttore generale della Asl Roma 1, Giuseppe Quintavalle, in un’intervista alla Italpress. “Abbiamo avviato una serie di percorsi sull’abbattimento della lista d’attesa e abbiamo anche una serie di uffici o comunque delle persone anche in seno alla direzione generale stessa, deputate alla presa in carico e alla presa in cura. Sulla lista d’attesa io ho una mia personale idea, nel senso che il cittadino va preso in carico e quindi noi dobbiamo fare di tutto nel prossimo futuro per un potenziamento del territorio che non deve partire dal momento in cui la persona è malata, ma deve partire dal momento che la persona è sana, quindi con una medicina generale proattiva che si avvicina al cittadino”, ha spiegato Quintavalle. Davanti alle criticità di una società forse sempre più sola e all’invecchiamento della popolazione, “dobbiamo far fronte non solo con aspetti sanitari ma anche con aspetti sociali per quelli che sono legati alle fragilità. Quindi alla paura all’anziano che vive da solo, all’accompagnamento di queste persone che non hanno magari i familiari con un caregiver, che partirà dalle case di comunità attraverso i famosi Ifec (infermiere di famiglia e di comunità, ndr) o infermieri deputati a questo e tramite loro rileveremo i bisogni che poi saranno tradotti in presa in carico”.
Quanto ai presidi sanitari, recentemente l’Asl Roma 1 ha portato a termine il completamento del rinnovo del San Filippo Neri che, ha spiegato il direttore generale, “fa parte di una serie di interventi perchè è una parte del completamento del nostro pronto soccorso che è diventato funzionale e logisticamente più idoneo.
Una nuova camera calda, una nuova sala d’attesa, una nuova radiologia, ma voglio ricordare che è stato già ampiamente allargato e ristrutturato tutto il restante. A completamento di questo ci sarà sempre a San Filippo Neri, una nuova radiologia che avrà una PET, 56 posti letto in più e anche la ristrutturazione dell’elettrofisiologia che rappresenta una punta d’eccellenza. In questo contesto ci sarà ed è stato attivato un nuovo posto di polizia molto vicino al pronto soccorso funzionale quindi a tutte quelle chiamate che purtroppo avvengono e naturalmente a maggior tutela e sicurezza dei nostri operatori e dei nostri cittadini”.
Sulla sanità del futuro e l’impiego delle nuove tecnologie, Quintavalle osserva che “dobbiamo fare in modo che la bilancia mantenga da un lato la sostenibilità economica, che non è aumentando i soldi che la ottiene ma migliorando i setting di appropriatezza. Cioè il cittadino dev’essere anche lui educato non solamente ai diritti ma anche ai doveri e tra questi c’è quello di chiedere un’assistenza primaria dove il medico ti deve educare e rieducare a vivere”. Quindi “percorsi diagnostico-terapeutici per patologia nell’ambito dei quali inserire la teleassistenza e la telemedicina secondo pacchetti preordinati. Noi dobbiamo utilizzare la tecnologia ma non è la tecnologia che deve utilizzare noi, è l’uomo che deve utilizzarla.
Lo stesso dicasi per l’intelligenza artificiale. Ci sono varie forme di intelligenza artificiale e noi adesso stiamo elaborando, anche come Roma 1, dei corsi di formazione specifici per far sì che il nostro cittadino sia ancora più educato e acculturato su quello che sarà l’intelligenza artificiale. Alcuni software li abbiamo già in acquisizione per sperimentazioni e credo che sia una delle frontiere più importanti, ma noi abbiamo sempre più bisogno di quella che è l’intelligenza umana per aiutare a risolvere tutto quello che è il disagio sociale”, ha concluso.
(ITALPRESS).
-Foto: Italpress-
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Cronaca
VOGHERA SALUTA FRANCA, LA “BARISTA COL CIUFFO” CHE FONDÒ IL BAR DAGLIA
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3 ore fa-
15 Luglio 2025di
Redazione
Si è spenta all’età di 93 anni Franca Tinillini, per tutti semplicemente Franca o Mamma Franca, così come era conosciuta da migliaia di clienti passati in quel bar di Voghera che ancora oggi è un’istituzione, il Bar Daglia.
La storia del Bar Daglia si distingue dalle classiche storie familiari che abbiamo conosciuto negli anni grazie anche a tanti autori locali che ci hanno regalato aneddoti sulle famiglie più note della città e dei loro bar. Mamma Franca, era stata ribattezzata così da tutti proprio perché i primi immigrati dal sud che andavano a fare la pausa pranzo in quel bar “della camionale” si sentivano immediatamente adottati. Avendo lasciato la famiglia al sud lei stessa, la solitudine spesso veniva un po’ attutita da questa donna passata nell’immaginario collettivo di tutti come “la barista col ciuffo”, capelli rigorosamente raccolti, grembiule ed un sorriso per tutti. Queste erano le sue caratteristiche principali, unite dalla bontà d’animo che in più occasioni la portava a mettere una fetta di prosciutto in più nel panino dell’operaio perché sapeva che quello sarebbe stato l’unico pasto del giorno.
Questa sua generosità si riversò anche con i primi ‘migranti marocchini” con la cassetta. Comprava calze e accendini a tutti, offrendo loro un pasto caldo. Il bar, che in precedenza era stato conosciuto come “Bar Aurora”, fu riscattato da Franca e suo marito solo nel 1970, in vista di un investimento pensato dai coniugi Daglia come unica fonte di denaro per una famiglia come la loro composta da 5 persone.
Non a caso Celso, per tutti “Celsino” oggi al timone del bar giornaliero e notturno, è considerato una vera e propria icona della città per le serate di più generazioni. Era un bimbo di appena 12 anni quando mamma Franca lo metteva alla cassa, iniziando così il suo percorso dietro al banco senza mai smettere.
Il marito di Franca aveva avuto intuito negli affari e purtroppo anche nel cattivo destino che lo vedrà lasciare prematuramente la famiglia, nel 1976. Per anni Franca con Celsino è stata la signora dell’alba, che apriva il bar al mattino presto per cedere poi il timone al figlio. Fino a metà degli anni 80 era consuetudine vedere pullman di persone che si fermavano apposta per mangiare pane e salame, accolti sempre calorosamente da Franca. Quando i primi di Agosto si andava in ferie, (chiudevano le fabbriche) e la camionale era una via di pellegrinaggio per raggiungere le mete di vacanza, Franca si preparava aprendo anche un’ora prima per dare ristoro ai suoi clienti che venivano una sola volta all’anno.
Lascia i figli Graziella, Giuseppe e Celso con i nipoti che l’hanno amata e accudita incondizionatamente. Come vanno ricordato i familiari “Ha fatto i conti a mente fino a 10 giorni fa! Non si fidava della calcolatrice ed era comunque più veloce delle macchinette!! È stata attenta a ogni particolare, a coccolare i suoi clienti e a farsi voler bene. Il Daglia è sempre stato luogo di passaggio, lei non ha mai fatto distinzioni, forse per questo ha un po’ perso lo smalto del locale di grido. Però sono sempre rimasti tutti clienti di sempre, affezionati a Celsino e a lei, a cui portavano sempre qualcosa, soprattutto frutta e verdura del loro orto e per lei era oro!!! Aveva la capacità di entusiasmarsi sempre. Ha passato momenti davvero difficili: provenendo da una famiglia numerosa di Sant’Albano. A 46 anni è rimasta vedova rimboccandosi le maniche e continuando a lavorare, in casa e al bar, non mancando di essere una mamma e nonna presente.”
La nipote Pietrapaola racconta: “Mi ha insegnato a fare mille cose di casa e a cucire. Diceva che se sai tenere in mano un ago sai tenere in piedi tutta la famiglia. Io ho imparato ma la mia si è scucita lo stesso. Comunque la sua forza è stata sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno e la sua cura era il canto! Ha cantato sempre, per scacciare la depressione e i brutti pensieri, per esaltare i momenti belli e ultimamente per comunicare. Dopo la sua ischemia non aveva sempre momenti di lucidità, non sapeva chi fossimo, allora cantavamo e lei adorava le canzoni delle mondine, della sua epoca. Con voce sempre più flebile ma ha mantenuto il contatto con noi sino all’ultimo, anche solo muovendo le labbra, perché la voce non usciva più. La sua frase più usata era “un mondo di bene”, che poi è quello che ha dispensato a tutti noi! È stata moderna nel pensiero e moderata nei modi.”
Voghera perde così una commerciante simbolo ed un volto amatissimo da tante generazioni che al Bar Daglia ancora oggi si incontrano per un caffè o un pacchetto di sigarette. Martedì 15 Luglio alle 15.00 presso la chiesa dei Barnabiti l’ultimo saluto.
Cronaca
EX ASSESSORE PAVESE ASSANELLI PRECIPITA IN MONTAGNA, GRAVE MA FUORI PERICOLO
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3 ore fa-
15 Luglio 2025di
Redazione
Brutta avventura in vacanza per Piero Sandro Assanelli, 81enne ex assessore ai servizi sociali del Comune di Pavia dal 2009 al 2014 nella giunta del sindaco Cattaneo: è rimasto vittima di un incidente in montagna domenica mattina in provincia di Lecco. L’incidente è avvenuto durante una camminata: Assanelli era in gruppo, ma ad un certo punto ha rallentato il cammino, è caduto per circa 30 metri mentre saliva la Grignetta lungo la Cresta Cermenati nel territorio comunale di Mandello del Lario (Lecco). Ha iniziato a gridare aiuto, alcune persone di passaggio hanno sentito le grida e dato l’allarme. Sul posto è intervenuto un elicottero di pronto intervento. Assanelli era cosciente ma con diverse contusioni. È stato portato d’urgenza all’ospedale Manzoni di Lecco dove i medici del pronto soccorso dove è stato sedato in coma farmacologico per fratture costali, si temevano fratture al cranio ma gli esami hanno scongiurato il peggio. E’ ancora in gravi condizioni ma fuori pericolo.
Cronaca
GARLASCO, DNA IGNOTO 3 SARA’ COMPARATO CON ALMENO 30 PERSONE
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3 ore fa-
15 Luglio 2025di
Redazione
L’omicidio di Garlasco: ci dovrebbe essere anche chi si occupò di riesumare il corpo di Chiara Poggi per prendere le impronte dattiloscopiche, tra coloro che potrebbero essere sottoposti a tampone per verificare se il Dna maschile individuato nel cavo orofaringeo sia o meno una contaminazione. I prelievi per la comparazione dovrebbero essere fatti a tutti quelli che sono entrati in contatto col cadavere. La comparazione dunque, compresi i profili già prelevati, riguarderà almeno 30 persone. Intanto è polemica per la scelta tecnica effettuata durante l’autopsia: invece di utilizzare tamponi sterili, è stata usata una garza di stoffa. La dottoressa Denise Albani, genetista nominata dal gip, ha annunciato che chiederà chiarimenti sul motivo della scelta e sulle persone presenti al momento del prelievo. L’uso della garza, secondo gli esperti, potrebbe aver introdotto materiale genetico estraneo, rendendo difficile distinguere tra una traccia significativa e una contaminazione accidentale. La mancanza di protocolli rigorosi ha sollevato dubbi sull’intera procedura di raccolta


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