Seguici sui social

Economia

Confindustria-Enea “Il nucleare fondamentale per l’indipendenza energetica”

Pubblicato

-

ROMA (ITALPRESS) – “Il nucleare può oggi rappresentare una leva fondamentale per rafforzare l’indipendenza energetica italiana, stabilizzare i costi dell’energia e accompagnare l’industria verso gli obiettivi di neutralità climatica”. Lo sottolineano Confindustria ed Enea, nel rapporto “Lo sviluppo dell’energia nucleare nel mix energetico nazionale”, che viene presentato oggi a Roma.

“La transizione energetica non è solo una sfida, ma anche un’opportunità per rafforzare il mix energetico nazionale: raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione e continuità degli approvvigionamenti richiederà l’adozione di una strategia che metta insieme sostenibilità ambientale, innovazione e ottimizzazione dei costi dell’energia – si legge nel Rapporto -. Per fare questo è necessario adottare un approccio tecnologicamente neutrale, che valuti, cioè, tutte le fonti di produzioni di energia e le tecnologie di decarbonizzazione in modo efficace: l’energia nucleare, già adottata con successo in molti Paesi, è sicura, economica e a basse emissioni. Dopo anni di assenza dalle politiche energetiche nazionali, il nucleare può oggi rappresentare una leva fondamentale per rafforzare l’indipendenza energetica italiana, stabilizzare i costi dell’energia e accompagnare l’industria verso gli obiettivi di neutralità climatica”.

Confindustria ed ENEA hanno elaborato un documento strategico per il ritorno del nucleare in Italia che propone “il coinvolgimento di tutte le principali infrastrutture del Paese, da quella legislativa a quella industriale, passando per istruzione, ricerca, economia, finanza e aspetti sociali”. Il documento include 5 punti. Eccoli nel dettaglio.

1. Policy, quadro normativo e governance istituzionale: regole chiare, autorità indipendente e dialogo con i cittadini “Un programma nucleare necessita di una determinazione di lungo termine e di convergenza politica, e di un assetto normativo snello allineato agli standard europei che si appoggi ad accordi internazionali. Sarà in questo senso fondamentale istituire un’Autorità di sicurezza nucleare indipendente e una cabina di regia per coordinare il programma”, spiegano Confindustria ed Enea.

Advertisement

2. Tecnologie e scenario: impianti sicuri, moderni e a basse emissioni “Il rilancio del nucleare in Italia si baserebbe sugli impianti più moderni disponibili, come i reattori di Generazione III+, in particolare gli Small Modular Reactor (SMR) e, in futuro, i reattori di Generazione IV, gli Advanced Modular Reactor (AMR) – si legge nel Rapporto -. Questi impianti garantiscono produzione stabile di elettricità, basse emissioni, ridotti consumi di combustibile e costi energetici prevedibili, oltre ad elevati standard di sicurezza. L’introduzione del nucleare permetterebbe all’Italia di raggiungere più rapidamente gli obiettivi di decarbonizzazione, migliorare i profili di sicurezza/indipendenza energetica, ridurre i costi per utenti finali e imprese, e garantire anche stabilità alla rete elettrica nazionale. Il settore industriale potrebbe trarre amplissimo beneficio dall’introduzione del nucleare nel mix energetico, essendo oggi il principale consumatore tanto di energia elettrica (40% circa dei consumi nazionali totali), di calore prodotto in cogenerazione (oltre l’80% del consumo totale), nonché forte consumatore di gas (e in prospettiva di idrogeno) per la produzione diretta di calore (25% del consumo totale), specialmente in alcuni dei processi produttivi hard-to-abate che richiedono temperature molto elevate”. “Con l’auspicio che il primo impianto possa entrare in funzione già dal 2035, è fondamentale avviare rapidamente lo sviluppo di una flotta nazionale, partendo dai reattori più maturi (SMR) per poi integrare quelli più avanzati (AMR), valorizzando le competenze italiane già consolidate e ampliando la presenza della filiera anche sui mercati internazionali”, proseguono Confindustria ed Enea.

3. Aspetti economici e integrazione nel mercato elettrico: investimenti modulari e sostegno pubblico “Il costo dell’energia nucleare è meno soggetto a volatilità perché dipende in larga parte dalla costruzione dell’impianto e solo marginalmente dalla sua gestione e dal prezzo del combustibile – si legge ancora nel Rapporto -: la stabilità di prezzo rende quindi il nucleare un elemento strategico per la competitività economica e industriale del Paese. Investendo in impianti modulari e standardizzati, come SMR e AMR, e sfruttando l’economia di serie su scala internazionale, sarà possibile contenere ulteriormente i costi: le stime più recenti prevedono al 2050 un costo di investimento tra i 3.000 e i 5.000 USD/kW e un costo di generazione tra 70 e 110 USD/MWh, in linea con le altre tecnologie. Per favorire lo sviluppo del nucleare in Italia è necessario un sostegno pubblico articolato in tre fasi: 1. costruzione di partnership internazionali e rafforzamento della filiera industriale; 2. realizzazione dei primi impianti con coinvolgimento della supply chain nazionale; 3. ampliamento della flotta con diffusione della tecnologia e supporto agli utenti finali. Il ritorno – diretto e indotto – per il sistema Paese e per la collettività è valutato intorno al 2,5% del PIL nazionale”.

4. Filiera industriale: servono un piano stabile e incentivi mirati “In Italia oltre 70 aziende operano già nel settore nucleare e coprono diversi settori della filiera, dalla progettazione dei reattori alla produzione di componenti, fino alla manutenzione degli impianti. Questo patrimonio industriale e scientifico rappresenta una solida base per rilanciare un programma nucleare nazionale – sottolineano Confindustria ed Enea -. Molte imprese associate a Confindustria hanno manifestato il proprio interesse ad ampliare il proprio coinvolgimento nel settore. Strumenti come il Piano di Ricerca Nucleare (PNR) possono sostenere ricerca, formazione e innovazione, contribuendo a creare una filiera nucleare nazionale moderna e competitiva”.

5. Competenze, ricerca e comunicazione: formare e informare “L’avvio di un programma nucleare in Italia richiederà circa 117.000 nuovi posti di lavoro, 39.000 dei quali direttamente nella filiera. Per rispondere a questa domanda servirà un ampio piano formativo su più livelli e discipline, con un focus comune sulla sicurezza nucleare. Sarà fondamentale quindi integrare istruzione, industria e ricerca, mobilitando università, istituti tecnici, aziende ed enti di ricerca – spiega ancora il Rapporto -. Questo investimento nella formazione dovrà andare di pari passo con quello nella comunicazione verso l’opinione pubblica sul nucleare, in modo da contrastare la diffusa carenza di informazione che da anni agisce da freno nello sviluppo di una narrativa corretta”.

Confindustria ed ENEA “sono in prima linea nel supportare la reintroduzione del nucleare nel mix energetico nazionale: il nucleare può infatti, per le sue caratteristiche di sostenibilità, costi e stabilità, essere una leva strategica per raggiungere i target ambientali tutelando allo stesso tempo la competitività industriale del Paese. L’Italia ha le competenze e la filiera per affrontare questa sfida, ma servono decisioni politiche chiare, regole stabili e investimenti mirati, oltre a un’operazione capillare di comunicazione e informazione”, concludono.

Advertisement

– foto ufficio stampa Confindustria –

(ITALPRESS).

Economia

Occupazione in crescita e prezzi in rallentamento, ma la spesa delle famiglie non prende slancio

Pubblicato

-

ROMA (ITALPRESS) – Occupazione in crescita e prezzi in rallentamento, ma la spesa delle famiglie non prende slancio, e nel 2025 si fermerà a +5,6 miliardi di euro (+0,5%) in termini reali. È questo il quadro che emerge dall’analisi e dalle proiezioni Confesercenti-CER sulla congiuntura economica italiana nel terzo trimestre 2025.

Il mercato del lavoro mostra un segnale incoraggiante, con gli occupati nel trimestre in aumento dello 0,9% su base annua, il dato migliore dall’inizio dell’anno, anche se il dato di agosto registra una perdita di quasi 60mila posti. Sul fronte dei prezzi, l’inflazione scende all’1,6%, un decimo in meno rispetto al trimestre precedente e al di sotto dell’obiettivo BCE. Il Pil recupera la flessione primaverile ed è atteso in crescita dello 0,1% sul trimestre precedente e dello 0,5% su base annua, anche se è al di sotto dei ritmi registrati nei primi tre mesi del 2025 (+0,3% congiunturale e +0,7% tendenziale).

Tuttavia, le famiglie non sembrano beneficiare pienamente di queste condizioni: le proiezioni dei consumi indicano una crescita nel terzo trimestre di +0,2% sui tre mesi precedenti e +0,6% sull’anno. Dopo un 2024 più vivace, la domanda per consumi sembra essersi fermata: nei primi nove mesi del 2025 l’aumento acquisito della spesa è dello 0,3%, contro l’1,3% dello stesso periodo dell’anno precedente. Secondo le stime di Confesercenti-CER, a fine 2025 la crescita complessiva si fermerà a +0,5%, pari a circa 5,6 miliardi di euro in più a prezzi costanti.

Il rallentamento dei consumi si riflette sul commercio al dettaglio, che continua a mostrare segnali di sofferenza: nel terzo trimestre il volume delle vendite si riduce dello 0,4%, dopo i cali già registrati nei mesi precedenti. Sul fronte del clima di fiducia, ci sono timidi segnali di risalita: tra le famiglie l’indice passa da 95,9 a 96,5 punti, mentre per le imprese del commercio sale da 103,1 a 103,7, restando comunque sotto i livelli del primo trimestre.

Advertisement

“L’economia italiana resta in crescita, ma rallenta. Ci sono segnali positivi di stabilità sul fronte del lavoro e dei prezzi, ma consumi e vendite continuano a perdere slancio”, commenta Nico Gronchi, Presidente di Confesercenti. “Il 2026 porterà sfide cruciali su molti fronti: con il dispiegarsi degli effetti dei dazi e la conclusione del PNRR, che finora ha sostenuto gli investimenti, la spesa delle famiglie sarà determinante per la domanda interna e per la crescita. Lo stesso Governo nel DPFP confida per il prossimo anno in un incremento dei consumi del +1,2%, un obiettivo difficile da raggiungere senza un impulso più deciso. Il previsto intervento sul fisco potrebbe non avere la scala necessaria per svolgere questo ruolo, tanto che, secondo i prospetti riportati nel DPFP, il Governo non associa ad esso alcun effetto espansivo sui consumi. Occorre fare di più per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e riattivare la crescita”.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

Leggi tutto

Economia

Tajani “Sono contro l’extraprofitto, ma questo è il momento di parlare con il mondo bancario”

Pubblicato

-

FIRENZE (ITALPRESS) – “Non esiste base giuridica per l’extraprofitto” ma “credo che nessuna banca non voglia parlare con la politica nel momento in cui c’è bisogno di rinforzare la manovra economica. L’abbiamo fatto l’anno scorso, l’impegno era per due anni, se c’è bisogno, però, io che sono un combattente anti-extraprofitto sono anche pronto a cercare di fare una mediazione”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani a margine del Festival nazionale dell’Economia civile a Firenze.

“Bisogna stare molto attenti quando si parla di tassazione delle banche – ha aggiunto Tajani -. Ho anche detto ai miei colleghi di governo che, in vista della manovra, questo è il momento di parlare con il mondo bancario. Se c’è bisogno di aiuto si può parlare: ma mai fare operazioni ex abrupto, perché questo spaventa il mercato, oltre a far danni se si generalizza”. “Abbiamo sventato due anni fa l’extraprofitto – ha sottolineato Tajani – perché poi si finiva per colpire le Bcc e le banche popolari, mentre c’erano danni minori per le banche più grandi: quindi bisogna stare sempre molto attenti quando si parla di banche, però credo che sia giusto parlare”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Advertisement

Leggi tutto

Economia

DPFP, UPB “Scenario accettabile, ma stime esposte a molteplici rischi”

Pubblicato

-

ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) ha validato lo scorso 29 settembre le previsioni macroeconomiche tendenziali del Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP) 2025, a conclusione di una procedura di confronto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) nell’arco delle scorse settimane. Lo rende noto l’UPB che ha valutato lo scenario macroeconomico tendenziale del DFPF 2025 “complessivamente accettabile, sebbene in alcuni casi le previsioni si collochino sull’estremo superiore o appena oltre le stime del panel UPB”.

In particolare, “la crescita del PIL del QMT non eccede l’intervallo definito dal panel, salvo uno sforamento marginale (dello 0,1%) nel 2027; la previsione per il 2025 è in linea con quelle dell’UPB e del panel, mentre le differenze sugli anni successivi scontano le incertezze sull’accumulazione di capitale e l’instabilità del contesto internazionale; la crescita cumulata sull’ orizzonte 2025-28, pari al 2,7%, si colloca sull’estremo superiore delle stime del panel; la variazione del PIL nominale è accettabile nel complesso, situandosi sul livello superiore dell’intervallo definito dal panel in tutti gli anni tranne quello in corso, ma eccede lievemente le attese dell’UPB; l’incremento cumulato del PIL nominale tra il 2025 e il 2028, pari all’11,0%, è nel complesso coerente con l’intervallo delle stime del panel, sebbene leggermente più elevato. Tali stime “sono esposte a molteplici rischi, bilanciati nel breve termine ma prevalentemente orientati al ribasso nel medio termine, in gran parte riconducibili ai conflitti internazionali e alla dinamica degli investimenti”.

I principali fattori di rischio “sono individuabili in quattro ambiti: il protezionismo, le guerre e i piani di riarmo, fonti primarie di incertezza con effetti sull’economia di difficile quantificazione; la dinamica degli investimenti in costruzioni, dati i possibili effetti di concentrazione degli interventi finanziati dal programma NGEU nel prossimo anno, che potrebbero generare colli di bottiglia sul lato dell’offerta con conseguente freno alla crescita, cui si aggiungono attese incerte sugli investimenti residenziali; la volatilità dei mercati e le politiche monetarie, dove il fragile e instabile contesto internazionale rischia di ingenerare rapide reazioni avverse dei mercati finanziari, con effetti sull’economia italiana, caratterizzata da un elevato debito pubblico; il rischio climatico e ambientale, ormai fattore strutturale di vulnerabilità, poiché la crescente frequenza e intensità di eventi meteorologici estremi richiede risorse per la prevenzione e la gestione delle emergenze, con impatti sui prezzi e sulla capacità produttiva”, conclude l’UPB che procederà a valutare anche il quadro macroeconomico programmatico del DPFP, che incorpora gli effetti dell’aggiustamento di bilancio.

– foto IPA Agency –

Advertisement

(ITALPRESS).

Leggi tutto
Advertisement

Italpress TV


Agenzia Creativamente Itinerari News Pronto Meteo
Casa e consumi by Altroconsumo

Primo piano

LombardiaLive24 by Agenzia Creativamente P. IVA 02607700180 COPYRIGHT © 2021-2025 ALL RIGHTS RESERVED: LOMBARDIALIVE24 BY AGENZIA CREATIVAMENTE.
Sito creato da Emanuele Bottiroli. © Tutti i diritti riservati. I nomi e i loghi delle testate giornalistiche edite da Agenzia CreativaMente Editore sono registrati presso il Tribunale di Pavia e la Camera di Commercio di Pavia. È vietato qualsiasi utilizzo, anche parziale, dei contenuti pubblicati, inclusi la memorizzazione, la riproduzione, la rielaborazione, la diffusione e la distribuzione degli stessi, su qualsiasi piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza preventiva autorizzazione scritta.