Cronaca
Da Michelin nuova generazione CrossClimate anche in versione Sport
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Cronaca
Aria pulita negli ambienti indoor, al Senato una proposta di legge
Pubblicato
24 minuti fa-
22 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Si è tenuta a Roma, presso il Senato della Repubblica – Sala Caduti di Nassirya, la conferenza stampa promossa dal Vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio per presentare una proposta dedicata alla disciplina dell’igiene degli impianti di trattamento dell’aria negli ambienti indoor.
A moderare i lavori, il giornalista Mattia Iovane (RAI, Il Mattino).
L’iniziativa nasce in risposta a un tema di crescente urgenza: la qualità dell’aria che respiriamo all’interno degli ambienti chiusi, dove trascorriamo oltre il 90% del nostro tempo. Un aspetto centrale per la salute pubblica e per l’economia nazionale, come evidenziato dai dati dell’Osservatorio sulla Qualità dell’Aria Indoor (Università Milano-Bicocca e Università Bocconi), secondo cui l’impatto economico dell’inquinamento indoor può incidere fino al 5,22% del PIL italiano.
“La qualità dell’aria è fondamentale, non solo quella outdoor – quindi quella che respiriamo quando siamo in strada – ma anche quella indoor, quando siamo in casa, sul luogo di lavoro, in vacanza o al supermercato. Il nostro compito come istituzioni è quello di garantire norme adeguate, affinchè chi lavora sulla qualità dell’aria – e quindi sulla nostra salute – possa operare nel miglior modo possibile”, ha dichiarato il Vicepresidente del Senato Centinaio, che ha poi ribadito l’importanza del supporto degli enti locali: “Dobbiamo far sì che possano essere di supporto all’innovazione, alla ricerca scientifica e alla possibilità di migliorare. La burocrazia deve fare la sua parte, perchè continua a essere uno dei problemi irrisolti del nostro Paese”.
Per Gregorio Mangano, Presidente di AIISA e CEO di Techno One: “Noi non vediamo ciò che respiriamo, nè gli inquinanti presenti, soprattutto quelli che si annidano all’interno degli impianti di trattamento dell’aria. Oggi ho portato delle foto, come faccio spesso, perchè non si ha contezza di cosa respiriamo quotidianamente. Mostrare queste immagini risveglia le coscienze e aiuta a comprendere la gravità del problema, che comporta costi sociali elevati e, purtroppo, anche un numero rilevante di decessi ogni anno”.
L’obiettivo è quello di giungere a una proposta di legge che introduca un quadro normativo innovativo, basato su prevenzione, manutenzione programmata, controlli periodici e formazione professionale certificata. Il tutto senza oneri aggiuntivi per lo Stato, ma attraverso una razionalizzazione delle risorse già disponibili. I lavori sul testo sono stati già avviati.
Come ha spiegato Andrea Casa, Presidente Emerito di AIISA e CEO di Alisea: “Il quadro normativo in Italia è molto complesso e va semplificato, partendo da un livello alto delle fonti del diritto, quindi da una legge dello Stato. Questa proposta vuole dare una cornice più razionale alla materia: non si concentra sulle sanzioni, ma punta a creare consapevolezza e sensibilità nei confronti della qualità dell’aria che respiriamo”.
Gaetano Settimo, Coordinatore del Gruppo di Studio Nazionale Inquinamento Indoor (ISS), ha sottolineato: “Il tema dell’aria indoor è cruciale per la nostra salute. Trascorriamo la maggior parte del tempo in ambienti chiusi, e proprio lì dobbiamo avviare azioni di prevenzione, perchè è dove si costruisce la salute della popolazione. La qualità dell’aria indoor è anche una leva per la competitività dei processi produttivi e per l’efficacia del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Chi fa prevenzione primaria non solo riduce le comorbidità, ma contribuisce ad abbassare i costi sanitari. Avere a cuore l’aria indoor significa avere a cuore la salute pubblica”.
In collegamento, Susanna Dorigoni, Responsabile dell’Osservatorio Qualità dell’Aria Indoor – Università Bocconi e Università Bicocca, ha illustrato i costi sociali dell’inquinamento indoor (indoor air quality – IAQ), pari a una quota significativa del PIL. Tali costi, ha sottolineato, possono trasformarsi in benefici per la società e per le imprese che operano in ambienti condivisi o che producono e manutengono tecnologie HVAC.
“A fronte della nuova policy in via di definizione – ha affermato Dorigoni – è necessario proseguire l’attività di ricerca per disegnare una regolazione efficace, capace di garantire standard minimi di qualità dell’aria in tutti gli ambienti indoor a uso civile e di aumentare il benessere sociale. Le aziende responsabili devono cogliere l’opportunità offerta da un contesto istituzionale, normativo ed economico sempre più orientato alla sostenibilità (tematiche ESG), evitando che ciò si traduca solo in un aggravio di costi”.
Gli elementi chiave da inserire nella proposta sono: controlli mirati e ispezioni periodiche sugli impianti di trattamento aria, con obbligo di sanificazione quando necessario; procedure standardizzate e verificabili, fondate su metodologie scientificamente validate; formazione di personale qualificato, con elenchi regionali certificati; sistema di vigilanza efficace, che includa controlli documentali e tecnici in caso di segnalazioni.
I benefici attesi, invece, riguardano salute pubblica, intesa come riduzione delle malattie respiratorie e delle infezioni nosocomiali; efficienza economica, considerando i risparmi sanitari e sviluppo di nuove competenze professionali e chiarezza normativa, quindi meno burocrazia per imprese e amministrazioni pubbliche.
Il testo della proposta sarà oggetto di consultazioni con esperti, associazioni di settore e istituzioni sanitarie, con l’obiettivo di avviare l’iter parlamentare nei prossimi mesi.
-foto ufficio stampa AIISA –
(ITALPRESS).
Cronaca
Ue, Von der Leyen “Sull’energia pulita serve più Made in Europe”
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24 minuti fa-
22 Ottobre 2025di
Redazione
STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – “L’Europa è leader mondiale nell’innovazione pulita. Ad esempio, il 40% di tutte le aziende di tecnologia eolica del mondo ha sede nell’Unione Europea. Abbiamo una forza lavoro altamente qualificata e una lunga tradizione di supremazia industriale. Lo scorso anno, le esportazioni europee di tecnologie pulite hanno raggiunto gli 80 miliardi di euro. Ciò significa che sono quasi triplicate in soli sei anni. Ma altri non dormono. La Cina esporta quasi il doppio delle nostre tecnologie pulite. E questo rischia di spingere le nostre industrie fuori dai mercati strategici, incluso il nostro”. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento in plenaria al Parlamento Ue sul Consiglio Europeo che si terrà domani e venerdì.
“Non possiamo permetterci di cadere in nuove e pericolose dipendenze. Negli ultimi anni, abbiamo tutti assistito a cosa succede quando un singolo Paese acquisisce il controllo della fornitura di un prodotto o di una tecnologia critica. In qualsiasi momento, queste dipendenze possono trasformarsi in strumenti di pressione. Restrizioni alle esportazioni possono essere imposte da un giorno all’altro – ha aggiunto -. Le rotte di approvvigionamento possono essere interrotte. E le fabbriche qui in Europa possono essere costrette a rallentare o addirittura a chiudere. Quindi penso che dovremmo essere molto chiari e molto vigili. L’Europa deve controllare le tecnologie che daranno forma al nostro futuro, la produzione che sostiene la nostra prosperità e le materie prime essenziali”.
“Dobbiamo concentrarci nuovamente sul sostegno ai prodotti puliti realizzati in Europa. Come ci ricorda l’Agenzia Internazionale per l’Energia, c’è una storia che ci insegna qualcosa e che non dobbiamo dimenticare. E’ la storia della nostra industria solare all’inizio di questo secolo. L’Europa era leader mondiale nel settore solare. Ma i concorrenti cinesi, fortemente sovvenzionati, hanno iniziato a imporre prezzi superiori a quelli della giovane industria europea – ha proseguito la presidente della Commissione Ue -. E oggi la Cina controlla il 90% del mercato globale. Questa volta, dovremmo imparare la lezione. Vorrei illustrare rapidamente tre modi per farlo. In primo luogo, introdurremo un criterio “made in Europe” per gli appalti pubblici in alcuni settori strategici. Gli appalti pubblici in Europa ammontano al 14% del PIL europeo. Si tratta di un’enorme potenza finanziaria, controllata dai governi europei. E dovremmo sfruttarla meglio per creare una domanda stabile di prodotti puliti, realizzati in Europa”.
“In secondo luogo, dovremmo garantire che i nuovi investimenti esteri nel nostro settore siano realmente nell’interesse dell’Europa. Questi investimenti sono molto necessari. Ma dovrebbero creare buoni posti di lavoro per i lavoratori europei e aggiungere valore per gli europei proprio qui nell’Unione Europea, non solo per gli altri – ha aggiunto Von der Leyen -. In terzo luogo, intensificheremo il supporto ad alcuni settori strategici. Ad esempio, con un Battery Booster a supporto della produzione in Europa. E con una nuova serie di iniziative per il settore automobilistico, invieremo un chiaro segnale politico a questi settori. Ovvero: siete fondamentali per il futuro dell’Europa. E il vostro futuro sarà costruito in Europa. Questo è fondamentale per noi”.
“Ma è necessaria un’altra azione a livello di Stati membri. Ieri la Commissione ha presentato una serie di nuove azioni concrete per ridurre le bollette energetiche in Europa. Permettetemi di fare solo un esempio: le tasse. Mentre i costi dell’energia diminuiscono, le tasse sull’energia tornano a salire. Guardate le tasse che le nostre industrie pagano sull’elettricità: sono 15 volte superiori alle tasse sul gas – ha detto ancora la presidente -. Questo non può essere. Oppure permettetemi di darvi altri due dati: se considerate le bollette energetiche medie per la nostra industria nell’Unione Europea, il 34% di queste bollette è costituito da tasse. E se considerate le bollette energetiche medie delle famiglie nell’Unione Europea, il 42% di queste bollette è costituito da tasse. Quindi lavoriamo insieme per ridurre queste tasse e per consentire alle imprese e alle famiglie di passare all’utilizzo di elettricità prodotta internamente, anzichè di combustibili importati. Per essere chiari: so che l’Europa continuerà a utilizzare petrolio e gas come base per anni a venire, senza alcun dubbio. Ma questo non sarà mai una fonte di vantaggio per l’industria europea, nè per i suoi consumatori, nè per il nostro pianeta. E in quest’ottica, proporremo anche di cooperare per accelerare il rilascio delle autorizzazioni e per sfruttare appieno le nostre norme sugli aiuti di Stato e, naturalmente, i nostri Fondi di coesione. Ma le nostre industrie e le nostre famiglie non possono aspettare oltre. Hanno bisogno di energia a prezzi accessibili in questo difficile contesto geoeconomico, e ne hanno bisogno ora”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Pneumatici, Michelin lancia due novità nel segmento All Season
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24 minuti fa-
22 Ottobre 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Tra i pneumatici, il segmento degli All Season è quello con più ampi spazi di manovra per soddisfare le richieste di un pubblico sempre più eterogeneo. In quest’ottica Michelin ha presentato i nuovi CrossClimate 3 e CrossClimate 3 Sport. Queste due nuove gamme alzano ulteriormente l’asticella delle prestazioni, della sicurezza e della durata chilometrica, adattandosi ai recenti cambiamenti nel mercato automotive, in particolare all’aumento dei veicoli con piattaforme multi-energia.
“Negli ultimi 10 anni di esperienza nel mondo all season abbiamo potuto osservare che la domanda degli automobilisti ogni anno è cresciuta in maniera importante – spiega Agostino Mazzocchi, presidente e amministratore delegato di Michelin Italia -. Si stava creando progressivamente un vuoto nei bisogni: ci sono moltissimi automobilisti che hanno vetture sportive anche superiori ai 300 cavalli, che non vogliono compromessi, che vogliono approfittare delle loro passioni durante tutto l’anno e non hanno voglia di cambiare il pneumatico estate/inverno. Michelin risponde quindi a questa esigenza”.
La presentazione di questi nuovi prodotti si inserisce in un trend particolarmente rilevante sul mercato: dal 2014 al 2024, le vendite di pneumatici all season sono aumentate in maniera esponenziale sia in Italia che nel resto d’Europa (ben 49 milioni di pneumatici venduti nel Vecchio Continente solo nel 2024).
In entrambi i contesti, questa crescita è avvenuta principalmente a scapito dei pneumatici estivi – per circa il 75% dei casi – mentre solo nel restante 25% è stato impattato il segmento invernale, che rimane, quindi, un mercato molto importante e di grande interesse. A livello continentale, il 73% delle vendite di pneumatici all season sono realizzate in quattro territori: Francia, Germania, Italia e Benelux.
Come illustrato da Antonio di Benedetto, responsabile di prodotto B2C di Michelin Italia, “da una parte abbiamo il Crossclimate 3, con il quale l’automobilista ricerca sicurezza in principal modo dal primo all’ultimo chilometro e per tutto l’anno. Con il 3 Sport andiamo invece a intercettare i possessori di veicoli sportivi che hanno necessità di mantenere il carattere sportivo del proprio veicolo. Quindi sportività e precisione di guida unitamente a un’eccellente aderenza sul bagnato”.
Nello specifico, il Crossclimate 3 garantisce un’elevata sicurezza per tutto l’anno in ogni condizione meteo con uno spazio di frenata sul bagnato migliorato del 4% e una durata chilometrica superiore del 15% al modello della generazione precedente. Il pneumatico è dotato anche una marcatura 3PMSF, che ne certifica l’omologazione per l’utilizzo in condizioni invernali severe ed è perfettamente adatto ai veicoli elettrici, il cui peso e la coppia istantanea presentano ulteriori sfide.
Osservando da vicino il Crossclimate 3 Sport, si possono notare le tecnologie principali: la Michelin Dynamic Response, una cintura ibrida in aramide e nylon per un migliore controllo; la Michelin V-Shape, ovvero il disegno a “V” del battistrada e canali progressivi per un miglior drenaggio dell’acqua sia nei pneumatici nuovi che in quelli usurati; la Michelin Thermal Adaptive Tread Compound 2.0, una mescola sviluppata per adattarsi alle mutevoli condizioni meteo, che combinando rigidità e aderenza è in grado di offrire anche ottime performance sportive; la Michelin Piano Acoustic Tuning: un design dei tasselli per ridurre la rumorosità di rotolamento del battistrada.
Se la versione sportiva adotta la tecnologia Dynamic Response, mutuata dalle gamme Michelin Pilot Sport con l’obiettivo di aumentare la precisione di guida e la reattività dello sterzo, CrossClimate 3 si differenzia puntando sulla tecnologia Michelin MaxTouch, che massimizza il contatto con l’asfalto e distribuisce le forze in maniera più uniforme, così da migliorare la resa chilometrica. Anche la mescola differisce tra i due modelli, con quella della versione Sport sviluppata per massimizzare l’aderenza ed aumentare il feeling sportivo.
– foto ufficio stampa Michelin Italia –
(ITALPRESS).


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