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Cronaca

Gattuso “Niente scampagnate, pensiamo a noi e non alla Norvegia”

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FIRENZE (ITALPRESS) – “Non sarà una scampagnata, voglio vedere massimo impegno e proseguire su quello che abbiamo cominciato a settembre. Sono partite ufficiali, indossiamo la maglia azzurra”. Rino Gattuso, ct dell’Italia, vuole una Nazionale sul pezzo in vista delle ultime due gare di qualificazione mondiale contro Moldova e Norvegia. A meno di clamorosi colpi di scena, gli azzurri si giocheranno tutto ai play-off.

“Dobbiamo pensare a noi e non a quello che fa la Norvegia”, il riferimento a un possibile passo falso degli scandinavi contro l’Estonia prima dello scontro diretto. A Chisinau il ct si aspetta “una partita difficile, cambieremo qualcosa, la trappola è sempre dietro l’angolo. Anche i miei giocatori lo sanno. Per me è più importante la prima che la seconda partita perchè la seconda si prepara da sola. La Norvegia ci può mettere in difficoltà visto le caratteristiche che hanno e al fatto che sono in salute. La nostra sfortuna è aver trovato nel girone una squadra come loro che in questo momento esprime un calcio eccezionale”.

Per quanto riguarda la lista dei convocati, Gattuso fa chiarezza sull’assenza di Chiesa: “Parlo spesso con lui, bisogna rispettare le scelte e le problematiche che ognuno ha, quello che mi dice un giocatore. E’ una scelta sua”. Ad ogni modo “gente come Zaniolo, Palestra ed altri giocatori hanno fatto cose interessanti. Mi piace lavorare con giocatori con cui sto già lavorando da tempo ma le porte della Nazionale non sono chiuse, c’è tanta gente che gira e anche noi giriamo tanto. Kean infortunato? Non doveva giocare la partita di coppa giovedì scorso, è andato dentro, ha preso un colpo dove già aveva fastidio e l’abbiamo perso. Abbiamo comunque attaccanti forti, che hanno dimostrato di averci dato una grandissima mano”.

Fra questi c’è Scamacca. “Non mi deve dimostrare nulla, se è qua è perchè credo fortemente in lui. Ha attraversato momenti difficili, ha qualità, balistica, mi aspetto faccia le cose per bene. Ho sempre elogiato in queste partite non i gol fatti dagli attaccanti ma lo spirito. Questo voglio vedere da lui”. Il raduno azzurro è anche l’occasione per parlare del campionato dove i ritmi restano bassi. “Il problema è che la tattica la fa da padrona. Ci sono allenatori che preparano le partite in maniera incredibile, si gioca in spazi corti, difficilmente si gioca in campo aperto. In altri campionati si gioca in campo aperto, vedi picchi di velocità. Da noi è più complicato. Quando guardo una partita noto che è complicato giocare da noi. Abbiamo dei maestri dal punto di vista tattico. Io mi diverto quando la partita si apre ed emergono le individualità”.

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Dall’altro lato, ammette, “mi piace il coraggio di Italiano e di Gasperini, Mancini nelle ultime due-tre partite sembra Cafù. Italiano e Gasperini sono allenatori che non hanno paura, portano quattro-cinque uomini in zona offensiva, rischiano l’uno contro uno, quindi tanta roba, complimenti a loro”. Non se la passa bene invece Conte al Napoli. “So che lì c’è un grande allenatore, che ha vinto tanto, che sa come muoversi. Ho lavorato lì per 19 mesi, quando si vince è difficile riconfermarsi ma Antonio ha la forza e la capacità di uscire da questo momento, che poi non è così negativo, se si vede la classifica sono tutti là”.

E poi una battuta su Spalletti, suo predecessore in Nazionale e ora allenatore della Juve: “L’ho sentito, gli ho fatto i complimenti e l’in bocca al lupo, era il minimo”.

– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Cina: maison di gioielleria italiana debutta e stringe contatti alla CIIE

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SHANGHAI (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – Per Massimo Albizzati, cofondatore del marchio italiano di gioielleria artigianale Manzoni Gioielli, la prima partecipazione alla China International Import Expo (CIIE), che si è tenuta nella metropoli cinese di Shanghai, si è rivelata incoraggiante.

“Questa è la nostra prima volta alla CIIE ed è stata davvero impressionante”, ha dichiarato Albizzati, che è anche un orafo con oltre 40 anni di esperienza nel settore della gioielleria italiana di fascia alta, in un’intervista rilasciata a Xinhua durante l’esposizione.

All’ottava edizione della CIIE, conclusasi lunedì, Manzoni Gioielli ha presentato collezioni che integrano le tecniche artigianali della gioielleria italiana, tra cui incisione, filigrana e traforo.

Ad esempio, la tecnica del traforo a nido d’ape, simbolo dell’arte orafa italiana, può richiedere ore di lavoro meticoloso per bilanciare la precisione geometrica del motivo dell’alveare con la sensibilità del tocco umano, ha spiegato Maria Serena Colombo, incisora di Manzoni Gioielli.

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Colombo ha aggiunto che queste collezioni hanno attirato molti visitatori e potenziali partner commerciali all’esposizione, i quali hanno espresso il loro interesse sia verso i prodotti fatti a mano e sia alle storie dietro di loro.

“In un’epoca dominata dalla produzione di massa, abbiamo scelto la strada più difficile ma anche la più autentica – creare a mano, senza compromessi”, ha affermato Albizzati. “I gioielli artigianali trasmettono emozioni e carattere che le macchine non possono riprodurre”.

Come designer e direttore creativo di Manzoni Gioielli, Albizzati ha raccontato che spesso disegna delle idee tratte da forme naturali – una foglia, una tenda, un riflesso di luce. “A volte l’ispirazione arriva da una pietra. Guardandola, capisco immediatamente che tipo di anello o gioiello potrebbe diventare”, ha spiegato. “L’unicità è ciò che ci distingue dai grandi marchi”.

Partecipare all’evento di sei giorni, la più grande esposizione al mondo dedicata all’importazione, ha offerto all’azienda una rara occasione per presentare faccia a faccia ai consumatori cinesi le tecniche e la creatività della gioielleria italiana, ha aggiunto.

“La CIIE consente a marchi piccoli e indipendenti come il nostro di entrare in contatto diretto con distributori e clienti cinesi”, ha osservato Albizzati, enfatizzando il ruolo dell’esposizione nell’aiutare le imprese a comprendere le preferenze locali e ad adattarsi di conseguenza.

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Albizzati ha inoltre sottolineato la volontà dell’azienda di approfondire la cooperazione con partner cinesi ed esplorare ulteriori opportunità di collaborazione culturale e creativa.

“Abbiamo riscontrato un grande interesse del pubblico per i nostri gioielli”, ha concluso. “Torneremo alla CIIE del prossimo anno ancora più forti – con più prodotti e nuove collezioni”.

– Foto Xinhua –

(ITALPRESS).

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Cina-Italia: CEO Gruppo Chiesi, CIIE è potente acceleratore di innovazione

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SHANGHAI (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – “Vedo energia, vedo connettività, vedo l’opportunità di imparare e collaborare”, ha detto Giuseppe Accogli, amministratore delegato del Gruppo Chiesi, azienda farmaceutica con sede a Parma e leader a livello mondiale

Durante la sua seconda visita alla China International Import Expo (CIIE), ha aggiunto che l’apertura della Cina alla collaborazione e al contesto globale rappresenta una conferma di “ciò di cui abbiamo bisogno” – coerenza, che aiuta le imprese a effettuare investimenti a lungo termine nel Paese.

“Abbiamo accelerato i nostri investimenti in Cina due anni fa, dopo la mia partecipazione alla CIIE del 2023”. Accogli ha sottolineato che il numero di dipendenti in Cina è aumentato del 30% rispetto a due anni fa e che l’azienda sta portando più innovazione nel Paese.

Quest’anno, per la prima volta, il Gruppo Chiesi ha portato alla CIIE prodotti relativi a tutte e tre le sue aree terapeutiche, comprese le malattie rare. “Il governo cinese ha creato una piattaforma per accelerare l’innovazione, che è molto importante per aziende come la nostra e anche per i pazienti in Cina. Quindi, quando penso al nostro impegno e ai nostri sforzi nel Paese, si tratta di aumentare il numero di persone impiegate, aumentare l’introduzione di prodotti innovativi e partecipare attivamente all’innovazione congiunta con partner locali cinesi”, ha affermato Accogli.

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“La Cina sta diventando un enorme polo di innovazione”, ha aggiunto il Ceo, ricordando che il Gruppo Chiesi ha firmato un accordo di collaborazione con Haisco Pharmaceutical Group per lo sviluppo di un nuovo farmaco contro una malattia chiamata bronchiectasia, segnando la prima volta in cui una terapia sviluppata in Cina è stata inclusa nel sistema globale di ricerca e sviluppo del Gruppo Chiesi.

“E’ un ottimo esempio di straordinaria innovazione in Cina. Collaboriamo con un’azienda cinese per qualcosa che può essere utile non solo ai pazienti cinesi, ma anche a quelli di tutto il mondo. E’ un esempio di ciò che chiamiamo “dalla Cina al mondo””, ha affermato Accogli.

Il manager ha inoltre sottolineato che l’azienda si concentra anche sul concetto di “dal mondo alla Cina”. “Il governo cinese, con l’accelerazione dell’innovazione, ci sta aiutando in questo processo”. FILSUVEZ, un farmaco all’avanguardia, è disponibile in Cina dal mese di ottobre attraverso la politica pilota di “Accesso Anticipato” nella provincia di Hainan, ed è stato presentato in questa edizione della CIIE.

“La Cina è uno dei principali motori di crescita e un mercato prioritario per il Gruppo Chiesi”. Accogli ha detto che, dato la CIIE si è dimostrata un potente acceleratore di innovazione e cooperazione vantaggiosa per tutti, l’azienda sta presentando il progetto “Chiesi China Marco Polo 3.0”, per continuare a favorire gli scambi farmaceutici e sanitari bilaterali e multilaterali, e a introdurre in Cina più prodotti innovativi.

“In un contesto economico globale sfidante, la Cina continua a impegnarsi per un’apertura di alto livello, promuovendo una profonda integrazione delle catene industriali e del valore. La CIIE è una vetrina di questo impegno, che infonde nuova vitalità all’economia mondiale attraverso apertura, cooperazione e mutuo beneficio”, ha concluso Accogli.

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– Foto Xinhua –

(ITALPRESS).

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Cina: Xìan si immerge in sinfonia di culture con Turandot di Puccini

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XI’AN (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – Mentre le note eteree del canto popolare cinese “Fiore di gelsomino” si intrecciavano con il potente tenore di “Nessun Dorma”, l’opera Turandot ha raggiunto un culmine mozzafiato, suscitando l’applauso estasiato di circa 1.500 spettatori.

Domenica, una versione reinterpretata della rinomata opera di Puccini è stata messa in scena alla Shaanxi Opera House di Xìan, capoluogo della provincia nordoccidentale cinese di Shaanxi, segnando la chiusura dell’undicesimo Festival Internazionale delle Arti della Via della Seta, durato 25 giorni.

Considerata come una delle più grandi opere del mondo, Turandot racconta la storia di una bellissima principessa cinese che decreta che ogni principe desideroso di sposarla debba risolvere tre enigmi, pena la morte in caso di fallimento.

In questa produzione, il tenore italiano Marco Berti ha interpretato il ruolo di Calaf, un principe tartaro che alla fine riesce a sciogliere il cuore di ghiaccio della principessa con l’amore.

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“Turandot è nata dalla curiosità degli occidentali verso la Cina. Puccini non visitò mai la Cina in vita sua, eppure il canto popolare cinese Fiore di gelsomino divenne il suo punto di riferimento per comprendere il Paese e fu utilizzato come motivo centrale per l’eroina Turandot”, ha dichiarato Berti.

Secondo il tenore, Turandot rappresenta un punto di connessione tra Occidente e Oriente. “L’opera fonde delicate melodie cinesi con riferimenti ai rituali cinesi in tempi antichi, creando un’atmosfera che permette al pubblico occidentale di percepire l’essenza della storia e della cultura cinesi. Per il pubblico cinese, invece, introduce le convenzioni dell’opera e la tradizione sinfonica occidentali”, ha aggiunto.

“Da anni Turandot è un esempio iconico degli scambi culturali tra Cina e Italia, ed è per questo che abbiamo deciso di riarrangiarla in questa occasione”, ha spiegato Wang Wentao, project manager dell’opera presso la Shaanxi Opera House.

Come ha ricordato Wang, il teatro è stato inaugurato nel 2017 con una rappresentazione autoprodotta di Turandot e, questa messinscena ha mirato a evidenziare la cultura orientale.

Il team di produzione ha progettato costumi e scenografie per mettere in mostra gli elementi culturali cinesi, integrando l’opera tradizionale Qinqiang, un genere popolare che risale alla dinastia Zhou occidentale (1046-771 a.C.), insieme a motivi ornamentali caratteristici della dinastia Tang (618-907).

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Il regista italiano Lorenzo Nencini, direttore della ripresa di questa rappresentazione, ha sottolineato che lui vede Turandot più come una fiaba che come un dramma realistico. Pur restando fedele alla partitura originale, ha introdotto proiezioni e costumi vivaci per creare un mondo fantastico visto attraverso gli occhi di un bambino.

“Ogni produzione è un’avventura diversa”, ha dichiarato Nencini, che in passato ha lavorato alla produzione di due altre versioni di Turandot.

Il prossimo anno segnerà il centesimo anniversario del debutto di Turandot. Come una delle opere più rappresentate al mondo, il suo fascino duraturo risiede nelle melodie accattivanti, nei testi eleganti, nel fascino orientale, nella celebrazione dell’amore e in molto altro ancora.

“Ciò che rende sempre interessanti i capolavori è che si può davvero guardarli in profondità e scoprire ogni volta qualcosa di nuovo, così come registi con esperienze diverse portano finali differenti alla storia”, ha detto Nencini, aggiungendo che “la popolarità dell’opera dimostra come la musica possa trascendere le culture e risuonare tra le persone attraverso le epoche e i Paesi, con le generazioni più giovani che trovano il loro modo di accoglierla insieme al pubblico più anziano”.

– Foto Xinhua –

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