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Economia

Mimit, svelato il francobollo dedicato al Fondo di Garanzia per le Pmi

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ROMA (ITALPRESS) – Si è svolta, a Palazzo Piacentini, la cerimonia di presentazione e annullo filatelico del francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “Le eccellenze del sistema produttivo e del Made in Italy”, dedicato al Fondo di Garanzia per le PMI.

L’evento, presieduto dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dal Sottosegretario di Stato con delega al Fondo di Garanzia PMI, Massimo Bitonci, ha visto la partecipazione dei vertici di Mediocredito Centrale, nelle figure del Presidente Ferruccio Ferranti e dell’Amministratore Delegato Francesco Minotti, e dei rappresentanti di Poste Italiane e dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Giovanni Machetti e Luca Sciascia.

“Un francobollo che evidenzia il successo del Fondo che abbiamo istituito e che, al tempo stesso, aiuta a farlo conoscere ai nostri cittadini, cioè alle nostre famiglie. Il sistema delle piccole e medie imprese e delle realtà del mondo dell’artigianato rappresenta una parte importante del nostro sistema produttivo. Nei prossimi giorni convocherò il primo appuntamento di un tavolo permanente e continuativo dedicato a questo settore, un luogo di confronto che ci accompagnerà nell’attuazione dei decreti attuativi sul disegno di legge annuale delle PMI e sull’elaborazione di quello del prossimo anno”, ha dichiarato il ministro Urso.

“Il Fondo di garanzia per le PMI, in 25 anni di attività, si conferma un eccellente strumento di politica economica promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, rapido ed efficace a sostegno delle imprese e della crescita del sistema produttivo. Il nuovo francobollo contribuirà a far conoscere al grande pubblico il valore e la funzione del Fondo, amplificandone la riconoscibilità come leva strategica per le piccole e medie imprese italiane”, ha dichiarato il sottosegretario Massimo Bitonci.

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“Dal 2000 il Fondo di Garanzia per le PMI si è dimostrato uno strumento essenziale per favorire l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese e dei professionisti, la spina dorsale del nostro sistema produttivo. In qualità di gestore sin dalla sua nascita, l’esperienza di MCC nel campo delle agevolazioni rappresenta un asset fondamentale per realizzare la sua missione di banca a capitale pubblico, impegnata a rafforzare la competitività del Paese. È grazie a questo patrimonio professionale che abbiamo potuto accompagnare l’evoluzione del Fondo con competenza e spirito di servizio”, ha dichiarato il Presidente di Mediocredito Centrale, Ferruccio Ferranti. 

La vignetta raffigura, in grafica stilizzata, alcuni lavoratori rappresentativi delle micro, piccole e medie imprese e dei professionisti, pilastri dell’economia nazionale, a cui si rivolge il Fondo di Garanzia per le PMI, strumento al servizio della crescita, dell’innovazione e della competitività del tessuto produttivo italiano.

Sullo sfondo, una freccia direzionale in crescita e, a sinistra, un ingranaggio, simbolo universale del lavoro, del progresso e della produttività. Completano il francobollo la legenda “FONDO DI GARANZIA PER LE PMI DAL 2000”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”. Il bozzetto è stato realizzato da Fabio Abbiati. Il francobollo verrà stampato dal Centro Filatelico dell’Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., con l’indicazione tariffaria “B”, in 220.000 esemplari.

-Foto ufficio stampa Mimit-
(ITALPRESS).

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Economia

A novembre l’export extra Ue in calo del 3,3% su base annua

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ROMA (ITALPRESS) – A novembre 2025 l’Istat stima, per l’interscambio commerciale con i paesi extra Ue27, un’ampia riduzione congiunturale delle importazioni (-7,4%) mentre le esportazioni risultano stazionarie. La stazionarietà su base mensile dell’export è sintesi di un aumento delle vendite di beni strumentali (+4,2%) e beni intermedi (+0,7%) e di una riduzione delle esportazioni di energia (-9,2%), beni di consumo non durevoli (-3,5%) e durevoli (-1,1%). Dal lato dell’import, a esclusione di beni intermedi (+1,6%), si rilevano diminuzioni congiunturali diffuse, la più ampia per beni di consumo non durevoli (-21%). Nel trimestre settembre-novembre 2025, rispetto al precedente, l’export si riduce dello 0,4%; a contribuire sono le minori vendite di energia (-18,3%), beni di consumo durevoli (-4,0%) e beni strumentali (-3,7%), mentre crescono le esportazioni di beni intermedi (+5,0%) e beni di consumo non durevoli (+1,1%). Nello stesso periodo, l’import diminuisce dello 0,9%, per effetto dei minori acquisti di energia (-14,0%) e beni strumentali (-5,0%). A novembre 2025 l’export flette su base annua del 3,3% (era +4,1% a ottobre). La flessione tendenziale dell’export nazionale verso i mercati extra Ue si deve alle minori vendite di energia (-37,8%), beni di consumo durevoli (-27,2%), beni strumentali (-6,3%) e beni di consumo non durevoli (-1,2%); per contro, aumenta l’export di beni intermedi (+11,9%). L’import registra una flessione tendenziale più ampia (-11,3%), che riguarda tutti i raggruppamenti, tranne i beni intermedi (+0,9%), in contenuto aumento.

A novembre 2025 l’avanzo commerciale con i paesi extra Ue27 è pari a +6.918 milioni di euro (+5.358 milioni nello stesso mese del 2024). Il deficit energetico (-3.152 milioni) è inferiore rispetto a un anno prima (-4.177 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici sale da 9.536 milioni di novembre 2024 a 10.070 milioni di novembre 2025. A novembre 2025 si rilevano ampie riduzioni su base annua delle esportazioni verso Turchia (-41,1%), paesi ASEAN (-21,6%) e Regno Unito (-18,0%); si riducono anche le vendite verso paesi MERCOSUR (-5,8%) e Stati Uniti (-3%). Aumentano le esportazioni verso paesi OPEC (+18,8%) e Svizzera (+12,2%). Le importazioni dai paesi OPEC (-34,6%) registrano la contrazione tendenziale più ampia; diminuiscono anche gli acquisti da Svizzera (-14,1%), Regno Unito (-12,6%), Stati Uniti (-8,2%), Turchia (-6,8%) e Cina (-4,2%). Per contro, crescono le importazioni da paesi ASEAN (+19,4%), India (+2,7%) e paesi MERCOSUR (+2,6%).

“A novembre, l’export verso i paesi extra Ue27 risulta stazionario su base mensile – commenta l’Istat -. Su base annua, la sua flessione, spiegata soprattutto dalle minori esportazioni di beni di consumo durevoli e beni strumentali, è influenzata dalle vendite di mezzi di navigazione marittima registrate a novembre 2024; al netto di queste, si stima una flessione tendenziale meno ampia (da -3,3% a -1,7%). In un quadro di contrazioni diffuse, la riduzione congiunturale dell’import si deve in particolare ai minori acquisti di beni di consumo non durevoli; la sua flessione tendenziale, alle minori importazioni di energia. Nei primi undici mesi del 2025, la dinamica tendenziale dell’export verso i paesi extra Ue è positiva (+2,0%, +2,5% al netto dell’energia); quella dell’import è più sostenuta (+3,8%). L’avanzo commerciale con i paesi extra Ue è pari a +47,6 miliardi di euro (era +50,6 miliardi nello stesso periodo del 2024)”.

– foto IPA Agency –

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(ITALPRESS).

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Economia

Bankitalia “Nel biennio 2023-2024 investimenti in tecnologie per un miliardo di euro”

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ROMA (ITALPRESS) – Gli investimenti in tecnologie innovative nel biennio 2023-2024 effettuati da banche e intermediari non bancari sono stati pari a circa un miliardo di euro e “si stima un importo simile anche per il biennio successivo, per un incremento dell’1,4%. La spesa risulta molto concentrata tra pochi intermediari e le banche costituiscono i principali investitori in tecnologie innovative”. È quanto si legge nel report sui risultati della quinta indagine conoscitiva Fintech condotta dalla Banca d’Italia nel corso del 2025.

“Pagamenti, intermediazione del credito e attività operative restano centrali (88,5% del totale)” mentre “il peso dell’area dei pagamenti è diminuito significativamente in favore delle attività operative. Le piattaforme web-mobile, l’intelligenza artificiale (AI), il cloud computing e le Application Programming Interface (API) si confermano le tecnologie più adottate” e “aumenta l’incidenza dei progetti basati sul cloud computing e sull’AI generativa (GenAI)”, mentre “si riduce quella legata alle API e alle Distributed Ledger Technologies (DLT)”, si legge nel report.

“Mentre l’acquisizione online della clientela è diffusa, indicando un utilizzo ormai esteso dei canali digitali, l’erogazione di prestiti e la raccolta di depositi completamente online risultano limitate. I depositi detenuti in conti aperti digitalmente rappresentano il 5,1% del complesso dei depositi a fine 2024” e “il rapporto tra prestiti digitali e prestiti totali erogati alle famiglie consumatrici e alle imprese è pari rispettivamente al 10,6 e all’1,2%”.

Il rapporto evidenzia che “le collaborazioni per l’adozione di tecnologie innovative tra intermediari e soggetti fornitori di servizi IT sono diffuse e frammentate: gli accordi più ricorrenti interessano fornitori tecnologici, imprese fintech e altri intermediari vigilati, ma senza attori dominanti. Rispetto all’indagine del 2023, il valore delle partecipazioni in imprese tecnologiche è passato da 1,1 a 1,8 miliardi. Le strategie digitali sono adottate dagli intermediari per intercettare i mutamenti nelle abitudini e nella composizione anagrafica della clientela e in risposta a fenomeni di obsolescenza delle infrastrutture IT” e “puntano soprattutto a migliorare l’esperienza del cliente e l’efficienza dei processi interni”. 

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L’AI, in particolare la GenAI, “è sempre più al centro delle iniziative, soprattutto nell’ambito delle attività operative e dell’intermediazione del credito, facilitando l’automazione dei processi interni e semplificando i flussi operativi; inoltre, contribuisce ad arricchire l’offerta di servizi digitali alla clientela, attraverso i chatbot tramite cui vengono raccomandati prodotti e offerte di consulenza e assistenza. Le cripto-attività, invece, restano ai margini delle strategie digitali”.

Per Bankitalia, “i principali ostacoli alla realizzazione delle strategie digitali si confermano essere il difficile reperimento di personale qualificato e la scarsa interoperabilità tra le nuove tecnologie e i sistemi di legacy. La governance delle strategie digitali risulta più strutturata (con meccanismi di coordinamento, reporting e controllo) presso gli intermediari con i maggiori investimenti. Solo una parte degli operatori utilizza Indicatori Chiave di Performance per monitorare la trasformazione digitale, focalizzandosi su indicatori che misurano coinvolgimento della clientela e ricavi digitali”.

Le competenze digitali presso gli intermediari, “sia nel consiglio di amministrazione che per tutto il personale, sono ancora poco diffuse; in particolare nell’ambito dell’AI competenze medio-alte sono presenti presso il 3,4% degli intermediari”, si legge ancora. “Si rafforza l’uso di tecnologie innovative nell’antiriciclaggio, soprattutto per la verifica dell’identità, dove predominano firme e identità digitali, e il monitoraggio delle transazioni e l’analisi delle segnalazioni sospette supportati dall’AI e da strumenti di Big data analytics”.

L’impatto delle nuove tecnologie sui rischi di tutela della clientela viene considerato “contenuto: la possibilità di continuare a utilizzare modalità tradizionali per il contatto con gli operatori e di preservare l’interazione umana nei processi automatizzati contribuirebbero a mitigare i rischi di esclusione finanziaria”. Tuttavia, “non sempre appaiono adeguatamente considerati i rischi di esclusione finanziaria degli utenti con basse competenze digitali o di discriminazione di fasce della popolazione più vulnerabili”, conclude il report.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Economia

Il 2025 un anno chiave per le stablecoin, da Banca del Fucino un nuovo studio

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ROMA (ITALPRESS) – Il 2025 è stato un anno importante per le stablecoin. A luglio, infatti, il presidente Usa Donald Trump ha firmato il Genius act, legge per la regolamentazione di questi strumenti finanziari e delle società che si occupano della loro emissione. Il già diffuso interesse dei mercati verso le stablecoin si è così notevolmente rafforzato, e non mancano gli analisti che parlano di una prossima rivoluzione nel mondo dei pagamenti digitali internazionali.
Alle orecchie di molti, tuttavia, la parola “stablecoin” ha ancora un significato poco chiaro: che cosa sono? Come funzionano? Che cosa permettono di fare agli investitori? E perchè potrebbero rivelarsi un fondamentale teatro di competizione tra grandi potenze?
E’ per aiutare a chiarire i numerosi dubbi che ancora circondano questi strumenti finanziari che la Banca del Fucino ha pubblicato un nuovo studio per la rubrica Fucino Digital, intitolato Stablecoin e le nuove criptovalute. L’analisi, realizzata dal Professor Gianluca Duretto, docente presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma, mira a fornire alcune informazioni di base sul mondo delle stablecoin, sulle loro caratteristiche e sulla regolamentazione alla quale sono sottoposte, in Europa e negli Usa.
Il testo si articola su diverse sezioni. La prima fornisce una definizione e le caratteristiche principali delle stablecoin, strumenti ibridi tra il mondo della finanza tradizionale e quello delle criptovalute. Il meccanismo centrale è quello dell’ancoraggio, che stabilisce la convertibilità 1:1 della stablecoin con un determinato asset, gruppo di asset, valuta o paniere di valute. In base al tipo di ancoraggio – prosegue il documento nella seconda sezione – cambia la tipologia di stablecoin in questione, così come alcune caratteristiche e rischi impliciti. La terza sezione chiarisce poi come si fa ad investire in questi strumenti, e quali accorgimenti è opportuno adoperare per tutelarsi da frodi e rischi di vario genere. La quarta, infine, è dedicata al tema della regolamentazione delle stablecoin, che segue un approccio marcatamente diverso sulle due sponde dell’Atlantico.
Ma perchè questa nuova tipologia di criptovalute sta attirando tanta attenzione? Le ragioni principali – approfondite nello studio – sono sostanzialmente due:
1) Le stablecoin sono criptovalute prive della volatilità che solitamente caratterizza questi strumenti finanziari. Delle crypto conservano però l’infrastruttura alla base, vale a dire la blockchain. Questa, a sua volta, permette pagamenti sicuri, veloci e, soprattutto, con costi di transazione nettamente inferiori rispetto ai sistemi ad oggi maggiormente diffusi. Per le banche, quindi, le stablecoin costituiscono potenzialmente una questione strategica: potrebbero causare lo spostamento di ingenti capitali fuori dal circuito bancario, ma potrebbero anche rivelarsi un grande volano di utili per quegli istituti che si muoveranno con maggior lungimiranza.
2) Le stablecoin, inoltre, pongono un tema di sovranità monetaria. L’emissione di valuta è infatti sempre stata prerogativa dello Stato, che gestisce l’offerta di moneta in base alle esigenze della singola economia. La capacità di azione dello Stato in campo monetario potrebbe dunque essere fortemente limitata da una vasta diffusione delle stablecoin, anche e soprattutto come strumenti di pagamento. La regolamentazione europea, consapevole di questi rischi, pone vincoli importanti per le società che emettono stablecoin. Diverso l’approccio statunitense, che vede in queste nuove e particolari crypto un’occasione: rafforzare la domanda di titoli di Stato Usa, che andrebbero a comporre le riserve delle società emittenti, e rinsaldare così lo status del dollaro come valuta internazionale di riserva. Ad oggi, infatti, è legata al dollaro la maggior parte delle stablecoin in circolazione: gli Usa vedono quindi la possibilità di egemonizzare questo nuovo settore della finanza non tradizionale, con tutti i benefici che da tale posizione possono derivare.
Attorno alle stablecoin si affollano dunque tantissime sfide, dispute e questioni. E’ oggi più che mai essenziale comprendere a fondo questa nuova tipologia di strumenti finanziari, a metà tra il mondo della finanza tradizionale e quello delle criptovalute. L’analisi del Professor Duretto fornisce una bussola per orientarsi in questo nuovo e ancora nebuloso universo.

– Foto ufficio stampa Banca del Fucino –

(ITALPRESS).

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