Economia
Mimit, svelato il francobollo dedicato al Fondo di Garanzia per le Pmi
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5 minuti fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Si è svolta, a Palazzo Piacentini, la cerimonia di presentazione e annullo filatelico del francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “Le eccellenze del sistema produttivo e del Made in Italy”, dedicato al Fondo di Garanzia per le PMI.
L’evento, presieduto dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dal Sottosegretario di Stato con delega al Fondo di Garanzia PMI, Massimo Bitonci, ha visto la partecipazione dei vertici di Mediocredito Centrale, nelle figure del Presidente Ferruccio Ferranti e dell’Amministratore Delegato Francesco Minotti, e dei rappresentanti di Poste Italiane e dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Giovanni Machetti e Luca Sciascia.
“Un francobollo che evidenzia il successo del Fondo che abbiamo istituito e che, al tempo stesso, aiuta a farlo conoscere ai nostri cittadini, cioè alle nostre famiglie. Il sistema delle piccole e medie imprese e delle realtà del mondo dell’artigianato rappresenta una parte importante del nostro sistema produttivo. Nei prossimi giorni convocherò il primo appuntamento di un tavolo permanente e continuativo dedicato a questo settore, un luogo di confronto che ci accompagnerà nell’attuazione dei decreti attuativi sul disegno di legge annuale delle PMI e sull’elaborazione di quello del prossimo anno”, ha dichiarato il ministro Urso.
“Il Fondo di garanzia per le PMI, in 25 anni di attività, si conferma un eccellente strumento di politica economica promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, rapido ed efficace a sostegno delle imprese e della crescita del sistema produttivo. Il nuovo francobollo contribuirà a far conoscere al grande pubblico il valore e la funzione del Fondo, amplificandone la riconoscibilità come leva strategica per le piccole e medie imprese italiane”, ha dichiarato il sottosegretario Massimo Bitonci.
“Dal 2000 il Fondo di Garanzia per le PMI si è dimostrato uno strumento essenziale per favorire l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese e dei professionisti, la spina dorsale del nostro sistema produttivo. In qualità di gestore sin dalla sua nascita, l’esperienza di MCC nel campo delle agevolazioni rappresenta un asset fondamentale per realizzare la sua missione di banca a capitale pubblico, impegnata a rafforzare la competitività del Paese. È grazie a questo patrimonio professionale che abbiamo potuto accompagnare l’evoluzione del Fondo con competenza e spirito di servizio”, ha dichiarato il Presidente di Mediocredito Centrale, Ferruccio Ferranti.
La vignetta raffigura, in grafica stilizzata, alcuni lavoratori rappresentativi delle micro, piccole e medie imprese e dei professionisti, pilastri dell’economia nazionale, a cui si rivolge il Fondo di Garanzia per le PMI, strumento al servizio della crescita, dell’innovazione e della competitività del tessuto produttivo italiano.
Sullo sfondo, una freccia direzionale in crescita e, a sinistra, un ingranaggio, simbolo universale del lavoro, del progresso e della produttività. Completano il francobollo la legenda “FONDO DI GARANZIA PER LE PMI DAL 2000”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”. Il bozzetto è stato realizzato da Fabio Abbiati. Il francobollo verrà stampato dal Centro Filatelico dell’Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., con l’indicazione tariffaria “B”, in 220.000 esemplari.
-Foto ufficio stampa Mimit-
(ITALPRESS).
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Economia
Il 9 dicembre a Milano la 61esima edizione dell’Oscar di Bilancio
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5 minuti fa-
3 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Martedì 9 dicembre a Milano, dalle 17.00, a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, si terrà l’attesa Cerimonia di Premiazione della 61esima edizione dell’Oscar di Bilancio, prestigioso appuntamento dedicato alle migliori pratiche di rendicontazione e trasparenza, promosso da Borsa Italiana, Università Bocconi e FERPI, con il patrocinio della Regione Lombardia e del Comune di Milano; technical supporter Deloitte e media partner Il Sole 24 Ore, Relazioni Internazionali di Tribuna Politica ed Economica, Rassegna Business e Telpress Italia. L
‘evento sarà presentato da Carlo Festa, giornalista de Il Sole 24Ore e si aprirà con i saluti istituzionali di Fabrizio Testa, Amministratore Delegato Borsa Italiana, Guido Guidesi, Assessore Sviluppo Economico Regione Lombardia, Emmanuel Conte, Assessore Risorse Finanziarie, Economiche e Patrimoniali Comune di Milano, Francesco Billari, Rettore Università Luigi Bocconi e Filippo Nani, Presidente FERPI.
“Il Bilancio strumento strategico per l’impresa: una visione internazionale”, il titolo dell’intervento di Ernesto Lanzillo, Presidente Deloitte & Touche S.p.A., mentre la ricerca “L’applicazione della CSRD e il pacchetto Omnibus” realizzata con IpsosDoxa e dedicata a percezioni, aspettative e orientamenti sull’attuazione della CSRD e sugli impatti del Pacchetto Omnibus e dello “Stop the Clock” saranno illustrati da Monica Mantovani, Client Officer IpsosDoxa.
Due le tavole rotonde a partire proprio dai risultati dello studio: “Sostenibilità tra CSRD, Pacchetto Omnibus e Stop the clock” e “Governare la sostenibilità nella catena del valore” con la partecipazione di esperti, imprese e policy maker. Infine, la Cerimonia di Premiazione dei best in class del reporting per le Categorie e i Premi Speciali della sessantunesima edizione dell’Oscar di Bilancio.
-Foto ufficio stampa Ferpi-
(ITALPRESS).
Economia
E’ sempre più difficile per i giovani raggiungere l’indipendenza economica in Italia
Pubblicato
2 ore fa-
3 Dicembre 2025di
Redazione
La transizione verso l’autonomia economica è diventata per molti giovani un percorso più lungo e accidentato. Il costo della vita cresce in modo evidente, ma le retribuzioni reali faticano a tenere il passo. Il risultato è un divario che si manifesta in ogni scelta di vita: dall’uscita di casa all’affitto di un bilocale, dall’acquisto di un’auto alla costruzione di un piccolo cuscinetto di risparmio.
Nelle grandi città come Milano e Roma, dove si concentrano opportunità lavorative e servizi, i prezzi degli immobili e degli affitti sono aumentati in modo significativo, rendendo complesso l’acquisto di una casa anche a chi ha un impiego stabile e valuta il ricorso al mutuo. In questo scenario, la pianificazione finanziaria richiede più attenzione, competenze e tempo, mentre la prospettiva di una stabilità personale slitta in avanti.
Caro vita e salari fermi
Negli ultimi cicli economici, l’inflazione sui beni e servizi essenziali – alimentari, trasporti, energia, canoni di locazione – ha ridotto il potere d’acquisto dei giovani lavoratori. A fronte di contratti spesso d’ingresso e scatti retributivi lenti, lo stipendio netto non compensa gli aumenti di spesa mensili. Il carrello appare più costoso, così come gli abbonamenti ai mezzi, le utenze e persino le attività sociali di base. Il quadro peggiora nelle aree metropolitane, dove i costi fissi sono più elevati e la concorrenza per posizioni ben retribuite è maggiore. Senza politiche salariali collegate alla produttività e all’andamento dei prezzi, e senza un vigoroso sostegno al potere d’acquisto, la strada verso la piena autonomia diventa più ripida.
La casa: il nodo nelle grandi città
Il tema abitativo è il centro di gravità delle difficoltà. A Milano e Roma l’acquisto di un appartamento si scontra con valori al metro quadrato cresciuti e con la necessità di apporti di capitale iniziale significativi. Anche il mercato degli affitti pesa: canoni elevati e spese condominiali sostanziose assorbono quote importanti del reddito. Per un giovane, mettere insieme anticipo, costi notarili e tasse richiede spesso anni di risparmio, durante i quali il mercato può muoversi ulteriormente. Anche chi valuta il mutuo incontra ostacoli: rapporto rata/reddito più rigido, stabilità contrattuale richiesta dagli istituti di credito, e tassi che, pur variando nel tempo, incidono sull’importo della rata. In assenza di garanzie familiari, l’accesso alla proprietà diventa un traguardo lontano.
Mercato del lavoro e precarietà
La frammentazione dei percorsi professionali rallenta il salto verso l’indipendenza economica. Molti giovani attraversano fasi di tirocini, contratti a termine, collaborazioni e partite IVA senza continuità. Questa discontinuità limita la possibilità di pianificare e di accumulare risparmi per progetti di lungo periodo. Anche la mobilità lavorativa, pur essendo un’opportunità di crescita, comporta costi di transizione: cambi di città, nuovi depositi per l’affitto, periodi di reddito ridotto. L’assenza di welfare integrativo diffuso nelle micro e piccole imprese – per esempio con fondi sanitari, previdenza complementare e benefit casa – accentua il divario con le grandi aziende, dove le retribuzioni e i pacchetti di benefit sono talvolta più competitivi.
Mutui, tassi e regole d’accesso
Per comprendere perché il mutuo sia spesso fuori portata, è utile ripercorrere gli elementi che determinano l’accesso al credito e il costo finale dell’operazione:
- Reddito e stabilità contrattuale – Le banche valutano solidità del reddito, tipologia di contratto e anzianità lavorativa. Contratti brevi o discontinui pesano negativamente.
- Rapporto rata/reddito – In genere la rata non dovrebbe superare una quota del reddito netto mensile. Con salari contenuti, anche immobili di media fascia generano un rapporto sfavorevole.
- Capitale iniziale e spese – Oltre al prezzo dell’immobile servono anticipo, imposte, notaio, perizie e assicurazioni. Senza risparmi pregressi, l’operazione diventa proibitiva.
- Tassi di interesse e durata – L’aumento dei tassi incide direttamente sulla rata; durate più lunghe riducono la rata ma aumentano il costo totale del finanziamento.
- Garanzie aggiuntive – Fideiussioni familiari o garanzie pubbliche possono aiutare, ma non tutti possono contare su reti di supporto adeguate.
Questi fattori, combinati con i livelli dei prezzi nelle aree centrali di Milano e Roma, spiegano perché molti rinuncino o rimandino l’acquisto.
Cosa possono fare i giovani e le istituzioni
Per attenuare il divario tra costo della vita e redditi, serve una regia condivisa. Di seguito alcune possibili direttrici di azione, presentate come spunti pratici e di policy:
- Rafforzare le competenze: investire in skill ad alta occupabilità – digitale, green, data, vendite complesse – può migliorare il potere contrattuale e le prospettive salariali.
- Pianificare il risparmio: creare un budget mensile rigoroso, automatizzare piccoli accantonamenti, costruire un fondo di emergenza riduce la vulnerabilità. Inoltre, comprendere cos’è il reddito passivo può aiutare i giovani a costruire nel tempo fonti di guadagno alternative, rendendo più sostenibile il percorso verso l’indipendenza economica.
- Valutare aree emergenti: quartieri semi-centrali o città intermedie offrono talvolta prezzi più accessibili a fronte di una qualità della vita ancora elevata.
- Usare strumenti pubblici: informarsi su garanzie statali per i mutui e su eventuali misure su affitti, residenze per studenti e giovani lavoratori.
- Promuovere contrattazione e produttività: politiche che leghino salari e produttività, detassazione dei premi e incentivi all’innovazione possono sostenere il potere d’acquisto.
- Ampliare l’offerta abitativa: piani per housing a canone sostenibile, recupero del patrimonio esistente e partenariati pubblico-privati riducono la pressione sui prezzi.
- Semplificare l’accesso al credito: criteri più flessibili per giovani con prospettive di carriera, valutazioni che considerino percorsi professionali moderni e supporti mirati alle caparre iniziali.
La difficoltà dei giovani italiani nel raggiungere l’autonomia non è solo un fatto individuale, ma un tema che tocca crescita, innovazione e coesione sociale. Senza un riequilibrio tra costo della vita e retribuzioni, e senza un’offerta abitativa compatibile con i redditi d’ingresso, si rischia di prolungare il periodo di dipendenza familiare e di rallentare scelte fondamentali come formare una famiglia o investire nella propria formazione. Politiche coordinate su salari, casa e credito, unite a scelte consapevoli sul piano personale, possono restituire ai giovani prospettive concrete, tempi di realizzazione più rapidi e un cammino credibile verso la piena indipendenza economica.
Economia
Ucraina, Salvini “Mettere fine al conflitto fa bene anche all’economia”
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18 ore fa-
2 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Mettere fine al conflitto tra Russia e Ucraina fa bene a chi sta morendo sul campo, fa bene all’economia italiana ed europea, e chi si mette di mezzo per impedire un accordo non fa il bene dell’Europa. Spero che nessuno a Parigi, Londra, Berlino abbia più interesse a continuare il conflitto piuttosto che a farlo finire”. Lo ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, intervenendo all’assemblea generale di Alis.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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