Economia
L’Aeroporto di Palermo chiude il 2025 con 9,2 milioni di passeggeri
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Redazione
PALERMO (ITALPRESS) – Nel 2025 l’aeroporto internazionale “Falcone Borsellino” di Palermo ha raggiunto il miglior risultato della sua storia: 9,2 milioni di passeggeri (+3,3%) e una media di 151 (147 nel 2024) viaggiatori per volo.
Il 2025 segna infatti l’avvio di un percorso industriale strutturato, che punta a rafforzare il ruolo dello scalo con una visione fondata su sostenibilità, digitalizzazione e qualità dell’esperienza. A partire dalla seconda metà dell’anno, un’accelerazione delle strategie gestionali ha portato a risultati risultati concreti: i ricavi commerciali sono stati di oltre 22 milioni, +8% nel food & beverage, +10% nel retail. Attività ancora marginali rispetto al potenziale, ma sempre più centrali nella strategia di diversificazione dei ricavi, in linea con i modelli di sviluppo dei principali hub europei. Questo cambio di passo, insieme all’ottimizzazione dei costi, ha determinato un miglioramento dei margini operativi e un rafforzamento della sostenibilità economica dello scalo.
A trainare la crescita è il traffico internazionale, che oggi rappresenta il 34% del totale, con 3,1 milioni di passeggeri (+350 mila rispetto il 2024). Francia, Germania e Spagna sono i mercati principali, ma crescono in maniera significativa anche Polonia (+47%), Turchia (+31%), Svizzera (+21%) e Regno Unito (+9%). La rotta intercontinentale Palermo-New York ha registrato numeri eccezionali: 40 mila passeggeri e un incremento del +121%. Luglio è stato il mese record con 1.012.058 passeggeri; il 25 luglio il giorno più trafficato con 36.234 transiti.
Un elemento chiave del riposizionamento dello scalo è stato il lavoro con le compagnie aeree, Grazie a un approccio strutturato e orientato al valore, sono stati definiti accordi strategici per il 2026 che porteranno all’avvio di nuovi collegamenti: l’esordio di Jet2 con Birmingham, Manchester e Newcastle, Norwegian con Oslo, il ritorno di Wizz Air con due rotte, Varsavia e Bratislava e l’inserimento di una nuova rotta dalla prossima estate, Ryanair porta in dote Danzica, Varsavia e Bratislava, easyJet aggiunge Bordeaux, Volotea con Orly e altre destinazioni, Transavia con Amsterdam.Una strategia orientata a una crescita selettiva e sostenibile, che rafforza Palermo come piattaforma di attrazione dei flussi, in particolare quelli internazionali.
Anche i dati economico-finanziari del 2025 confermano la tenuta del nuovo modello di gestione: Ebitda a oltre 25 milioni e ricavi totali a circa 100 milioni. Secondo lo studio Iccsai, l’aeroporto genera un impatto economico complessivo per il territorio di 860 milioni di euro (3,2% del prodotto interno lordo provinciale), di cui 250 da attività economiche all’interno dell’aeroporto, 210 milioni da fornitori e servizi collegati (impatto indiretto), mentre la quota restante riguarda la spesa che effettuano i turisti sul territorio. Inoltre, ogni euro generato dall’aeroporto produce 3,2 euro nell’economia locale. Ogni passeggero internazionale genera in media 140 euro per il territorio, quello intercontinentale arriva a 720 euro.
“Il 2025 ha rappresentato per l’aeroporto di Palermo l’inizio di una nuova traiettoria industriale, fondata su scelte strategiche chiare, visione di lungo periodo e azioni concrete – dice Gianfranco Battisti, amministratore delegato di Gesap – Stiamo trasformando lo scalo in una piattaforma moderna e sostenibile, aperta all’innovazione, capace di attrarre nuovi flussi, nuove rotte e nuove competenze. Abbiamo posto le basi per un modello gestionale orientato sempre più ai risultati, che guarda al valore generato per il territorio, all’efficienza operativa e alla qualità percepita dai passeggeri. Il piano industriale che presenteremo nel 2026 – conclude Battisti – consoliderà questo approccio, guidando la crescita lungo assi fondamentali come la sostenibilità integrata, la digitalizzazione, la diversificazione dei ricavi, l’internazionalizzazione e lo sviluppo del capitale umano”.
La trasformazione dello scalo è percepita anche dai passeggeri. I dati di profilazione del 2025 parlano chiaro: il 100% degli utenti che ha prenotato un servizio online si è dichiarato soddisfatto; oltre il 60% dei viaggiatori in partenza ha utilizzato almeno un servizio commerciale in aeroporto, con un tasso di soddisfazione dell’85%. Il Net Promoter Score è in crescita, mentre tra i viaggiatori incoming cresce la quota di turisti motivati da esperienze culturali e ambientali (15%). Il miglioramento dell’esperienza passeggeri è sostenuto anche da una serie di interventi infrastrutturali, completati nella seconda parte dell’anno: sette fontanelle d’acqua potabile per i passeggeri, di cui quattro con possibilità di refill, 25 ulteriori postazioni di ricarica per device, 200 nuove sedute di nuova generazione più ergonomiche, un nuovo parcheggio (P4) con 64 nuovi posti offerti, l’avvio del restyling del fast track e dei lavori per l’espansione della seconda lounge in area air side.
Parallelamente, il 2025 ha segnato un’accelerazione decisa sul fronte della transizione energetica. Palermo ha confermato il livello 3+ “Neutrality” dell’Airport carbon accreditation e punta al livello 4 nel 2026. Gli impianti fotovoltaici attivati producono oltre 734.000 kWh l’anno, pari al 6,2% del fabbisogno dello scalo. E’ previsto nel prossimo biennio il sistema 400 Hz per alimentare elettricamente gli aeromobili, mentre è in corso di pianificazione la sostituzione dell’illuminazione con Led, così come è in corso la pianificazione della conversione della flotta aziendale con veicoli elettrici e l’ottimizzazione dei sistemi Hvac.
La gestione energetica è certificata Iso 50001, e gli indicatori EnPi segnalano una riduzione dei consumi specifici per passeggero, nonostante la crescita dei volumi.
Nel primo semestre del 2026 verrà presentato il nuovo Piano Industriale 2026-2036, che traccerà la roadmap strategica per il prossimo decennio. Gli argomenti principali riguardano l’espansione infrastrutturale, l’internazionalizzazione, la sostenibilità, la digitalizzazione, la formazione e l’innovazione. Un progetto a lungo termine che mette le persone, il territorio e la qualità al centro dello sviluppo dello scalo aereo.
– Foto: Ufficio stampa Gesap –
(ITALPRESS).
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MILANO (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo, UniCredit e Eni sono sul podio della Top Brand Reputation (www.topbrandreputation.it), la classifica stilata da Reputation Manager che misura la reputazione online in Italia di oltre 200 aziende, includendo nel monitoraggio anche molti brand internazionali. L’osservatorio prende in esame, per ogni azienda, l’identità digitale, i contenuti online e l’evoluzione storica, calcolando l’impatto reputazionale di ogni contenuto sulla base di un modello che valuta oltre 100 parametri.
In particolare, nel trimestre 1° luglio-30 settembre 2025, sono stati rilevati e analizzati oltre 2,5 milioni di contenuti online relativamente alle 217 aziende incluse nel paniere. Dei 15 settori in analisi, il settore Media & Telco è quello più discusso nel trimestre in analisi, con 665,5 mila contenuti online. A seguire, con 461,5 mila, il cluster Automotive. Terzo Finance, con 262,6 mila contenuti, seguito a breve distanza da Fashion & Beauty, che conta 242,4 mila conversazioni online.
“I brand del Finance e dell’Energy si confermano i più forti in classifica – spiega Andrea Barchiesi, fondatore e CEO di Reputation Manager – grazie soprattutto alla solidità delle aziende in questione. Interessante notare come non rappresentino necessariamente i settori più commentati, l’Energia non appare infatti tra i primi cinque per volumi. Questo significa che i contenuti pesano molto positivamente dal punto di vista reputazionale, mentre, in altri casi, a grandi volumi corrisponde una flessione di reputazione. Accade, per esempio, per l’Automotive e il Fashion, settori che stanno attraversando una congiuntura delicata”.
La classifica Top Brand Reputation vede Intesa Sanpaolo, con Carlo Messina alla guida, primeggiare con 81,23 punti: la banca si è distinta per la crescita degli utili, che nel primo semestre 2025 hanno superato i 5,2 miliardi di euro, per il rafforzamento delle iniziative a sostegno delle imprese italiane (con circa 29 miliardi di nuovo credito erogato a famiglie e imprese) e per il ruolo di riferimento nella transizione energetica europea grazie agli ingenti investimenti per sostenere nuovi impianti di energie rinnovabili. UniCredit, sotto la direzione di Andrea Orcel, conquista la seconda posizione con 78,02 punti grazie all’incremento dei profitti, che nel primo semestre dell’anno hanno raggiunto i 6,1 miliardi di euro (+8%), all’espansione internazionale – evidenziata dalle operazioni su Commerzbank – e a una strategia di crescita che include investimenti in capitale umano e partnership con il mondo universitario. Sale di due sul terzo gradino del podio Eni, guidata da Claudio Descalzi, che raggiunge 73,92 punti grazie all’impegno per la Just Transition, alla firma del protocollo d’intesa con Sonatrach per il rafforzamento della cooperazione per la sicurezza energetica, all’impegno in Costa d’Avorio e Algeria e a progetti di innovazione e sostenibilità.
– Foto Top Brand Reputation –
(ITALPRESS).
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-Foto IPA Agency-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – A novembre 2025 l’Istat stima, per l’interscambio commerciale con i paesi extra Ue27, un’ampia riduzione congiunturale delle importazioni (-7,4%) mentre le esportazioni risultano stazionarie. La stazionarietà su base mensile dell’export è sintesi di un aumento delle vendite di beni strumentali (+4,2%) e beni intermedi (+0,7%) e di una riduzione delle esportazioni di energia (-9,2%), beni di consumo non durevoli (-3,5%) e durevoli (-1,1%). Dal lato dell’import, a esclusione di beni intermedi (+1,6%), si rilevano diminuzioni congiunturali diffuse, la più ampia per beni di consumo non durevoli (-21%). Nel trimestre settembre-novembre 2025, rispetto al precedente, l’export si riduce dello 0,4%; a contribuire sono le minori vendite di energia (-18,3%), beni di consumo durevoli (-4,0%) e beni strumentali (-3,7%), mentre crescono le esportazioni di beni intermedi (+5,0%) e beni di consumo non durevoli (+1,1%). Nello stesso periodo, l’import diminuisce dello 0,9%, per effetto dei minori acquisti di energia (-14,0%) e beni strumentali (-5,0%). A novembre 2025 l’export flette su base annua del 3,3% (era +4,1% a ottobre). La flessione tendenziale dell’export nazionale verso i mercati extra Ue si deve alle minori vendite di energia (-37,8%), beni di consumo durevoli (-27,2%), beni strumentali (-6,3%) e beni di consumo non durevoli (-1,2%); per contro, aumenta l’export di beni intermedi (+11,9%). L’import registra una flessione tendenziale più ampia (-11,3%), che riguarda tutti i raggruppamenti, tranne i beni intermedi (+0,9%), in contenuto aumento.
A novembre 2025 l’avanzo commerciale con i paesi extra Ue27 è pari a +6.918 milioni di euro (+5.358 milioni nello stesso mese del 2024). Il deficit energetico (-3.152 milioni) è inferiore rispetto a un anno prima (-4.177 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici sale da 9.536 milioni di novembre 2024 a 10.070 milioni di novembre 2025. A novembre 2025 si rilevano ampie riduzioni su base annua delle esportazioni verso Turchia (-41,1%), paesi ASEAN (-21,6%) e Regno Unito (-18,0%); si riducono anche le vendite verso paesi MERCOSUR (-5,8%) e Stati Uniti (-3%). Aumentano le esportazioni verso paesi OPEC (+18,8%) e Svizzera (+12,2%). Le importazioni dai paesi OPEC (-34,6%) registrano la contrazione tendenziale più ampia; diminuiscono anche gli acquisti da Svizzera (-14,1%), Regno Unito (-12,6%), Stati Uniti (-8,2%), Turchia (-6,8%) e Cina (-4,2%). Per contro, crescono le importazioni da paesi ASEAN (+19,4%), India (+2,7%) e paesi MERCOSUR (+2,6%).
“A novembre, l’export verso i paesi extra Ue27 risulta stazionario su base mensile – commenta l’Istat -. Su base annua, la sua flessione, spiegata soprattutto dalle minori esportazioni di beni di consumo durevoli e beni strumentali, è influenzata dalle vendite di mezzi di navigazione marittima registrate a novembre 2024; al netto di queste, si stima una flessione tendenziale meno ampia (da -3,3% a -1,7%). In un quadro di contrazioni diffuse, la riduzione congiunturale dell’import si deve in particolare ai minori acquisti di beni di consumo non durevoli; la sua flessione tendenziale, alle minori importazioni di energia. Nei primi undici mesi del 2025, la dinamica tendenziale dell’export verso i paesi extra Ue è positiva (+2,0%, +2,5% al netto dell’energia); quella dell’import è più sostenuta (+3,8%). L’avanzo commerciale con i paesi extra Ue è pari a +47,6 miliardi di euro (era +50,6 miliardi nello stesso periodo del 2024)”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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