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Boston passa a Cleveland, Lakers e Thunder ok: il resoconto della notte Nba
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34 minuti fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Prosegue la regular season di Nba. Senza Tatum e White, colpo di Boston a Cleveland. I Celtics passano 117-115 in Ohio grazie ai 42 punti di Payton Pritchard e alla tripla doppia da 19 punti+12 rimbalzi+11 assist di Jaylen Brown. Darius Garland e Donovan Mitchell combinano 39 punti (21+18), ma i Cavs perdono la terza in fila.
Out per infortunio Lebron James, i Los Angeles Lakers mettono la settima e sconfiggono New Orleans 133-121. Protagonista il solito Luka Doncic, che mette a referto 34 punti, 12 rimbalzi e 7 assist. Lo segue Austin Reaves con 33 punti e 8 assist. Nona sconfitta nelle ultime dieci per i Pelicans. Oklahoma piega un’ottima Portland a domicilio. 123-115 per i Thunder, usciti indenni da una battaglia punto a punto durata per tutti i tempi regolamentari. 26 punti per Shai Gilgeous-Alexander e 16+8+5 per Jalen Williams, alla seconda partita stagionale. Ai Trail Blazers, orfani di Lillard e Holiday, non basta la straordinaria tripla doppia da 31 punti+19 rimbalzi+10 assist di Deni Avdija.
New York domina Toronto al Madison Square Garden. 116-94 per i Knicks, che mandano tutto il quintetto in doppia cifra. Karl-Anthony Towns guida con 22 punti e 8 rimbalzi. Bene anche Josh Hart (20 punti+12 rimbalzi) e Jalen Brunson (18 punti+7 assist. Atlanta si salva dopo due overtime a Philadelphia. 142-134 per gli Hawks, con sempre Trae Young ai box, aggrappati a un Jalen Johnson da 41 punti e 14 assist. 76ers ko nonostante i 44 punti+9 assist di Tyrese Maxey e i 28 di Quentin Grimes. Rientra in campo dopo quasi un mese (9 novembre) Joel Embiid, che chiude con 18 punti in 30 minuti sul parquet.
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Tennis in lutto: scomparso Nicola Pietrangeli
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Addio a Nicola Pietrangeli, l’icona del tennis italiano aveva 92 anni
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34 minuti fa-
1 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il tennis italiano piange la scomparsa della sua icona. È morto a 92 anni Nicola Pietrangeli, unico giocatore italiano inserito nella Hall of Fame del tennis mondiale. E’ ancora oggi il primatista mondiale di tutti i tempi in Coppa Davis per partite giocate (164), incontri vinti in singolare (78-32) e in doppio (42-12). Ha formato con Orlando Sirola la coppia più vincente di sempre nella manifestazione (34 successi in 42 partite) ma l’ha vinta solo da capitano, nel 1976. Il suo merito maggiore, ha sempre dichiarato, è stato l’aver portato l’Italia in Cile, aver vinto la partita sul piano diplomatico e politico contro chi spingeva per il boicottaggio come forma di protesta contro il regime del generale Augusto Pinochet. Campione della “Dolce Vita” resa marchio e identità da Federico Fellini, Pietrangeli è stato considerato fra i dieci migliori tennisti del mondo fra il 1957 e il 1964, quando le classifiche le stilavano i giornalisti.
Ha trionfato due volte al Roland Garros, nel 1959 e 1960, anni in cui è stato indicato come numero 3 del mondo. Ha vinto due volte agli Internazionali d’Italia e vinto complessivamente 48 titoli, ai quali si aggiungono la medaglia d’oro ai IV Giochi del Mediterraneo di Napoli nel 1963 (battendo lo spagnolo Manuel Santana) e quella di bronzo nel doppio insieme a Sirola. Ha conquistato anche la medaglia di bronzo nel singolare maschile al torneo di esibizione di tennis ai Giochi Olimpici di Città del Messico nel 1968. “Se mi fossi allenato di più – ha detto -, avrei vinto di più ma mi sarei divertito di meno”.
BINAGHI “GRAZIE NICOLA, PERDIAMO UN SIMBOLO E IO UN AMICO”
“Oggi il tennis italiano perde il suo simbolo più grande, e io perdo un amico”. Comincia così la lunga lettera-ricordo pubblicata sul sito della Federazione Italiana Tennis e Padel dal presidente Angelo Binaghi. “Nicola Pietrangeli non è stato soltanto un campione: è stato il primo a insegnarci cosa volesse dire vincere davvero, dentro e fuori dal campo. È stato il punto di partenza di tutto quello che il nostro tennis è diventato. Con lui abbiamo capito che anche noi potevamo competere con il mondo, che sognare in grande non era più un azzardo”, ha aggiunto Binaghi. “Quando si parla di Nicola, si pensa subito ai record, alle Coppe Davis, ai titoli e ai trionfi che resteranno per sempre nella nostra storia. Ma la verità è che Nicola era molto di più. Era un modo di essere. Con la sua ironia tagliente, il suo spirito libero, la sua voglia inesauribile di vivere e di scherzare, riusciva a rendere il tennis qualcosa di umano, di vero, di profondamente italiano. Parlare con lui era sempre un piacere e una sorpresa: potevi uscire da una conversazione ridendo a crepapelle o con una riflessione che ti restava dentro per giorni”, ha proseguito il numero uno della FITP.
“Nel mio ufficio c’è una foto a cui tengo moltissimo: io bambino, raccattapalle in una sfida di Coppa Davis a Cagliari, e davanti a me proprio lui, Nicola Pietrangeli. Ogni volta che la guardo, mi sembra di tornare a quel giorno. E mi rendo conto che, in fondo, tutto per me è cominciato lì. Quella foto non è solo un ricordo: è un simbolo. Il simbolo di come un bambino possa innamorarsi di uno sport grazie a chi lo incarna in modo così pieno e naturale. Per me Nicola non era solo il più grande giocatore della nostra storia. Era il tennis, nel senso più profondo del termine”, ha scritto ancora Binaghi. “Gli devo molto, come uomo e come presidente. Non solo per quello che ha fatto per la Federazione e per tutti noi, ma per come lo ha fatto: con stile, con coraggio, con quella sua irriverenza che era il segno dei veri fuoriclasse. A modo suo, Nicola non è mai cambiato: diretto, sincero, incapace di essere banale. Anche quando provocava, lo faceva con un’intelligenza che nasceva dall’amore profondo per il nostro sport”, ha precisato il numero uno della FITP.
“Oggi ci piace pensare che abbia raggiunto in cielo Lea, e che insieme stiano già giocando uno straordinario doppio misto, divertendosi come solo loro sapevano fare. Due icone del tennis italiano, inseparabili anche lassù. Ma per noi che restiamo, è un colpo durissimo. Nel giro di poco più di un anno abbiamo perso due pezzi della nostra anima. Due persone che hanno scritto la nostra storia e che continueranno a ispirarci, ogni giorno, dentro e fuori dal campo”, si legge poi nella lettera odierna. “Ci mancherà la sua voce, ci mancherà il suo sorriso, quella sua capacità di dire sempre quello che pensava, senza paura e senza filtri. Oggi salutiamo un monumento del nostro sport, ma anche un amico vero. Uno di quelli che ti dicono le cose in faccia, che sanno farti arrabbiare e poi ridere un secondo dopo. E questo, nel mondo di oggi, vale più di mille trofei. Grazie, Nicola. Per tutto quello che ci hai dato e per tutto quello che continuerai a rappresentare per il tennis italiano”, ha concluso Binaghi.
VOLANDRI E GARBIN “GRAZIE DI TUTTO, LEGGENDA”
I capitani dei team azzurri di Coppa Davis e di BJK Cup, Filippo Volandri e Tathiana Garbin, esprimono il loro cordoglio per la scomparsa della leggenda del tennis azzurro. “Oggi il nostro tennis perde un gigante. Nicola Pietrangeli è stato il primo idolo e il primo vero punto di riferimento per chiunque abbia amato questo sport. Per noi che indossiamo o abbiamo indossato la maglia azzurra, non è mai stato soltanto un grande campione del passato”, ha detto Volandri. “Dalla battuta ironica al consiglio più serio, aveva sempre il modo giusto per farti riflettere e per ricordarti cosa significhi rappresentare l’Italia. Era libero, diretto, autentico: per questo unico. Ha aperto la strada a tutti noi. Le sue vittorie, la sua personalità e il suo modo di vivere il tennis hanno permesso all’Italia di credere di poter competere ai massimi livelli. Siamo cresciuti con i suoi racconti, con la sua passione travolgente, con la sua capacità di farci sentire parte di una storia più grande. Perdiamo un simbolo e un maestro, ma il suo spirito resterà con noi, in ogni Coppa Davis e in ogni ragazzo che entra in campo con la maglia azzurra. Grazie, Nicola, per tutto ciò che hai rappresentato e continuerai a rappresentare per il nostro tennis”, ha aggiunto il capitano dell’Italia di Davis.
A fargli eco Garbin: “Nicola per me è stato molto più di un grandissimo campione. È stato un punto fermo del nostro tennis, una presenza che sentivi sempre lì, anche quando non era fisicamente accanto a te. Per la mia generazione , e per tutte quelle che sono venute dopo , rappresentava una guida silenziosa: un esempio, una voce autorevole, il custode vero della nostra storia”. “Aveva un modo unico di trasmettere amore per questo sport e per la maglia azzurra. Bastavano poche parole, una battuta, un aneddoto, e subito ti ricordava quanto fosse speciale ciò che stavamo vivendo. Era diretto, sincero, autentico. Ascoltarlo era un privilegio, perché ogni volta ti lasciava qualcosa dentro. La sua storia resterà per sempre intrecciata a quella di Lea Pericoli: insieme hanno acceso la prima grande luce del tennis italiano, facendo innamorare intere generazioni e dando stile, anima e identità al nostro movimento”, ha aggiunta la capitana azzurra.
“Oggi perdiamo una pietra miliare del nostro sport, ma quello che Nicola ci ha lasciato va ben oltre i risultati e i trofei. Vive nelle nostre Nazionali, nelle ragazze che scendono in campo con il sogno di indossare l’azzurro, in chi ogni giorno lavora per portare avanti quei valori che lui ha incarnato così bene. Grazie Nicola, per la strada che hai aperto e per l’esempio che continuerai a essere per tutti noi. Buon viaggio, leggenda”, ha concluso Garbin.
LE REAZIONI DELLA POLITICA
“L’Italia piange la scomparsa di Nicola Pietrangeli. Icona del tennis italiano, uno dei più grandi sportivi nazionali del secolo scorso. Il primo azzurro a vincere uno Slam. Sincere condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari. Riposa in pace”. Così Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
“Ci lascia uno dei più grandi tennisti italiani di sempre, il primo azzurro a vincere uno Slam. Una leggenda dello sport nazionale e internazionale. Buon viaggio”. Lo ha scritto Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
“La scomparsa di Nicola Pietrangeli addolora profondamente tutto lo sport italiano. Con lui perdiamo non solo un campione straordinario, ma un’icona, un simbolo eterno della sua disciplina. Pietrangeli ha incarnato il tennis italiano: il suo talento, il suo carisma e le sue vittorie hanno attraversato indissolubilmente intere generazioni”. Così il presidente del CONI, Luciano Buonfiglio. “Con i suoi successi ha portato l’Italia sulla ribalta internazionale, aprendo la strada a una tradizione che oggi continua a brillare grazie anche al solco da lui tracciato. Oggi perdiamo un punto di riferimento assoluto, un ambasciatore autentico dei valori che accomunano il nostro mondo. Alla sua famiglia, al presidente Angelo Binaghi e all’intero movimento del tennis italiano va il cordoglio più sincero mio e del CONI”, ha aggiunto.
“Nicola Pietrangeli, leggenda del tennis, ci lascia a 92 anni. Primatista assoluto in Coppa Davis e protagonista di tante pagine indimenticabili, il suo ricordo resterà nella memoria di tutti. Alle persone a lui care giungano le mie condoglianze e quelle del Senato della Repubblica”. Questo il messaggio del presidente del Senato, Ignazio La Russa.
“La scomparsa di Nicola Pietrangeli priva il tennis di un protagonista della sua storia. Campione straordinario, autore di imprese indimenticabili, resterà un punto di riferimento per intere generazioni. Il mio pensiero va ai familiari, agli amici e al mondo del tennis, che oggi piange un suo esponente eccellente”. Così il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
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(ITALPRESS).
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Buffon “Nazionale molto forte, unico neo i black-out durante le gare”
Pubblicato
34 minuti fa-
1 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Orgoglioso dei portieri protagonisti, la nostra scuola rimane di riferimento. Pio Esposito? Lo paragonerei a Toni, ma più dinamico. Per la Nazionale direi che l’unico difetto sono i black-out durante le partite. Geloso del mio record di presenze in azzurro: Donnarumma deve fermarsi a 175. Il Mondiale allargato? Suggestivo vedere nuove realtà, ma non a discapito delle migliori. Spalletti l’uomo giusto per la Juve. Sfida Allegri-Conte? Il fattore coppe potrebbe pesare”. Così l’ex portiere azzurro Gigi Buffon, attuale capo delegazione della Nazionale, ai microfoni di “Radio Anch’io Sport”, su Rai Radio 1. “Ormai sono parecchi anni che in Serie A il livello dei portieri è altissimo, da migliori campionati del mondo. Ciò mi inorgoglisce, è una cosa molto bella per la corporazione della quale ho fatto parte. Questo mi fa piacere: significa che, al di là di tutto, la scuola italiana degli allenatori dei portieri è ancora di riferimento. Chiunque viene qua, riesce sempre a performare in un modo egregio”, ha precisato Buffon.
“Pio Esposito è una delle note più belle del calcio italiano. A me ha impressionato e mi piace la testa che ha, l’attitudine al lavoro e la determinazione nel voler migliorare: tutte componenti non facili da riscontrare a quella età. Quindi partiamo già da buoni presupposti. Come caratteristiche, somiglia un po’ a Luca Toni. Però per l’età che ha, è più avanti. Luca ha avuto un processo di crescita più lento, per poi esplodere a 23-24 anni. Pio è già adesso uno che determina ad alti livelli, lo abbiamo visto anche ieri a Pisa. Se lo devo paragonare a qualcuno, mi sembra un Luca Toni più dinamico”, ha detto ancora l’ex portiere azzurro.
“Penso che individualmente siamo una Nazionale molto forte, 6-7 undicesimi della nostra Nazionale sono di grande livello. In questo momento la difficoltà è trovare un equilibrio nella squadra per far sì che si sentano a proprio agio e riescano a performare al 100%. Tuttavia, l’unica cosa su cui dobbiamo porre l’attenzione è riuscire a rimanere in partita in ogni istante. Quando stiamo in partita, con l’attenzione giusta, ce la giochiamo con tutti. Poi, in certi momenti, abbiamo qualche black-out che ci fa uscire dalla gara e ce la fa compromettere. Secondo me è l’unico difetto che in questo momento abbiamo”, ha proseguito il capo delegazione della Nazionale.
“Per quanto riguarda il calendario è complicato pensare a uno Stage a febbraio e allo spostamento di una giornata di campionato per aiutare la Nazionale: questo non perché non ci sia la predisposizione da parte delle società o perché troviamo un muro. Non ci sono proprie finestre per pensare a un buco di 2-3 giorni per poterci ritrovare. Per un piccolo stage, ad oggi non c’è nulla di certo, ma devo dire che abbiamo trovato un abbraccio sincero da parte delle società e questo ci ha fatto piacere. Qualcosina riusciremo a fare col loro conforto. Lo sentono tutti questo impegno”, ha continuato Buffon. “Milan-Como a Perth è sicuramente qualcosa che non appartiene a quello che sono le nostre abitudini. Però dico anche che il mondo va avanti e dietro ci sono degli interessi non di poco conto di fronte a scelte simili. Uno può essere d’accordo o meno, però per rimanere al passo con le altre nazioni a livello di fruibilità, la scelta è stata fatta. Non sta a me dire se sarà vincente o se ci sarà da mettersi le mani dei capelli, lo dirà solo il tempo”, ha aggiunto l’ex portiere azzurro.
“Sono gelosissimo del mio record in Nazionale. Donnarumma più di 175 presenze non ne potrà fare, questo è sicuro (ride, ndr). Se c’è una cosa bella che ho sempre avuto nel mio carattere è che non ho mai provato invidia per gli altri: mi fa stare sereno, mi fa vivere bene le relazioni degli altri. Se ho sempre trovato il motivo per migliorarmi è perché guardavo sempre i migliori, ma mai con invidia”, ha continuato Buffon. “Mondiale allargato? Solo alla fine potremo tirare le somme su questo nuovo format mondiale. Credo sia suggestiva l’idea che determinate realtà e civiltà possano vivere un’emozione simile. Al tempo stesso, sarebbe bello che non influisse sul livello qualitativo del mondiale. Perché poi vedere una nazionale che ha fatto la storia del mondiale stare a casa e vedere altri che si trovano a disagio in quel contesto là, sarebbe un peccato. E secondo me al mondiale devono partecipare le migliori”, ha detto ancora l’ex portiere.
“Spalletti è senza dubbio l’allenatore giusto per la Juve. E’ l’allenatore migliore che ci fosse sulla piazza e la persona migliore su cui si poteva appoggiare la Juve in questo momento. La cosa che mi dispiace è che Luciano non abbia avuto l’opportunità di iniziare sin dal ritiro, perché avrebbe potuto indirizzare il mercato e la campagna acquisti. Invece è dovuto salire in sella. Ma il desiderio di essere di nuovo protagonista e di avere una sfida ha fatto sì che non si ponesse questo dubbio”, ha puntualizzato Buffon. “Sfida Conte-Allegri, che sono primi in classifica? Potrebbe pesare l’assenza delle coppe. Ho sempre pensato che è molto bello poter essere in corsa su tutto e usufruire delle energie e dell’entusiasmo del cavalcare l’onda delle varie competizioni. In certi momenti, è chiaro che riuscire a trarre il massimo da tutto sia complicato. Però sei una squadra con una mentalità vincente, io ho sempre preferito rimanere dentro tutte le competizioni. In questo caso Milan del grande Max, visto che non può scegliere, può trarne un grande beneficio”, ha proseguito l’ex portiere.“Conte è uno che sa quello che vuole, ha la capacità di far aderire tutte le persone circostanti, dai giocatori allo staff ai dirigenti, a quello che è l’obiettivo comune. Persone che riescono a convogliare tutta questa addizione di forze e a farle mettere in un unico alveo ne ho viste poche”, ha precisato Buffon.
Chiusura sul figlio Louis Thomas: “Avendo fatto quel percorso lì, so quanto è difficile potersi confermare e quanto è facile illudersi. Non so se è il caso di mio figlio. Però, proprio perché è mio figlio, lo voglio mettere di fronte alla realtà. La realtà dice che sta facendo un bel percorso ma non significa nulla, nulla veramente”.
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Vittoria e sorpasso, il Napoli vince 1-0 a Roma e torna in vetta
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13 ore fa-
30 Novembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Napoli batte la Roma 1-0 all’Olimpico ed effettua il sorpasso in vetta sui giallorossi, raggiungendo il Milan a quota 28 punti. E’ una rete di Neres nel primo tempo a regalare agli uomini di Antonio Conte un successo che ha un grande impatto sull’autostima dopo le recenti difficoltà in trasferta. Esce ridimensionata invece la squadra di Gian Piero Gasperini, capolista solitaria dopo 12 giornate come non accadeva dalla stagione 2013/14. La Roma è timida e imprecisa e di fatto fallisce l’ennesimo esame di maturità in uno scontro diretto. Nel primo tempo il Napoli domina infatti sia la voce del possesso palla (62%) che quella di passaggi riusciti (258 contro 153). La Roma imposta la sua partita sulle preventive, ma Mancini e Ndicka vanno spesso in affanno contro i rapidi attaccanti partenopei. Al 36′ arriva il vantaggio del Napoli proprio con una transizione: Hojlund riesce a girarsi e lanciare Neres che brucia nell’allungo Mancini e davanti a Svilar firma l’1-0. Nei primi 45 minuti della Roma c’è poco: Soulè ci prova con un sinistro a giro fuori misura, mentre Mancini non impensierisce Milinkovic-Savic con un tiro strozzato.
All’intervallo Gritti, il vice allenatore giallorosso che sostituisce lo squalificato Gasperini, si gioca subito un cambio: fuori Ferguson, dentro Baldanzi. Per vedere in campo Dybala bisogna aspettare invece il 61′: l’argentino prende il posto del connazionale Soulè, mentre El Aynaoui – reduce dal gol in Europa League contro il Midtjylland – fa rifiatare l’ammonito Cristante. Nonostante la qualità dei cambi però la Roma continua a sbagliare tanti disimpegni. Ci prova Pellegrini al 77′, ma il destro è alto. Le ultime mosse della Roma sono Bailey ed El Shaarawy. Nel finale arriva l’unica chance da gol dei padroni di casa: Dybala ispira Baldanzi che calcia col piede debole, ma trova la risposta di Milinkovic-Savic. E’ l’unico brivido per un Napoli che si riprende il primato in vista del big match con la Juventus del grande ex Spalletti.
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(ITALPRESS).

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