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LA VOCE PAVESE – GUERRA RUSSIA-UCRAINA, CONTRACCOLPI SULL’ECONOMIA LOCALE

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La Voce Pavese di Emanuele Bottiroli: il commento in diretta alle ore 20 al fatto del giorno in provincia di Pavia. 

Eleonora Lanzetti racconta sul Corriere della Sera come in provincia di Pavia si resista di fronte al vento da economia di guerra, sebbene si fatichi a far quadrare i conti. Fra gli altri a soffrire è il colosso Pibergroup della famiglia Bergaglio, che tiene duro nonostante tutto ma con un continuo navigare a vista. Il colosso della produzione di imballaggi alimentari, con sedi a Voghera, Rivanazano Terme, Pontecurone e una in Lomellina, a Mortara. Un gruppo con un volume d’affari di circa 100 milioni di euro e 500 dipendenti impegnati su tre turni, 24 ore e 7 giorni su 7, è comunque fra le realtà che stanno subendo le conseguenze del conflitto in Ucraina. La materia prima, il petrolio a 125 dollari a barile, e il prezzo del gas alle stelle non possono non avere conseguenze dirette sull’energia elettrica il cui costo si è decuplicato in un anno. Tre stabilimenti su quattro si sono fermati per due giornate ad inizio settimana, poi hanno ripreso a pieno regime. Gli ordini non mancano e non c’è nessun esubero di personale. La soluzione dei vertici del gruppo per affrontare la stangata è quella di fermare o meno alcune linee produttive, indipendenti dal resto del comparto. Si deciderà in base all’andamento dei prezzi. E’ la situazione di una delle più importanti famiglie di industriali del territorio che dà l’idea di come debba andare nelle piccole imprese. E’ un SOS lanciato tra le righe alla politica a ogni livello rispetto alla tenuta del comparto produttivo locale, regionale e nazionale.

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Scrivete al conduttore per le vostre segnalazioni o per chiedere diritto di replica: emanuele@bottiroli.it

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LA VOCE PAVESE – AGGRESSIONI E MINACCE AL PERSONALE, ALLARME NEGLI OSPEDALI

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LA VOCE PAVESE – AGGRESSIONI E MINACCE AL PERSONALE, ALLARME NEGLI OSPEDALI
Nel 2023 si sono registrati 284 episodi, con operatori spesso vittime di insulti, spintoni e minacce. "Le aggressioni verbali sono all’ordine del giorno," dichiara Andrea Galeppi della Uil. Tra i casi più gravi, un’infermiera minacciata da un paziente nel cuore della notte e un medico insultato per non aver voluto effettuare una Tac non necessaria. La situazione ha portato 50 operatori a voler lasciare il pronto soccorso. “Gli operatori sono stressati e spaventati,” afferma Marco Grignani, segretario provinciale Uil Fpl Pavia. La carenza di medici e una rete territoriale inadeguata aggravano il problema, spingendo molti a rivolgersi ai pronto soccorso, già sovraffollati. “Serve più sorveglianza,” conclude Galeppi, mentre si valuta l’introduzione di guardie armate al San Matteo. Nel frattempo, la prefettura e l’Asst hanno esteso l’orario di apertura di alcuni presidi fino alle 20 e si prevede l’assunzione di 35 nuovi medici entro fine anno.

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