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LA VOCE PAVESE – IL NUOVO PREFETTO E L’ATTENZIONE CHE SERVE AI DOSSIER PROVINCIALI

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LA VOCE PAVESE – IL NUOVO PREFETTO E L’ATTENZIONE CHE SERVE AI DOSSIER PROVINCIALI
Francesca De Carlini è la nuova prefetta di Pavia. Già vicaria a Verona dal 2020, prende il posto di Paola Mannella, trasferita al ministero dell’Interno come direttrice dell’ufficio per l’amministrazione generale del dipartimento della pubblica sicurezza, nell’ambito degli avvicendamenti periodici decisi dal consiglio dei ministri per i vertici delle prefetture. Nominata dall’ex ministra Lamorgese, la prefetta uscente ha diretto gli uffici di palazzo Malaspina dall’ottobre del 2021, anno del suo insediamento in provincia. Per Francesca De Carlini il primo incarico arriva nel 1994, quando viene assegnata alla prefettura di Belluno dove si occupa di materie amministrative. Dal 1997 ricopre il ruolo di vice capo di gabinetto presso il commissariato del governo di Bolzano, per poi diventare capo di gabinetto nel 2000. Dal 2011 al 2020 nominata viceprefetta vicaria. Nel 2010 viene nominata componente statale nella Commissione paritetica di esperti Stato/Provincia per il ripristino della toponomastica bilingue in provincia di Bolzano. Il prefetto ha il compito di rappresentante del governo a livello locale. In questa veste è a capo di una struttura complessa detta Ufficio territoriale del governo, che ha lo scopo di garantire il coordinamento tra i vari uffici periferici dello Stato. Come rappresentante del governo a livello locale sono molte le sue aree di competenza tra le più importanti vi sono le attività di coordinamento in materia di sicurezza e ordine pubblico, sviluppo economico, ambiente, cura del territorio, servizi alle persone e alla comunità. La sua attività si concretizza, oltre che nell’organizzazione di tavoli di concertazione, nella pubblicazione di ordinanze e decreti. Il prefetto rappresenta l’autorità provinciale di pubblica sicurezza, presiede il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, può emanare ordinanze e decreti a tutela dell’ordine pubblico e coordina l’attività delle forze dell’ordine. In caso di necessità può persino richiedere l’intervento dell’esercito.

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S. MESSA DI DOMENICA 13 LUGLIO 2025 – XV DEL TEMPO ORDINARIO

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Dalla chiesa di Porana di Pizzale (PV) la Santa Messa di Domenica 13 Luglio 2025, XV del tempo ordinario. Celebra Don Marko Osuru Alisentus.

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CRESCERE INSIEME – 13 LUGLIO

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Anche oggi c’è l’incontro con Don Franco Tassone, parroco del SS.mo Salvatore e della Chiesa del Sacro Cuore a Pavia. Sacerdote da sempre a fianco degli ultimi, tra la Mensa del Fratello di Don Giuseppe Ubicini e la Casa del Giovane con il venerabile Don Enzo Boschetti, nei segni di un cammino che ha fatto crescere opere e segni della presenza del Signore al servizio dei poveri ed emarginati.

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TERRE D’OLTREPÒ, BEDUSCHI FA “COPIA/INCOLLA”: CAMBIANO CDA, LA LINEA NO

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LA VOCE PAVESE – TERRE D’OLTREPÒ, BEDUSCHI FA "COPIA/INCOLLA": CAMBIANO CDA, LA LINEA NO
Un burrascoso cambio ai vertici, ma non nella sostanza. Dopo l’insediamento dei nuovi Consigli di Amministrazione della cooperativa e della Spa di Terre d’Oltrepò, l’intervento dell’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, si è rivelato sorprendentemente allineato al piano industriale e alla visione strategica tracciata nei mesi precedenti dall’ex governance, in particolare dall’amministratore delegato Umberto Callegari.
Nonostante l’annunciato rinnovamento in discontinuità, le dichiarazioni dell’assessore hanno finito per riproporre fedelmente — e in alcuni passaggi quasi testualmente — le linee guida già note: il rafforzamento del brand unico Terre d’Oltrepò, l’attenzione alla filiera produttiva, la valorizzazione del vino del territorio sui mercati esteri, il focus sulla qualità come leva competitiva e la centralità del socio all’interno della strategia aziendale. A ciò si è aggiunto l’appello – reiterato da Callegari allo sfinimento – di concentrare il conferimento delle uve per dare slancio alle strategie aziendali.
Più che un nuovo corso, quello delineato da Beduschi appare dunque come un’esplicita conferma del lavoro impostato nei mesi scorsi da Callegari e dalla precedente dirigenza. Nessuna discontinuità reale è stata annunciata, né dal punto di vista industriale né dal punto di vista commerciale. Al contrario, la ripresa pressoché integrale del programma conferma la bontà del percorso già avviato, riconoscendone implicitamente il valore e la concretezza anche agli occhi della Regione.
Una scelta che, di fatto, legittima retroattivamente l’operato della precedente gestione, pur in un contesto in cui si è optato per un ricambio dei vertici societari. Il segnale che arriva da Beduschi, quindi, non è quello di una rivoluzione o di un cambio di rotta, ma piuttosto quello di una prosecuzione di un piano che ha già dimostrato di essere solido, coerente e in linea con le necessità di sviluppo dell’Oltrepò vitivinicolo. Ma allora perché la politica non l’ha lasciato attuare a una governance spinta a dimettersi a un mese dalla vendemmia in una situazione già di per sé delicatissima? Ma davvero c’era da dare lo zuccherino a chi aveva scelto di mestare nel torbido e optare per gli attacchi personali anziché badare alla sostanza?

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