Cronaca
Tumori cronici sangue, una guida per interazioni con medici e familiari
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2 anni fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Cosa guarda, cosa ricorda e cosa prova chi convive con un tumore cronico del sangue? Gli occhi si soffermano sul volto e sui gesti del medico il 56% più della media, mentre resta impressa a lungo nella memoria la disponibilità dell’ematologo a chiarire anche i concetti più difficili. A generare invece intensi picchi emotivi, rilevati dal battito cardiaco e dalla sudorazione cutanea, è la capacità dei famigliari di distrarre il paziente dal pensiero fisso della malattia. A metterlo in luce è la prima analisi neurometrica sulle interazioni che i pazienti con Neoplasie Mieloproliferative Croniche e Leucemia Mieloide Cronica vivono con i loro medici, famigliari e amici. Proprio dai risultati dello studio – condotto dal centro di ricerca Behavior and Brain Lab dell’Università IULM di Milano – nasce “Connessioni di Vita. La guida per le interazioni che fanno bene”, promossa da Novartis, in collaborazione con AIPAMM, nell’ambito della campagna di informazione e sensibilizzazione MIELO-Spieghi. Un vademecum di utilità sociale per costruire relazioni positive e di qualità: infatti i piccoli gesti, le parole e le interazioni che gli oltre 40.000 pazienti italiani stabiliscono con i medici e con i loro cari hanno un impatto diretto sul loro benessere mentale e sono così in grado di fare la differenza nel percorso di malattia di un tumore del sangue dall’andamento cronico.
“E’ la prima applicazione delle tecniche neurometriche nell’ambito dei tumori cronici del sangue. Abbiamo potuto osservare – spiega Vincenzo Russo, Professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing, Università IULM, coordinatore del Centro di Ricerca “Behavior and Brain Lab” dell’Università IULM – l’attivazione delle differenti aree del cervello durante comuni interazioni con medici e caregiver, misurare il battito cardiaco e la sudorazione delle mani per capire l’intensità emotiva, esaminare il movimento degli occhi per comprendere a cosa prestano maggiormente attenzione. Ciò ci ha permesso di andare oltre quello che i pazienti dicono, scoprire cosa provano, ricordano e guardano”.
I pazienti tendono a osservare il volto e i gesti dell’ematologo il 56% in più rispetto alla media, così come la sua capacità di dimostrare attenzione e vicinanza: per il 63% delle persone è proprio questo l’elemento che più influisce sul gradimento del medico. “Per noi clinici è importante supportare il paziente non solo dal punto di vista scientifico, ma anche attraverso atteggiamenti e parole che possono aiutare l’altro a sentirsi più tranquillo e sicuro. I risultati di questa analisi neurometrica – afferma Elisabetta Abruzzese, Ematologia Ospedale S. Eugenio, ASL Roma2 – ci indicano, ad esempio, come usare un linguaggio semplice e accogliere tutti i loro dubbi migliori il coinvolgimento emotivo nei nostri assistiti”.
Se 1 paziente su 2 lamenta un comportamento iperprotettivo dei propri cari, 3 su 4 dichiarano di apprezzare quando famigliari e amici li coinvolgono in attività quotidiane: un atteggiamento di reciprocità che determina picchi emotivi positivi. “Un tumore cronico del sangue accompagna la persona per tutto il corso della vita e quindi a volte diventa un vero pensiero fisso. Ecco perchè il benessere mentale di noi pazienti migliora, come confermano i risultati di questa analisi neurometrica, quando chi ci è vicino prova e riesce a distrarci. Inoltre, anche piccoli gesti e frasi di stima, così come la capacità di fare squadra, fanno registrare alti tassi di coinvolgimento emotivo”, commenta Antonella Barone, Presidente AIPAMM.
La storia dei tumori del sangue è radicalmente cambiata grazie ai progressi della ricerca scientifica. Novartis da oltre vent’anni è pioniera nell’area dell’ematologia e ha sviluppato terapie mirate e cellulari che hanno permesso di migliorare e prolungare la vita dei pazienti. “E’ emblematico come oggi si possa parlare di cronicità nell’ambito dei tumori del sangue. Di conseguenza, i bisogni dei pazienti sono cambiati. E’ per questo che, accanto allo sviluppo di trattamenti innovativi, il nostro impegno in ematologia si concretizza in iniziative per aiutare i pazienti a gestire in modo attivo e consapevole la malattia. Proprio con questo obiettivo è nata Connessioni di Vita, la prima guida che vuole migliorare le interazioni quotidiane di chi convive con un tumore cronico del sangue”, conclude Chiara Gnocchi, Country Communication & Patient Engagement Head Novartis Italia.
– foto ufficio stampa Novartis –
(ITALPRESS).
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Cronaca
Omicidio di Vittorio Boiocchi, arrestati mandanti ed esecutori
Pubblicato
1 ora fa-
11 Aprile 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 persone gravemente indiziate di essere promotori, mandanti ed esecutori dell’omicidio di Vittorio Boiocchi, ucciso a colpi d’arma da fuoco il 29 ottobre 2022 a Milano.
I due esecutori materiali sono ritenuti essere un uomo di 41 anni e un 30enne, entrambi italiani, rintracciati e arrestati rispettivamente in provincia di Vibo Valentia e nella città di SvetiVlas in Bulgaria. Quest’ultimo è stato bloccato dalla Polizia bulgara dopo quattro giorni di ricerche svolte con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo e su specifica attivazione della Divisione Sirene del Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia, che si è avvalsa del costante supporto del suo Esperto per la Sicurezza di stanza a Sofia. Per quanto riguarda gli ulteriori quattro indagati, la misura cautelare è stata notificata a tre cittadini italiani di 40,50 e 62 anni presso gli istituti di pena ove erano già detenuti perché tratti in arresto nell’ambito del procedimento noto come “doppia curva” e, a un 51enne italiano, arrestato nella fase successiva e a riscontro delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia.
Il provvedimento restrittivo, che contesta agli indagati anche l’aggravante della modalità mafiosa, scaturisce dagli approfondimenti investigativi condotti dalla Squadra Mobile e dalla Sisco di Milano che, nell’ultima fase, sono stati finalizzati, principalmente, a raccogliere precisi riscontri alle dichiarazioni auto ed etero accusatorie del collaboratore di giustizia. Le dichiarazioni di quest’ultimo hanno permesso, al contempo, di valorizzare anche gli elementi già raccolti nel corso delle investigazioni eseguite subito dopo l’omicidio e, successivamente, nel più ampio contesto del progetto investigativo “Doppia Curva”.
Così come già ipotizzato e poi confermato dal collaboratore, l’omicidio, per la cui organizzazione e realizzazione egli avrebbe pagato 50 mila euro, sarebbe stato ordito e condiviso, come atto strategico, nell’ambito delle dinamiche del tifo organizzato interista. In particolare, il delitto costituisce la risposta alle aspre contestazioni mosse dalla vittima sulla corretta contabilizzazione e quindi divisione dei proventi derivanti dalle attività economiche ed illecite connesse al tifo ultras. Non meno complessa e significativa è stata, infine, l’attività investigativa svolta dalla Polizia di Stato nelle ultime settimane, che ha portato a localizzare uno degli indagati in Bulgaria, dove si era trasferito, assumendo già da tempo atteggiamenti tipici di chi vive in latitanza.
Così la procuratrice aggiunta della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Alessandra Dolci, nel corso di una conferenza stampa. “Beretta ha riferito il movente di ordine economico – ha spiegato – e ha detto di aver commissionato l’omicidio per 50mila euro per eliminare quello che era stato fino a quel momento il leader della Curva Nord e prenderne il posto, al fine di dividere i profitti, sia leciti che illeciti, legati all’indotto dello stadio di San Siro”.
L’operazione della polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia milanese, ha portato all’arresto di sei persone con l’accusa di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione e da modalità mafiose. Oltre a Beretta, sono finiti in carcere Marco Ferdico, il padre Gianfranco, Daniele D’Alessandro, Pietro Andrea Simoncini e Cristian Ferrario. Due dei soggetti arrestati sono stati fermati all’estero: uno in Calabria e uno in Bulgaria.
Secondo il procuratore capo di Milano, Marcello Viola, con questi arresti “l’ufficio ritiene di aver ricostruito e accertato tutti i fatti di sangue commessi nell’ambito delle curve”. Il pm Paolo Storari ha parlato di “vicenda totalmente ricostruita”.
– foto xp2/Italpress –
(ITALPRESS).
Cronaca
Vigili del fuoco, Conapo “Il Soccorso Pubblico è competenza dello Stato”
Pubblicato
1 ora fa-
11 Aprile 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Il soccorso tecnico urgente non può essere terreno di conquista da parte del Soccorso Alpino o di qualunque altro soggetto estraneo al coordinamento statale. Il CNSAS svolge un’opera preziosa e importante ma nessuno può sostituirsi ai Vigili del Fuoco nel ruolo di guida del soccorso pubblico nazionale”. Così il Segretario Generale del Conapo, Marco Piergallini, in una nota indirizzata alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai Ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e della Salute Orazio Schillaci, per sollecitare un intervento urgente del Governo.
Il documento del primo sindacato del Corpo nazionale dei vigili del fuoco denuncia la progressiva affermazione di “sistemi di soccorso paralleli alimentati da convenzioni regionali e interpretazioni normative che stanno generando una pericolosa sovrapposizione di competenze e aggravio della spesa pubblica”.
“Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco – scrive il Conapo – è per legge l’organo tecnico dello Stato per il soccorso urgente su terra. Non si può assistere in silenzio al suo sistematico aggiramento, soprattutto quando si tratta di interventi tecnici complessi che richiedono competenze, attrezzature e procedure consolidate”.
“Massimo rispetto per i volontari del CNSAS e per il valore della loro missione – precisa Piergallini – ma il loro contributo deve inserirsi in un sistema integrato, non parallelo. Le pretese di autonomia o di esclusività non fanno bene nè al soccorso, nè ai cittadini”.
Il Conapo segnala “casi concreti accaduti Bari, Trieste e in Sicilia, da ultimo anche a Palermo dove i Vigili del Fuoco sono stati esclusi dalle operazioni, anche in presenza di scenari con evidenti profili tecnici. Episodi che – secondo il sindacato – dimostrano l’urgenza di ripristinare un coordinamento nazionale sotto la guida del Ministero dell’Interno”.
Nella nota si propone “una revisione profonda del Disciplinare Tecnico NUE 112, spesso orientato a favore del soccorso sanitario anche quando il contesto richiede prioritariamente un approccio tecnico. Si auspica inoltre l’adozione di protocolli operativi integrati tra vigili del fuoco e servizi sanitari, su modelli già applicato in altri Paesi europei”.
“Il soccorso non può dipendere da chi risponde per primo o da accordi locali. Servono regole chiare, ruoli ben definiti e un ritorno a una visione nazionale del sistema – sottolinea ancora Piergallini – altrimenti il rischio è quello di avere un Paese a più velocità, con cittadini non ugualmente tutelati e su questo il Ministro dell’ Interno deve assumersi le proprie competenze e responsabilità con direttive chiare”.
Il Conapo ribadisce la “disponibilità a collaborare con tutte le istituzioni per costruire un sistema di soccorso realmente integrato, che valorizzi tutte le professionalità – comprese quelle del volontariato – ma nel rispetto dei ruoli e senza aggirare le competenze Statali”.
– foto ufficio stampa Conapo –
(ITALPRESS).
Cronaca
Più di 15 milioni gli italiani che guardano la televisione via satellite
Pubblicato
1 ora fa-
11 Aprile 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Circa 8 milioni di famiglie italiane non dispongono di una connessione fissa a Internet e si affidano esclusivamente a reti mobili. Si tratta di connessioni spesso instabili, soggette a rallentamenti e limiti di traffico, che male si prestano alla visione continuativa di contenuti in alta definizione. A queste famiglie se ne aggiungono circa 5 milioni che si collegano ancora tramite vecchie linee in rame, ormai inadatte a sostenere le esigenze moderne di banda larga e streaming video.
Questo scenario frammentato e disomogeneo ha creato un vero e proprio divario digitale e la televisione, che dovrebbe essere accessibile a tutti, rischia di diventare un servizio a due velocità: avanzato e ricco per chi vive in città o zone ben servite, e instabile o inesistente per chi abita in zone marginali.
In questo quadro cresce la diffusione della tv satellitare gratuita (Tivusat) o a pagamento (Sky). Il numero di italiani che scelgono la televisione via satellite ha ormai superato i 15 milioni, segno evidente di una tendenza in crescita. “Ricevere i canali attraverso la parabola – si legge in una nota di Tivusat – si conferma la soluzione più condivisa e immediata per chi cerca qualità e affidabilità nella ricezione. Uno dei motivi alla base di questa crescita è legato al fatto che la tecnologia satellitare non risente di ostacoli geografici e può raggiungere con la stessa qualità e continuità anche le località più isolate, senza bisogno di infrastrutture a terra complesse e costose. Un altro elemento a vantaggio della piattaforma satellitare gratuita di Tivusat, oggi partecipata da Rai, Mediaset e Tim, è che consente di ricevere oltre 180 canali. In un momento storico in cui l’informazione è fondamentale e i contenuti audiovisivi si moltiplicano, la ricezione televisiva stabile e di qualità non è solo una questione tecnologica, ma risponde alla necessità dello spettatore di ricevere l’offerta più vasta disponibile”.
– foto ufficio stampa ICN Group per Tivusat-
(ITALPRESS).

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