LA VOCE PAVESE – "NON MANDARE TUTTO IN FUMO", LA CAMPAGNA DEI GIOVANI PER I GIOVANI
Trasmettere ai ragazzi un messaggio: se utilizzi sostanze stupefacenti ipotechi una parte del tuo futuro, perché le droghe ti tolgono qualcosa. È l’obiettivo della nuova campagna di prevenzione dell’uso di droghe, sviluppata da un team di docenti e studenti del corso di laurea in Comunicazione digitale dell’Università di Pavia. "Non mandare tutto in fumo" è l’invito rivolto ai più giovani affinché non scivolino nelle dipendenze. Un invito a cui ha aderito il Comune di Pavia, con l’assessore Pietro Trivi in campo. Il target del progetto va dagli 11 ai 19 anni, come ha spiegato Stefania Tozzini dell’Unversità di Pavia che ha lavorato con Flavio Antonio Ceravolo e Sara Boccaletti abbracciando una fascia d’età di fragilità ed elevata vulnerabilità. Gli esperti hanno analizzato le paure dei giovani che temono il giudizio, il fallimento, che hanno paura dell’isolamento sociale, che hanno bisogno di sentirsi parte del gruppo ed è proprio allora che scivolano nelle challenge per superare i loro limiti". Ad avvicinarsi alle droghe non sono solo gli studenti più grandi, l’analisi ha fornito risultati preoccupanti. "Le campagne nazionali ripetono no alle droghe, uno slogan superato – ha spiegato Tozzini – I ragazzi sperimentano ugualmente. Per questo noi abbiamo pensato di allargare la nostra campagna a un percorso educativo. “Non mandiamo tutto in fumo“ significa non vanifichiamo uno sforzo che inizia in famiglia, non buttiamo via un’opportunità per un video da postare sui social".
Instagram per i ragazzi e Facebook per i genitori sono i due canali individuati per la campagna che andrà dall’estate all’inizio dell’anno scolastico, quando gli studenti riprendono le loro attività quotidiane. Sensibilizzare i ragazzi e le loro famiglie su un tema molto delicato e attuale è l’obiettivo principale. Stimolare maggior dialogo in famiglia è il traguardo successivo.
"I genitori prima d’informare i figli devono informarsi – ha detto Stefania Tozzini – Devono sapere come reagire se i figli entrano in contatto con una droga e non aver paura di chiedere aiuto".
ZONA LOMBARDIA – 24 SETTEMBRE 2024
Il commento ai fatti del giorno in Lombardia: un focus quotidiano a cura di Emanuele Bottiroli, un esperimento multimediale allargato anche ai social, per essere sempre aggiornati su quanto avviene sul nostro territorio in tempo reale. Dal lunedì al venerdì alle 13 su Lombardia Live 24 e Pavia Uno TV.
LA VOCE PAVESE – CRESCE OCCUPAZIONE FEMMINILE, MA CONTRATTI PRECARI IN AUMENTO
Buone notizie per l’occupazione femminile in Lombardia: continua a crescere, ma resta ancora ampio il divario rispetto ai colleghi uomini. I dati più recenti dell’Osservatorio sul mercato del lavoro dell’Inps e di PoliS-Lombardia mostrano un consolidamento della ripresa post-pandemica, iniziata a metà del 2021. Nel secondo trimestre del 2024, il tasso di occupazione complessivo nella fascia d’età 15-64 anni è salito al 69,2%, rispetto al 68,8% dello stesso periodo dell’anno precedente. La disoccupazione cala, attestandosi al 4,2% per le donne e al 3,1% per gli uomini.
Tuttavia, se la diminuzione della disoccupazione femminile è dovuta a un aumento dell’occupazione, quella maschile è principalmente legata a un calo della partecipazione al mercato del lavoro, con un tasso di attività che scende al 78,7%.
Il settore dei servizi, dove è impiegata la maggior parte delle donne, è il motore della crescita occupazionale lombarda, compensando la riduzione dei posti nella manifattura e nelle costruzioni. Ma c’è un altro lato della medaglia: i contratti precari e part-time, che offrono minori garanzie e retribuzioni più basse, continuano a essere prevalentemente al femminile.
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Analizzando i dati sui nuovi ingressi nel mercato del lavoro, emerge che nei primi sei mesi del 2024 i contratti a tempo indeterminato sono stati nettamente più numerosi per gli uomini rispetto alle donne. In Lombardia, su 169.756 nuove assunzioni stabili, solo 60.209 hanno riguardato donne. Il divario è particolarmente evidente in province come Brescia, dove il numero di uomini con contratti a tempo indeterminato è più del doppio rispetto alle donne (11.096 contro 5.345), o Bergamo, dove la differenza è altrettanto marcata (11.042 contro 4.970).
Anche il part-time, tipologia contrattuale meno stabile e con retribuzioni più basse, è ancora largamente a maggioranza femminile, segno che c’è ancora molto da fare per ridurre le disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro.
Nella suggestiva cornice del Cortiletto Aldo Moro si è tenuta la celebrazione dell’80° Anniversario della Repubblica Partigiana di Varzi, importante avvenimento da tramandare alle future generazioni
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