Cronaca
Libri, esce “Pedalando come un Fulmine” di Michele Comparetto
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2 anni fa-
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RedazionePALERMO (ITALPRESS) – “Pedalando come un Fulmine – Una storia italiana di successo” è il libro scritto da Michele Comparetto, presidente di Fulmine Group, il primo operatore postale privato italiano.
Il volume, edito da Engage, racchiude il percorso professionale di un vero e proprio self-made man, Michele Comparetto.
Nato nel 1947, Comparetto ha deciso di inseguire il suo sogno partendo dal nulla nella Sicilia del Dopoguerra.
“Pedalando come un Fulmine” ripercorre la sua breve esperienza in Piemonte durante l’adolescenza, la sveglia alle quattro del mattino, il lavoro come portalettere, il ritorno sui banchi di scuola, l’attività in banca e tutti gli avvenimenti che, tra sfide e vittorie, lo hanno spinto a dare vita a qualcosa di realmente suo.
I valori umani e la determinazione hanno scandito l’inizio della storia di un’azienda siciliana che, nel corso degli anni, è diventata un’eccellenza italiana nel settore postale.
Il libro è stato presentato a Palermo, venerdì 21 luglio, in una sala piacevolmente gremita dell’Hotel Federico II, in un contesto dinamico di confronto con imprenditori e giornalisti. All’incontro, moderato dalla conduttrice Rai Eva Crosetta, hanno preso parte l’ex ministro Salvatore Cardinale, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, l’assessore regionale Edy Tamajio, e la dottoressa Adele Crescimanno, past president Rotary.
L’evento di presentazione del libro “Pedalando come un Fulmine” è stato un’opportunità per approfondire i temi legati all’imprenditoria e allo sviluppo delle imprese oggi, un incontro dedicato a tutti coloro che desiderano intraprendere un percorso di successo.
“Ho raccolto le mie esperienze e ho condiviso le mie riflessioni sull’imprenditoria, sull’importanza di adattarsi ai cambiamenti e sul trovare il proprio spazio nel mercato – afferma Michele Comparetto – Pedalando come un fulmine rappresenta la mia visione di leadership imprenditoriale e la mia filosofia aziendale. Ho scelto questo titolo perchè il fulmine è un simbolo di energia, velocità e potenza e nel contesto del libro, rappresenta la volontà di agire con tempestività e audacia, per cogliere le opportunità che il panorama imprenditoriale ci offre. Attraverso le pagine di questo libro, condivido le sfide che ho affrontato lungo il mio percorso imprenditoriale e i cambiamenti che si sono presentati lungo la strada. Credo fermamente che ogni imprenditore debba essere disposto ad adattarsi, a imparare continuamente e a identificare quelle nicchie di mercato dove può davvero fare la differenza”.
“Pedalando come un Fulmine” non solo è un’avvincente lettura per giovani imprenditori e professionisti, ma è anche un libro che fa del bene, perchè il ricavato delle vendite del volume verrà devoluto in beneficenza.
Il libro può essere acquistato online su Amazon
https://www.amazon.it/PEDALANDO-COME-FULMINE-italiana-successo/dp/8885430848
Feltrinelli Ibs
https://www.ibs.it/pedalando-come-fulmine-storia-italiana-libro-michele-comparetto/e/9788885430846
Mondadori Store
https://www.mondadoristore.it/Pedalando-come-fulmine-Michele-Comparetto/eai978888543084/
-foto ufficio stampa Fulmine Group-
(ITALPRESS).
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MILANO (ITALPRESS) – “Si è passati da magnificare il modello Milano per cui è tutto perfetto, mentre adesso è diventato il sistema Milano. Queste cose non servono e non corrispondono alla realtà assolutamente. Però io continuo a dire questo: se noi prendessimo qualunque milanese, lo portassimo in giro per la città a vedere oggi cos’è ogni singolo quartiere con le fotografie in mano di 20 anni fa e domandassimo se è migliorata, Milano è migliorata. Poi la giustizia farà il suo corso, ma non possiamo buttare tutto via. Alla fine Milano ha fatto un percorso ed è l’unica città internazionale italiana. E’ l’unica ad essersi sviluppata così, anche attraverso possibili errori, ma buttare via tutto mi sembra una cosa profondamente sbagliata”. Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala in un’intervista a RTL 102.5 sull’inchiesta urbanistica che ha coinvolto il Comune.
foto: IPA Agency
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MILANO (ITALPRESS) – “Si è passati da magnificare il modello Milano per cui è tutto perfetto, mentre adesso è diventato il sistema Milano. Queste cose non servono e non corrispondono alla realtà assolutamente. Però io continuo a dire questo: se noi prendessimo qualunque milanese, lo portassimo in giro per la città a vedere oggi cos’è ogni singolo quartiere con le fotografie in mano di 20 anni fa e domandassimo se è migliorata, Milano è migliorata. Poi la giustizia farà il suo corso, ma non possiamo buttare tutto via. Alla fine Milano ha fatto un percorso ed è l’unica città internazionale italiana. È l’unica ad essersi sviluppata così, anche attraverso possibili errori, ma buttare via tutto mi sembra una cosa profondamente sbagliata”. Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala in un’intervista a RTL 102.5 sull’inchiesta urbanistica che ha coinvolto il Comune.
“A Milano possono esserci state operazioni immobiliari non corrette, ma che nella stragrande maggioranza quelle che sono state fatte hanno un senso. Anzi le rivendico – ha aggiunto – È inutile che mi nasconda dietro un dito, è inutile che dica non me ne sono accorto. Secondo me Milano è meglio di anni fa. Alcuni errori ci possono stare. Ma se il tema è stare fermi per non sbagliare e lasciare la realtà come sono… vabbè non credo sia il motivo per cui i milanesi mi hanno eletto. Però lungi da me dire: ‘No, non non è colpa mia’. Se ci sono errori la colpa è mia, poi vediamo la forma della colpa”.
Sul futuro dello Stadio di San Siro, “vedremo a settembre cosa succede. Noi dobbiamo passare dal consiglio comunale perché le transazioni che riguardano delle proprietà pubbliche vanno approvate nel consiglio comunale. Prima abbiamo pensato a una cessione in affitto, poi abbiamo provato la via della ristrutturazione e adesso siamo alla vendita. Anche per dignità personale io voglio portare avanti questa iniziativa, ma deve essere approvata dal consiglio. Dal mio punto di vista io voglio avere la coscienza a posto e fare il mio lavoro fino alla fine, poi vedremo se la politica seguirà questa via. Quello che io noto, essendo una persona che ha sempre molto viaggiato per il mondo, è che le grandi città normalmente hanno stadi nuovi mentre San Siro non lo è”.
“Ho saputo di essere indagato alle 10 di sera da una telefonata del direttore del Corriere della Sera che mi ha detto: ‘domani scriviamo questa cosa’ – ha proseguito il primo cittadino di Milano – È evidente che qualcuno l’aveva detto ai giornalisti e questo è qualcosa che a mio avviso in un paese democratico non va assolutamente bene, però vedo che lo si accetta”.
“Il Gip ha negato che io abbia fatto induzione, quindi pressione per far approvare delle cose. Rimane un’accusa: aver firmato la nomina della Commissione del Paesaggio. Vi dico come funziona: fai un bando pubblico e una commissione del comune con dirigenti del comune sceglie in base a una valutazione tecnica i componenti di questa commissione e il sindaco firma. Ma cosa pensiamo? Che il sindaco nel momento in cui qualcuno ha fatto questo lavoro si mette lì e fa un’analisi sua uno per uno dei componenti? Io ho firmato rispetto a una proposta che viene fatta da una commissione che ci ha lavorato dai mesi”, ha concluso.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
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4 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Oggi mi è stato notificato il provvedimento dal Tribunale dei ministri per il caso Almasri: dopo oltre sei mesi dal suo avvio, rispetto ai tre mesi previsti dalla legge, e dopo ingiustificabili fughe di notizie. I giudici hanno archiviato la mia sola posizione, mentre dal decreto desumo che verrà chiesta l’autorizzazione a procedere nei confronti dei Ministri Piantedosi e Nordio e del Sottosegretario Mantovano. Nel decreto si sostiene che io “non sia stata preventivamente informata e (non) abbia condiviso la decisione assunta”: e in tal modo non avrei rafforzato “il programma criminoso”. Si sostiene pertanto che due autorevoli Ministri e il sottosegretario da me delegato all’intelligence abbiano agito su una vicenda così seria senza aver condiviso con me le decisioni assunte. E’ una tesi palesemente assurda”. Lo scrive sui social il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
“A differenza di qualche mio predecessore, che ha preso le distanze da un suo ministro in situazioni similari, rivendico che questo Governo agisce in modo coeso sotto la mia guida: ogni scelta, soprattutto così importante, è concordata. E’ quindi assurdo chiedere che vadano a giudizio Piantedosi, Nordio e Mantovano, e non anche io, prima di loro”, evidenzia Meloni. “Nel merito ribadisco la correttezza dell’operato dell’intero Esecutivo, che ha avuto come sola bussola la tutela della sicurezza degli italiani – conclude la premier -. L’ho detto pubblicamente subito dopo aver avuto notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati, e lo ribadirò in Parlamento, sedendomi accanto a Piantedosi, Nordio e Mantovano al momento del voto sull’autorizzazione a procedere”.
Il Presidente della Giunta delle autorizzazioni della Camera Devis Dori rende noto che “al momento, non è pervenuta nessuna carta del dossier Almasri dal Tribunale dei Ministri”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).


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