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Cronaca

Bicocca, il 94% dei dottori di ricerca lavora a un anno dal titolo

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MILANO (ITALPRESS) – Tra i dottori di ricerca del 2021 dell’Ateneo Bicocca contattati un anno dopo la proclamazione il 94 per cento ha già un’occupazione: il 48,2 per cento lavora grazie al dottorato; il 30,9 per cento è assunto a tempo indeterminato. Se il 60,6 per cento lavora nel settore pubblico, il 35,1 per cento opera in quello privato. Alla fine del mese i dottori di ricerca possono contare su un salario netto che si aggira sui 1.949 euro. I dati sono positivi anche per i diplomati di master: il 91,9 lavora a un anno dal diploma; il 59,8 è a tempo indeterminato. Il 73,9 per cento ha un’occupazione nel settore privato, e c’è un 2,1 per cento che arriva a svolgere compiti dirigenziali. Alla fine del mese i diplomati di master vedono arrivare una retribuzione mensile netta che oscilla dai 1.713 ai 2.107 euro.
I dati sono stati diramati dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, attraverso i report del 2023 sul profilo dei dottori di ricerca e dei diplomati di master, e l’VIII report sulla loro condizione occupazionale.
L’indagine sulle performance formative ha coinvolto 5.007 dottori di ricerca del 2022 di 37 atenei, di cui 170 dell’Università di Milano-Bicocca. I numeri sull’occupazione, invece, hanno analizzato 5.442 dottori di ricerca del 2021 di 45 atenei, contattati a un anno dal conseguimento del titolo, di cui 155 provengono dalla nostra università.
Per quanto concerne i master, l’analisi ha interessato le performance formative di 10.498 diplomati del 2022 di 18 atenei: 5.182 di primo livello e 5.316 di secondo livello. All’interno di questo campione i diplomati dell’Ateneo Bicocca sono 559: 467 di primo livello e 92 di secondo livello. I dati sull’occupazione, invece, hanno esaminato 12.976 diplomati del 2021 di 29 atenei, contattati un anno dopo la conclusione del percorso: 7.216 di primo livello e 5.760 di secondo livello. In Bicocca i diplomati oggetto dell’indagine sono stati 586: 446 di primo livello e 140 di secondo livello.
A un anno dal conseguimento del titolo i 155 dottori di ricerca del 2021 dell’Ateneo Bicocca hanno un tasso di occupazione del 94 per cento, superiore di 3,1 punti rispetto alla media nazionale (90,9 per cento). Sebbene il 33,7 per cento degli occupati prosegua l’attività intrapresa prima di aver concluso il percorso di studi, è grazie al dottorato che il 48,2 per cento dei ricercatori riesce a trovare lavoro. L’inquadramento contrattuale dei dottorati del 2021 vede il 30,9 per cento assunto a tempo indeterminato, il 17 per cento a tempo determinato e il 29,8 con un assegno di ricerca. Se entriamo nel merito delle mansioni svolte, il 79,8 per cento svolge una professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione, di cui il 47,2 per cento lavora in ambito accademico come ricercatore o tecnico laureato. Tra i dottori di ricerca il 60,6 per cento lavora nel settore pubblico, il 35,1 per cento è assorbito da quello privato. In generale i nostri dottori di ricerca possono contare su una retribuzione mensile netta intorno ai 1.949 euro, e il 41,5 per cento di loro lavora in modalità di smart working.
All’interno dell’Ateneo, tra i 170 dottori di ricerca del 2022 contattati da AlmaLaurea il 14,7 per cento ha collaborato con le imprese durante il dottorato, a fronte di una media nazionale attestata all’8,3 per cento. Il 16,5 per cento dei dottori di ricerca ha conseguito un titolo congiunto o un titolo doppio/multiplo – i cosiddetti joint degree o double/multiple degree – cifra superiore di un punto percentuale alla media del Paese (15,5 per cento). Nonostante l’età media in cui gli studenti ottengono il dottorato sia intorno ai 32 anni, il 61,8 per cento dei dottori di Bicocca consegue il titolo non oltre i 30 anni. Chi ha intrapreso la carriera del dottorato in Bicocca lo ha fatto soprattutto per migliorare la propria formazione culturale e scientifica (82,9 per cento). Un’aspettativa che ha trovato riscontro durante il corso di studi: infatti l’84,1 per cento ha partecipato per almeno un anno ad attività formative strutturate, quasi tre punti in più del resto d’Italia.
Inoltre, se il 48,8 per cento di dottorandi ha svolto un periodo di studio o di ricerca all’estero (la media nazionale arriva al 40,1), per il 36,1 per cento di loro l’esperienza ha superato i sei mesi. Infine, la possibilità di aver dedicato alla ricerca oltre 40 ore settimanali (34,7 per cento nel nostro Ateneo, 31,2 nelle altre università), corrobora la soddisfazione per aver acquisito nuove competenze e abilità settoriali (la valutazione è di 8 punti su 10); aver approfondito contenuti teorici (7,4 punti), nonchè sentire di padroneggiare tecniche di ricerca (7,7 punti). Un gradimento del genere spiega perchè il 58,8 per cento dei dottorati ripeterebbe l’esperienza.
Per quanto riguarda i master, i diplomati del 2021 contattati da AlmaLaurea sono 586: 446 di primo livello e 140 di secondo livello. Tra di loro, il tasso di occupazione complessivo a un anno dal diploma è del 91,9 per cento (quello nazionale è all’86 per cento); tra i diplomati di master di primo livello lavora il 90,4 per cento (gli altri atenei sono all’85,3 per cento); dopo i master di secondo livello lavora il 96,9 per cento, 10 punti percentuali in più del resto d’Italia. Tra gli studenti di Bicocca che già lavoravano prima di concludere il percorso, l’82 per cento ritiene di essere migliorato grazie al master, soprattutto nelle competenze professionali. Invece, tra le persone che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo il conseguimento del titolo, il 76,3 per cento pensa che il master abbia avuto un ruolo per ottenere l’impiego.
Se entriamo nel merito delle mansioni svolte: un anno dopo il master il 59,8 per cento lavora a tempo indeterminato mentre il 17,3 per cento ha un contratto a tempo determinato.
La maggior parte dei diplomati di master dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca trova impiego nel settore privato, il dato complessivo è del 73,9 per cento contro il 58,6 della media nazionale. Nello specifico, i diplomati di primo livello occupati in questo settore sono il 76,9 per cento, un dato superiore di oltre dieci punti rispetto a quello degli altri atenei (63,6 per cento). Per quanto riguarda i diplomati di secondo livello il dato è di 64,2 per cento, contro il 52,2 del resto d’Italia. La quasi totalità degli occupati è assorbita dal settore dei servizi (84,7 per cento) e dall’industria (14,6 per cento). La media della retribuzione mensile netta dei nostri diplomati di master è di 1.807 euro: 1.713 euro per i diplomati di primo livello e 2.107 per quelli di secondo livello. Tra di loro il 35,7 per cento lavora in modalità di smart working.
In Bicocca, i diplomati di master del 2022 contattati da AlmaLaurea sono 559: 467 di primo livello e 92 di secondo livello. Se consideriamo l’intera popolazione, l’8,2 per cento ha cittadinanza estera, un dato che sale al 14,1 per cento nei master di secondo livello. I nostri studenti si diplomano intorno ai 30,9 anni (la media nazionale è di 34,1). Tra di loro il 52,6 per cento è stato uno studente-lavoratore a tempo pieno per più della metà del percorso di studi: 49,5 per cento nei corsi di primo livello e addirittura 70,4 in quelli di secondo livello. Durante il master hanno svolto stage o project work il 92,8 per cento dei nostri iscritti: 92,3 per cento nei master di primo livello; 95,8 in quelli di secondo livello. Un risultato ragguardevole se consideriamo la media delle altre università: 65 per cento a livello generale; 77,3 per cento nei master di primo livello; 53,1 nei master di secondo livello.
La maggior parte degli studenti ha giudicato adeguato l’inserimento presso l’azienda o l’ente nel corso dello stage: la soddisfazione globale è del 62,6 per cento (il dato nazionale è del 57,7 per cento); nei master di primo livello l’Ateneo raggiunge il 61,3 per cento (contro il 56,6 del Paese); in quelli di secondo livello arriva al 72,7 per cento, la media nazionale è al 59,5 per cento.

– foto: ufficio stampa Milano-Bicocca
(ITALPRESS).

Cronaca

Vincono Berrettini E Sinner, ItalDavis in finale con Olanda

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MALAGA (SPAGNA) (ITALPRESS) – L’Italtennis si qualifica per l’ultimo atto delle Davis Cup Finals. Nella seconda semifinale, sul veloce indoor del Palacio de Deportes Josè Maria Martin Carpena di Malaga, gli azzurri hanno sfruttato i due singolari per battere 2-0 l’Australia nel remake della finale dello scorso anno. Dopo la vittoria sofferta e in rimonta di Matteo Berrettini (35 Atp) su Thanasi Kokkinakis (77) per 6-7(6) 6-3 7-5, maturata in due ore e 46 minuti di gioco, a chiudere subito i conti e ad evitare il doppio è stato Jannik Sinner, leader del ranking mondiale, che nel match tra i numeri uno ha superato Alex de Minaur (9) con il punteggio di 6-3 6-4 in un’ora e 29 minuti di partita. Domani la squadra del ct Filippo Volandri, campione uscente e in finale per il secondo anno consecutivo, se la vedrà con l’Olanda, che ieri aveva eliminato la Germania per 2-0 nella prima semifinale.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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PRONTO METEO – PREVISIONI DAL 24 NOVEMBRE

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Pronto Meteo è il servizio di meteorologia di Pavia Uno Tv e Lombardia Live 24 in onda ogni giorno alle 19,30. Fornisce interessanti bollettini meteo per il fine settimana su Pavia e provincia e le province confinanti, visionabili anche sui nostri siti paviaunotv.it, lombardialive24 e sui nostri canali social. Ogni giorno, poi, ci sono aggiornamenti nelle Breaking News della sera e un sito dedicato alle previsioni, prontometeo.it, edito sempre da Agenzia CreativaMente.

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MAX PEZZALI, TRA FESTA AD APPIANO E POLEMICHE PER UNA BENEMERENZA A PAVIA. ARRIVA LA RISPOSTA DI MAX E SPIAZZA TUTTI!

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eri ad Appiano Gentile ha fatto capolino Max Pezzali, grande tifoso nerazzurro. Ed è stata festa con tutti i giocatori e lo staff. Oggi invece a Pavia, la sua città, dopo il successo riscontrato dalla serie andata in onda su Sky, a far notizia sono le polemiche legate alle benemerenze di San Siro. Gli avvocati di Max Pezzali hanno inviato una lettera al sindaco di Pavia, Michele Lissia, e alla giunta chiedendo di non assegnare la benemerenza a Mauro Repetto, ex degli 883, che ha fatto tappa per la sua “prima” del nuovo tour nelle settimane passate proprio al Teatro Fraschini di Pavia. Sullo sfondo c’è una causa civile tra Max Pezzali e Claudio Cecchetto. I legali di Max Pezzali sostengono che i diritti sul nome della band spettano soltanto a chi della band ha il merito della notorietà, cioè a Pezzali. Se il Consiglio comunale, nonostante la richiesta di soprassedere all’assegnazione della benemerenza, procederà comunque in tale senso, gli avvocati si riservano di far valere le ragioni di Max Pezzali nei confronti del Comune di Pavia. Come andrà a finire la vicenda? Chiude la polemica proprio Max sul suo profilo Fb e precisa: “Fosse per me, oltre al premio San Siro di Pavia, a Mauro darei anche un Grammy per l’importanza che ha avuto nella mia vita. Quello che sta venendo fuori in queste ore c’entra con delle questioni legali abbastanza di dominio pubblico che non coinvolgono Mauro, ma sono legate all’utilizzo del nome degli 883, una storia che appartiene a Mauro quanto a me. Nonostante quello che sta cominciando a girare in rete, il legame tra me e Mauro è indistruttibile, sancito da quelle canzoni che ormai sono più vostre che nostre. A noi piacciono le birre scure e le moto da James Dean, non quelle stronzate che si dicono nei film”. Chapeaux.

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