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Cronaca

Su radio e tv si parla di corsa al Quirinale almeno ogni 15 minuti

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ROMA (ITALPRESS) – La corsa al Colle impazza sui mezzi di informazione italiani: nell’ultimo mese, infatti, la voce “elezione/elezioni del Presidente della Repubblica” ha ottenuto 19.505 citazioni sui media ed è stata pronunciata circa una volta ogni quarto d’ora sulle radio e tv nazionali e sulle principali emittenti regionali. E’ quanto emerge dal monitoraggio svolto su oltre 1.500 fonti d’informazione fra carta stampata (quotidiani nazionali, locali e periodici), siti di quotidiani, principali radio, tv e blog da Mediamonitor.it, che utilizza tecnologia e soluzioni sviluppate da Cedat 85, azienda attiva da 30 anni nella fornitura dei contenuti provenienti dal parlato. Mediamonitor.it ha rilevato le citazioni relative alle elezioni e ai candidati per il Quirinale sui media nazionali e locali nel periodo dal 13 dicembre 2021 al 12 gennaio 2022.
L’analisi di Mediamonitor.it ha inoltre rilevato i giorni in cui se ne è parlato di più: martedì 4 gennaio (1.117 citazioni), quando il presidente della Camera Roberto Fico ha comunicato la convocazione del Parlamento in seduta comune fissata per il 24 gennaio, e martedì 11 e mercoledì 12, giornate decisive per la scelta dei grandi elettori (rispettivamente 1.373 e 1.402 menzioni).
Per quanto riguarda i possibili successori di Mattarella, la corsa al Quirinale vede in testa, almeno in termini di visibilità sui media, Mario Draghi (21.877), seguito da Silvio Berlusconi la cui candidatura, al centro di numerose polemiche, gli vale 16.507 citazioni. Nonostante il diretto interessato abbia più volte ribadito di essere contrario a una sua rielezione, l’ipotesi di un Mattarella bis fa ottenere all’attuale Presidente il gradino più basso del podio con 4.933 menzioni, circa 3.000 in più di Giuliano Amato: il “Dottor Sottile”, con 1.996 citazioni, deve accontentarsi della medaglia di legno.
Al quinto posto troviamo uno dei nomi più gettonati per l’ipotesi di una donna al Quirinale, quello della ministra della Giustizia Marta Cartabia (1.671), che precede la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati (1.429) e la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti (1.401).
L’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini si aggiudica la nona posizione (1.251), seguito da Romano Prodi (1.015), dal ministro della Cultura Dario Franceschini (999), dal commissario UE per l’Economia Paolo Gentiloni (589) e dall’ex presidente del Senato Marcello Pera (324).
In fondo alla classifica, due outsider: la senatrice a vita Liliana Segre (299) e la rocker Gianna Nannini, che ha lanciato la propria autocandidatura attraverso una storia su Instagram e in una sola settimana ha ottenuto più citazioni sui media di quante ne ha collezionate nell’ultimo mese il fanalino di coda, Walter Veltroni (126 vs 105).
(ITALPRESS).

Cronaca

Netanyahu, Tajani a Salvini “Unica linea quella mia e di Giorgia Meloni”

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MILANO (ITALPRESS) – “La politica estera si deve fare in maniera costruttiva. E’ una cosa seria. Ogni parola va pesata, ponderata, calibrata. C’è di mezzo un Paese. E quindi la linea viene espressa dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri”. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Repubblica, commentando le dichiarazioni del leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini su Netanyahu. “Poi un leader di partito parla di quello che vuole – aggiunge -, ma restano opinioni politiche di leader di partito, che però non diventano automaticamente la linea dell’esecutivo. Io tendo a evitare di rispondere a nome del governo su questioni legate alle competenze degli altri ministri”. “Vogliamo prima leggere le carte, capire le motivazioni della sentenza, ragionare su cosa sostiene la Corte. Noi riconosciamo e sosteniamo la Corte penale. Ma lo facciamo ricordando che deve avere sempre una visione giuridica e non politica. Nel pieno di una guerra di questa violenza il primo obiettivo degli Stati, e della Repubblica italiana, è quello di trovare alleanze politiche per fermare le morti a Gaza e in Libano, per ritornare a un percorso diplomatico. Noi dobbiamo portare la pace a Gaza, non dobbiamo credere che portare qualcuno in carcere aiuti la pace” dice ancora il numero uno di Forza Italia e vicepremier. “Stiamo dicendo, il presidente del Consiglio ed io, che una sentenza di questa portata ha un effetto politico profondo sulla gestione non di un confitto, ma della sua conclusione. Non è possibile equiparare e mettere sullo stesso piano il premier democraticamente eletto di Israele e un capo terrorista. Una cosa è sottolineare la sproporzione della risposta di Israele nella Striscia, su cui siamo tutti d’accordo. Altro è un mandato di cattura. Non ci sono tre posizioni. Ce n’è soltanto una: quella del presidente del Consiglio, concordata con il ministro degli Esteri” conclude Tajani.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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Cronaca

La Russa “Non sono interessato a fare il Presidente della Repubblica”

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ROMA (ITALPRESS) – “Non farò il presidente della Repubblica”. Lo dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa in una lettera a Repubblica, manifestando il suo “Disinteresse totale” per la corsa al Quirinale nel 2027. “La mia storia lo renderebbe problematico – ammette -. Ma soprattutto non coincide con le mie ambizioni e con il mio desiderio di potermi schierare sulle cose che reputo importanti” e conservare “la libertà di dire, sia pure ogni tanto, quello che penso senza ipocrisie”. “So e capisco che quasi sempre (o sempre?) chi diventa presidente del Senato un minuto dopo conforma il suo agire alla possibile prospettiva di futuro presidente della Repubblica – scrive La Russa -. Io ho volutamente avuto una diversa postura, proprio perchè non ci ho mai pensato e nemmeno mai l’ho desiderato. Per cui, se Repubblica vuole interrogarsi sulle ipotesi più improbabili si chieda cosa voteresti per avere Schlein al posto della Meloni? O meglio, cosa sareste disposti a votare pur di non averla”.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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Cronaca

Sicilia, Schifani “Quasi ripianati i conti della Regione, un record”

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MILANO (ITALPRESS) – Aveva promesso un cambio di passo per l’Isola e quasi a metà legislatura, l’obiettivo sembra essere compiuto. E’ quanto riconosce il quotidiano Milano Finanza al presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani. Lo certificano, secondo l’articolo, i dati del consuntivo del 2023 presentato dall’amministrazione, ma anche i numeri della Banca d’Italia, che vedono il pil crescere dell’1%, e di Unioncamere, che confermano la crescita di valore aggiunto prodotto dai territori e le agenzie internazionali hanno messo la Sicilia sotto una luce nuova: BBB con outlook stabile per Fitch, lo stesso di Standard & Poor’s, mentre Moody’s ad aprile lo ha alzato da Ba1 a Baa3. Alla base di ciò, dice l’ultimo aggiornamento della Banca di Italia di metà novembre, ci sono un settore delle costruzioni che riesce a crescere nonostante la fine del Superbonus, un’espansione del turismo e dell’occupazione in generale, anche se la manifattura segna il passo. Il disavanzo regionale da ripianare, inoltre, è stato pertanto ridotto dai 7,3 miliardi del 2018 agli attuali 897 milioni di euro. “Si tratta di un record – commenta Schifani a Milano Finanza – che ci pone a un passo dal conseguimento di un risultato storico: il risanamento dei conti della Regione. Grazie alla crescita e alle prudenziali politiche di bilancio volute dal mio governo, e di questo va dato merito al precedente assessore all’Economia Marco Falcone, abbiamo ripianato il disavanzo riducendo di più di 3 miliardi le passività. Al contempo con il via libera sblocchiamo le risorse per la firma del rinnovo contrattuale dei regionali, che confidiamo avvenga nei prossimi giorni. Un altro impegno che abbiamo mantenuto”.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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