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Cronaca

Costa “Il sistema dei colori non ha più senso, resti solo zona rossa”

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ROMA (ITALPRESS) – “Ora che c’è il super green pass e lo scenario è cambiato che senso hanno ancora i colori delle Regioni?”. Lo dice il sottosegretario alla Salute Andrea Costa in una intervista al Corriere della Sera. “Bisogna avviare con le Regioni – aggiunge – un percorso per il loro superamento. Dobbiamo ricordarci come è nato quel sistema. In tempi nei quali il crescere del contagio rendeva necessario porre in atto limiti alla libertà generalizzata”. Costa ricorda che “sono state messe a punto misure più restrittive e puntuali. C’è il super green pass e la semplificazione. E c’è una platea del 90 per cento di vaccinati. Di fronte a questo il sistema dei colori generalizzati non ha più senso. L’unico criterio che deve rimanere è quello della zona rossa”. Non è pericoloso? “Ne ho parlato con qualche interlocutore nel comitato scientifico e condividono. Bisogna semplificare e agevolare”.
(ITALPRESS).

Cronaca

BREAKING NEWS LOMBARDIA – 2 LUGLIO 2024

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I fatti del giorno: Giacomo Bozzoli irreperibile, spiccato mandato di cattura internazionale – Maxi sequestro alla logistica Gxo di Lodi – Fontana: “Chiederemo il controllo di tutta Trenord” – Bertolaso e le polemiche sull’inverno demografico – Operaio 36enne si taglia la mano in fabbrica a Robbio – Morto Eligio Gatti, ex vicesindaco di Pavia – La scomparsa di Elio Berogno, Comunità Montana dell’Oltrepo in lutto – Schianto in A7 tra Gropello e Casei, mattinata di caos. Previsioni del tempo in Lombardia per il 3 Luglio.

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Cronaca

Como, al via un progetto di impresa in carcere di Intesa Sanpaolo

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COMO (ITALPRESS) – Inaugurato all’interno della Casa Circondariale di Como, un laboratorio per la costruzione di quadri elettrici complessi: qui lavoreranno detenuti selezionati che partecipano al progetto d’impresa in carcere, promosso da Intesa Sanpaolo.
L’iniziativa è stata presentata all’interno dell’istituto penitenziario lombardo e proprio oggi ha preso l’avvio la parte pratica operativa del progetto che punta a favorire l’incontro fra imprese e lavoratori formati proprio all’interno delle mura dell’istituto.
Undici detenuti sono stati selezionati e si specializzeranno nella realizzazione appunto di quadri elettrici complessi diventando così tecnici cablatori elettricisti.
Il progetto coinvolge, oltre a Intesa Sanpaolo e alla Casa Circondariale, il gruppo MekTech, azienda specializzata nella progettazione e costruzione di impianti e sistemi robotizzati, e la cooperativa sociale Ozanam, che favorisce l’inserimento nel mondo del lavoro di persone in difficoltà. Presenti all’avvio dei lavori a Como, Don Gino Rigoldi, ispiratore del progetto, il Provveditorato regionale e il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari.
“Il carcere si apre e accoglie al suo interno un’opportunità. In questo caso il carcere è un luogo dove si può apprendere un talento. Il percorso serve a generare un’opportunità per il futuro e questo grazie anche all’imprenditore che ha deciso di portare qui parte dell’attività e ha accettato la sfida”, ha detto Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo.
“Questo progetto – ha spiegato Anna Roscio, Executive director, sales and marketing imprese di Intesa Sanpaolo, al microfono di Italpress – nasce dalla volontà di unire i nostri clienti, imprese ed enti no profit per creare un percorso virtuoso di lavoro dentro al carcere e l’opportunità di apprendere un mestiere”.
Nel laboratorio, uno spazio da circa 180 mq, interno alla Casa Circondariale, avverrà tutto il processo produttivo, dall’arrivo dei componenti fino alla realizzazione del prodotto confezionato dai nuovi tecnici.
Secondo dati del CNEL, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro e del ministero della Giustizia, il 70% dei detenuti cade nuovamente in errore una volta scontata la pena, il tasso di recidiva però scende al 2%, secondo una stima della stessa fonte, per chi viene avviato a un percorso formativo e lavorativo: “Quando una persona esce dal carcere con un mestiere in mano – ha detto Don Gino Rigoldi – il tasso di recidiva crolla. Acquisisce infatti un qualche strumento per essere autonomo, con progetti come questo si fa sicurezza e occupazione assieme”.
L’esperienza lavorativa per le 11 persone selezionate punta a consentire il potenziale inserimento lavorativo in futuro. Al taglio del nastro erano presenti i lavoratori coinvolti nel progetto che hanno mostrato grande entusiasmo: “Ci sentiamo molto fortunati – ha testimoniato Claudio Clerici, 33 anni – questo progetto ci offre anche l’opportunità di mantenerci e di non stare con le mani in mano”. “Io oggi mi sento felice e quasi non mi sembra di essere in un ambiente carcerario”, ha detto invece Amed Cetin, 22 anni.
“Intesa Sanpaolo per il Sociale – ha spiegato Paolo Bonassi, Chief Social Impact Officer del Gruppo – è una struttura che è stata costituita recentemente con il compito di gestire il nostro programma di contrasto alle disuguaglianze che è considerato il più grande svolto da un soggetto privato nel nostro Paese”.
-foto f03 –
(ITALPRESS).

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Cronaca

La Corte Suprema concede l’immunità parziale a Trump

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Nell’ultimo giorno disponibile prima di andare in vacanza, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che l’ex presidente Donald J. Trump ha diritto a un certo livello di immunità dai procedimenti giudiziari, una decisione che dovrebbe essere in grado di ritardare il processo federale contro di lui per l’accusa di complotto di aver tentato di sovvertire le elezioni del 2020.
Il voto di 9 giudici supremi è stato di 6 a 3, dividendosi tra la maggioranza “conservatrice” e quella “liberal”.
Trump, attraverso i suoi avvocati, aveva sostenuto di avere diritto all’immunità assoluta dalle accuse, basandosi su un’ampia comprensione della separazione dei poteri e su un precedente della Corte Suprema del 1982 che riconosceva tale immunità nelle cause civili per azioni intraprese dai presidenti all’interno delle loro responsabilità ufficiali. I tribunali di grado inferiore avevano respinto la richiesta di Trump, ma la sentenza della Corte Suprema adesso potrebbe ritardare il processo federale imbastito dal procuratore speciale Jack Smith sui fatti del 6 gennaio 2021, abbastanza da consentire a Trump di “eliminarlo” del tutto se dovesse essere eletto a novembre 2024.
(ITALPRESS).
– Foto: Ipa Agency –

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