Cronaca
Ciclo post-Covid da record per il manifatturiero italiano
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1 anno fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Il fatturato dell’industria italiana dovrebbe stabilizzarsi sui 1160 miliardi di euro a fine anno, a prezzi correnti: +250 miliardi rispetto al 2019, a chiusura di un ciclo post-Covid da record. A prezzi costanti, le attese sono di moderato rimbalzo (+0,6%), che consentirà di recuperare solo in parte quanto perso nel corso del 2023 (- 2,1%). E’ quanto emerge dal 105° Rapporto Analisi dei Settori Industriali, presentato da Intesa Sanpaolo e Prometeia.
“Dopo una prima parte dell’anno ancora debole, infatti, in linea con quella che è stata la tendenza prevalente nel 2023, ci attendiamo un secondo semestre di maggior dinamismo, grazie all’impatto positivo che il rientro dell’inflazione avrà sulla domanda interna e internazionale, e al conseguente ribasso dei tassi d’interesse – si legge nel rapporto -. L’indice Istat, che sintetizza il clima di fiducia delle imprese manifatturiere italiane, resta in territorio negativo ma è in costante ripresa dai minimi di novembre 2023. I giudizi su ordini e domanda sono in miglioramento, nonostante un saldo ancora negativo sia sul fronte interno che sui mercati esteri. Inoltre, si riscontra un minor pessimismo degli operatori relativamente alle attese sulla produzione, che potrebbe presto concretizzarsi in un’inversione ciclica, interrompendo la fase di caduta dei livelli di attività in atto dal secondo trimestre del 2023”.
Il commercio mondiale ritroverà progressivamente slancio dopo la battuta d’arresto del 2023, pur a fronte di rischi geopolitici che potrebbero esercitare pressioni al ribasso. Buone opportunità di export emergeranno sia sui mercati extra-europei, soprattutto gli Stati Uniti, che stanno registrando performance superiori alle attese, sia all’interno dell’area UE, che nel 2023 aveva rallentato maggiormente in termini di scambi commerciali.
Intesa Sanpaolo e Prometeia si aspettano che le imprese italiane siano in grado di cogliere le opportunità offerte dai mercati internazionali, registrando una crescita dell’export del 2,6% a prezzi costanti che confermerebbe la buona competitività dimostrata negli ultimi anni. Il processo di rafforzamento avviato post-crisi 2009, infatti, ha consentito a un nucleo sempre più ampio di aziende di inserirsi come partner affidabili nelle catene globali del valore e/o di conquistare quote nei mercati mondiali.
A rallentare il passo nel corso del 2024 saranno soprattutto gli investimenti in costruzioni, dopo il ciclo eccezionale degli anni post-Covid. La contrazione dell’edilizia residenziale, indotta da un contributo meno espansivo della riqualificazione (rimodulazione del Superbonus, stop definitivo alla cessione del credito e allo sconto in fattura), potrà essere compensata solo parzialmente dagli investimenti del genio civile, sostenuti dall’accelerazione attesa degli interventi legati al PNRR.
Gli investimenti in beni strumentali si confermeranno in crescita nell’anno in corso, ma a ritmi meno dinamici di quelli degli anni post-pandemia, risentendo della fase di passaggio al nuovo piano incentivante Transizione 5.0.
Grazie al recupero del reddito disponibile eroso dall’inflazione, nel 2024 i consumi interni si manterranno in crescita posizionandosi sopra i livelli di spesa pre-Covid anche a prezzi costanti, dopo il pareggio del 2023. A trainare il recupero saranno i servizi (in particolare quelli legati alla socialità, come alberghi e ristoranti, cultura e spettacolo) e i beni durevoli per la mobilità, che si confermeranno in crescita vivace, dopo il punto di minimo toccato durante la pandemia. In sostanziale tenuta la spesa per beni alimentari, che a seguito dei recenti rincari continuerà a incidere in maniera rilevante sulla spesa complessiva per consumi nel 2024, e sui redditi delle famiglie, togliendo spazi di recupero ai consumi di abbigliamento e calzature, soprattutto per le famiglie meno abbienti. I beni durevoli per la casa (mobili, elettrodomestici), invece, risentiranno dell’effetto di sgonfiamento degli incentivi rivolti al comparto delle ristrutturazioni edilizie.
In un’ottica storica più ampia, il quadro consumi delle famiglie italiane resta comunque depresso. A fine 2023, l’Italia mostrava ancora un livello di consumi interni inferiore al 2007 (-1,1%, sempre a prezzi costanti), a fronte di un sorpasso realizzato nei paesi concorrenti di Spagna (+2,3%), Francia (+12,6%) e Germania (+13,4%, nonostante la debolezza dei consumi nell’ultimo biennio).
Nello scenario di medio termine, l’industria manifatturiera italiana potrà crescere a tassi relativamente dinamici nel biennio 2025-26 (+1,2% medio annuo) di realizzazione degli investimenti del PNRR. La dinamica della crescita potrebbe essere più contenuta (sotto l’1% medio annuo) nell’orizzonte al 2028, quando il mercato interno potrebbe perdere slancio in assenza di nuovi provvedimenti e il ruolo di traino tornerà a essere affidato soprattutto alle esportazioni.
A sostenere la crescita manifatturiera saranno sia gli investimenti pubblici attivati direttamente dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in ottica green, digitale e di infrastrutturazione del Paese, sia gli investimenti privati, indispensabili per proseguire nel processo di rafforzamento competitivo delle imprese. Un sostegno in tale direzione giungerà dall’atteso taglio dei tassi di interesse, a partire dalla seconda metà del 2024.
“Un salto di produttività via investimenti materiali, immateriali e di upskilling del capitale umano – si legge nel rapporto -, si prefigura necessario anche per garantire continuità di fronte a un quadro prospettico di progressivo calo demografico e di invecchiamento della popolazione, che influirà negativamente sulla forza lavoro, oltre che sui consumi interni. Questi ultimi si manterranno su un sentiero di crescita modesta nell’orizzonte di previsione, soprattutto con riferimento ai consumi di beni manufatti”. L’attenzione alla sostenibilità e alla tecnologia, soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione, sarà controbilanciata dagli effetti della silver economy, ovvero da una maggiore propensione degli over-65 al benessere personale e alla salute, che favorirà la crescita dei consumi di servizi. In assenza di provvedimenti di sostegno e di un potenziamento dei servizi pubblici di welfare, inoltre, rimarrà elevata la polarizzazione nella capacità di spesa dei nuclei famigliari, considerata la scarsa dinamica salariale e il progressivo aumento delle famiglie monocomponenti e di genitori soli con figli.
Il prossimo quadriennio sarà caratterizzato da un trend di domanda mondiale meno vivace rispetto al passato.
Le tensioni geopolitiche culminate con la guerra russo-ucraina e il riaccendersi dei focolai in Medio-Oriente hanno alterato profondamente le relazioni internazionali e potrebbero comportare modifiche significative alla geografia degli scambi.
In questo contesto di maggior incertezza, la buona capacità dell’industria italiana di servire nicchie a elevato valore aggiunto continuerà comunque a favorire le nostre esportazioni, attese crescere a un ritmo medio annuo del 2,7% nel quadriennio 2025-28, a prezzi costanti. Anche le importazioni si manterranno vivaci (+2,5% in media d’anno, sempre a prezzi costanti, trainate dalle componenti necessarie a sostenere gli investimenti nella doppia transizione e dai beni di consumo di fascia bassa), portando l’import penetration oltre il 51% nel 2028 (dal 47% del 2023), ma senza frenare eccessivamente la crescita del saldo commerciale, che potrà superare la soglia record dei 140 miliardi di euro alla fine dell’orizzonte di previsione.
Le condizioni economico-finanziarie del manifatturiero resteranno solide Le tensioni geopolitiche sono il principale fattore di rischio anche nell’ottica degli effetti che eventuali escalation potrebbero generare sui costi delle materie prime. “L’ipotesi centrale del nostro scenario resta però quella di turbolenze transitorie sui mercati delle commodity (energetiche e non) nell’orizzonte al 2028, senza impatti significativi sui costi di approvvigionamento delle imprese che, pur mantenendosi sopra i livelli pre-pandemia, non replicheranno gli incrementi visti con la crisi energetica 2022 – proseguono Intesa Sanpaolo e Prometeia -. Le condizioni economico-finanziarie del manifatturiero rimarranno pertanto solide anche nel prossimo quadriennio, garantendo alle imprese una buona sostenibilità dei processi di investimento. Nel biennio 2025- 26 di maggior traino della domanda anche sul mercato interno, margini e redditività potranno anzi recuperare parte di quanto perso nel 2022-23, per poi normalizzarsi su livelli comunque elevati. Nel complesso del quadriennio 2025-28, stimiamo un MOL medio manifatturiero al 9,2% e un ROI al 7,8%, in linea con il pre-Covid”.
Il processo di rafforzamento della struttura patrimoniale e finanziaria delle imprese, verso un costante riequilibrio fra fonti interne ed esterne di finanziamento, determinerà un ulteriore calo del leverage (che è stimato allo 0,48 nel 2028, dallo 0,6 del 2019), con effetti positivi sulla capacità di generare utili e flussi di cassa.
I settori che avranno le maggiori opportunità di crescita sono quelli legati alla twin transition, a iniziare da Elettrotecnica (+2,6% medio annuo in termini di fatturato deflazionato nel quadriennio 2025-28), Meccanica (+2%) ed Elettronica (+1,4%). Più distanti gli Autoveicoli e moto (+0,9%, in linea con la media manifatturiera). L’acceso dibattito europeo sulla decarbonizzazione dei veicoli sta contribuendo a rendere più incerti i tempi e le modalità della transizione green nel mondo dei trasporti, con possibili riflessi anche sulla riorganizzazione degli assetti produttivi del settore.
Molto positive le prospettive di Largo consumo (+2,3%) e Farmaceutica (+1,9%), grazie alla migliore tenuta sui mercati internazionali e a una dinamica della domanda interna più vivace di altri comparti di spesa. Le esportazioni saranno il principale driver di crescita anche per i produttori di beni di consumo tipici del Made in Italy, quali Sistema moda e Alimentare e bevande, che manterranno un ritmo di sviluppo di poco inferiore all’1% medio annuo nel quadriennio di previsione, nonostante consumi domestici poco dinamici (che nel breve periodo risentiranno degli strascichi della crisi dei redditi legata alla spirale inflazionistica e nel lungo termine delle tendenze demografiche penalizzanti). Poco distanti nel ranking i produttori di beni durevoli per la casa, Elettrodomestici (+0,9%) e Mobili (+0,7%), che ancora una volta troveranno spunti di crescita soprattutto sui mercati esteri, grazie alla specializzazione su prodotti di fascia medio-alta, a fronte di un mercato domestico in fase di normalizzazione dopo il ciclo eccezionale degli anni post-Covid.
Nella parte bassa della graduatoria 2025-28 si posizionano tutti i settori produttori di beni intermedi, con spunti di crescita leggermente migliori per gli Intermedi chimici (+0,8%), in particolare per le imprese più attive sui mercati internazionali e per i fornitori di largo consumo e farmaceutica attivi sul mercato interno.
Sostanzialmente stazionari, in termini di crescita del fatturato deflazionato, i settori Metallurgia (+0,5%), Altri intermedi (+0,3%) e Prodotti in metallo (+0,1%), che risentiranno dell’aumento dell’import penetration (soprattutto dai paesi asiatici, che beneficiano di forti vantaggi competitivi in queste specializzazioni posizionate a monte delle filiere).
Chiudono la graduatoria i Prodotti e materiali da costruzione, con fatturato deflazionato in calo (-1,2% medio annuo nel 2025-28). Il settore, soprattutto il segmento dei materiali di base, risentirà della debolezza dell’edilizia residenziale sul mercato interno, in tutto l’orizzonte di previsione, a fronte di uno scenario più favorevole per i comparti più diversificati, come il vetro.
– Foto xh7/Italpress –
(ITALPRESS).
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Cronaca
Educazione finanziaria, avviato insegnamento in un istituto su due
Pubblicato
9 minuti fa-
26 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Un istituto su due ha avviato l’insegnamento dell’educazione finanziaria. E’ quanto emerge dalla ricerca realizzata da Alleanza Assicurazioni e AIEF (Associazione Italiana Educatori Finanziari) sull’impatto della prima legge italiana dedicata all’insegnamento della materia.
I risultati (disponibili sul sito alleanza.it) sono stati presentati a Roma presso la Sala Matteotti alla Camera
dei Deputati, da Alleanza Assicurazioni, Compagnia di Generali Italia, e AIEF (Associazione Italiana Educatori Finanziari), insieme a Fondazione Mario Gasbarri e con la collaborazione di BVA Doxa, nel corso dell’evento “Educazione Finanziaria a scuola. Facciamo il punto!”, con il patrocinio del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Lo studio analizza l’impatto della prima legge italiana dedicata all’insegnamento dell’educazione finanziaria a scuola, dopo averne monitorato il grado di diffusione, accettazione ed efficacia a partire dall’anno scolastico 2024-25. I dati emersi mettono in luce la fiducia dei genitori verso i docenti e il forte interesse dei ragazzi per questa nuova materia. Rimane necessario un maggiore supporto ai docenti nella formazione e nella dotazione di materiali didattici dedicati.
Lo studio ha indagato il grado di soddisfazione da parte di insegnanti e genitori ad aprile 2025, basandosi su un campione di 1.000 intervistati tra genitori e insegnanti. A questi si aggiungono 90 docenti di istituti coinvolti nel percorso «Edufin a scuola» realizzato da AIEF in collaborazione con Alleanza, che prevede di coinvolgere 250 istituti di scuole medie e superiori in tutto il territorio nazionale entro il 2025.
Dalla ricerca emerge un crescente livello di consapevolezza tra i docenti (6 insegnanti su 10 conoscono la Legge che ha introdotto l’educazione finanziaria a scuola e le sue implicazioni) e un forte apprezzamento delle famiglie per questa iniziativa (voto 8 su 10). Ad aprile 2025, il 50% delle scuole italiane ha avviato percorsi di educazione finanziaria.
Secondo quanto dichiarato dai docenti, l’educazione finanziaria è stata inserita: nel 50% dei casi all’interno delle 33 ore di educazione civica, come previsto dal Ministero; nel 40% dei casi all’interno di altre materie, come matematica o diritto, a dimostrazione di una flessibilità applicativa che richiede però un ulteriore coordinamento nazionale; nel 10% dei casi non è stata indicata la materia.
Il rapporto evidenzia il forte interesse alla materia registrato da studenti e docenti seppure si siano dovuti confrontare con una formazione e con materiali didattici non ancora pienamente sufficienti. Gli insegnanti coinvolti segnalano criticità sul fronte della formazione interna: 4 su 10 hanno avuto accesso a percorsi promossi direttamente dalle scuole e la carenza di supporti specifici ha reso più complessa la realizzazione
delle lezioni.
Tuttavia, le evidenze cambiano significativamente quando vengono attivati percorsi di collaborazione con istituzioni ed enti esterni sensibili alla materia. Infatti, ad esempio, all’interno del programma realizzato da AIEF e Alleanza Assicurazioni 9 insegnanti su 10 si dicono molto soddisfatti dei contenuti ricevuti e 6 su 10 sono favorevoli alla collaborazione con soggetti del settore finanziario per la formazione scolastica.
Studenti coinvolti e interessati: il 98% partecipa attivamente
Quando l’educazione finanziaria viene introdotta in classe, l’interesse degli studenti aumenta visibilmente:
il 98% degli alunni coinvolti ha partecipato attivamente alle lezioni, confermando l’efficacia di un approccio
esperienziale e contestualizzato.
Davide Passero, CEO di Alleanza Assicurazioni e Country Chief Marketing & Product Officer di Generali Italia ha dichiarato: “L’educazione finanziaria a scuola è una leva per contribuire al benessere sociale e alla riduzione delle disuguaglianze, tramite la formazione di futuri cittadini più informati e in grado di compiere scelte consapevoli. Il rapporto presentato oggi ci consegna la grande soddisfazione di studenti e genitori per
l’introduzione dell’insegnamento di queste tematiche nei programmi scolastici. E’ l’inizio di un percorso che ha
l’ambizioso obiettivo di rendere omogenea in tutto il Paese la diffusione di queste materie. L’azione corale tra
istituzioni pubbliche, private e mondo delle associazioni può contribuire a colmare il gap che ancora
contraddistingue il nostro Paese. In Alleanza da anni siamo impegnati in un Piano Nazionale di Educazione
Finanziaria concretizzatosi in oltre 10mila eventi sul territorio con il coinvolgimento di oltre 500mila
partecipanti”.
Nunzio Lella, presidente AIEF Associazione Italiana Educatori Finanziari ha affermato: “Credo fortemente che attraverso la sinergia tra pubblico e privato si possa ottenere un risultato di valore per il nostro paese. Noi, quali educatori finanziari AIEF, possiamo e vogliamo essere le “diramazioni” nel territorio delle istituzioni, gli “operativi”, coloro che sono “in prima linea” per aiutare i docenti, in questa fase di “apprendimento e
transizione”, nel compito di divulgare buone prassi e insegnare concetti di cittadinanza economica, educazione
finanziaria ed assicurativa. Ringrazio Fondazione Gasbarri e gli educatori finanziari Alleanza per essere protagonisti con noi da anni nell’attività all’interno delle scuole. Continueremo il nostro cammino esortando tutti gli educatori finanziari di oggi e di domani a contribuire alla nostra ambiziosissima sfida/missione: essere presenti in tutti gli Istituti scolastici d’Italia. Insieme si può”.
Il senatore Dario Damiani, Commissione Bilancio e Relatore DDL Capitali ha spiegato: “Viviamo in un tempo in cui tutti, ma in particolare le giovani generazioni, si trovano fin da subito a fronteggiare situazioni e scelte finanziarie impegnative e complesse. Per questo è fondamentale che l’Educazione Finanziaria entri stabilmente nei percorsi scolastici, per fornire già agli studenti strumenti che li rendano più consapevoli e
capaci di prendere decisioni responsabili, prevenire l’indebitamento e comprendere i meccanismi dell’economia. Si tratta di un investimento sul capitale umano che rafforza l’inclusione, la partecipazione attiva, riduce le disuguaglianze e prepara i giovani alle sfide di un mondo in continua evoluzione. L’alfabetizzazione finanziaria è oggi una competenza di cittadinanza e va garantita a tutti, a partire dalla scuola”.
-foto spf/Italpress –
(ITALPRESS).
Cronaca
Ambasciatore Lucas “Tra Italia e Germania relazioni eccellenti”
Pubblicato
9 minuti fa-
26 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Relazioni tra Italia e Germania, spese per la
difesa, programma nucleare iraniano, ma anche politica interna
tedesca. Sono molti i temi toccati da Hans-Dieter Lucas,
ambasciatore di Germania a Roma, intervistato da Claudio Brachino
per la rubrica “Diplomacy Magazine” dell’Agenzia Italpress.
Riguardo alle relazioni bilaterali, “credo che siano davvero delle relazioni eccellenti, con una grande tradizione di rapporti sotto ogni aspetto: politico, economico, culturale”, dice subito Lucas. “Condividiamo gli stessi valori. Siamo membri dell’Unione Europea, del G7 e della Nato, quindi condividiamo una responsabilità comune. E in questo senso, penso che questo primo incontro tra il Cancelliere e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, abbia avuto molto successo. Il Cancelliere ha chiarito molto bene che, per la Germania, l’Italia è un partner strategico con cui vogliamo anche intensificare la nostra relazione per lavorare più di quanto abbiamo fatto in passato. Per questo motivo il Cancelliere e il presidente del Consiglio Meloni hanno deciso di organizzare un vertice bilaterale all’inizio del prossimo anno in Italia, con l’obiettivo di aggiornare il piano d’azione bilaterale esistente con nuovi progetti, per portare le relazioni tra i due Paesi ad un
nuovo, ambizioso livello”, sottolinea ancora Lucas. Una relazione importante, dunque, quella fra Germania e Italia, che si riflette anche nel settore economico. Si tratta di due realtà fortemente intrecciate, secondo il diplomatico, che devono quindi affrontare insieme anche le variabili e le sfide date dal contesto geopolitico attuale. “Penso che la geopolitica abbia un’influenza sulle nostre relazioni economiche, se guardiamo ai prezzi dell’energia, per esempio, o se guardiamo all’intera discussione sui dazi. Quindi, credo che Germania e Italia, in quanto principali nazioni industriali in Europa, abbiano un interesse comune nel libero scambio, ma anche nel ridurre i prezzi dell’energia. Le nostre economie sono altamente intrecciate, si può dire che il Nord Italia e il Sud della Germania siano un’unica area economica”, sottolinea l’ambasciatore osservando che occorre lavorare insieme anche sulla riduzione della burocrazia “per liberare la creatività e la dinamicità delle nostre economie”. Infine, l’ambasciatore ricorda il legame culturale tra i due Paesi, fatto non solo di scambi ai
massimi livelli, come il concerto tenuto alla Filarmonica di
Berlino il primo maggio a Bari, ma anche di relazioni particolari
fra “più di 400” città e comunità. La Germania ha più istituti
culturali e scientifici in Italia che in ogni altro Paese al
mondo, ma si può fare ancora di più secondo Lucas, ad esempio per
i giovani. “Abbiamo un ufficio apposito, si chiama ViaVai, e su
questo aspetto penso che possiamo fare ancora di più”, osserva il
capo della missione diplomatica tedesca a Roma. I rapporti fra i due Paesi si proiettano in una dimensione ancora più ampia, come quella dell’Europa, sottolinea ancora Lucas ricordando che proprio Germania e Italia sono tra gli Stati fondatori dell’Ue. “Penso che la nostra missione comune sia davvero quella di rendere l’Europa più forte. Siamo una sorta di ‘protagonisti classicì dell’unità europea. Penso che sia una nostra responsabilità anche in futuro, e penso che siamo sulla buona strada”, osserva il diplomatico. Le riflessioni dell’ambasciatore vanno poi a toccare un’area sempre più ampia e di attualità, come nel caso dell’Iran. “Il programma nucleare iraniano non è solo una preoccupazione per Israele ma anche per noi, perchè un Iran che acquisisse un’arma nucleare sarebbe una minaccia imminente per l’Europa”, dichiara Lucas. Ora è importante il “cessate il fuoco, che è stato confermato anche dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e poi occorre avviare un processo negoziale al termine del quale avere una soluzione che assicuri realmente che l’Iran non acquisirà mai un’arma nucleare, in modo verificabile”. Sul vertice Nato appena concluso all’Aia
l’ambasciatore ricorda che “la Germania sostiene pienamente
l’obiettivo di arrivare al 5% di spesa per la difesa, il che
significa il 3,5% per le capacità difensive nel senso proprio del
termine e l’1,5% per infrastrutture, cybersicurezza e altro”. Si
tratta senza dubbio di un onere per i bilanci statali degli
alleati, ma, sottolinea Lucas, “vediamo la Russia come una
minaccia imminente. Il nostro ministro della Difesa e i nostri
servizi di intelligence ci dicono che non possiamo escludere un
conflitto militare di grande portata con la Russia entro la fine
di questo decennio. Quindi – evidenzia – dobbiamo migliorare le
nostre capacità difensive per dissuadere la Russia
dall’attaccarci”. E a questo proposito, conclude Lucas, questo
vertice della Nato “è un segnale molto importante del fatto che
tutti gli alleati sono davvero uniti nella loro ambizione di
sviluppare le capacità difensive necessarie per dissuadere la
Russia da attacchi o altro”. Infine, un passaggio sulla politica interna tedesca e il tema del partito Alternative fùr Deutschland (Afd). “Il nostro servizio di intelligence interno è giunto a dichiarare, dopo una lunga indagine, che Alternative fùr Deutschland è un partito di estrema destra. E questo è molto preoccupante perchè questo partito ha grandi problemi con l’Unione Europea, con il pensiero dell’unificazione europea, con la nostra adesione alla Nato, anche con l’idea di una società inclusiva”, osserva il diplomatico. “Ma le forze estremiste devono essere combattute innanzitutto politicamente, e questo è ciò che sta accadendo in questo momento. Il Cancelliere ha dichiarato che il suo governo vuole nei prossimi anni produrre risultati concreti, e il modo migliore per combattere i partiti estremisti, sia da sinistra che da destra, è perseguire una politica di successo, dal punto di vista economico, sociale, in materia di sicurezza. Questo è ciò di cui si occupa il nuovo governo di Friedrich Merz. Penso che i partiti estremisti traggano sempre beneficio dai problemi irrisolti e questi problemi devono essere affrontati”, conclude l’ambasciatore Lucas.
(ITALPRESS).
-Foto Italpress-
Cronaca
Area euromed, Italpress e la Fondazione Med-Or rinnovano collaborazione
Pubblicato
9 minuti fa-
26 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – L’agenzia di stampa Italpress ha rinnovato la sua collaborazione con la Fondazione Med’Or, presieduta da Marco Minniti, già ministro dell’Interno.
Med-Or nasce per iniziativa di Leonardo, con l’obiettivo di promuovere attività culturali, di ricerca e formazione scientifica, rafforzare i legami, gli scambi e i rapporti internazionali tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo allargato, fino al Sahel e del Medio ed Estremo Oriente. Attraverso il proprio Centro Ricerche, la Fondazione realizza analisi, studi e approfondimenti geo-politici e strategici riguardanti quest’area geografica.
“Italpress è una realtà presente in molti paesi del Mediterraneo. Per tale ragione il rinnovo di questo accordo di collaborazione assume per Med-Or una particolare importanza, perchè permetterà di promuovere a livello internazionale le attività della Fondazione, i contenuti delle analisi e delle nostre ricerche, lo sviluppo dei nostri progetti tutti paesi di riferimento”, afferma Minniti
“L’Agenzia di stampa Italpress continua la sua crescita nel bacino del Mediterraneo e nell’informazione estera. La prestigiosa partnership con la fondazione Med-Or si inquadra in questo contesto di consolidamento della presenza nei territori strategici e di diffusione delle informazioni rilevanti per l’area”, sottolinea il fondatore e direttore responsabile, Gaspare Borsellino.
“Grazie a questa collaborazione, Med-Or e Italpress – continua Borsellino – potranno unire competenze e risorse per sviluppare un’informazione sempre più accurata e tempestiva, capace di supportare il dialogo tra i popoli e favorire una maggiore comprensione delle dinamiche geopolitiche dell’area euromed”.
Le attività congiunte comprenderanno la realizzazione di approfondimenti tematici, la diffusione di contenuti multilingua e la copertura di eventi chiave legati alla cultura, alla sicurezza e allo sviluppo.
Con questo accordo, Italpress rafforza il proprio ruolo di media partner per le istituzioni e gli attori impegnati nei processi di cooperazione e integrazione mediterranea, mentre Med-Or consolida la propria funzione di piattaforma culturale e scientifica al servizio dell’Italia e dei suoi interlocutori internazionali.
Foto: Italpress
(ITALPRESS).

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